![]() |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
(cit. wikipedia)
Con il termine femminismo si indica: 1.la posizione o atteggiamento di chi sostiene la parità politica, sociale ed economica tra i sessi, in ragion del fatto che le donne siano state e siano, in varie misure, discriminate rispetto agli uomini e ad essi subordinate; 2.la convinzione che il sesso biologico non dovrebbe essere un fattore predeterminante che modella l'identità sociale o i diritti sociopolitici o economici della persona; Non serve nemmeno sbattersi più di tanto per informarsi adeguatamente e in maniera obiettiva. Il femminismo sano si batte per questo, tutte le altre cose colme di rivalsa, di insulti, di disprezzo, di sfida tra i sessi che si leggono in giro nascono da un desiderio di vendetta, quindi non sono eque, obiettive, sono fasulle, in una parola: tossiche. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
E no, non c'è un femminismo malato, le posizioni diverse da questa definizione, femminismo non sono, né malato né sano. E sono peraltro anticostituzionali. |
Non mi convincono le battaglie sulla parità economica. È dimostrata / dimostrabile una parità di rendimento in tutte le mansioni tra uomo e donna, almeno allo stato attuale? Se no, come a me pare (non ho detto che escludo che ci sia o che ci possa essere, non mi aggredite), perché pretendere di arrivare a un tale risultato astratto rispetto alla realtà, visto che quanto uno/a viene pagato dipende in buona parte proprio dal suo rendimento?
O in altre parole, e più generale, è verificata la mancanza di differenze in termini di attitudini, inclinazioni, abilità, interessi, bisogni, preferenze, forze, non solo fisiche, in base al genere? L'insieme di questi e altri parametri determina l'andamento, anche economico, nella propria attività lavorativa. Su un campione ad es. di 10000 persone che lavorano, se attualmente la somma del guadagno degli uomini è 3x e la somma di quelli delle donne 2.5x, secondo il femminismo bisognerebbe fare qualcosa per pareggiare (correggetemi se sbaglio). Mettiamo tramite non so che tipo di interventi, molti evidentemente discutibili, si arrivi a 2.75 vs 2.75. Nel tempo, visto che la realtà è dinamica e stiamo parlando di situazioni umane e non di divisioni di generi alimentari, è chiaro che questa condizione di 'pareggio' tenderà a perdersi, forse anche per qualche decimale, ed eventualmente anche a favore delle donne. Ci dovrà essere dunque costantemente un controllo e un'azione atti a riequilibrare il mero dato statistico a danno della naturale evoluzione dei movimenti socioeconomici e lavorativi, il che mi sembra alquanto assurdo. Se invece si parla di combattere uno "schiacciamento" di un genere sull'altro nei risultati in questo ambito allora è diverso. Se ad es. la situazione fosse al contrario, e ci fosse una notevole differenza tra i livelli raggiunti dalle donne e quelli degli uomini, a favore delle prime, suppongo che anch'io appoggerrei delle battaglie di quel tipo lato maschile, ma non so fino a che punto riterrei giusto avvicinarsi a tutti i costi al 50 e 50. Su altre questioni, come stupro e abusi sessuali, invece, non so cosa ci sia da discutere: se un atto avviene contro il consenso dell'altra persona è da punire. Vero che ci possono essere errori di valutazione, come in altri tipi di reato, ma come principio l'affermazione è indiscutibile per me. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
Comprese quelle persone sedicenti femministe che hanno risposto alla "presunta persona" del topic dicendole che gli uomini sono comunque privilegiati, che il sistema lo hanno creato o contribuito a creare loro, e che quindi si sbrigassero i loro problemi da soli. Quote:
E quindi sarebbero ugualmente da combattere? Nessuno dovrebbe neanche dire "sono un/una femminista" quando nella realtà dei fatti non lo è, giusto? Tipo, se contesta i ruoli di genere solo quando sono a svantaggio delle donne e sul resto minimizza/negazionizza/"son cazzi loro" non può dirsi femminista, no? (il femminismo è per la parità, non pro domo sua) E quindi alcuni, sbagliando a livello concettuale, potrebbero dirsi "ex femministi/e" volendo intendere un'opposizione a quel sedicente femminismo? |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Quote:
Se si vuole mantenere questo meccanismo, anche giusto direi, quello che si potrebbe fare è cercare di eliminare tutte le discriminazioni effettivamente basate sul sesso in sé. Ma se ipoteticamente si riesce a fare e dopo si trova ancora uno squilibrio si dovrebbe ancora combattere per raggiungere il 50 ÷ 50? Poi è anche molto difficile realizzare al 100% quell'obiettivo primario (quello contro le discriminazioni a priori, diciamo così), che sarebbe assolutamente giusto. Se un imprenditore decide che per quel ruolo non vuole una donna ma non lo ammette, lo giustifica con altri motivi, l'unico modo in uno scenario del genere è far applicare per leggi a grandi dosi le quote rose, che avrebbe però degli effetti pesanti sulla possibilità di assunzione / promozioni di molti candidati (maschi). In sintesi io sarei per metodi di sensibilizzazione più che di coercizione, e se non funzionano i primi non saprei... È brutto dirlo ma se non c'è possibilità di imporre un'uguaglianza di reddito per tutti gli esseri umani rimane sempre un conflitto tra le parti per difendere prima di tutto i propri interessi. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Il modo per fare cambiare atteggiamento agli uomini non è scendere in piazza.
@CristinaPinti |
Quote:
Quando una categoria oppressa mostra disprezzo verso chi la opprime non si può dire “eh ma allora siete come gli oppressori ma al contrario”, no, manco per niente. Quando una categoria viene oppressa per millenni e ha vissuto sulla sua pelle discriminazione e violenza ha tutto il diritto di mostrarsi disgustata. Se adotta comportamenti di rifiuto, sfiducia e ostilità non può essere paragonata all’oppressore. Se un ebreo scrive un libro chiamato “Io i nazi li detesto” nessuno batte ciglio, giustamente, nessuno si sognerebbe di dirgli “allora sei come loro”. Ma quando una donna scrive un libro che si chiama “Io detesto gli uomini”, parlando di come gli uomini opprimano le donne attraverso abusi, violenze e femminicidio o attraverso la loro mancata volontà di ascoltare le donne, allora subito si legge MISANDRICA! E spesso sono le donne stesse a dirlo 🤦🏻 Pronte a difendere l’oppressore come delle ancelle devote. No, non è così che funziona. Abbiamo diritto di essere arrabbiate con il genere maschile, sì, anche se “non tutti sono così”, lo sappiamo che non tutti sono così per fortuna, ma non basta. Dall’inizio dell’anno sono morte più di dieci donne per mano di un uomo che diceva di amarle, non so nemmeno quante ne siano state stuprate o abusate. In questo momento probabilmente un uomo sta picchiando una donna nel segreto della casa; per non parlare di tutte quelle miriadi di micro e macro discriminazioni: dagli insulti per strada al pregiudizio al lavoro, alla mancata giustizia nei tribunali. La paura con cui conviviamo dipende dal genere maschile, non da quello femminile. In questo momento nel mondo stanno avvenendo mutilazioni genitali femminili, lapidazioni, matrimoni forzati, vendita di donne come schiave, stupri di bambine, torture, aborti selettivi e questa è solo una piccola parte di ciò che l’uomo fa alla donna. Se siamo arrabbiate, deluse, avvilite è perché non vediamo nel genere maschile quel cambiamento netto che sarebbe dovuto avvenire già tempo fa e che tarda ad arrivare. Sì, siamo arrabbiate e ci mancherebbe altro." |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Molte se li scelgono volentieri quegli uomini :nonso:
|
Tutti i nazi odiano gli ebrei, solo una parte del genere maschile abusa o compie violenza sulle donne.
La differenza è tutta lì, ecco perché il primo libro potrebbe essere accettabile ma il secondo proprio no. Io non ho mai trattato male una donna, e non ho neanche mai avuto l'occasione di dimostrare che il genere maschile sia diverso perché non me ne è mai stata data l'occasione (e come me tanti utenti di questo forum). Quindi proprio per questo, sebbene arrivi a comprenderle se fatte da donne con un passato traumatico e quindi soggette a disturbo post-traumatico da stress, non posso accettare in silenzio tali generalizzazioni. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Attento Masterplan:ban:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Sulla questione delle aggressioni se si volesse davvero parità non bisognerebbe equiparare le cose al sesso, ma ad altro. C'erano due mie compagne di scuola alle medie che rispetto a me erano corpulente e avevano degli spalloni. Se avessimo fatto un braccio di ferro avrebbero vinto l'oro contro di me.
Ricordo che c'erano quelle sedioline e una delle due solo col peso corporeo la sfondò, ed era piú robusta che obesa. Rischiavo piú io a girare per strada che loro. Non è il sesso che ti rende facile preda di possibili aggressioni ma la tua stazza fisica, certi uomini hanno una stazza fisica equiparabile a quella di certe donne. Io rispetto a uomini piú forzuti rischio di piú ogni sorta di aggressione violenta. Se si pensa che presa una singola femmina scelta a caso e un singolo maschio scelto a caso, sarà in ogni caso piú facilmente da sopraffare il maschio fisicamente, io penso che sia falso, queste mie due compagne di scuola esistevano. Delle donne dicono "sei uomo quindi sei forte" ma mica è vero in ogni caso che un uomo è piú forte di ogni donna, sarà che io non sono tanto grande ma di donne armadio rispetto a me, anche ora che sono adulto, ne ho conosciute diverse. Si va dalle stazze fisiche e muscolari piú svantaggiate a quelle piú robuste e corpulente, ma non è una questione legata solo al sesso. Qua si vuol ragionare in termini statistici ma è scorretto farlo secondo me. Anche se statisticamente le donne sono piú deboli dei maschi questa cosa nei singoli casi è falsa, non è che tutti i maschi in gruppo in termini di stazza e forza fisica sovrastano tutto il gruppo delle femmine e ognuno di questi vince ogni confronto con ognuna. Ad esempio una femmina di San Bernardo ad un maschio Chiwawa lo "scamazza". E sono cani entrambi, appartengono alla stessa specie. Se ci fosse da spingere un qualche mezzo pesante tra il chiwawa maschio e il San Bernardo femmina, sarebbe piú produttivo il San Bernardo femmina. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
Mentre tra il fatto che metti la catena e il ritrovare o meno la bicicletta con maggiori probabilità c'è correlazione, almeno qua da me :mrgreen:. Se la si lascia fuori per molto tempo la bici la catena non va attaccata ad una ruota facile da smontare ma ad altro se no ritrovi solo la ruota attaccata al palo. In un mondo ideale non esistono ladri, maniaci, stupratori e saremmo liberi di lasciare le porte di casa aperte e cosí via, ma non viviamo in un mondo ideale del genere ed in parte dobbiamo difenderci e prendere provvedimenti da soli là dove ne siamo capaci. Se mi metto a dire in giro che mi hanno fregato la bici completamente incustodita qua mi diranno che sono stato fesso io. Certo potrò rivendicare il diritto di esser libero di poter lasciare incustodita la bici ma è comprensibile poi che riceverò poca solidarietà. Non capisco perché poi là dove si rischia molto piú di una bici si valuta piú importante mettere un vestito piuttosto che un altro quando c'è di mezzo il rischio di un aggressione. Sempre ipotizzando che sia vero che ci sia correlazione perché pare che non ci sia. Penso sia molto piú oneroso doversi portare una catena appresso che qualche centimetro di gonna in piú. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Le etichette, gli "ismi" e gli acronimi con cui si indicano mi stanno abbastanza sul C.A.Z.
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
E' chiaro che se non si può fare assolutamente nulla o il provvedimento da attuare è complicato è inutile dare suggerimenti. Non è l'equivalente di dire al ragazzo mingherlino quando lo menano "bisogna imparare a difendersi" senza poi chiarire nemmeno cosa di preciso debba fare e come farlo. Se lo sappiamo tutti che conviene usare la catena ed è una cosa che si sa fare, è evidente che questa rappresenta una limitazione della libertà, ma se non si riesce a rendere sicuro un posto mica si può dare la scorta a tutti quelli che vogliono essere liberi di non mettere la catena alla bici. Alla fine anche se tieni la porta di casa spalancata e qualcuno entra in casa e porta via qualcosa è lui nel torto, ma che si fa ci si arrabbia con chi suggerisce di ricordarsi scrupolosamente di chiudere a chiave? :nonso: Per me è comprensibile e anche ragionevole se poi dopo un po' gli diranno in giro "ma te la vai a cercare" se uno insiste nel lasciare la casa aperta dicendo che vuole essere libero di farlo e continua a lamentarsi all'infinito di subire furti. |
Quote:
Per quanto riguarda l'esempio delle strisce pedonali, se attraversi senza guardare sulle strisce pedonali o in un semaforo pedonale e ti investono è colpa del guidatore. Se attraversi dove capita e non guardi allora è anche colpa tua. |
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
Tu sei a conoscenza di questa cosa... Come ti comporti? Com'è piú corretto comportarsi secondo te tenendo conto che la situazione attuale questa è. 1) Li lasci in giro dicendo che è un tuo diritto farlo e che in una comunità ideale dovresti poter comportarti cosí. 2) Te ne prendi cura limitando la tua libertà di non farlo che una comunità ideale dovrebbe concederti, visto che puoi e sai farlo. Per me ê piú morale tenere il secondo tipo di comportamento, anche se nel caso li rubino non è colpa tua in relazione a certe leggi stipulate. Rconosco che se qualcuno ha da ridire sulla tua condotta, nel caso specifico in cui sei perfettamente consapevole di tutte queste variabili in gioco, ha ragione. Per te no. Non so se ponendo questa questione morale a molte persone daranno piú ragione a me o a te. Faccio un altro esempio per chiarire quello che intendo. Se un amico ti presta l'auto, esci e lasci le chiavi nell'auto volontariamente e non per dimenticanza o altro. Si fregano l'auto e tu racconti all'amico che è un tuo e suo diritto comportarsi cosí, è solo colpa del ladro. Secondo te questa persona non darà alcuna colpa o responsabilità a te per questa condotta e la darà tutta al ladro come sostieni? |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Quote:
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
A Cristì, la stai buttando in caciara!
Nessuno accusa la bicicletta di imprudenza. Dai su |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
:miodio: Quote:
:miodio: Non avete nessun diritto di essere arrabbiate con il genere maschile, manco per niente. Quote:
No, dipende dal sessismo, dai pregiudizi e dai ruoli di genere, che, flash news!, sono portati avanti da persone di entrambi i sessi. E in certi casi danneggiano anche alcuni uomini. Quote:
Quote:
E ci mancherebbe altro (cit.) Ma per curiosità, 'sto copia incolla di banalità sessiste da dove viene? |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
Si parlava del diritto del proprietario della bicicletta di lasciarla incustodita. In una situazione ideale questo diritto dovrebbe garantirlo la comunità, ma non ci troviamo in una situazione ideale, le scelte morali perciò finiranno col dover essere prese al di fuori di un contesto in cui la legalità è assolutamente garantita. Esistono le Favelas, ora un tizio che dice "ho il pieno diritto di andare a passeggio là con la mia famiglia" e che è anche perfettamente consapevole della situazione e non prende alcuna precauzione e poi lo impallinano insieme alla famiglia io credo che si possa sostenere che se l'è andata a cercare anche se dal punto di vista legale i colpevoli sono quelli che li hanno impallinati. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
Quello che succede dopo se lo meritano? :interrogativo: |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
:interrogativo: |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
Non lo meriterebbero neanche dei criminali veri, figuriamoci delle persone che al massimo fanno del male a loro stesse. |
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
Comunque c'è responsabilità quando c'è cosapevolezza ed è chiaro che la persona riesce ad agire, ci sono un mucchio di casi dove non c'è o c'è imperizia, e credo che là si è tutti d'accordo. Però se una persona è recidiva e insiste pur conoscendo tutto e potendo agevolmente evitare di frequentare un posto o certe persone, non condivido questa posizione qua, un po' la giudicherò male, ancora di più se mette in pericolo altri o beni di altri per difendere un diritto che dovrebbe esserci ma si sa tutti che la comunità non riesce a garantire nemmeno lontanamente. C'è una legalità ideale e una concreta, ora il problema viene a crearsi quando un agente morale deve compiere delle scelte sapendo che non ci troviamo nella prima situazione e questa legalità non è garantita, le scelte più corrette per me vengono drasticamente modificate. In questo ambito qua credo di essere più orientato al pensiero di destra che di sinistra. Nel caso della sparatoria comunque penso che ci sia una responsabilità molto minore, se viene proprio aggredita lei da questo tipo di uomini qua, e continua ad andarsi a ficcare in relazioni simili avendo a disposizione tutti i dati, il cervello e la capacità di evitarlo e insiste solo perché "bisogna difendere questo diritto" non potrò essere d'accordo con questo atteggiamento qua. Queste situazioni qua mi disturbano un po' e più di un po'. Poi quelle dove c'è una donna che s'è messa con un tipo che si presentava bene poi scopre di chi si tratta lo molla e questo inizia a rompere le balle, pedinarla e così via, lo denuncia e la cosa evolve e va a finire male ha tutta la mia solidarietà. Qua bisogna fare qualcosa, ma in generale, perché anche se sono casi più sporadici, cose del genere capitano anche a certi uomini. Per difendersi bisognerebbe non frequentare più nessuno ma la cosa risulta troppo drastica ed onerosa e non facilmente attuabile. |
Quote:
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Dico una cosa riguardo agli oppressi e agli oppressori che secondo me vale in qualsiasi ambito, quindi non ne faccio una questione di femminismo, sessismo o quant'altro; NESSUNO ha diritto o deve avere diritto a sentirsi oppresso o chiamare oppressore qualcuno per delle situazioni che riguardano il passato. Altrimenti il mondo sarebbe una vendetta continua e nessuno potrebbe andare avanti.
Se in passato, da millenni o secoli, c'è stata una situazione di ingiustizia tra due parti, questo non giustifica rancore o vendette nel presente, se non ovviamente perché una situazione di ingiustizia si protrae ancora oggi. Se i nostri antenati europei han fatto le peggio cose col colonialismo, questo non giustifica una rivalsa odierna degli africani contro gli europei. Non c'è nessun diritto a riguardo,nessun oppresso e nessun oppressore. Se io nasco donna e fino a un tempo abbastanza recente, le donne han dovuto subire una situazione non paritaria, non è che io oggi ho diritto a chiamare gli uomini oppressori. Semmai mi posso lamentare laddove ancora oggi non ci sia una parità di fondo e nel caso non mi vengano date opportunità o subisca delle ingiustizie,con quelle persone che partecipano o creano una situazione ingiusta. Se io sono un ebreo e scrivo un libro intitolato "io i nazi li detesto" probabilmente è comprensibile e ne ho il diritto, magari spiegando che io di nazisti non ne ho visto manco uno e non ho subito ingiustizie, ma mi sto immedesimando in persone della mia realtà sociale che ai tempi le subirono. Ma se scrivo un libro intotolato "io i tedeschi di questa generazione li detesto perché i loro antenati erano nazisti" allora il nazista sono io. |
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Quote:
|
Re: Testimonianza di una ex femminista
Ma determinate cose sono ingiuste.
Ad esempio per arruolarsi in polizia alle donne è richiesta una forza minima minore di quella richiesta ai maschi. Ora se la forza fisica minima serve per fare qualcosa nello svolgere quel ruolo là dovrebbe essere fissata uguale per tutti, maschi e femmine, chi supera il test viene preso indipendentemente dal sesso. Se non occorre averla questa forza, lo si tolga di mezzo come parametro discriminatorio. Che non ci siano poi tante donne che hanno una certa forza fisica non giustifica il fatto che la si abbassi per dare pari opportunità, questo modo di dare pari opportunità è ingiusto per me. Se un maschio fisicamente è forte quanto una donna media e la donna media non viene scartata a monte per questo, non dovrebbe essere scartato a monte nemmeno questo maschio qua. Che poi non si vedono tante donne quanto i maschi ricoprire quel ruolo perché si è fissato un parametro che si ritiene indispensabile per svolgere quel ruolo, non è motivo di discriminazione. Un tempo delle donne venivano pagate per allattare altri bambini, si potrebbe mai osservare un maschio svolgere questa mansione? E il fatto che non lo si vede rappresenta un qualcosa che si può associare alla discriminazione? :nonso: Se poi si vogliono dare opportunità alle persone con una certa stazza fisica dovranno rientrarci tutti, maschi e femmine. C'è un modo scorretto basato sulla statistica di dare pari opportunità, ma le pari opportunità dovrebbero essere basate su certi criteri indipendenti dal sesso, il sesso non dovrebbe rientrare in questi criteri, se servono le tette col latte e tu non ce le hai sei tagliato fuori, punto, poi sotto puoi avere anche il pisello o altro, non dovrebbe avere importanza. Si concorre per svolgere una mansione, chi ha i requisiti viene preso, dovrebbe funzionare così, se si vogliono impiegare le persone in modo paritario bisogna creare altre mansioni apposite dove però possono concorrere tutti. Se le persone con un certo corpo vanno considerate una sorta di handicappate, vanno considerate tutte così, maschi e femmine. Il fatto poi che la maggioranza delle femmine risulta così e solo una minoranza di maschi è irrilevante. Si favorirà la maggioranza di femmine "handicappate" e non si darà questa opportunità (ingiustamente) alla minoranza dei maschi solo perché la maggioranza costruita in base a questa divisione sessista è più prestante fisicamente. Questo modo di ragionare è diffuso in ambito femminista.. Siccome c'è una maggioranza di maschi che ha piú potere si deduce erroneamente che questo potere lo hanno tutti e con questo modo di interpretare la parità la minoranza opposta di maschi che hanno pochi requisiti maschili (timidi e cosí via) e pochissimo potere e non sono neanche femmine, risulta quella piú colpita socialmente. Viene riconosciuta come la parte oppressiva con molti poteri e privilegi in quanto comunque è composta da maschi, ed estromessa in quanto tale da ogni discorso paritario non avendo né potere né privilegi effettivi. Per questo poi sono proprio i maschi piú svantaggiati che spesso si coalizzano e si mettono a criticare queste forme di femminismo, non è casuale secondo me questa ostilità presente in certi gruppi come quello degli uomini beta, che ho scoperto da poco. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 19:15. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.