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Re: Conflitto Israelo-palestinese
Io non mi capacito di tutto il puzzo che viene fatto attorno a gaza, palestina libera, genocidio e roba varia, tutto strumentalizzato da quella feccia di parte politica per dare addosso al governo. A me risulta che quelli siano purtroppo stipediati come parlamentari italiani e gaza non mi risulta sia una regione italiana.
Forse che alla sinistra gli ebrei stanno sulle palle perché normalmente sono più ricchi, intelligenti e realizzati di loro? Forse che certe guerre hanno un altro peso rispetto ad altre che si combattono in altri buchi di culo del mondo ma non hanno lo stesso "peso" dei contendenti? Forse è la solita lotta ideologica del cazzo di cui non sono mai stanchi? Perché il governo dovrebbe su richiesta di una opposizione adeguarsi su cose che non gli competono come riconoscere uno stato estero non si sa per quale motivo? Oltretutto il "free palestine" sta diventando un movimento antisemita tanto quanto altri movimenti estremisti di ogni parte politica, ma si vede che come sempre se lo fa certa parte politica, quella buona e moralmente superiore come credono di essere, va bene..ormai quella cazzo di bandiera di uno stato che neanche esiste (e che in vecchi tempi era culo e camicia con hitler tra l'altro) la si vede ovunque e viene imposta ovunque, rompono i coglioni nelle corse ciclistiche, nelle manifestazioni, vai al 25 aprile e vedi quella bandiera...questi tanto diversi dai fascisti non sono, anzi https://www.instagram.com/reel/DIbxc76MiiF/ |
Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Dire "non vale la pena" è fuorviante: la criminalità non sparirebbe senza stranieri, mentre interi settori dell’economia sì. La vera sfida è gestire immigrazione e integrazione meglio, non alimentare illusioni di espulsioni di massa che non sono né praticabili né efficaci. |
Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Sparirebbero interi settori dell'economia? E chi lo ha creato il problema del calo demografico? L'ha creato chi ci ha obbligati a vivere in una società con questi criteri in cui le relazioni sono liquide, in cui viene insegnato alle donne che fare figli è una cosa orribile, di pensare solo al lavoro e cose del genere. Prima creano il problema e poi impongono una "soluzione" che genera solo ulteriori problemi. Quello che sta avvenendo nel mondo occidentale è un vero e proprio genocidio, un genocidio silenzioso fatto anche di aborti, di figli mai nati e di persone uccise dall'immigrazione. |
Re: Conflitto Israelo-palestinese
Israele e Palestina avrebbero dovuto essere amministrati da mandati delle Nazioni Unite (quando esisteva ancora l'ONU) dal 1948 per almeno 20 anni, nel frattempo si sarebbe creato terreno fertile per due stati ben indipendenti e capaci di convivere.
Negli anni invece uno si è trasformato in uno Stato-religione-Apartheid e l'altro negli ultimi decenni un misto tra una sorta di stato governato dal debole vecchio sindaco di Ramallah (col dubbio sostegno dei leader arabi) e il terreno ideale per la fantasia del bullismo sionista. Dall'altra parte Gaza a sè stante e mai realmente governata da un'entità palestinese riconosciuta. Intanto, il "buon" Tony Blair si sta eccitando col progetto della Montecarlo d'Oriente. https://www.ansa.it/sito/notizie/mon...5586885c7.html E, sempre intanto, stasera Smotrich per nome del governo israeliano ha parlato chiaro: "La fine della guerra a Gaza e il ritorno a casa degli ostaggi equivarrebbe a una resa totale ad Hamas. Non accadrà mai." ... insomma gli ostaggi sono stati un buon pretesto, un buon mezzo, ma non ce ne frega più un cazz. |
Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Ti dico solo che vedo per lavoro due persone israeliane tutti i giorni: una araba-israeliana, l'altro ebreo (come origine familiare, e di religione ebraica), entrambi con doppia cittadinanza. Entrambi tornano ogni tot mesi nella loro terra di origine. E una delle poche cose che li accomuna è che pure loro, entrambi, hanno definito di fatto l'Israele attuale uno Stato in cui dominano istituzionalmente gli aspetti della cultura della religione ebraica. C'è troppo fanatismo religioso in quello stato, e non c'è per nulla una buona convivenza tra arabi (cristiani e musulmani) ed ebrei, sopratutto nell'ultimo periodo. E aggiungo una considerazione utile: nella definizione di antisemitismo dell’Ihra revisionata negli scorsi anni sotto forte spinta israeliana, e che di fatto è la definizione più "ufficiale" che esista (adottata da un sacco di paesi,come Regno Unito, Germania, Belgio, Svezia, Italia ecc), viene posta l'attenzione sulla critica allo stato di Israele come chiaro segno di antisemitismo. Di fatto fondendo l’ebraismo con il sionismo e presupponendo che lo stato di Israele non sia proprio un classico esempio di stato laico (di quello che si definisce sulla carta non lo so e non me ne frega niente, parlo dei fatti reali). L'uso di questa definizione, che sta alla base di numerose azioni da parte di Israele, tra cui quelle verso la Albanese ecc, è stato oggetto di pesanti critiche da parte anche di molti ebrei non sionisti. |
Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
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https://en.wikipedia.org/wiki/Nation...igious_Zionism ...il che risponde bene anche alla tua osservazione sul Sionismo, secondo la quale questo termine sarebbe oramai inutile in quanto giunto a compimento: Quote:
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
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2. Che Israele pratichi un regime assimilabile all’apartheid non lo dico io ne il mio collega arabo-israeliano, ma organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch, oltre a osservatori delle Nazioni Unite e persino giuristi israeliani, che evidenziano un sistema di dominazione e oppressione sistematica di un gruppo etnico su un altro. Nei territori occupati, dove milioni di palestinesi vivono sotto legge militare senza diritto di voto mentre coloni israeliani nello stesso territorio godono di pieni diritti civili, la definizione di apartheid non è opinabile: corrisponde esattamente al diritto internazionale. 3. È vero che cittadini arabi israeliani siedono in parlamento (pochissimi e con potere quasi nullo), in tribunale, in ospedale. Ma la loro presenza (ridotta rispetto al rapporto di popolazione) non cancella le discriminazioni strutturali. Le città arabe ricevono meno fondi pubblici, i terreni palestinesi sono continuamente espropriati, e numerose leggi – come la Legge Fondamentale del 2018 che sono andato a rivedermi e definisce testualmente Israele "Stato-Nazione del Popolo Ebraico" – hanno istituzionalizzato la disuguaglianza, relegando gli arabi a cittadini di serie B. La loro cittadinanza non è "piena", è limitata da barriere pratiche e giuridiche. La situazione negli ultimi anni, con leader e politiche sempre più estremiste, è solo peggiorata, e questo non fa di certo bene alla storia e cultura ultramillenaria del popolo ebraico. 4. Paragonare Israele all’Italia cattolica o alla Turchia musulmana è scorretto. In Italia, uno straniero o un cittadino di altra fede ha diritti civili uguali davanti alla legge. In Israele, invece, l’identità nazionale è definita esplicitamente in termini etnico-religiosi ("ebraico"), escludendo alle radici la possibilità di uno stato veramente inclusivo di tutti i suoi cittadini. La maggioranza culturale non è solo un fatto sociale, ma è sancita come legge costitutiva. Che piaccia o meno. 5. Sostenere che il termine "sionismo" non abbia più senso è una stupidità. Il sionismo non è solo un "progetto storico" concluso nel 1948: è un’ideologia politica oggi ancora pienamente usata per giustificare politiche di espansione territoriale e supremazia nazionale. Esistono partiti e movimenti che si definiscono sionisti e centinaia di dichiarazioni attuali dei leader israeliani che si richiamano al sionismo in tutte le sue forme come fondamento della legittimità dello Stato e delle loro azioni. Liquidarlo come "ignoranza o antisemitismo" è un modo per delegittimare la critica politica, confondendo volutamente l’antisemitismo (che dovrebbe indicare l’odio verso gli ebrei in quanto tali) con la critica legittima a un’ideologia politica o a uno stato-nazione…. CVD, vedasi messaggio sopra. 6. È vero che in Israele esistono elezioni libere e che i cittadini israeliani possono criticare il governo. Ma non vale per tutti. Ai palestinesi dei territori occupati (che di fatto ormai vivono in Israele), che subiscono ogni giorno check-point, demolizioni di case e un regime militare permanente, non viene concessa nei fatti alcuna voce sul potere che li domina. Il problema è strutturale e materiale. Delle due, o ignori le cose, o sei in malafede, o un mix di entrambe. Saluti. |
Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
[QUOTE=Loner;3048532]1. Dire che in Israele "nessun leader religioso ha mai comandato" è una semplificazione voluta e fuorviante, per metterla in caciara, anche perché non ho mai fatto intendere di pensare che Israele sia governata da un fantomatico capo spirituale. Lo Stato israeliano nasce come stato "ebraico". Le leggi sullo "status personale" (matrimonio, divorzio, conversione, ecc.) sono tuttora in mano ai tribunali rabbinici ortodossi: questo significa che la religione ha un potere istituzionale reale sulla vita dei cittadini. In Israele non esistono matrimoni civili interreligiosi, per esempio, e gli israeliani spesso devono andare all’estero per sposarsi fuori dal controllo rabbinico. Definire già questo "laicità" è un abuso di linguaggio. Tra l’altro al governo di Israele ci sono leader di partiti che si oppongono a un modello fondato sulla laicità, privilegiando gli elementi religiosi (vedasi ad es. i seguaci del kahanismo e il Partito Sionista Religioso, o anche lo Shas del rabbino Aryeh Deri, già ministro dell’Interno e dell’Economia).
2. Che Israele pratichi un regime assimilabile all’apartheid non lo dico io ne il mio collega arabo-israeliano, ma organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch, oltre a osservatori delle Nazioni Unite e persino giuristi israeliani, che evidenziano un sistema di dominazione e oppressione sistematica di un gruppo etnico su un altro. Nei territori occupati, dove milioni di palestinesi vivono sotto legge militare senza diritto di voto mentre coloni israeliani nello stesso territorio godono di pieni diritti civili, la definizione di apartheid non è opinabile: corrisponde esattamente al diritto internazionale. 3. È vero che cittadini arabi israeliani siedono in parlamento (pochissimi e con potere quasi nullo), in tribunale, in ospedale. Ma la loro presenza (ridotta rispetto al rapporto di popolazione) non cancella le discriminazioni strutturali. Le città arabe ricevono meno fondi pubblici, i terreni palestinesi sono continuamente espropriati, e numerose leggi – come la Legge Fondamentale del 2018 che sono andato a rivedermi e definisce testualmente Israele "Stato-Nazione del Popolo Ebraico" – hanno istituzionalizzato la disuguaglianza, relegando gli arabi a cittadini di serie B. La loro cittadinanza non è "piena", è limitata da barriere pratiche e giuridiche. La situazione negli ultimi anni, con leader e politiche sempre più estremiste, è solo peggiorata, e questo non fa di certo bene alla storia e cultura ultramillenaria del popolo ebraico. 4. Paragonare Israele all’Italia cattolica o alla Turchia musulmana è scorretto. In Italia, uno straniero o un cittadino di altra fede ha diritti civili uguali davanti alla legge. In Israele, invece, l’identità nazionale è definita esplicitamente in termini etnico-religiosi ("ebraico"), escludendo alle radici la possibilità di uno stato veramente inclusivo di tutti i suoi cittadini. La maggioranza culturale non è solo un fatto sociale, ma è sancita come legge costitutiva. Che piaccia o meno. 5. Sostenere che il termine "sionismo" non abbia più senso è una stupidità. Il sionismo non è solo un "progetto storico" concluso nel 1948: è un’ideologia politica oggi ancora pienamente usata per giustificare politiche di espansione territoriale e supremazia nazionale. Esistono partiti e movimenti che si definiscono sionisti e centinaia di dichiarazioni attuali dei leader israeliani che si richiamano al sionismo in tutte le sue forme come fondamento della legittimità dello Stato e delle loro azioni. Liquidarlo come "ignoranza o antisemitismo" è un modo per delegittimare la critica politica, confondendo volutamente l’antisemitismo (che dovrebbe indicare l’odio verso gli ebrei in quanto tali) con la critica legittima a un’ideologia politica o a uno stato-nazione…. CVD, vedasi messaggio sopra. 6. È vero che in Israele esistono elezioni libere e che i cittadini israeliani possono criticare il governo. Ma non vale per tutti. Ai palestinesi dei territori occupati (che di fatto ormai vivono in Israele), che subiscono ogni giorno check-point, demolizioni di case e un regime militare permanente, non viene concessa nei fatti alcuna voce sul potere che li domina. Il problema è strutturale e materiale. Delle due, o ignori le cose, o sei in malafede, o un mix di entrambe. Saluti.[/QUOTE Ti faccio notare che stato ebraico non ha significato religioso ma identificativo, è ebreo chi ha la madre ebrea, il quale può anche essere ateo o laico, il discorso del matrimonio è corretto, sai che aparteid mamma mia, non piace neanche a me ma è una legge, a te piacciono tutte le nostre leggi? Per quanto riguarda i partiti politici continua a studiare, scoprirai che in Israele esistono anche partiti islamici che eleggono rappresentanti, i quali erano al governo nella penultima legislatura, anche qua aparteid? I territori occupati sono contesi, hai mai sentito di territori contesi dove si vota? Sai perché sono contesi? Nei paesi coinvolti in conflitti si vota? In Italia ci sono più mussulmani che in Israele, dove comunque sono un quinto della popolazione, in Italia ci sono otto moschee e non si insegna l'arabo, in Israele ci sono cinquecento moschee e non solo si insegna l'arabo, che è scritto dovunque, ma si insegna anche religione islamica, stipendio a imam e forniture religiose, semmai i mussulmani sono cittadini di serie b qua non in Israele, dove tra l'altro ci vogliono tre anni di residenza per ottenere la cittadinanza, in Italia quanti? Referendum?? I territori occupati non sono Israele, secondo me sei tu disinformato, e non sarà qualche ricerca sul web fatta sotto effetto di bias anti Israele a informarti correttamente :) |
Re: Conflitto Israelo-palestinese
Altra asfaltata,
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
dio volesse la togliessero dalle balle..lei e tutti i salpati da genova
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
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Re: Conflitto Israelo-palestinese
Non ho niente da dire su questo genocidio per due ragioni
1. Cerco di non seguire le notizie, perché mi incupiscono molto, in quanto posso farci poco e niente 2. Non sono neanche lontanamente competente in questioni geopolitiche e storiche Però chiunque sostenga Israele non ha nessuna coscienza, oppure vive fuori dal mondo, o semplicemente non capisce ciò che dice. Non è possibile in questo momento storico schierarsi coi sionisti e giustificare un genocidio. Spero con tutto il cuore che gli aiuti umanitari arrivino. Per il resto, penso che ciò che sta accadendo da quanto? Un anno, due a questa parte? Ho perso il conto. Sia una delle più grandi ingiustizie accadute da quando son viva anch’io, insieme ai regimi totalitari da incubo tipo la corea del nord, perché coinvolge persone totalmente indifese e molti bambini. Fine pensieri su questo argomento. (Son felice che nessuno lo legga perché Sasuke mi fa simpatia e non voglio legga una cosa che lo contrari dal nulla. Però è anche vero che a tutto c’è un limite e far finta che certe idee siano alla stregua di gusti personali, siano cose di poco conto, beh, no. Affermare che Israele abbia le sue buone ragioni nel compiere un genocidio ha un peso, chi lo dice se ne assume anche la responsabilità.) Tutta la fortuna del mondo a queste barche. Vergognoso che debbano farlo dei semplici civili. |
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