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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Al mio secondo ricovero (3 giorni), entrò un paziente furioso. Alto più di un metro e 80. 100 chili, una massa di muscoli e di rabbia. Faceva terrore. Certo che a quel tipaccio lo imbottivano di farmaci. E nonostante questo, restava aggressivo. Si può rischiare che strangoli qualcuno?
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Tu parli di depressione, io di disturbi mentali gravi che ti portano ad avere allucinazioni, pensieri ossessivi, crisi che ti portano a fare male a te o agli altri: cosa proponi per questi casi se non gli psicofarmaci o il ricovero? |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Scusa ma la depressione è grave. Il problema è che al giorno d'oggi ha perso dignità xchè basta che uno abbia la luna storta una settimana ed è depresso anche lui e poi viene a farti la morale di come lui ne sia uscito facilmente ecc. Come con gli attacchi di panico: 'ce li hanno anche le persone famose e con una curetta ne sono usciti'...peccato che nn si tiene conto di quelli che nn guariranno mai e faranno fatica ad uscire di casa x tutta la vita. Nn è x gli effetti che dà una malattia ad indicare quanto è grave,ma la disabilità che provoca
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Beh avendo avuto esperienze in passato piuttosto devastanti capisco molto bene ndm ..(certi passaggi però non li condivido perchè metti tutto in negativo senza discriminare)... ma ora la psichiatria ha fatto qualche passo in più e psichiatri che fanno nefandezze se ne trovano meno fortunatamente e aggiungo che in ospedale ci sono più medici che controllano la situazione, non se ne stanno a braccia incrociate.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Probabilmente perché ci sono certe malattie mentali più gravi che mi fanno più paura, comunque non voglio assolutamente sottovalutare la depressione. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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vai li' una volta al mese e "ti togli il pensiero" (come han detto a me gli psichiatri) piu' che altro il problema e' che la dose e' particolarmente alta perche' deve durare (man mano l'efficacia del farmaco si dimezza) e se insorgono effetti collaterali ormai ce l'hai in corpo per cui si puo' fare poco ribellione mia e sostegno dei genitori son scampata a sta cosa, ognitanto prendo farmaci all'occorrenza se no sarebbe piu' di 10 anni a farmi sistematicamente la puntura e non so come sarei ridotta |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
No, mi ricorda di più il defibrillatore. Però usato senza sapere bene perché. :pensando: Questa però è una mia impressione. Il fatto l'ho riportato sopra, cioè fa ancora parte della cassetta degli attrezzi della psichiatria moderna. Ciascuno poi ne può trarre le conclusioni che preferisce e hai fatto bene a sottolineare che non è per forza come descritto in alcuni film.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Ila,
è giunto il momento di ragionare. Se esiste un farmaco a rilascio di un mese, è perché alcuni ne hanno bisogno. Adesso la vera domanda è: " perché ne ho bisogno?" Da qui posso capire cosa è meglio che io faccia per me! Io non è che prendo il litio perché sono uno smartphone! Ma perché sono bipolare e ho imparato negli anni a capire cosa è meglio fare o non fare. Io non affido la mia stabilità interamente al farmaco, ma anche alle mie scelte. Negare la malattia non serve; come non serve dare la colpa ai medici come fai tu, che se devi portare gli occhiali, dai la colpa all'oculista e all'ottico. Hai una malattia: allora informati su cos'è, su come funziona. Fatti una cultura, scambia informazioni con altri che hanno la stessa malattia. Sii padrona del tuo destino, senza perdere tempo a piangere sugli effetti collaterali. Sii seria. Basta chiacchiere. Se no mi arrabbio, sai? |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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1) Non curano niente, sono come una toppa che metti sui pantaloni, e dopo un po' va via e bisogna metterne un'altra o comunque NON ripara i pantaloni come se fossero nuovi, sono solo una soluzione temporanea. 2) Bisogna capirli, essendo sostanzialmente come già detto delle molecole che alterano la chimica, e producono assuefazione e dipendenza, e i dottori ci passano molte volte sopra su questo aspetto, considerandolo una cosa normale o addirittura negandolo e ignorandolo del tutto, quando facevo domande (apposta) al mio psichiatra, per sentire le sue stupide risposte, mi diceva "ma no è impossibile che tu sia dipendente da un farmaco, ma no è impossibile che ti causi disfuzione sessuale...", quando basta che googli 2 minuti il farmaco e vedi che agisce sugli stessi recettori dell'eccitazione, quindi è normale che tu ti senta "piatto" per colpa del farmaco. Solo che non te lo dicono. Uno schizofrenico con eccesso di dopamina gli danno un cosidetto "stabilizzatore d'umore", che preferisco chiamarlo antipsicotico che rende più l'idea (oltre ad essere il termine corretto)..e in sostanza questo tizio viene calmato, come se gli mettessi delle catene. Ma non è che l'hai curato, lo stai solo tenendo a bada. Non cerco di fare terrore o disinformazione, ma molta gente crede che la "MEDICINA" (che io preferisco chiamare droga) sia miracolosa, e si butta nelle mani dei medici che poi li rovinano per sempre con mille dipendenze e altre patologie che si aggiungono con il protrarsi dell'assunzione di molteplici farmaci. La cosa migliore da fare è documentarsi su gli effetti positivi e negativi di ogni sostanza prima di prenderla, capire come agisce, e valutare se e quano prenderla. Mai ascoltare il medico, perchè può pure avere mille lauree ma di sicuro non passa le giornate a testare sostanze e anche se fosse, ogni persona risponde diversamente, quindi non c'è una regola, e loro vanno a tentoni, con la vostra salute, bisogna capirlo. Ho visto gente rimbalzata per più di 20 anni tra comunità e psichiatria, avanti e indietro, e ancora brancolano nel buio per tentare di fargli fare una vita "normale" (e magari ci marciano pure sopra alcuni) A me (così come ad altri che conosco) hanno solo raccontato la storia dell'orso, o ci hanno girato attorno, ma la verità la sanno i pazienti.. A me dissero che le BDZ erano "tranquille", ma vi assicuro che in confronto ad altre sostanze/droghe, possono essere un inferno. Quindi se riuscite a liberarvi del vostro psichiatra e volete "curarvi" con qualcosa, fatelo con la testa, ma non affidatevi mai alla cieca a loro e prendere tutto alla lettera solo perchè hanno un camice bianco e un diploma appeso alla parete, la vostra esperienza valle mille volte la loro istruzione. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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sono seguita da uno psichiatra attualmente ci vado una volta al mese e finalmente ho trovato uno che non mi obbliga a prendere farmaci nel pubblico va da se' che all'evenienza devo e sono io stessa a regolarmi chiaramente lui e' uno psichiatra, dice se e' necessario, fa i ricoveri, fa i tso non e' che io non leggo leggo tanto, anzi a modo mio e spero adesso di aver trovato un modo mio per evitare prossime crisi, vedremo (non lo dico perche' vi sembrerebbe ridicolo, comunque sono seguita, non sono una pazza furiosa in fuga e ricercata) |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Bene, Ila, tieniti informata sulla tua malattia. Io so a cosa serve il litio, cosa cura bene e cosa meno bene. So che tende a fare ingrassare, ma ho preso pochi chili ( ma tutti sulla panza, mannaggia!). Pazienza, ma sto bene.
Ma il punto importante è che ho imparato a curarmi a casa i lievi, ma ugualmente pericolosi, episodi maniacali: trasformo , per un giorno o due, casa mia in una clinica psichiatrica. Chiudo i contatti col mondo. Niente TV, computer e smartphone. Praticamente una rottura di palle imposta, come in psichiatria. Questo non me lo ha detto il medico, lo faccio io. Se non faccio così, rischio di perdere amici e lavoro. Pensa che sono invidiato per essere calmo, che per un bipolare è un complimento stratosferico. Altro esempio: faccio di tutto per evitare i conflitti sociali. Piuttosto a volte passo per fesso. Non mi rovino la piazza, perché in quella piazza ci devo tornare. Sono strategie che funzionano, perché da molti anni non vado più in pronto soccorso e non ci sono più ricoveri. Sono scelte consapevoli. Fai anche tu le tue e starai meglio. La malattia non ce la siamo scelta, ma la possiamo amministrare, in modo che faccia meno male possibile. Dai retta a me, che sono vecchio e non alle intemperanze giovanili. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Adesso sono le 15.00 e sono in una crisi ansio-depressiva. Ma più ansio. Adesso devo fare lo psichiatra di me stesso. Mi sembra che alcune cose siano andate storte e sono in allarme. Bisogna che sappia pormi in una condizione di quiete, prima di darmi delle risposte.
Ma trovare la quiete non è facile. Purtroppo non basta mettersi a letto. Bisogna che resti in camera, ad annoiarmi. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
L'ospedale è difficile da accettare, perché è difficile da riconoscere e accettare la malattia psichica, che è invisibile.
La si riesce a vedere da fuori, ma non da dentro. Da dentro fa male sì, ma appare legata a dei problemi sui quali si rimugina. Si pensa che, risolvendo quei problemi, si ritroverà la salute. Ma è proprio questo processo insistente ad essere patologico. Se mi fa male un ginocchio per una settimana, penso: sono malato. Se penso solo ai guai per una settimana, penso: sono inguaiato. Non vado mai a pensare di essere malato. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Proprio così...
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Non vi sembra di essere un po' troppo a senso unico riguardo alla considerazione che avete di ospedali e farmaci? Non nego che ci siano molti casi in cui è necessario ma di storie di gente che ne è uscita devastata (=peggio di prima) è pieno..
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Down,
c'è gente che fa la chemioterapia e ne esce devastata e poi muore. Ma non possiamo dire che è colpa della chemio... Le malattie psichiatriche sono potenzialmente invalidanti. Se alcune persone restano invalide, è colpa della malattia, non dei farmaci. Conosco delle persone ormai inabili al lavoro, che in effetti non lavorano. Ma non prendono neanche più i farmaci. Come ce lo spieghiamo? |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Non è totalmente così, sono cure importanti ed è importante che i medici ne sono consapevoli e all'altezza.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
E' proprio così, invece: una distimia non curata, diventa depressione maggiore; un bipolarismo non curato, porta a guai molto seri (rischio d'incolumità fisica, sperpero di tutti i risparmi, e altro ancora). Poi, se vogliamo fare i fighetti sulla chimica...
Comunque, di una cosa sono certo: fino a che non mi sono curato regolarmente, sono finito nei casini: perdita del lavoro, di amici. Oggi non sono in paradiso, ma vivo meglio. Io devo mantenermi da solo: devo essere in condizioni di lavorare, altrimenti finisco sotto i ponti. Se per lavorare devo ingurgitare la roba chimica, lo faccio senza far storie. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Ben vengono i farmaci e che sono indispensabili ma non neghiamo anche il loro aspetto collaterale soprattutto quando vengono maneggiati maldestramente.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Si, ma se partiamo dal presupposto che la chimica fa solo peggio, non si cura nessuno. Anzi, la cura fa più paura della maltattia.
Poi, se una terapia non dà i risultati sperati, si può sempre cambiare. La mia terapia è stata definita e non più cambiata dal 2002. Per capire che è quella giusta, guardo la qualità della vita. Dal 1993 al 2002, ho provato diversi farmaci, che non sempre mi hanno protetto abbastanza. Siccome non sono speciale, questo iter vale un po' per tutti: il medico non sa per certo un risultato. Quello che conta è la "risposta" del paziente. Se per esempio si prescrive un sonnifero, il farmaco giusto non è quello che dice il medico, ma solo quello che fa dormire. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Che poi, queste affermazioni: "io non credo nei farmaci" , come se fosse una questione di fede religiosa; come se tutti gli altri farmaci non fossero chimici.
Invece quello che è naturale, va sempre bene. Peccato che depressione, bipolarismo, schizofrenia, DOC, DAP, ansia generalizzata, sono assolutamente naturali... |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Mai sostenuto queste posizioni.
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Come dico sempre, il punto più importante è trovare uno psichiatra che usa la testa prima di penna e ricettario...purtroppo è molto difficile.
Cmq io nn ho mai sentito di persone che stanno 3-4 settimane in ricovero e che poi escono peggiorati e con danni permanenti a causa dei farmaci. Nemmeno le droghe peggiori causano danni fisici/psichici permanenti in poche settimane se nn la dipendenza che se presa subito è superabile, e i farmaci, al contrario di quello che scrivono certi qui, NON NE DANNO (tranne le benzo). Se escono peggiorati significa che il medico assegnatogli nn è stato in grado e allora basta provare a cambiarlo. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Come funzionano gli psicofarmaci? Non lo so.
A cosa servono? Questo lo so. Non sono i farmaci che rimbecilliscono, ma la vita. Che è piena di ostacoli, di tensioni, di problemi. I "normali" incassano i colpi, ma vanno avanti. Chi invece ha una fragilità, non ci riesce: diventa autodistruttivo e dà risposte via via più inadeguate alle necessità che la vita impone. Da questo deriva un aumento del disagio e la complicazione del quadro ambientale. Il farmaco (e il riposo, se necessario) interrompe questo circolo vizioso e rimette la persona in condizione di risolvere i suoi problemi. Da queste soluzioni può venire la felicità, non dal farmaco. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
Oh, si ragiona!
Come funzionano gli psicofarmaci? Non lo so. A cosa servono? Questo lo so. Non sono i farmaci che rimbecilliscono, ma la vita. Che è piena di ostacoli, di tensioni, di problemi. I "normali" incassano i colpi, ma vanno avanti. Chi invece ha una fragilità, non ci riesce: diventa autodistruttivo e dà risposte via via più inadeguate alle necessità che la vita impone. Da questo deriva un aumento del disagio e la complicazione del quadro ambientale, che ricade quindi ancor più aggravato sul paziente. Il farmaco (e il riposo, se necessario) interrompe questo circolo vizioso e rimette la persona in condizione di risolvere i suoi problemi. Da queste soluzioni può venire la felicità, non dal farmaco. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Ma sei sicuro che chi te l'ha detto, non ti ha raccontato una frottola? Magari il tipo s'è bevuto l'ammoniaca per fatti suoi. Devi verificare. |
Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Re: Ricovero in psichiatria. Mitologia e fatti
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Conosco una persona che soffre di attacchi di tosse convulsa, che la può portare fino vomitare. Una volta gli ho offerto una Saila menta, che ha dentro la liquirizia. Lui m'ha chiesto se per caso ci fosse il ripieno di liquirizia, perché, mi ha avvisato : "non posso mangiare la liquirizia, altrimenti la tosse aumenta e arrivo a vomitare". E quindi ha sputato la mentina. Qualcuno è morto per la sola inalazione di lattosio. Che facciamo, togliamo latte e derivati dai banchi del supermercato? |
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