Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 546164)
“Sono femminista, ma…”? No, mi dispiace, se pensi determinate cose non sei femminista. E nemmeno antisessista, vocabolo che preferisco in quanto rispecchia più precisamente il mio pensiero. Non che sia obbligatorio, eh?
Queste forme di “galanteria” sono l’equivalente della pretesa di alcuni uomini che sia sempre la donna a cucinare, oppure che non dica parolacce e sia sempre garbata. Rispecchiano una mentalità arretrata e sessista: era ovvio che l’uomo pagasse, poichè la donna non aveva uno stipendio. Visto che era considerata più fragile e debole (= inferiore), doveva essere trattata come una bambina, servita e protetta, e non doveva mai esporsi, pena il fatto di passare da “mogliettina” a “donnaccia”.
Mi dispiace questa durezza, ma è importante ragionare su queste cose. Il desiderio scaturirebbe da quello? Non nella mia esperienza, per fortuna. Quando ho conosciuto il mio compagno l’ho baciato per prima, e questo non ha minato la sua autopercezione di virilità.
Posso accettare che qualcuno mi offra la cena una volta ogni tanto o in occasioni speciali, ma solo se mi permette di ricambiare, mentre se vuole che sia la regola finirà per uscire da solo.
Alla terza o quarta volta che mi versano da bere o aprono porte e sportelli, faccio gentilmente presente che sono in grado di farlo da sola: capisco che le intenzioni siano buone, ma non mi piace essere trattata da bambina incapace.
Sul discorso della “forza”, ognuno deve offrire un sostegno all’altro e potersi appoggiare quando ne ha bisogno. Se il mio uomo piange, soffre quanto soffro io.
Eppure non sono un individuo neutro, privo di attrattiva per l’altro sesso: siamo uomini e donne anche se non accettiamo queste subordinazioni, le differenze che ci attraggono sono più sostanziali di così, e non prevedono l’esistenza di una divisione tra dama indifesa e cavalier servente.
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