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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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E un meccanismo causa effetto che viene alimentato da ambo le parti, ma solo chi lo ha iniziato, se ne prende atto (consapevolezza) può interromperlo, perchè il problema è suo (del timido). Che poi non sia facile risolverlo, questo è un altro paio di maniche. Quote:
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
Secondo me la seconda probabilità si verifica più spesso.
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Comunque mi trovo d'accordo con Lanterna. :pensando: |
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MA il timido si autoesclude? :interrogativo: |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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Il timido non sa comunicare---> Gli altri non gli accordano condivisione e rispetto (il che è una forma di esclusione indiretta) ---> lui si sente a disagio nel gruppo ----> non è incentivato a partecipare ---> tende ad isolarsi (cioè ad autoescludersi) ---> il che conferma il pregiudizio negativo altrui ...e riattiva il ciclo. Chi è che comincia ad escludere? In questo caso il gruppo. Nel caso in cui il timido sia fondamentalmente un introverso (il che è ciò che accade di solito) a quanto detto si sovrappone la tendenza ad autoescludersi causata dalla necessità di avere grandi quantità di tempo da passare da solo con se stesso per sentirsi bene. Ma l'autoesclusione introversa (voluta) è tutta un'altra cosa dall'autoesclusione fobica (non voluta e causata dalla mancanza di rispetto & condivisione altrui). |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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Vediamo poi se Winston ha qualcosa da ridire. :D |
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
In genere un po' e un po' secondo me (e intendo un po' e un po' all'interno dello stesso gruppo e dello stesso set di relazioni).
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Non sono così sicuro che il timido non sappia comunicare, secondo me pensa che le cose gli andranno male perchè pensa che non sia in grado di comunicare(poca fiducia nelle sue capacità, cioè in se stesso) inoltre questo malpensare lo porta agli inizi dell'interazione anche ad avere una percezione distorta di quello che fanno gli altri nei suoi confronti(qui inizia l'autoesclusione), il timido si sente minacciato e inizia a prendere ancor di più le distanze, gli altri solo allora, seppur inconsciamente, lo escludono indirettamente. Insomma spesso il timido è mal predisposto, prevenuto, pensa che gli andrà male e poi gli và effettivamente male...magiaa:D Quote:
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
io escludo purtroppo, ne ho avuto la riprova anche ieri:piangere:
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La descrizione di queste dinamiche è poi resa ancora più difficile dal fatto che spesso restano a un livello inconscio e inespresso. |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
Nel mio caso sono io che escludo volontariamente o inconsciamente poi diventa normale venire esclusi...è inutile incazzarsi(parlo sempre per me)se poi si è i primi a evitare troppi contatti...cmq...un po sto provando a migliorarmi:timidezza::ciao:
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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quindi per me sono gli altri che escludono,perche' hanno i pregiudizi,essendo razzisti,ma essendo anche ipocriti e senza cervello manco se ne accorgono,una volta che il timido si sente piu' a disagio (per via del comportamento altrui) tende ad escludersi rimanendo sulle sue,questo fa si che gli altri si convincano che avevano ragione,e' proprio un "vergognoso",e' asociale,e da li' inizia la caccia..... |
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