Re: le donne non amano i timidi
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m ami sembra che la società abbia già scelto i ruoli |
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Re: le donne non amano i timidi
Puoi volere essere felice anche dopo aver perso qualche decina di migliaia di euro in un attività andata male, il lavoro, la donna che ti ha mollato quando non avevi più un soldo (mi ricorda qualcunA ma vabbè) anche se secondo il mio inutile parere è da kollionen cornuti e mazziati, diverso è dire <<cià che la tipa seduta a quel tavolo mi piace, devo mettermici insieme perchè è quello che voglio>>, si si... Se ti da picche te lo prendi in silenzio, a capo chino e con le orecchie basse, altro che "VOGLIO"...
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Re: le donne non amano i timidi
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la seconda opzione perlomeno a letto te la sei portata , vabbè non è tutto ma è già qualcosa ... |
Re: le donne non amano i timidi
E voleva solo sesso occasionale, ergo era coinvolta soprattutto dal punto di vista fisico, che vuoi di più?
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Re: le donne non amano i timidi
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Re: le donne non amano i timidi
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Credo che il femminismo delle origini (oggi è cambiato molto, almeno all’estero) abbia commesso errori enormi tra cui il primo è pensare in termini di uguaglianza. Non siamo uguali, abbiamo sensibilità, emozioni, processi cognitivi, cultura e necessità diverse e la parità dei sessi deve essere intesa non come uguaglianza ma come rispetto reciproco e diritti diversi per ognuno ma adeguati alle necessità di genere. In questo senso per me è ovvio che gli uomini non sono deboli, ho per la vostra categoria profonda ammirazione come la maggior parte delle donne. Che poi non sappiamo dimostrarlo è un’altra faccenda. Credo piuttosto che siamo diversamente abili come suggeriva Syd e in questo vedo come unica salvezza l’alleanza che sia amicale o sentimentale. Il secondo errore del femminismo penso sia stato scindere la donna dall’uomo, pensiero che ritengo assurdo come l’autore di un libro d’antropologia che ho consigliato altrove su questo forum. Maschile e femminile sono due concetti culturali che richiedono la vicinanza per poter esistere, come il bianco e il nero che se messi vicini di evidenziano l’un l’altro. In questo senso tentare di rendere le donne libere dai propri pregiudizi senza liberare gli uomini dai propri un processo destinato al fallimento perché l’uno non vuole esistere senza l’altro (intendo in senso lato, vale anche per i gay in ambito non sentimentale). E’ molto lungo da spiegare in 1000 battute ma in sostanza sono d’accordo con la tua sensazione anche se lo sono meno quando dici che l’uomo stato reso debole. In verità credo sia stato abbandonato e che le donne inevitabilmente tornino indietro goffamente e malamente per riprenderselo in una versione moderna del mito di Orfeo ed Euridice. Non si deve tornare all’inferno, si deve uscirne assieme e finchè non succede saremo tutti disorientali, voi e noi. Sui modelli ti faccio presente che la letteratura anche antica è piena di uomini sensibili e che ad Achille tutti preferiscono Odisseo, o Ulisse che dir di voglia, il mito del macho è morto prima che fosse fondata Roma solo che non lo si è capito bene. Che poi Penelope non sia mai esistita come intesa nell’interpretazione comune è un’altra storia. 13 anni di terapia psiconalatica freudiana abbandonata con successo per una cognitiva, se usassi questa capacità di osservazione per capire una donna davanti a un caffè avresti una moglie e due amanti :ridacchiare: Quote:
La battaglia tra i sessi è un’idiozia, sono categorica su questo perché penso sia il risultato di un comportamento infantile: provo frustrazione e la trasformo in rabbia e disprezzo per l’oggetto desiderato (mamma sei cattiva!). Spesso sul forum leggo disperazione e solitudine trasformata in rabbia e la critico perché convinta che questi uomini possano crescere e trasformarla in potere personale. Odio l’otto marzo e non esco per principio, anche noi facciamo discorsi del genere. Se qualcuno riesce a farmi vedere qualcosa di costruttivo in questo sono aperta a cambiare idea. Sui gay, ti dirò, ne conosciamo di diversi... i miei amici gay sono competitivi tra loro come furetti durante l’accoppiamento (e non avendo il calore è una competizione eterna). La differenza sta nell’assenza di pregiudizi che li porta, nei casi vincenti, a competere giocosamente, a farne seduzione e complicità. Si può fare anche tra etero, basta chiarirsi e mettere regole precise sui limiti affinchè si rispettino le differenti sensibilità. Alcuni di questi limiti sono così evidenti che rimango sbigottita quando noto un’ignoranza in merito: una donna sa che criticare le prestazioni sessuali del partner è un affondo letale quanto un uomo deve sapere che zone isolate sono concesse solo dopo esplicito invito. Eh, si, cose da femmine ma solo in occidente. In oriente il vero uomo è introspettivo, attento agli altri, profondamente sensibile e artista. La virilità sta nell’affrontare l’emozione, riconoscerla e viverla senza farsi dominare da essa e io concordo pienamente. In questo chi fa introspezione è passi avanti nella via del guerriero perché almeno vede il drago che deve cavalcare, gli altri si agitano in un buio mentale che non può renderli forti neppure se hanno accanto un kalashnicov. Quote:
Solo su una mi sento di fare una specifica e cioè che le donne che derivano da una cultura arcaica e sentono a necessità di un uomo non hanno questo bisogno per motivi affettivi ma sociali. Gli uomini per loro sono una greencard che permette di avere un ruolo dignitoso socialmente, in questo senso non ha alcuna importanza chi sia lui, cosa provi, cosa pensi. Da noi questa cultura ha uno strascico che come donna ho notato soprattutto superati i trent’anni quando quasi tutte iniziano a cercare un marito accontentandosi di quello che trovano. Io stessa ci sono cascata per sei mesi fino a quando mi sono guardata allo specchio e mi sono chiesta cos’era il disagio che provavo frequentando un uomo che per me non andava bene (bada, per un’altra magari sarebbe stato un dio). Banalmente aveva delle caratteristiche adatte a fare il marito ma mancava di quello che a me serviva come partner. Forse questa è l’unica attenzione che deve avere una persona sensibile e seria, perché noi stesse non ci rendiamo bene conto di quello che ci sta muovendo proprio perchè è un profondo background culturale. Sulla forza sono d’accordissimo, siamo diversi e per fortuna o per volontà della selezione naturale siamo opposti cosa che può essere sfruttata da una coppia (anche di amici) per far fronte alle difficoltà. Là dove l’uomo è potente nell’immediato, nel sintetizzare un concetto (trovandone velocemente la soluzione), nel collegare i due punti con una linea retta mentre la donna si aggroviglia come un gatto con un gomitolo di lana noi siamo deboli. Là dove la donna è resistente sulla lunga durata di stress emotivo, istintivamente portata a cogliere ciò che non si vede, in grado di diventare anche crudele se protegge chi o cosa ama, capace di analizzare le emozioni e i sentimenti (ma questo ritengo sia un problema di cultura arcaica maschile, semplicemente noi impariamo a farlo e a voi è negato apprenderlo) l’uomo più debole. Se ci pensi unendo i due aspetti ottieni una sfera perché le debolezze dell’uno sono compensate dalla forza dell’altro ma qui per me l’ostacolo è la comunicazione. Noi non sappiamo di essere forti, voi pensate di esserlo nel modo sbagliato, nessuno sa dire all’altro di cosa ha bisogno e quindi dove va protetto e accudito e la frustrazione diventa rabbia, scontro interno come su un computer dove due programmi vanno in conflitto crashando il sistema. Ammetto di poter vivere da sola e di non aver bisogno di un uomo per essere una donna soddisfatta di sé, punto di forza e prima fase di sviluppo interiore. Ammetto di aver bisogno di un uomo perché ho necessità di un alleato nella vita, di un branco, di qualcuno che mi tiri fuori da quel maledetto gomitolo di lana che mi sta strangolando, punto di debolezza ma anche seconda fase di sviluppo interiore. Ma gli uomini queste fasi le fanno? Quali sono i vostri punti di forza? Io potrei elencarli uno ad uno perché nella mia diversità li vedo chiaramente ma sono socratica (la filosofia serve) e credo nella maieutica. (e non mi sto riferendo ovviamente a nulla che abbia a che fare con il sesso anche se è indiscutibile che il vero sesso, l’arte dell’erotismo, richiede di poter ammirare questi punti di forza in beato stato estatico... ma si torna all’estetico del bello e alla filosofia che però non serve a niente) |
Re: le donne non amano i timidi
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Sui feedback positivi mi sto domandando due cose: a chi li si sta chiedendo? E' corretto dare questo potere agli altri? Chiedo a te ma anche a me... |
Re: le donne non amano i timidi
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Purtroppo la mia esperienza è che il solo lavoro che si si fa da sè non basta, specie nei casi con problemi o delusioni pregresse molto forti, è necessario ma non sufficiente, quello che può dare davvero la scintilla sono i riscontri esterni, ad esempio poter avere qualche relazione, storia ecc Ma non per dire "wow quanto son figo", ma per operare quei cambiamenti a profondità alle quali da soli non ci si arriva.... |
Re: le donne non amano i timidi
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Non mi riferivo al normotipo, quello invecchiando perde solo neuroni incancrenendosi in se stesso. Non lo consideravo proprio, sono più cattiva di te :ridacchiare: Mumble. Mumble. Si, no, in parte, specificare. Il lavoro su di sé per me basta e avanza ma gli stimoli esterni servono per verificarne i progressi, questo è vero. Come faccio a sapere se sono uscita da un comportamento sbagliato se non ho condizione di sperimentarmi? Questo diventa anche un problema all'interno di un terapia psicologica, se il paziente non ha terreni di verifica la terapia gira a vuoto e diventa inutile. Ottimo motivo per affrontare la vita e in questo senso l'età ci insegna che spesso le nostre paure sono irreali, immaginifiche. Non che renda più facile affrontarle ma mette di fronte al dato di fatto che vanno affrontate. Resta però il mio busillibus: che terreno stiamo usando per metterci alla prova? Se è il mare e noi non sappiamo nuotare è ovvio che anneghiamo. Non so se mi sono spiegata... :interrogativo: |
Re: le donne non amano i timidi
come dicevo non è solo un campo di verifica dei progressi raggiunti, ma anche un elemento agente su noi stessi.
io posso stare a casa a leggere libri di nuoto a vita ma se non mi tuffo non saprò a che livello sto, se non nuoto i muscoli non crescono, non mi viene il fiato ecc Certo uno dovrebbe procedere per gradi, prima in acqua bassa poi alta ecc, ma non semrpe questo è possibile, arriva il momento in cui vuoi nuotare, non ce la fai piu a stare a riva e vada come vada, ma basta chiacchiere , ragionamenti, autoanalisi, autoosservazioni a tonnellate... Per il mare prendi una macchina, vai e ti butti, per avere relazioni devi trovare una donna, provarci, riuscirci ecc ecc....molto piu difficile... |
Re: le donne non amano i timidi
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Re: le donne non amano i timidi
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Re: le donne non amano i timidi
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smentiscimi tu dove i modelli cambiano |
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