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Re: Una vita da disoccupati
Sfruttamenti e raggiri sono la conseguenza di un'economia asfittica, sicuramente l'economia asfittica è una conseguenza di sfruttamenti e raggiri, perché si sa che in questo paese l'applicazione delle regole è sempre stata indigesta alle persone.
In casi come questi, credo che l'unica via sia l'espatrio. |
Re: Una vita da disoccupati
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Una mia amica a Londra in 2 mesi ha trovato lavoro. Certo prima lavorando come cameriera, poi come au pair, ma dopo 2 mesi ha avuto 2 colloqui con 2 aziende del settore grafico ed adesso lavora e prende una cifra molto buona come entry-level. Qui sarebbe impensabile, ma è anche vero che in ogni paese ci sono pro e contro e che dipende da settore a settore. Collegato a questo vorrei raccontare un aneddoto che è capitato a mio fratello sul posto di lavoro. Lui lavora come magazziniere e mi ha detto che negli ultimi 2 anni ha visto aumentare in maniera esponenziale i cv consegnati per un semplice posto da carico-scarico. Cv di diplomati, laureati, ex-dottorandi. Anche lì uno si aspetterebbe una sorta di colloquio, o qualcosa della serie "Il primo che capita si becca il posto". Invece no. Su pacchi, file di cv consegnati alla fine quelli scelti non sono mai padri di famiglia, non giovani desiderosi di fare qualcosa, non gente che ha realmente bisogno, ma conoscenti, amici, fidanzate/i spinti dentro con il solito sistema. E questo "aumma aumma" è in ogni dove. Non vi racconto nei dettagli cosa avevo visto durante la tesi per quanto riguarda i dottorati ed i cosiddetti metodi di selezione, nè tantomeno le "illuminanti" discussioni-esposizioni di fine anno di certa gente che non sapeva nemmeno perché era lì, ma che era comunque dottorando/a. L'espatrio è una scelta ma bisogna comunque avere una copertura economica di base e soprattutto le condizioni idonee per partire. |
Re: Una vita da disoccupati
Sono sicura che anche fossero tempi migliori la situazione non sarebbe tanto diversa (mi riferisco alla mia).
Non voglio fare la mantenuta a vita (a vita si intende fino a che ci sono i genitori) perchè sono adulta e dovrei cominciare a farcela da me. Vorrei lavorare ma ho paura e sono anche schizzinosa perchè non voglio un lavoro qualsiasi, non voglio fare la commessa di intimo nè la barista nè la bambinaia nè nient'altro che ha a che fare con bambini e adolescenti. Tutto il resto va bene ma non ho mai i requisiti giusti nè l'esperienza richiesta e dove non serve l'esperienza si va a colloquio ed è lì si svelano gli altarini e si casca. Posso anche avere un cv a posto, essere calma e tenere un tono di voce normale ma si capisce che non so parlare, non ho cultura nè intelligenza, non ho astuzia, si vede che non sono convinta nemmeno io di quello che dico. Insomma, fossi io un selezionatore mi scarterei all'istante. :nonso: |
Re: Una vita da disoccupati
la disoccupazione intesa come stato d'animo non è tanto il non lavorare, lo starsene a casa a fare quello che si può, quanto il rifiuto costante ed ingiustificato che ci viene buttato addosso.
Siamo una società prettamente egoista e superficiale e questa ne è la prova.[/QUOTE] Sacrosante parole! Fosse solo non lavorare sarebbe il danno minore, ma è proprio quella sensazione di schifarsi e di non valere abbastanza che non ti si sfila mai di dosso e per quello magari vai male agli altri colloqui, perchè hai avuto tanti rifiuti e ormai non ci credi manco tu di poter fare qualcosa. Ti viene buttato addosso ogni giorno che non vai bene rispetto a un'altra persona e questo fa molto male. |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
il top è non avere neanche i soldi per la benzina per un colloquio...:mrgreen: sono un mito:mrgreen:
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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comunque io mi son presentato spesso ai colloqui grondante di sudore per: -medicine -ansia -lunghe camminate per evitare le zone centrali in macchina risultato? nessuno :mrgreen: |
Lo xanax aiuta molto per l'ansia da colloquio. Cavolo li odio i colloqui, per colpa dell' ansia non li supero mai
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Re: Una vita da disoccupati
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Tuttavia è da anni che non mi faccio più problemi sullo stringere la mano a qualcuno. Se è umida-bagnata l'asciugo e tanti saluti se uno è schifato. L'unico colloquio che mi aveva messo in seria difficoltà era stato invece uno con un'azienda molto grossa poco dopo l'università. Mi avevano chiamato con la scusa di un colloquio conoscitivo (per le generalità insomma) di una 10ina di minuti e poiché ero sotto col test TOEFL avevo accettato (ovviamente !) per vedere di cosa si trattasse. Alla fine in pratica mi avevano messo sotto torchio per un'ora abbondante perché erano convinti che io fossi una figura livello senior e quindi oltre all'imbarazzo di non sapere certe cose (apprese solo con l'esperienza) vi era stata anche la grossa delusione di non essere stato in grado di sostenere la pressione di un qualcosa a quel tempo più grande di me e che per forza di cose mi aveva mandato nel pallone/in tilt a livello di tabula rasa di tutto quello che avrei saputo esporre senza problemi il giorno prima :miodio: |
Re: Una vita da disoccupati
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Mi ricordo un mio collega di università che per superare un esame orale in tutta tranquillità si era preso un MIORILASSANTE, rischiando pure gravi conseguenze. Fate un colloquio con l'ansia, fate qualcosa prima del colloquio stesso in modo da rilassarvi, fate delle prove con amici-conoscenti per testare il vostro livello di stress-ansia, ma non prendete farmaci perché è come darsi la zappa sui piedi. |
Re: Una vita da disoccupati
chissà perchè cose che potrei benissimo spiegare e fare in condizioni normali di non stress poi al colloquio zero..figure di merda, mi rovino da sola
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Il problema è che viene alimentata questa non autostima dai fallimenti continui..è un circolo vizioso, non ho autostima allora non mi prendono.non mi prendono mi schifo da sola. Ci vorrebbe ottenere un riconoscimento, almeno qualcosa che ti faccia capire che servi a qualcosa. ma poi al lavoro viene l'ansia di fare le cose bene e allora ti agiti e mandi tutto a p---ane
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Re: Una vita da disoccupati
Io direi che, per prima cosa, bisogna risalire alle possibili cause di questa mancanza di self-worth: sapete già come la penso e al fatto che attribuisco la genesi di questa lacuna alla dialettica interna all'ambiente famigliare in cui siamo germogliati. Il passo successivo sarebbe quello di mettere sotto al microscopio tutte le nostre azioni, pensieri e stati d'animo nei quali ci giudichiamo spietatamente.
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Ma perché allenare il cervello non dovrebbe essere come allenare il corpo?
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Col jobs act sparisce lo scalino dei 30 perché le aziende non pagano contributi indistintamente per tutti con assunzione...
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
oddio mi sta venendo l'angoscia, siamo nella merda
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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In pratica è comun4 pieno di Annunci in cui si cerca gente di massimo 29 anni ed iscritta a garanzia giovani. |
Re: Una vita da disoccupati
ho detto a mia madre che non mi hanno presa neanche stavolta. Lei non ha detto niente, è rimasta prima sorpresa, perchè ero sicura che ci fosse stato esito positivo e mi avevano detto di mandargli un feedback, poi non ha detto niente come se fosse abituata ai miei insuccessi. Ma perchè a parte l'umiliazione personale devo subire anche quella dei miei cari? già mi vergogno io da sola e anche gli altri devo sopportare
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Re: Una vita da disoccupati
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Cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: per poco potevi essere assunta |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Alla fine per fare una minima e buona impressione iniziale penso che basterebbe "allenarsi" e prepararsi un po' a casa. Magari anche vedere qualche video su youtube, ne avevo già visti in passato proprio per il call center. In generale ti sei mai preparata alcune possibili risposte o cose da dire nei colloqui o frasi per fare bella figura o per evitare punti critici? Magari potresti passare una settimana a studiare tutto il giorno queste cose per sentirti un minimo più sicura. Ci sarà del materiale anche su internet immagino, sia per i colloqui in generale sia ad esempio per il lavoro nei call center o altri tipi di lavoro. E soprattutto potresti simulare da sola quelle cose che diresti |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Oltre a prepararti qualche risposta, studiati proprio il lavoro, ci sono video su youtube di (presunti) "professionisti" che spiegano come intraprendere una telefonata di telemarketing. Cerca consigli sul web o racconti tecnici di esperienze di lavoro. Per assurdo potresti fare un numero a casa e far finta di vendere qualcosa ad una persona a caso Se tu vai li a gli dici che non hai mai lavorato in un call center, però dimostri di saperne già qualcosa ti potrebbero vedere come una persona sveglia che si da da fare (non che tu non lo sia, parlo di apparenza al colloquio ovviamente). Se tu studi 8 ore al giorno queste cose per 7 giorni, vedrai che sarai più preparata. Ma ci vuole costanza, non basta la mezz'oretta oggi e la mezz'oretta domani. Devi proprio studiare e prepararti per "molte" ore affinché pur con le tue insicurezze potrai sentirti un po' piu sicura. ALmeno nel mio caso, per superare le mie insicurezze o imbarazzi devo cercare di avere tutto sotto controllo |
Re: Una vita da disoccupati
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eppoi tutti hanno una personalità distorta che emerge in determinate circostanze... ma che ci puoi fare? recriminare contro le circostanze? lamentarti che l'arbitro ti ha fischiato un rigore contro? la partita è persa comunque |
Re: Una vita da disoccupati
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Quanto alla partita persa dico solo: don't say it's over till it's over (cit.) |
Re: Una vita da disoccupati
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pensa che tantissima gente che ha un lavoro lo ha per botta di culo.. o che il "rendersi utili alla società" è una cazzata colossale (esempio banale i politici.. derubano e guarda come se ne sbattano allegramente) prova a focalizzarti sui reali lati positivi del non dover lavorar.. insomma non hai nessun capo, non hai colleghi, non hai l'ansia di dover finir il lavoro.. |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Ma infatti i nostri genitori hanno vissuto l'età dell'oro se ci pensiamo.. cioè loro iniziavano a lavorare a 18 anni e a 20 potevano sposarsi e avere figli, in totale autonomia. Ma vi rendete conto? volevano andare a lavorare per andare via di casa e lo trovavano e conservavano quel posto fino alla pensione. Almeno, mio padre ha sempre fatto lo stesso lavoro per più di 30 anni, mia madre impiegata nello stesso ufficio.. volevi imparare un mestiere, lo facevi
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