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-   -   "Guarire" si può. Leggete, per favore. (https://fobiasociale.com/guarire-si-puo-leggete-per-favore-49272/)

varykino 23-05-2015 12:26

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
io so la cura :sisi: , prendi un fobico medio lo porti dal chirurgo plastico gli fai il " bel faccino" poi 7 giorni ininterrotti di lampada cosi sta apposto per tutta la vita , gli compri un ipod e gli carichi le battute di jerry lewis da sparare in presenza di esseri viventi , un giubotto di pelle tipo fonzie , 10 cellulari per fare 10 differenti selfie e scegliere la foto migliore e ultimo ma non ultimo un androide provocante che ogni 10 sec gli dice quanto è figo e bello :D

claire 23-05-2015 12:57

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
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Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1520382)
io so la cura :sisi: , prendi un fobico medio lo porti dal chirurgo plastico gli fai il " bel faccino" poi 7 giorni ininterrotti di lampada cosi sta apposto per tutta la vita , gli compri un ipod e gli carichi le battute di jerry lewis da sparare in presenza di esseri viventi , un giubotto di pelle tipo fonzie , 10 cellulari per fare 10 differenti selfie e scegliere la foto migliore e ultimo ma non ultimo un androide provocante che ogni 10 sec gli dice quanto è figo e bello :D

:D
Dai fanne uno anche per la ragazza fobica

varykino 23-05-2015 13:25

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520391)
:D
Dai fanne uno anche per la ragazza fobica

per la fobica serve un sarto che riesca a fare un capo d'abbigliamento che comprende gonna jeans tuta legghins scarpe alte che sembrano basse che siano comode come delle ciabatte , i calzoni muniti di ceretta che a fine giornata strappi via l'imbottitura naturale , al posto degli specchi degli orologi a cucu , una pistola lanciarazzi da usare quando si sentono troppo osservate in strada dai borghezzi e peppe fetish e il solito androide uomo alto 2metri e 20 che riesce ad arrivare su ogni scaffale con i tratti di brad pitt e che se gli strizzi l'affare fa partire il soundtrack di ghost.

claire 23-05-2015 13:32

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1520402)
per la fobica serve un sarto che riesca a fare un capo d'abbigliamento che comprende gonna jeans tuta legghins scarpe alte che sembrano basse che siano comode come delle ciabatte , i calzoni muniti di ceretta che a fine giornata strappi via l'imbottitura naturale , al posto degli specchi degli orologi a cucu , una pistola lanciarazzi da usare quando si sentono troppo osservate in strada dai borghezzi e peppe fetish e il solito androide uomo alto 2metri e 20 che riesce ad arrivare su ogni scaffale con i tratti di brad pitt e che se gli strizzi l'affare fa partire il soundtrack di ghost.

:applauso:
Ti voglio bene Vary
Ti posso broccolare qui, ora?

varykino 23-05-2015 13:39

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520405)
:applauso:
Ti voglio bene Vary
Ti posso broccolare qui, ora?

ahhahah :mrgreen:

claire 23-05-2015 13:50

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1520409)
ahhahah :mrgreen:

E ride :piangere:
Fobbici friendzonanti maledetti!:moltoarrabbiato:

varykino 23-05-2015 13:51

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520414)
E ride :piangere:
Fobbici friendzonanti maledetti!:moltoarrabbiato:

ah si? e allora fammela vedè fammela toccàààà :D .... è troppo cosi :sisi:

claire 23-05-2015 13:54

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1520415)
ah si? e allora fammela vedè fammela toccàààà :D .... è troppo cosi :sisi:

Nono,va bene, denota alphitudine

varykino 23-05-2015 13:57

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520417)
Nono,va bene, denota alphitudine

hahaha giusto :miscompiscio:

Keith 23-05-2015 14:15

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da DarkRose90 (Messaggio 1520378)
ma se la fobia è solo la punta dell'icerberg, è conseguenza di pensieri, patologie ormai radicate nella psiche dall'infanzia ecc è molto difficile che possano funzionare a lungo termine.

Credo che di solito la fobia sia solo la punta dell'iceberg.

Se dietro la fobia si nascondono evitanza, rifiuto delle persone poiché si comportano in base ai dettami della società, per la quale si prova rifiuto, allora le cose si complicano.

Per esempio se per lavoro mi devo confrontare di continuo con la gente, e, essendo di natura introverso, non sono portato a stare tra la gente, nel tempo libero sarà talmente grande il desiderio di stare da solo che mi porterà a stare da solo e di conseguenza a disabituarmi alle uscite, al confronto etc.
E' vero che serve la forza di volontà per uscirne, ma a volte ci sono anche delle situazioni reali difficili da risolvere, tipo per esempio cambiare lavoro. Sappiamo tutti quanto sia difficile trovarlo, figuriamoci cambiarlo.

In alcuni casi se ne può uscire, ma poi bisogna riuscire a risolvere anche le cause scatenanti.

pokorny 23-05-2015 15:30

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da Edopardo (Messaggio 1519632)
Non si guarisce mai,non guarirò mai è un labirinto senza uscita.
Non credo più in nulla.

mi associo... certo, sono contento se qualcuno ce la fa, ma non è mai stato né mai sarà il mio caso.

IO&EVELYN 23-05-2015 15:31

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
parlando per me, io non potrò mai ''guarire'' dalla mia maledetta Testa che mi ritrovo, e anche e sopratutto dall'assenza di Volontà e Determinazione con cui si dovrebbe far scattare il cambiamento... quindi senza volontà, determinazione e senza una normalità (che scatta quando si o perlomeno si prova a uscirne fuori) non posso farci nulla. e non penso che le avrò mai.


compreso i miei tanto citati desideri impossibili, toglierli dalla testa (che poi sono principalmente anche questi a farmi stare male, l'esempio di voler ''stare'' con la donna di cui ormai affondo i 3d, ne è un esempio, perchè lei è fidanzata, ma il pensiero ce l'ho in una maniera....).



**peccato che l'impossibile sia quello che voglio realmente**

scusate per la mia follia.

Karen_ 23-05-2015 16:43

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Faccio i miei più sentiti complimenti a Blimunda e ti auguro davvero tutto il meglio! Queste sono storie che mi piace leggere!

Tempo fà, ormai qualche mese, nella continua disperazione e ormai rassegnazione, digitai su google poche parole, aiuto psicologico università (la mia). E venne fuori un risultato molto chiaro. Un numero da chiamare ed un reparto ben preciso. Non vi nego che chiamare è stata una cosa difficilissima, anche se avrei chiamato con l'anonimo, nessuno mi stava guardando o sapeva chi fossi, del resto volevo solo avere informazioni. Chiamai a gran fatica, col cuore a mille dall'ansia, componevo il numero e poi rimandavo puntualmente a "più tardi". Alla fine mentre rientravo a casa, ero a piedi, chiamai, con passo veloce, la voce un po' rotta dalla paura, avevo quasi il magone. E niente. Niente di catastrofico. Mi spiegarono in pochissime parole cosa fosse e che sarei dovuta andare di persona.

Ora immaginate. Andare di persona? Mai.
Una mattina mi recai nella sede, si tratta di un Ospedale dove, tra l'altro, ci studio anche. Mi recai al piano indicato. Feci un giro e niente. Andai via.

Ci tornai dopo qualche giorno, con molta, molta fatica. Per farla breve. Eravamo in due a voler chiedere informazioni e ci ricevette uno specializzando che si occupava del servizio in questione, dopo qualche settimana ci chiamarono e affidarono a due medici specializzandi. Servizio gratuito, incontri settimanali. Mi sono trovata molto bene. Sto lavorando su me stessa, mi capita di dover affrontare alcuni miei limiti ma la persona che mi segue ... bè, mi segue.

Con questo voglio dire anch'io che una soluzione si può trovare! Io ci ho messo anni, molti anni di ricerca e molti anni in cui usavo le scuse più disparate. Anche se, in effetti, non lavorando, non potevo spendere 70 Euro a settimana dal momento che non volevo parlarne a casa. Ma a questo si aggiungevano tante altre cose, tra cui la fobia dei mezzi, per dirne una. Ora devo trovare il modo di affrontare le mie paure, ma so che posso parlarne con la mia terapeuta! Si tratta di una psichiatra, con la quale faccio psicoterapia e non mi ha prescritto farmaci perché li ritiene importanti solo in alcune circostanze.

Insomma, lo so che non è facile, che non sono terapie brevi ma ci vogliono tempi indeterminati, però molti terapeuti non applicano tariffe sproporzionate, in molti casi i servizi pubblici non sono da buttare e ve lo dico io che pensavo non mi avrebbero mai richiamato, o che mi avrebbero trattata come una persona da ricevere a tempo perso. Al contrario. Ma l'unico modo per scoprirlo è provarci.

Provarci non è facile, io sono stata malissimo per giorno solo per una telefonata. Però sentirsi ascoltati e capiti ... ne vale la pena. Io sto facendo un percorso, certo non sarà semplice, richiede impegno, collaborazione, ma ci voglio provare. L'unico consiglio che posso darvi è quello di provare. Io stavo per buttare un'occasione.

cancellato16177 23-05-2015 17:11

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da syd_77 (Messaggio 1520432)
Credo che di solito la fobia sia solo la punta dell'iceberg.

Se dietro la fobia si nascondono evitanza, rifiuto delle persone poiché si comportano in base ai dettami della società, per la quale si prova rifiuto, allora le cose si complicano.

Per esempio se per lavoro mi devo confrontare di continuo con la gente, e, essendo di natura introverso, non sono portato a stare tra la gente, nel tempo libero sarà talmente grande il desiderio di stare da solo che mi porterà a stare da solo e di conseguenza a disabituarmi alle uscite, al confronto etc.
E' vero che serve la forza di volontà per uscirne, ma a volte ci sono anche delle situazioni reali difficili da risolvere, tipo per esempio cambiare lavoro. Sappiamo tutti quanto sia difficile trovarlo, figuriamoci cambiarlo.

In alcuni casi se ne può uscire, ma poi bisogna riuscire a risolvere anche le cause scatenanti.

Ti capisco, è molto molto difficile uscire dalla fobia sociale quando essa è solo una parte del problema ed anche la parte più facile da risolvere, mentre il problema principale è qualcosa che neanche gli psicologici possono aiutarti a risolvere perché parte del carattere come l'eccessiva introversione. Nel mio caso la fobia sociale è solo la punta dell'icerberg, riuscivo a placarla con i farmaci ma non riesco a risolvere la tendenza all'isolarmi anche quando sono in compagnia, ad avere poco interesse per le situazioni sociali, è un comportamento ormai spontaneo e radicato nella mia personalità.

maralgiu 23-05-2015 18:19

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
da blimunda:
Quote:

Poi c'è poco da dire, se il terapeuta quale che sia il suo indirizzo non è bravo, è inutile. La mia cognitivo-comportamentale mi dava consigli tipo: truccati, mettiti i tacchi... e si dimenticava il mio nome, per intenderci.
Pare che la psicologa fosse piuttosto inesperta. In questo tipo di psicoterapia , il dialogo socratico è alla base, e oggi è anche integrato col dialogo motivazionale, la direttività entra in gioco solo quando il/la paziente ha acquisito le conoscenze, è pronta e motivata. Inoltre, l'esposizione è solo la componente comportamentista, ma di base e come primo passo c'è il lavoro cognitivo, cioè capire quali sono le dinamiche che inducono allo stile di vita socio-ansioso e da cosa scaturiscono e quindi la risposta alla domanda: come funziona la mia mente? È chiaro che se non si sa il come e il perché delle cose, non vai da nessuna parte.

Quote:

Allora, i farmaci non mi hanno mai fatto grande effetto
In effetti i farmaci sono dei sintomatici, intervengono solo sui fenomeni fisici, ma non avendo alcuna interazione con la mente (il pensare), non sono in grado di curare i disturbi psicologici. Però in situazioni in cui gli stati ansiosi o d'umore sono di una elevata gravità, sono utili come attenuatori dei sintomi fisiologici e permettono, al psicoterapista e al paziente, un maggior spazio d'azione.

Blimunda 23-05-2015 18:57

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1520282)
Se pensi "chissà forse mi divertirò"... E' un "forse" e perciò poi c'è anche la controparte negativa ancora attiva "forse andrà male e inoltre non mi divertirò affatto", e con che probabilità vale il primo forse e il secondo forse per te? :nonso:

E' come se ti dicessi "forse al Polo Nord c'è un tesoro sepolto e potrei trovare un sacco di banconote là" e tu in base a questa possibilità, che non si può escludere (chissà magari qualcuno l'ha sepolto là un tesoro del genere, non posso escluderlo), ti imbarchi al polo nord ignorando che c'è anche attivo il "forse non c'è alcun tesoro là".
Ma mentre sei spinta al Polo Nord da questo forse incerto c'è la certezza invece dei disagi e delle spese del viaggio a cui devi far fronte. E una persona poi potrebbe mettersi a scavare buche per tutta la vita alla ricerca di un tesoro che non c'è solo perché non si può escludere, in base a quel che si sa, che non ci sia.

A me non interessa scavare buche felicemente pensando al tesoro, interessa trovare il tesoro con degli sforzi ragionevoli per me.

Il tuo ragionamento è elegante, logico e ben elaborato. Ma stai usando la logica dove non serve. Pensi che la mente, l'incoscio lavori in modo logico? Per nulla, le paure, le ansia, i disagi sono molto poco logici. Il tuo esempio poi non c'entra niente. Ad una uscita un può aspettarsi che vada bene o vada male (e qui c'è da capire che cosa uno intende per andare bene, andare male) io banalmente intendo va bene se ci si sente a proprio agio, magari si fanno due chiacchiere, ma principalmente consiste nel "sentirsi bene nel contesto in cui ci si trova; le cose possono andare male in molti modi, ma visto che usi la logica, due possono essere i risultati. 1. è andata bene 2. è andata male.

Quote:

Una persona che non esce e non si barcamena in certe situazioni lo fa perché crede che le probabilità che le cose vadano bene sono basse (e questa stima se l'è costruita in base a certe esperienze precedenti non è che esiste da sola così per magia).
No. Non sono d'accordo. Che le cose in passato siano andate bene o male non influenza la tua amata probabilità. Poi parti dal ragionamento che uno evita perchè sa che le cose andranno male, ma nelle mia esperienza (e immagino anche di altri) non è questo il fattore decisivo. Vedere il lato negativo è originato dalla paura, non dall'esperienza. In aggiunta anche se abbiamo avuto SOLO esperienze negative, questo non vuol dire che in futuro si ripeteranno le stesse esperienze. Così stai proiettando il passato nel futuro. Normalissimo, ma non c'è niente di più disfunzionale se vuoi cambiare modalità di pensiero, azione, ecc.

Quote:

Ora se non è vero che sono così basse e sono più alte entro un margine di prove relativamente basso rispetto alla precedente stima le cose che si aspetta con il forse positivo motivante le dovrebbe beccare, ma se non le becca deve concludere che la sovrastima probabilistica del forse positivo iniziale, che lo psicoterapeuta cerca di instillare, era falsa.
Il terapeuta non cerca di instillare niente. Preciso, non sto parlando di PENSIERO POSITIVO, non dico "sono strasicuro che le cose vadano alla grande". Ma penso realisticamente potrebbe andare bene, potrebbe andare male. Se va bene ci guadagno qualcosa, se va male non ci perdo niente.

Quote:

E nel caso vadano così le cose lo psicoterapeuta che fa?
Dice alla persona che non doveva aspettarsi certe cose in più, ma se proprio in base a queste aspettative che è stata spinta e convinta ad esporsi?!
Cercare di spostare l'attenzione su possibilità positive non è uno zuccherino che si agita davanti alla persona per forzarla a fare qualcosa che non vuole. è una modalità di pensiero funzionale, ovvero utile allo scopo, che sia stare meglio, uscire di più, ecc.

Quote:

Da un lato la si spinge ad aspettarsi di più di quel che si aspettava prima (per convincerla ad esporsi) e dall'altro a non aspettarselo (qualora le cose vadano male rispetto a questa sovrastima).

Io questa cosa la leggo come presa per i fondelli.
Non funziona così, non c'è nessuna sovrastima. C'è una consapevolezza realistica.

Quote:

Per questo dico che con me non funzionerebbe questa strategia, se devo sforzarmi di fare 100 prove negative per prendere molto poco, io non lo faccio comunque, perché è proprio questo che mi aspetto adesso, anche se becco qualcosa non mi interessa beccarlo così, mettendolo in relazione al disagio che devo sopportare, per me è poco e non si risolve il problema economico di fondo per me, almeno il mio problema è questo qua, poi altri possono pensarla diversamente.
Non devi fare 100 prove negative. Ma se per 100 volte esci con la stessa mentalità, fai le stesse cose, pensi le stesse cose. "andrà male" otterrai lo stesso risultato, ovvero niente. Poi mi sembri troppo pessimista, ti aspetti il disastro, invece semplicemente potrebbe non succedere niente. Probabilmente per te se non succede niente è comunque un fallimento, o mi sbaglio?

Quote:

]Immediato non lo si deve aspettare un risultato, ma bisogna aspettarsi qualcosa dopo un certo termine (e questo termine deve venire molto prima di quello che avevamo prima) quando si usa il forse positivo, o no? Tu prima hai detto che non bisognava aspettarsi proprio nulla. Perciò poi per forza di cose qualcosa in più rispetto a prima lo si dovrebbe aspettare. L'incongruenza di fondo in questi consigli per me resta.
O c'è un errore di valutazione probabilistica e perciò bisognerebbe beccare qualcosa di molto positivo e molto prima di quanto ce lo aspettavamo (rispetto alla valutazione precedente prima della correzione psicoterapeutica che dovrebbe spingerci ad aspettarcelo molto prima per convincerci ad esporci) e perciò, in conseguenza di ciò, il secondo consiglio del non aspettarsi molto di più cade (visto che è stato lo psicoterapeuta stesso a spingerci ad aspettarci molto di più per convincerci ad esporci), oppure è proprio tutto questo discorso che cade.
XL, scusami, sei proprio un osso duro. Ora faccio un esempio di situazione classica per me, nella mia esperienza, poi vederemo se altri la condividono.
Non esco da un sacco. Arriva una possibilità di uscita (la creo io, mi invitano, non importa) la prima reazione sarebbe dire di no, oppure dire di sì per poi inventare una scusa per evitare la situazione per la troppa ansia, paura. (non so quante balle ho inventato negli anni)
Diciamo che riesci effettivamente a uscire. Hai sopportato un sacco di ansia, paura, tremavi, e tutto quello che accade a un fobico. Bene. Assieme all'ansia, la paura, pensi a come le cose possono andare male, a tutti i modi possibile (visione pessimistica), ma da un lato nutri anche una FORTE ASPETTATIVA che succeda qualcosa che ti stravolga la vita (che qualcuno ti noti, sei socievole, ti diverti un mondo, che trovi la tua anima gemella.)
Esci. Le cose vanno così e così. Non succede niente di particolare. Ne malissimo nè benissimo. Non ti diverti granchè interagisci pochi, ma ti porti a casa l'uscita, diciamo. Tornato a casa inizi a riflettere su tutta la serata, sulle cose che volevi dire ma non hai detto, su cosa potevi fare, ecc, e magari finisci per INCOLPARTI di non essere stato abbastanza socievole, simpatico,e cc. E pensi TUTTO QUESTA FATICA PER NIENTE, allora non ne vale la pena, non cambierò mai, sarà sempre così, e bla bla bla. Alla prossima uscita che si prospetterà penserei "ma che ci vado a fare, non ne vale la pena"
in queste dinamiche che ho raccontato, si nota come la troppa aspettativa ti porta a negativizzare qualsiasi esperienza, e usare poi la non riuscita dell'uscita come scusa per non ripetere l'uscita. La paura nasce dall'aspettativa, riduci l'aspettative e riduci la paura. Riduci la paura e affronti meglio le situazioni.
Allora in virtù di queste dinamica, non credi che sia più funzionale attuare la "strategia" di cui parlo io? Non dico che se non hai aspettative allora cambi la tua vita, ma che puoi vivere certe situazioni con più serenità e leggerezza, due cose fondamentali per superare il disagio e quindi la fobia.

rosadiserra 23-05-2015 19:02

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1520382)
io so la cura, prendi un fobico medio lo porti dal chirurgo plastico gli fai il " bel faccino" poi 7 giorni ininterrotti di lampada cosi sta apposto per tutta la vita , gli compri un ipod e gli carichi le battute di jerry lewis da sparare in presenza di esseri viventi , un giubotto di pelle tipo fonzie , 10 cellulari per fare 10 differenti selfie e scegliere la foto migliore e ultimo ma non ultimo un androide provocante che ogni 10 sec gli dice quanto è figo e bello

Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520391)
Dai fanne uno anche per la ragazza fobica

Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1520402)
per la fobica serve un sarto che riesca a fare un capo d'abbigliamento che comprende gonna jeans tuta legghins scarpe alte che sembrano basse che siano comode come delle ciabatte , i calzoni muniti di ceretta che a fine giornata strappi via l'imbottitura naturale , al posto degli specchi degli orologi a cucu , una pistola lanciarazzi da usare quando si sentono troppo osservate in strada dai borghezzi e peppe fetish e il solito androide uomo alto 2metri e 20 che riesce ad arrivare su ogni scaffale con i tratti di brad pitt e che se gli strizzi l'affare fa partire il soundtrack di ghost.

Ora so cosa voglio per natale! :mrgreen:

Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520405)
Ti voglio bene Vary
Ti posso broccolare qui, ora?

Pure pure io :broccolo:

Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1520409)
ahhahah

Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520414)
E ride
Fobbici friendzonanti maledetti!

Un Profumiere!! :mazza:

Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1520415)
ah si? e allora fammela vedè fammela toccàààà .... è troppo cosi

Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520417)
Nono,va bene, denota alphitudine

Mi fate morire
:miscompiscio:

Blimunda 23-05-2015 19:13

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da Equilibrium (Messaggio 1520286)
Anche a me succede, ma per quanto mi riguarda riconosco due tipi di meccanismi che mi distraggono da una conversazione.
Uno è quello che si attua quando chi conversa lo fa direttamente cn me, magari guardandomi negli occhi e l altro quando ci si ritrova tra un gruppo di persone e nn sono attivo nella conversazione.
Nella prima la mente si distrae, è come se stessi sovrappensiero anche se nn penso a niente:sarcastico: Penso che sia un meccanismo per sfuggire da qualcosa che inconsciamente ci crea disagio.
Hai o hai avuto problemi a guardare la gente negli occhi?

Nella mia esperienza il motivo è questo. Il fobico è tendenzialmente superconentrato su stesso, quando qualcuno gli parla, fa fatica a concentrarsi su quelle che viene detto, perchè è più concentrato sulla sua espressione, postura, e soprattutto su quello che l'interlocutore sta pensando di lui (crede che lo stia giudicando quasi sempre). Potrebbe essere che sia per questo motivo che ti distrai, perchè non sei propriamente nel momento.


Quote:

Originariamente inviata da Biomotivato (Messaggio 1520294)
Se ho capito bene, un metodo per cambiare che tu stessa hai sperimentato e' la cosidetta "terapia d'urto": c'e' un problema che non riesci ad affrontare, al posto di pensare come superarlo ti butti e vedi quello che succede (scusa se riassumo tutto cosi ma non riesco a leggere tutto quello che avete scritto xD)
La terapia d'urto la consiglio tantissimo anche io. Ok non funzionera' per tutti i mali, ma risultati ne da. Io fino qualche anno fa avevo una paura cane di andare dal panettiere o addirittura di telefonare, perche' ancdavo nel panico, parlavo male, non sapevo gestirmi.
ho fatto poi dei mesi in cui cercavo affrontare il problema con le figure di merda, vuol dire che andavo da sta gente che mi faceva paura, ci faccio la figura di merda (perche' tanto non riuscivo a smettere di parlare male e di andare nel panico) ma dopo mi sentivo meglio, perche' la figuraccia era prevista, quindi ci scherzavo, ci ridevo anche con chi avevo davanti.

è molto positivo anche prendersi meno seriamente come tu suggerisci. Comunque non credo alla terapia d'urto tout court. Non bisogna neanche andare avanti a testa bassa e incassare. Certo devi fare quel passetto e sforzarti ma sforzarsi e basta non credo sia la strada, perchè si accumulano frustrazioni e alla fine ti arrendi. Come ho già detto credo che le cose che possono aiautare sono la consapevolezza di sè stessi, non avere troppe aspettative, vivere l'esperienza per come si presenta (senza giudizi, colpevolizzazione, analisi), il cui scopo alal fine è quello di trasformare la visione disfunzionale che abbiamo di noi stessi (=NEGATIVA). con un visione non positiva di per sè, ma più realistica.

Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 1520296)
E che ne pensi di quelli che hanno provato la terapia d'urto e invece non ha funzionato, anzi ha avuto effetti negativi?

claire, non conosco la tua esperienza. Ma probabilmente ti sforzavi di fare,agire, uscire, ecc, senza però cercare di trasformare il pensiero, le modalità, la consapevolezza di te.


Quote:

Originariamente inviata da Equilibrium (Messaggio 1520298)
Ma quelli che nn ci hanno ancora provato nessuno ci pensa?:interrogativo:
Mi immagino una ragazza o un ragazzo che per la prima volta scopre che ha la fobia sociale, magari l ha scoperto grazie a questo sito a tema.
Magari leggendo questo post intraprende una strada piu giusta e non fa errori che qualcuno prima di lui ha fatto e magari cosi si risparmia un po di anni di vita buttati nel wc.

Concordo. Aggiungo che uno può anche provare per anni, ma in modo disfunzionale.

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1520302)
Come avevo detto...

"Potrei osservare che un sistema funziona in tal senso e produce individui che resistono al dolore senza lamentarsi, ma non condividerei l'obiettivo."

Nella mia esperienza, al lavoro ci si adatta. Questo perchè impari a gestire le varie situazioni che puoi incontrare, che in un lavoro non sono infinite, ma si ripetono e dopo un po' di tempo, si prende confidenza. Quindi non è che impari a soffrire, ma con il tempo ti adatti.

Angus 23-05-2015 19:36

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Potresti approfondire la questione dell'accettazione del dolore? Riguardo il tuo passato, ad esempio, come hai proceduto?

Ansiaboy 23-05-2015 19:43

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
esiste la probabilità..

se le cose ti van sempre male è molto probabile che continueran ad andar male..
o per dirla in altri termini: MA c'è sempre la possibilità che possono andar bene

non esiste UNA logica, esistono varie logiche
e anche l'inconscio si presta a queste..

IO DEVO RINGRAZIARE LA LOGICA per non soffrir più come una volta di fobia sociale..
ma la logica non basta ripeterla a pappagallo, ma bisogna INCONSCIARLA.

nel mio caso son riuscito a farla inconsciare "semplicemente" facendomene una ragione.., con L'ABITUDINE.
ovviamente non ce ne si fa una ragione dall'oggi a domani, ci vuole una certa costanza ma nel mio caso quando volevo farmene una ragione fortemente alla fine il più delle volte riuscivo a farmela..

se non riuscivo è perche non ci pensavo più di tanto e infondo ci sguazzavo nel modo di pensare..

consiglio di cercar di pensar 30minuti sulla cosa negativa e prima o poi la mente si stufa e dirà "sisi vabene" e cosi via finche quando si penserà a quella cosa ci si farà l'abitudine..

cancellato16177 23-05-2015 19:45

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1520585)
Nella mia esperienza il motivo è questo. Il fobico è tendenzialmente superconentrato su stesso, quando qualcuno gli parla, fa fatica a concentrarsi su quelle che viene detto, perchè è più concentrato sulla sua espressione, postura, e soprattutto su quello che l'interlocutore sta pensando di lui (crede che lo stia giudicando quasi sempre). Potrebbe essere che sia per questo motivo che ti distrai, perchè non sei propriamente nel momento.



è molto positivo anche prendersi meno seriamente come tu suggerisci. Comunque non credo alla terapia d'urto tout court. Non bisogna neanche andare avanti a testa bassa e incassare. Certo devi fare quel passetto e sforzarti ma sforzarsi e basta non credo sia la strada, perchè si accumulano frustrazioni e alla fine ti arrendi. Come ho già detto credo che le cose che possono aiautare sono la consapevolezza di sè stessi, non avere troppe aspettative, vivere l'esperienza per come si presenta (senza giudizi, colpevolizzazione, analisi), il cui scopo alal fine è quello di trasformare la visione disfunzionale che abbiamo di noi stessi (=NEGATIVA). con un visione non positiva di per sè, ma più realistica.


claire, non conosco la tua esperienza. Ma probabilmente ti sforzavi di fare,agire, uscire, ecc, senza però cercare di trasformare il pensiero, le modalità, la consapevolezza di te.



Concordo. Aggiungo che uno può anche provare per anni, ma in modo disfunzionale.


Nella mia esperienza, al lavoro ci si adatta. Questo perchè impari a gestire le varie situazioni che puoi incontrare, che in un lavoro non sono infinite, ma si ripetono e dopo un po' di tempo, si prende confidenza. Quindi non è che impari a soffrire, ma con il tempo ti adatti.

Posso chiederti una cosa? Tu ti ritieni tendenzialmente estroversa o introversa? Per quel che ho potuto percepire tu sei estroversa, per un'estroversa è molto più facile guarire dalla fobia sociale perche' è già nella sua natura adattarsi al mondo esterno e alle situazioni sociali, superato l'ostacolo della fobia non ha altri ostacoli da suerare. Essere tendenzialmente piu concentrati su stessi è il naturale "modus operandi" dell'orientamento introverso, non un comportamento acquisito ma una tendenza, io da introversa ti dico che è difficile farne a meno, anche se si vorrebbe.

~~~ 23-05-2015 20:06

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
È strano. Perché l'autoesclusione e il disagio sono una forma di resistenza.
Magari penso chessò, ai miei genitori, o ai miei nonni, che pensano "Ah la ~~~ non lavora, sta male, non riesce a sistemarsi..." e magari pensano che questo problema di me che non lavoro è un problema solo mio, che comunque sono tutte storie, che per vivere bisogna adattarsi, accettare dei compromessi.
Con il malessere e il tempo che passa, e la solitudine si rischia di dimenticare il senso di quel disagio, di quella autoesclusione.
Gli psicoterapeuti dicono: sì, ti sei chiusa in casa per questo e per quello, ma dobbiamo stare con gli altri, miglioriamo solo a contatto con gli altri, devi pensare a guarire dal tuo malessere. Ma il mio malessere non viene dal nulla, io vivo nel mondo.

Non è un elogio della patologia*. Io ho cominciato a stare male quando ho sentito un malfunzionamento in quello che mi circondava.
Gli psicoterapeuti dicono: devi imparare ad accettare che il male esiste.
Ecco, io sto così perché non voglio accettarlo, non voglio accettare il male.
Accettare il male mi sa tanto di dire "eh, tanto le cose vanno così, cosa ci vuoi fare" e io non voglio dirlo.
È questa la guarigione individuale? Trovare il mio modo di sfangarla in un mondo nefasto?



*
Per le patologie mentali: molte non sono altro che un frutto del male, del dolore e della mancanza di amore e di un ambiente umanamente povero.

Angus 23-05-2015 20:19

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1520612)

Non è un elogio della patologia*. Io ho cominciato a stare male quando ho sentito un malfunzionamento in quello che mi circondava.
Gli psicoterapeuti dicono: devi imparare ad accettare che il male esiste.
Ecco, io sto così perché non voglio accettarlo, non voglio accettare il male.
Accettare il male mi sa tanto di dire "eh, tanto le cose vanno così, cosa ci vuoi fare" e io non voglio dirlo.

Non è che non vuoi (non vogliamo) accettare il male, non vuoi accettare la possibilità di soffrire. Che è l'unico modo che hai avuto per combattere il male. Leggevo di un matto in op che si allenava a trattenere il respiro, per dimostrare di non aver bisogno di respirare (e quindi di non soffrire della mancanza di ossigeno).

~~~ 23-05-2015 20:55

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 1520620)
Non è che non vuoi (non vogliamo) accettare il male, non vuoi accettare la possibilità di soffrire. Che è l'unico modo che hai avuto per combattere il male. Leggevo di un matto in op che si allenava a trattenere il respiro, per dimostrare di non aver bisogno di respirare (e quindi di non soffrire della mancanza di ossigeno).

Non accettare il male significa non lasciarsi convincere dall'idea che "è così che va il mondo".
Pensa, non so, poniamo caso che lavorassi o che riuscissi ad avere una casa, dico non vorrei mai convincermi che allora le cose non vanno poi così male, che basta volerlo, che se ce l'ho fatta io allora vuol dire qualcosa.

Angus 23-05-2015 21:27

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da ~~~ (Messaggio 1520635)
Non accettare il male significa non lasciarsi convincere dall'idea che "è così che va il mondo".
Pensa, non so, poniamo caso che lavorassi o che riuscissi ad avere una casa, dico non vorrei mai convincermi che allora le cose non vanno poi così male, che basta volerlo, che se ce l'ho fatta io allora vuol dire qualcosa.

Uhm, però questa è una posizione che comporta l'agire nel mondo. Il male può accadere, ma faccio il possibile per evitarlo. Invece quello che noi diciamo è: il male non deve accadere, e se non posso negarne l'esistenza, nego la mia capacità di soffrirne (la sensibilità, la 'femminilità', l'essere bassi, brutti, introversi, poveri, ecc.). In pratica, neghiamo il limite.

Blue Sky 23-05-2015 21:35

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da DarkRose90 (Messaggio 1520601)
Posso chiederti una cosa? Tu ti ritieni tendenzialmente estroversa o introversa? Per quel che ho potuto percepire tu sei estroversa, per un'estroversa è molto più facile guarire dalla fobia sociale perche' è già nella sua natura adattarsi al mondo esterno e alle situazioni sociali, superato l'ostacolo della fobia non ha altri ostacoli da suerare. Essere tendenzialmente piu concentrati su stessi è il naturale "modus operandi" dell'orientamento introverso, non un comportamento acquisito ma una tendenza, io da introversa ti dico che è difficile farne a meno, anche se si vorrebbe.

Credo che quando Blimunda parlava del tipico concentrarsi su di sè del fobico non si riferisse esattamente a quello che intendi tu, che è più un atteggiamento generale, che definirei di estrema introversione (se ho interpretato bene, poi vi spiegherete voi :mrgreen:).

Comunque la tua è un'osservazione molto interessante, la condivido. Penso che in alcuni casi sia più facile superare la fobia o l'ansia sociale perché c'è un desiderio genuino di aprirsi agli altri e vivere momenti positivi con altre persone.
L'unica cosa è che non credo che si tratti del binomio estroversione-introversione: io ad esempio non mi ritengo estroverso (nei test MBTI di cui una volta abbiamo parlato proprio con te :mrgreen: sono sempre uscito I---), eppure sento l'esigenza di avere rapporti interpersonali e provo piacere nello stare con le persone. Secondo me questo non vuol dire per forza essere estroversi.

Blimunda 23-05-2015 21:38

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 1520596)
Potresti approfondire la questione dell'accettazione del dolore? Riguardo il tuo passato, ad esempio, come hai proceduto?

Nel mio passato ho due situazioni importanti che mi hanno fatto soffrire. 1 è stato il trasferimento (cambiato casa, scuola, perso tutti gli amici) e 2 una situazione particolare con mio papà, (non voglio entrare nei dettagli ma diciamo che mi sono sentita non voluta-abbandonata)
Chiamamoli traumi o quello che vuoi, sono esperienza che mi hanno fatto soffrire, mi ha reso più fragile, hanno messo in discussione le mie sicurezza, anzi ho perse le sicurezze.
Prima del trasferimento (terza elementare) ero una bambina socievole, spensierata, non mi facevo problemi, avevo molti amici, stavo bene insomma.
Da lì ho iniziato (per una serie di ragioni tra cui amicizie dannose per la mia autostima, prese in giro, ecc) a perdere sicurezza in me stessa e a preoccuparmi molto del giudizio degli altri, ad avere ansia, ecc.
In terapia l'analisi del passato e delle "cause" della sofferenza sono importanti. Diciamo che i passaggi fondamentali sono stati.
1. Perdonare, tutte le persone da cui mi sono sentita ferita, tradita, malgiudicata, maltrattata. Perdonare me stessa.
2. Accettare: tutte le situazioni che mi hanno provocato dolore, e il fatto stesso di aver sofferto, di aver "permesso" che gli altri mi facessero soffrire.
Perdonare e accettare, credo siano le basi per andare avanti. L'unico modo per non vivere nel passato (credo che anche questo sia un nodo importante della fobia sociale) è accettare il passato.
Perdonare è fondamentale, soprattutto credo sia importante perdonare i propri genitori, e comprendere le loro scelte, azioni, errori. Per me è stato perdonare mio padre. è stato molto difficile.
Questi sono i passaggi fondamenti per crescere (altro punto importante ella fobia sociale, ma non solo). Assumersi pienamente la responsabilità della propria vita. Questo l'ho capito davvero solo di recente. E non è da confondere con colpa, non è colpa ma responsabilità. sono due cose molto diverse.
Quando hai perdonato, accettato, smetti di incolpare gli altri per la tua situazione, puoi diventare attore della tua vita, prendoti la responsabilità. (=Crescere)

Poi, accettare il dolore. Diciamo che hai subito un trama (qualsiasi sia la sua entità) vuol dire che hai subito un dolore che non sei stato in grado di gestire (non avevi gli strumenti, eri piccolo, era troppo per te). Questo dolore lo associ a una situazione. Esempio nella fobia sociale, associ il DOLORE alle persone. A relazionarsi con le persone, a entrare in intimità, ad aprirti. la convinzione radicata è che le persone Così nasce la fobia, pur di evitare di rivivere questo DOLORE passato che comunque NON SPERIMENTERAI MAI più, perchè appunto è passato ed è stato traumatico per una serie di cose che ho detto prima. Relazionarsi con gli altri si associa a quel DOLORE VECCHIO, quindi nel presente stai vivendo una paura passata, non attuale.
Relazionarsi con gli altri PUò creare DOLORE, ma il dolore che può derivare tu ORA sei capace di gestirlo, affrontarlo. Dopotutto quando dolore stai sopportando ora, per evitare la POSSIBILITà di un dolore?

Sylvie 23-05-2015 21:40

Beh bello che qualcuno riesca a "guarire".
Datemi un lavoro decente ben pagato e vado anch'io in terapia.
Invece sono una poraccia sfigata a cui accadono sfighe ogni volta che le cose sembra stiano andando bene.

XL 23-05-2015 21:42

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda
Le cose vanno così e così. Non succede niente di particolare. Ne malissimo nè benissimo. Non ti diverti granchè interagisci pochi, ma ti porti a casa l'uscita, diciamo. Tornato a casa inizi a riflettere su tutta la serata, sulle cose che volevi dire ma non hai detto, su cosa potevi fare, ecc, e magari finisci per INCOLPARTI di non essere stato abbastanza socievole, simpatico,e cc. E pensi TUTTO QUESTA FATICA PER NIENTE, allora non ne vale la pena, non cambierò mai, sarà sempre così, e bla bla bla. Alla prossima uscita che si prospetterà penserei "ma che ci vado a fare, non ne vale la pena"
in queste dinamiche che ho raccontato, si nota come la troppa aspettativa ti porta a negativizzare qualsiasi esperienza, e usare poi la non riuscita dell'uscita come scusa per non ripetere l'uscita. La paura nasce dall'aspettativa, riduci l'aspettative e riduci la paura. Riduci la paura e affronti meglio le situazioni.
Allora in virtù di queste dinamica, non credi che sia più funzionale attuare la "strategia" di cui parlo io? Non dico che se non hai aspettative allora cambi la tua vita, ma che puoi vivere certe situazioni con più serenità e leggerezza, due cose fondamentali per superare il disagio e quindi la fobia.

Ma il motivo per cui magari mi vado a barcamenare in una situazione fastidiosa per me quale sarebbe?
Se riducessi l'aspettativa, ridurrei pure la motivazione che dovrebbe spingermi a buttarmi in una situazione e provare a fare certe cose.
Per fare qualcosa tu devi essere motivato... Se non avessi aspettative, il motivo per cui poi dovrei fare certe cose quale sarebbe? :nonso:

Certe cose comunque effettivamente le faccio senza aspettative (relazionali), ma non mi sembra che poi per magia arriva quel che desidero davvero quando non ci sono queste aspettative.
Ti faccio un esempio: esco a fare una passeggiata (senza aspettative di incontrare la donna della vita o anche una donna soltanto), ed io esco spesso, ma non è che poi per magia arrivano le relazioni con l'altro sesso e quant'altro.
Se continuo ad uscire e non interagisco (prima o poi), motivato seriamente anche dall'aspettativa di conoscere qualcuna, nessuna conosco, esco e basta, punto.
Non esco con l'aspettativa e non esco con la paura, ma non mi pare che uscendo così e con leggerezza conosci gente. I problemi relazionali restano comunque.
Io di uscite di questo tipo me ne porto a casa molte, ma certi altri problemi non mi sembra che così li risolvo. Ad esempio io posso non parlare anche con persone che conosco, non è che non parlo perché sono bloccato dalla paura, semplicemente non mi viene nulla da dire che mi interessa condividere. Adesso mi interessa parlare e scrivo, anche molto, ma potrei uscire con una persona e non dire nulla per diverso tempo, e non per paura di chissà cosa.

Inoltre poi in certe altre situazioni, a differenza della passeggiata, non mi ci andrei a ficcare per il piacere di andarci (le trovo addirittura fastidiose sotto vari aspetti), perciò sarei motivato a starci dentro (a queste situazioni) solo dalla speranza di ottenere certe altre cose che bilancino poi la sopportazione che devo sorbirmi, tolta questa motivazione qua (l'aspettativa di beccare certe cose), perché tu dici che non dovrei sperare tanto di ottenerle queste cose (così si riduce la paura di non beccarle), la motivazione che dovrebbe spingermi a sopportare queste situazioni, sgradevoli per me, quale sarebbe poi? :nonso:

Io non sono affatto ben disposto al sacrificio né mi interessa allenarmi alla sopportazione del dolore tanto per sopportarlo (fisico o psicologico) con l'obiettivo di sopportarlo o adattarmi a questo (agisco per aumentare il piacere o per evitare il dolore non per abituarmi a sopportarlo), non è un valore per me, lo dico chiaramente, perché se qualcuno volesse educarmi in tal senso e pensasse che il problema è quello di convincermi a sacrificarmi in certi sensi, psicoterapeuta o altro, se lo può scordare, non riuscirà a convincermi fino alla fine dei tempi anche se venisse accompagnato dal padreterno in persona.

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda
Nella mia esperienza, al lavoro ci si adatta. Questo perchè impari a gestire le varie situazioni che puoi incontrare, che in un lavoro non sono infinite, ma si ripetono e dopo un po' di tempo, si prende confidenza. Quindi non è che impari a soffrire, ma con il tempo ti adatti.

Ma perché io alla scuola non mi ci sono "adattato"? Eppure ci sono andato per metà della mia vita...
A queste cose qua io non mi ci sono adattato affatto volentieri col tempo. A costringermi a fare certe cose, posso farlo, nessuno me lo impedisce, ma bene alla fine io non sto comunque.

Poi tu prima hai parlato di lacrime... Adesso cosa fai indori la pillola?
Una persona che piange o si sente spinta da una situazione lavorativa a piangere non direi che prende confidenza un po' alla volta con certe cose, mi sembra che ho ragione io nel sostenere che si allena a resistere alla sofferenza.

Blimunda 23-05-2015 21:44

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da DarkRose90 (Messaggio 1520601)
Posso chiederti una cosa? Tu ti ritieni tendenzialmente estroversa o introversa? Per quel che ho potuto percepire tu sei estroversa, per un'estroversa è molto più facile guarire dalla fobia sociale perche' è già nella sua natura adattarsi al mondo esterno e alle situazioni sociali, superato l'ostacolo della fobia non ha altri ostacoli da suerare. Essere tendenzialmente piu concentrati su stessi è il naturale "modus operandi" dell'orientamento introverso, non un comportamento acquisito ma una tendenza, io da introversa ti dico che è difficile farne a meno, anche se si vorrebbe.

Non vedo una distinzione netta, comunque credo di essere più introversa (tendenza alla riflessione, coltivare piaceri solitarie, scrivere, disegnare) ma mi piace anche stare con le persone, per dire di recente mi diverto anche a ballare in discoteca (qua partiranno gli estrovesona!!) il fatto è che si possono avere diversi aspetti, uno più leggero, spensierato, casinista anche perchè no, e uno più riflessivo, introverso,ecc

Blue Sky 23-05-2015 21:51

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1520661)
Non vedo una distinzione netta, comunque credo di essere più introversa (tendenza alla riflessione, coltivare piaceri solitarie, scrivere, disegnare) ma mi piace anche stare con le persone, per dire di recente mi diverto anche a ballare in discoteca (qua partiranno gli estrovesona!!) il fatto è che si possono avere diversi aspetti, uno più leggero, spensierato, casinista anche perchè no, e uno più riflessivo, introverso,ecc

Mi ritrovo molto in questa riflessione.

p.s. anche a me è capitato, qualche volta, di divertirmi molto in discoteca, anche se ormai non ci vado da tempo.

Blimunda 23-05-2015 21:55

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1520660)
Ma il motivo per cui magari mi vado a barcamenare in una situazione fastidiosa per me quale sarebbe? :nonso:

Stare bene? Vivere la vita?

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1520660)
Se riducessi l'aspettativa, ridurrei pure la motivazione che dovrebbe spingermi a buttarmi in una situazione e provare a fare certe cose.
Per fare qualcosa tu devi essere motivato... Se non avessi aspettative, il motivo per cui poi dovrei fare certe cose quale sarebbe? :nonso:

Certe cose comunque effettivamente le faccio senza aspettative (relazionali), ma non mi sembra che poi per magia arriva quel che desidero davvero quando non ci sono queste aspettative.
Ti faccio un esempio: esco a fare una passeggiata (senza aspettative di incontrare la donna della vita o anche una donna soltanto), ed io esco spesso, ma non è che poi per magia arrivano le relazioni con l'altro sesso e quant'altro.
Se continuo ad uscire e non interagisco (prima o poi), motivato seriamente anche dall'aspettativa di conoscere qualcuna, nessuno conosco, esco e basta, punto. I problemi poi relazionali restano.
Io di uscite di questo tipo me ne porto a casa molte, ma certi altri problemi non mi sembra che così li risolvo.

Inoltre poi in certe altre situazioni, a differenza della passeggiata, non mi ci andrei a ficcare per il piacere di andarci (le trovo addirittura fastidiose sotto vari aspetti), perciò sarei motivato a starci dentro (a queste situazioni) solo dalla speranza di ottenere certe altre cose che bilancino poi la sopportazione che devo sorbirmi, tolta questa motivazione qua, perché tu dici che non dovrei sperare tanto di ottenerle queste cose, la motivazione che dovrebbe spingermi a sopportare queste situazioni, sgradevoli per me, quale sarebbe poi? :nonso:

Io non sono affatto ben disposto al sacrificio, non è un valore per me, lo dico chiaramente, perché se qualcuno volesse educarmi in tal senso e pensasse che il problema è quello di convincermi a sacrificarmi in certi sensi, psicoterapeuta o altro, se lo può scordare.

XL, visto che metti in dubbio "la guarigione", vorrei capire ma tu che cosa vuoi dalla vita, come sarebbe per te stare meglio? da quello che ho capito leggendo tra le righe (dimmi se mi sbaglio) è che vuoi trovarti una donna e punto. perchè dici, esco a fare una passeggiata (ma passeggiando dai, solo nei film si incontra qualcuno) e non trovo nessuno. La motivazione non dev'essere "trovare la ragazza" ma STARE BENE CON TE STESSO!!!! smettere di avere i disagi, la mentalità fobica.

Ansiaboy 23-05-2015 22:09

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
paradossalmente ballare in discoteca non è molto da estroversi

mica devi metter a socializzar, scherzar etc. etc.


poi se si trova una cosa "fastidiosa" come si fa a dir di "viver la vita", ma che significa? :o
uno dovrebbe far le cose che più gli piacciono e interessono senza farsi influenzar da mode

XL 23-05-2015 23:23

Quote:

Originariamente inviata da Blimunda
La motivazione non dev'essere "trovare la ragazza" ma STARE BENE CON TE STESSO!!!! smettere di avere i disagi, la mentalità fobica.

A me quel che manca molto e più di tutto è una donna (intendo una relazione in cui c'è reciprocità attrattiva) e questi tipi di relazioni qua, i disagi per me coincidono con queste mancanze qua non è che sono separati da queste, smettere di avere disagi questo significa per me.
Se da fobico (molto timido o come vuoi chiamarlo tu) senza questi tipi di relazioni passo a non-fobico senza questi tipi di relazioni non saprei cosa farmene di questa "guarigione".
Le mie motivazioni queste sono, ora o si usano queste motivazioni qua oppure non si usa proprio nulla, perché non c'è nient'altro da utilizzare nel mio specifico caso.
A vivere la vita, la vivi sempre e comunque in qualsiasi stato ti trovi, il problema di fondo è viverla bene secondo le proprie idee di cosa sia questo bene (concetto che varia da individuo ad individuo insieme anche alle motivazioni).

Walla 23-05-2015 23:36

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
ciao, sono contenta per te. Non ho letto tutti i commenti può darsi tu abbia già risposto. A proposito di ciò che scrivi:

"Non puoi sfondare un muro con la testa, ma devi trovare, per così dire il modo di aggirarlo. Bisogna cambiare la modalità con cui ci si rapporta con sè stessi e gli altri. Soprattutto bisogna accettare il dolore. La cosa assurda della fs è che soffriamo perchè scappiamo dalla possibilità ipotetica di provare dolore. Per quanto male si sta nella fs, quello che c'è fuori è ancora più terrificante. Cavolo, abbiamo paura del niente. L'origine del dolore nella nostra testa sono gli altri, quindi qualsiasi interazione sembra poterci annientare, quindi evitiamo, quindi siamo soli, quindi stiamo male, e così via": daccordissimo con te. Quante volte estroversi mi dicono che "non ci provo" solo perchè vorrebbero vedermi tentare chissà quali approcci... ma, come dici tu, non è una questione di "buttarsi" e, soprattutto, bisogna aggirare le difficoltà trovando la maniera di affrontarle in modo diverso.

"Sinceramente non credo che la cognitiva comportamentale sia la terapia ideale, perchè lavora sulle conseguenze del problema e non sulle cause. Credo che la strada più facile (per così dire) sia la terapia. Se dopo quattro cinque mesi non ci sono stati miglioramenti significativi nel modo di pensare, agire (il cambiamento lo avverti proprio dentro di te, senti che sei cambiato) spesso è inutile andare avanti, forse la terapia non è giusta per voi, e non vi intendete con lo psicologo, ecc. Senza terapia la vedo difficile, ci vuole qualcuno che ti aiuti a vederti chiaramente": io sto facendo da sola ma basandomi su libri di terapia cognitivo comportamentale. Quindi si può dire che sia aiutata, infatti i miglioramenti significativi li ho visti dopo i 4, 5 mesi che dici tu. per farti un esempio non riuscivo ad entrare in un negozio per fare acquisti, dopo alcuni mesi di esercizio sono riuscita. La cognitiva la trovo molto valida ma è fondamentale, a mio avviso, associare l'aspetto comportamentale a quello cognitivo. Dopo un po' come dici tu non bastano i meri esercizi. Impari meccanicamente a fare le cose ma la paura generica in ogni situazione nuova permane. L'aspetto più complesso è cambiare il proprio modo di pensare.
...Suggerimenti?

cancellato16177 23-05-2015 23:44

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da Blimunda (Messaggio 1520661)
Non vedo una distinzione netta, comunque credo di essere più introversa (tendenza alla riflessione, coltivare piaceri solitarie, scrivere, disegnare) ma mi piace anche stare con le persone, per dire di recente mi diverto anche a ballare in discoteca (qua partiranno gli estrovesona!!) il fatto è che si possono avere diversi aspetti, uno più leggero, spensierato, casinista anche perchè no, e uno più riflessivo, introverso,ecc

tutti abbiamo sia una parte estroversa sia introversa ma tendiamo verso l'una o l'altra anche io andavo e a volte vado ancora in discoteca e anche io ho piacere a stare con altre persone il punto è che la mia tendenza introversa prende il sopravvento anche quando sono in situazioni sociali rendendomi meno socievole di un estroverso e quindi portandomi ad essere nettamente in svantaggio nelle situazioni sociali. Non sono un eremita che non ha mai visto gente ma non sarò' mai una vera e propria estroversa super socievole pur impegnandomi con tutta me stessa

alien boy 24-05-2015 00:16

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Si mettono tante cose nel termine fobia sociale, ma ci sono situazioni molto diverse tra loro. Sto cercando di indagare meglio le cause del mio disagio, lo sto facendo da solo, non seguito da nessuno. Ma il problema principale è capire cosa voglio e cosa posso fare. A me, ad esempio, una vita con pochi rapporti sociali e senza amicizie stabili non è la cosa che spaventa di più. La cosa che mi crea più preoccupazione è proprio qualcosa che sta nei legami, nelle relazioni, in ciò che possono portare. Non riesco ancora a visualizzare cos'è per me guarigione, perchè non so quale è la situazione che vorrei raggiungere. Quindi non so verso dove indirizzare i miei tentativi.
La risposta sarebbe provare a vivere le relazioni per capire, ma da sempre quando mi trovo in certe situazioni tutto ciò che cerco è non essere assorbito e il fatto è che riesco a trovarmi spiegazioni razionali a questo comportamento, penso che convenga fare così, che va bene così, pure se le conseguenze portano sofferenza. Per cui, ripeto, io non posso voler guarire perchè non conosco questa salute di cui si parla.
Credo che l'unica soluzione non sia una terapia d'urto, ma un impatto casuale con qualcosa che non ho mai conosciuto.

lupanisky 24-05-2015 00:20

Premetto:
Questo è ciò che penso io potete avere un'altra opinione completamente opposta...
Sul forum diciamo che con i vari post non ho mai trovato conforto,positività sono arrivato ad un punto che leggerli mi faceva più male che bene per questo ho deciso di abbandonarlo per un pò...

Blimunda 24-05-2015 00:40

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1520660)
Poi tu prima hai parlato di lacrime... Adesso cosa fai indori la pillola?
Una persona che piange o si sente spinta da una situazione lavorativa a piangere non direi che prende confidenza un po' alla volta con certe cose, mi sembra che ho ragione io nel sostenere che si allena a resistere alla sofferenza.

Non posso parlare per tutti, ma per me non è successo questo, non mi sono allenata a resistere alla sofferenza. Adesso a lavoro ci sto bene. Mi diverto pure.

Blimunda 24-05-2015 00:54

Re: "Guarire" si può. Leggete, per favore.
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1520698)
A me quel che manca molto e più di tutto è una donna (intendo una relazione in cui c'è reciprocità attrattiva) e questi tipi di relazioni qua, i disagi per me coincidono con queste mancanze qua non è che sono separati da queste, smettere di avere disagi questo significa per me.
Se da fobico (molto timido o come vuoi chiamarlo tu) senza questi tipi di relazioni passo a non-fobico senza questi tipi di relazioni non saprei cosa farmene di questa "guarigione".
Le mie motivazioni queste sono, ora o si usano queste motivazioni qua oppure non si usa proprio nulla, perché non c'è nient'altro da utilizzare nel mio specifico caso.
A vivere la vita, la vivi sempre e comunque in qualsiasi stato ti trovi, il problema di fondo è viverla bene secondo le proprie idee di cosa sia questo bene (concetto che varia da individuo ad individuo insieme anche alle motivazioni).

Ovviamente ognuno ha i propri obbiettivi. Ma se il tuo obbiettivo primario è trovarti una ragazza, e il problema è esclusivamente questo, non so perchè hai pontificato in tutti questi post sulle mie affermazioni. Se pensi che il problema centrale della fobia sociale sia il fatto di non riuscire a trovare una ragazza, hai una visione superficiale del problema. E aggiungo, non credi che se non fossi fobico ce l'avresti 'sta ragazza? Le persone "non complessate" belle, brutte, buone cattive, simpatiche antipatiche alla fine trovano sempre qualcuno. Tu vuoi curare il sintomo non la causa.

Quote:

Originariamente inviata da Walla (Messaggio 1520705)
ciao, sono contenta per te. Non ho letto tutti i commenti può darsi tu abbia già risposto. A proposito di ciò che scrivi:

comportamentale a quello cognitivo. Dopo un po' come dici tu non bastano i meri esercizi. Impari meccanicamente a fare le cose ma la paura generica in ogni situazione nuova permane. L'aspetto più complesso è cambiare il proprio modo di pensare.
...Suggerimenti?

Hai detto una cosa molto importante. Diciamo che è il limite che trovo nella cognitivo-comportamentale. Se io avessi dovuto prendere tutte le situazioni che mi facevano paura a una a una e sforzarmi di farle finchè raggiungevo uno stato in cui l'ansia spariva o era sopportabile, l'avrei trovato inutile, perchè per ogni nuova situazione avrei dovuto ripetere tutto il processo. In passato, ad esempio, mi ricordo che se facevo una cosa spesso l'ansia spariva, ma se poi "perdevo l'abitudine" ritornava come prima. Invece cambiando il modo di pensare, e lavorando su questo aspetto, impari a vivere tutte le situazioni che ti si presentano.

Quote:

Originariamente inviata da DarkRose90 (Messaggio 1520711)
tutti abbiamo sia una parte estroversa sia introversa ma tendiamo verso l'una o l'altra anche io andavo e a volte vado ancora in discoteca e anche io ho piacere a stare con altre persone il punto è che la mia tendenza introversa prende il sopravvento anche quando sono in situazioni sociali rendendomi meno socievole di un estroverso e quindi portandomi ad essere nettamente in svantaggio nelle situazioni sociali. Non sono un eremita che non ha mai visto gente ma non sarò' mai una vera e propria estroversa super socievole pur impegnandomi con tutta me stessa

Ovvio. Alla fine siamo tutti diversi. Bisogna imparare anche ad accettare i propri limiti (gli svantaggi di cui parli) come opportunità.


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