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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Sylvia Plath 1932 - 1963
Io sono verticale Ma preferirei essere orizzontale. Non sono un albero con radici nel suolo succhiante minerali e amore materno così da poter brillare di foglie a ogni marzo, né sono la beltà di un'aiuola ultradipinta che susciti grida di meraviglia, senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali. Confronto a me, un albero è immortale e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa: dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia. Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle, alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi. Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso. A volte io penso che mentre dormo forse assomiglio a loro nel modo piu' perfetto - con i miei pensieri andati in nebbia. Stare sdraiata è per me piu' naturale. Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio, e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre: finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La vera prigione ( K. Saro-Wiwa)
Non è il tetto che perde Non sono nemmeno le zanzare che ronzano Nella umida, misera cella. Non è il rumore metallico della chiave Mentre il secondino ti chiude dentro. Non sono le meschine razioni Insufficienti per uomo o bestia Neanche il nulla del giorno Che sprofonda nel vuoto della notte Non è Non è Non è Sono le bugie che ti hanno martellato Le orecchie per un'intera generazione E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari In cambio di un misero pasto al giorno. Il magistrato che scrive sul suo libro La punizione, lei lo sa, è ingiusta La decrepitezza morale L'inettitudine mentale Che concede alla dittatura una falsa legittimazione La vigliaccheria travestita da obbedienza In agguato nelle nostre anime denigrate è la paura di calzoni inumiditi Non osiamo eliminare la nostra urina E' questo E' questo E' questo Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero In una cupa prigione. //E adesso vado a dormire. Buonanotte! |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ho tanta fede in te (Eugenio Montale) Ho tanta fede in te che durerà (è la sciocchezza che ti dissi un giorno) finché un lampo d'oltre mondo distrugga quell'immenso cascame in cui viviamo. Ci troveremo allora in non so che punto se ha un senso dire punto dove non è spazio a discutere qualche verso controverso del divino poema. So che oltre il visibile e il tangibile non è vita possibile ma l'oltrevita è forse l'altra faccia della morte che portammo rinchiusa in noi per anni e anni. Ho tanta fede in me e l'hai riaccesa tu senza volerlo senza saperlo perché in ogni rottame della vita di qui è un trabocchetto di cui nulla sappiamo ed era forse in attesa di noi spersi e incapaci di dargli un senso. Ho tanta fede che mi brucia; certo chi mi vedrà dirà è un uomo di cenere senz'accorgersi ch'era una rinascita. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Que diras-tu ce soir, pauvre âme solitaire
Que diras-tu ce soir, pauvre âme solitaire, Que diras-tu, mon coeur, coeur autrefois flétri, À la très belle, à la très bonne, à la très chère, Dont le regard divin t'a soudain refleuri? — Nous mettrons notre orgueil à chanter ses louanges: Rien ne vaut la douceur de son autorité Sa chair spirituelle a le parfum des Anges Et son oeil nous revêt d'un habit de clarté. Que ce soit dans la nuit et dans la solitude Que ce soit dans la rue et dans la multitude Son fantôme dans l'air danse comme un flambeau. Parfois il parle et dit: «Je suis belle, et j'ordonne Que pour l'amour de moi vous n'aimiez que le Beau; Je suis l'Ange gardien, la Muse et la Madone.» Stasera che dirai, povera anima solitaria, che dirai, mio cuore, cuore appassito un tempo a lei che è tanto bella, tanto buona, tanto cara, e t'ha all'istante fatto rifiorire con il divino sguardo? Mettiamoci d'orgoglio a cantare le sue lodi: nulla vale la sua dolce autorità! Profumo d'Angeli ha la sua spirituale carne! Come ci veste d'un abito di luce quel suo occhio! Di notti e in solitudine, sulla strada e tra la gente, il suo fantasma danza in aria come fiaccola! A volte parla e dice: < Sono bella e ordino che per amore mio amiate solo il Bello; sono l'Angelo custode, la Musa e la Madonna! > E non sapevo fosse stata tradotta in inglese dal genio di Edna St. Vincent Millay: What shall you say tonight, poor soul so full of care, What shall you say, my heart, heart hitherto so sad, To the most kind, to the most dear, to the most fair, Whose pure serene regard has made you proud and glad? — We shall set all our pride to sing her holy praise! What sweetness to be hers! To live beneath her sight! Half spirit is her flesh, angelic all her ways; Her glance alone invests us in a robe of light! Whether in solitude and deep obscurity, Whether by day among the moving crowd it be, Her phantom like a torch in air will dance and run; It speaks: "Beauty is mine; Authority is mine; Love only, for my sake, the noble and the fine: I am thine Angel, Muse, Madonna, all in one." |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
E con questa chiudo la giornata.
La prima parte di una delle più belle poesie del secolo scorso. Il fuoco d'artifizio del maltempo sarà murmure d'arnie a tarda sera. La stanza ha travature tarlate ed un sentore di meloni penetra dall'assito. Le fumate morbide che risalgono la valle d'elfi e di funghi fino al cono diafano della cima m'intorbidano i vetri, e ti scrivo da qui, da questo tavolo remoto, dalla cellula di miele di una sfera lanciata nello spazio e le gabbie coperte, il focolare dove i marroni esplodono, le vene di salnitro e di muffa sono il quadro dove tra poco romperai. La vita che t'affabula è ancora troppo breve se ti contiene! Schiude la tua icona il fondo luminoso. Fuori piove. |
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Pochissimi poeti si possono permettere le rime più banali
Per lei Per lei voglio rime chiare, usuali: in -are. Rime magari vietate, ma aperte: ventilate. Rime coi suoni fini (di mare) dei suoi orecchini. O che abbiano, coralline, le tinte delle sue collanine. Rime che a distanza (Annina era cosí schietta) conservino l'eleganza povera, ma altrettanto netta. Rime che non siano labili, anche se orecchiabili. Rime non crepuscolari, ma verdi, elementari. -- Giorgio Caproni |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Un grandissimo poeta: Rumi.
I died as a mineral and became a plant... I died as a mineral and became a plant, I died as plant and rose to animal, I died as animal and I was Man. Why should I fear? When was I less by dying? Yet once more I shall die as Man, to soar With angels bless'd; but even from angelhood I must pass on: all except God doth perish. When I have sacrificed my angel-soul, I shall become what no mind e'er conceived. Oh, let me not exist! for Non-existence Proclaims in organ tones, To Him we shall return. La seconda di sapore oraziano. The Lovers The lovers will drink wine night and day. They will drink until they can tear away the veils of intellect and melt away the layers of shame and modesty. When in Love, body, mind, heart and soul don't even exist. Become this, fall in Love, and you will not be separated again. |
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IO (poesia di Majakovskij)
Io, taumaturgo di ogni tripudio, non ho con chi andare alla festa. Cadrò di schianto, supino, sfracellandomi il capo sulle pietre del Nevski! Ho bestemmiato. Ho urlato che Dio non esiste, e lui ha tratto dal fondo degli inferi una donna che farebbe tremare una montagna, e mi ha comandato: amala! |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
When I have Fears That I May Cease To Be
by John Keats WHEN I have fears that I may cease to be Before my pen has glean'd my teeming brain, Before high piled books, in charact'ry, Hold like rich garners the full-ripen'd grain; When I behold, upon the night's starr'd face, Huge cloudy symbols of a high romance, And think that I may never live to trace Their shadows, with the magic hand of chance; And when I feel, fair creature of an hour! That I shall never look upon thee more, Never have relish in the faery power Of unreflecting love;—then on the shore Of the wide world I stand alone, and think, Till Love and Fame to nothingness do sink. Uno dei "Terrible Sonnets"... I WAKE and feel the fell of dark, not day. What hours, O what black hoürs we have spent This night! what sights you, heart, saw; ways you went! And more must, in yet longer light's delay. With witness I speak this. But where I say Hours I mean years, mean life. And my lament Is cries countless, cries like dead letters sent To dearest him that lives alas! away. I am gall, I am heartburn. God's most deep decree Bitter would have me taste: my taste was me; Bones built in me, flesh filled, blood brimmed the curse. Selfyeast of spirit a dull dough sours. I see The lost are like this, and their scourge to be As I am mine, their sweating selves; but worse. E l'apertura di Pianissimo... Taci, anima stanca di godere e di soffrire (all'uno e all'altro vai rassegnata). Nessuna voce tua odo se ascolto: non di rimpianto per la miserabile giovinezza, non d'ira o di speranza, e neppure di tedio. Giaci come il corpo, ammutolita, tutta piena d'una rassegnazione disperata. Noi non ci stupiremmo, non è vero, mia anima, se il cuore si fermasse, sospeso se ci fosse il fiato... Invece camminiamo. camminiamo io e te come sonnambuli. E gli alberi son alberi, le case sono case, le donne che passano son donne, e tutto è quello che è, soltanto quel che è. La vicenda di gioia e di dolore non ci tocca. Perduta ha la sua voce la sirena del mondo, e il mondo è un grande deserto. Nel deserto io guardo con asciutti occhi me stesso. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Dei versi che dovrebbero leggere molti utenti di questo forum! (Forse li traduco)
Against Coupling by Fleur Adcock I write in praise of the solitary act: of not feeling a trespassing tongue forced into one's mouth, one's breath smothered, nipples crushed against the rib-cage, and that metallic tingling in the chin set off by a certain odd nerve: unpleasure. Just to avoid those eyes would help- such eyes as a young girl draws life from, listening to the vegetal rustle within her, as his gaze stirs polypal fronds in the obscure sea-bed of her body, and her own eyes blur. There is much to be said for abandoning this no longer novel exercise- for now 'participating in a total experience'-when one feels like the lady in Leeds who had seen The Sound Of Music eighty-six times; or more, perhaps, like the school drama mistress producing A Midsummer Night's Dream for the seventh year running, with yet another cast from 5B. Pyramus and Thisbe are dead, but the hole in the wall can still be troublesome. I advise you, then, to embrace it without encumberance. No need to set the scene, dress up (or undress), make speeches. Five minutes of solitude are enough-in the bath, or to fill that gap between the Sunday papers and lunch. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Le cento città
Ognuno ha le sue prigioni, mentali, fisiche. Ognuno ci convive. Ma quando le pareti cominciano a restringersi, le facce diventano anonime. Quando lo specchio comincia a darti del tu quando i marciapiedi ti provocano vertigini e la strada sembra il tuo tappeto rosso metti insieme il tuo bagaglio. Riempilo di ricordi, speranze, parole, storie vissute e storie da vivere riempilo di emozioni, musiche, liti, illusioni d’epoca, domande e risposte. Trovati un amico e comincia la condivisione, l’esplorazione. Vai a caso, lascia le tue lacrime sul cuscino, incontrati con la vita, scontrati con il dolore ruba l’amore. Non avere una meta ma cento, prova a ritornare perché il ritorno dà senso al viaggio. Pensa a Polifemo e alla sua solitudine e rispetta la solitudine altrui. Gira intorno al mondo non girare con lui. Affrancati da te stesso e dall’attesa. Per amare la vita bisogna tradire le aspettative. Guardati intorno e guardati da chi si professa libero. Il sapore della libertà è la paura. Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
In questi giorni rileggevo La luna e i falò, che è un testo religioso, nonostante quel che si è detto (cfr. Fortini): l'angoscia rifiuta la Rivolta e si fa Credo. Ma il rito non è propiziatorio se non di morte. Per capirlo, basta rileggere il sacerdote dell'angelologia negativa.
Semper eadem « D’où vous vient, disiez-vous, cette tristesse étrange, Montant comme la mer sur le roc noir et nu? » – Quand notre coeur a fait une fois sa vendange Vivre est un mal. C’est un secret de tous connu, Une douleur très simple et non mystérieuse Et, comme votre joie, éclatante pour tous. Cessez donc de chercher, ô belle curieuse! Et, bien que votre voix soit douce, taisez-vous! Taisez-vous, ignorante! âme toujours ravie! Bouche au rire enfantin! Plus encor que la Vie, La Mort nous tient souvent par des liens subtils. Laissez, laissez mon coeur s’enivrer d’un mensonge, Plonger dans vos beaux yeux comme dans un beau songe Et sommeiller longtemps à l’ombre de vos cils! "Donde viene, dicevate, questa strana tristezza, che sale come il mare sulla roccia nera e nuda?" − Una volta che il nostro cuore ha fatto la sua vendemmia vivere è un male. È un segreto noto a tutti. Un dolore molto semplice e privo di mistero e, come la vostra gioia, a tutti evidente. Cessate dunque d'indagare, o bella curiosa! E benché sia soave la vostra voce, tacete! Tacete, ignorante! anima sempre lieta! Bocca dal riso infantile! Ancor più che la Vita la Morte spesso ci tiene con fili sottili. Lasciate, lasciate il mio cuore inebriarsi d'una menzogna, immergersi nei vostri begli occhi come in un bel sogno e sonnecchiare lungamente all'ombra delle vostre ciglia! |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
L'ultima poesia delle osservazioni di Prufrock, letta dall'uomo la cui voce fu like the thunder of God.
La Figlia Che Piange by T. S. Eliot O quam te memorem Virgo... Stand on the highest pavement of the stair- Lean on a garden urn- Weave, weave the sunlight in your hair- Clasp your flowers to you with a pained surprise- Fling them to the ground and turn With a fugitive resentment in your eyes: But weave, weave the sunlight in your hair. So I would have had him leave, So I would have had her stand and grieve, So he would have left As the soul leaves the body torn and bruised, As the mind deserts the body it has used. I should find Some way incomparably light and deft, Some way we both should understand, Simple and faithless as a smile and shake of the hand. She turned away, but with the autumn weather Compelled my imagination many days, Many days and many hours: Her hair over her arms and her arms full of flowers. And I wonder how they should have been together! I should have lost a gesture and a pose. Sometimes these cogitations still amaze The troubled midnight and the noon's repose. Qui c'è una pagina utile alla lettura: http://modernism.research.yale.edu/w...lia_Che_Piange |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Amo i Cadaveri
Oh ne ho visti di cadaveri non immagineresti quanti percorrono le vie del centro alcuni vestono male altri peggio hanno sorrisi da psicofarmaci felicità da spot televisivi e ombrelli per non bagnarsi quando piove vivere con loro è difficile puzzano di vita indotta e sanno essere affabili con 24ore e borse di Prada i cadaveri ti guardano sai conoscono frasi pronte al microonde ed hanno soluzioni garantite in comode rate con mutui a tasso variabile ho mangiato con loro ci siamo scambiati calici di vino rigori in televisione film di dubbio gusto i cadaveri hanno un governo ti regalano arti meccanizzati coscienze in lega prestigiosa acciaio inossidabile ti ficcano una presa dietro la nuca e sei in On e Off con il mondo questi cadaveri hanno denti aguzzi strappano carne da tagliate di marchigiana spiluccano rughetta amaro e caffè pagano il conto i cadaveri non muoiono ma sanno vivere tu puoi solo esistere (Secondo Premio) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Je voudrais pas crever... Je voudrais pas crever Avant d'avoir connu Les chiens noirs du Mexique Qui dorment sans rêver Les singes à cul nu Dévoreurs de tropiques Les araignées d'argent Au nid truffé de bulles Je voudrais pas crever Sans savoir si la lune Sous son faux air de thune A un coté pointu Si le soleil est froid Si les quatre saisons Ne sont vraiment que quatre Sans avoir essayé De porter une robe Sur les grands boulevards Sans avoir regardé Dans un regard d'égout Sans avoir mis mon zobe Dans des coinstots bizarres Je voudrais pas finir Sans connaître la lèpre Ou les sept maladies Qu'on attrape là-bas Le bon ni le mauvais Ne me feraient de peine Si si si je savais Que j'en aurai l'étrenne Et il y a z aussi Tout ce que je connais Tout ce que j'apprécie Que je sais qui me plaît Le fond vert de la mer Où valsent les brins d'algues Sur le sable ondulé L'herbe grillée de juin La terre qui craquelle L'odeur des conifères Et les baisers de celle Que ceci que cela La belle que voilà Mon Ourson, l'Ursula Je voudrais pas crever Avant d'avoir usé Sa bouche avec ma bouche Son corps avec mes mains Le reste avec mes yeux J'en dis pas plus faut bien Rester révérencieux Je voudrais pas mourir Sans qu'on ait inventé Les roses éternelles La journée de deux heures La mer à la montagne La montagne à la mer La fin de la douleur Les journaux en couleur Tous les enfants contents Et tant de trucs encore Qui dorment dans les crânes Des géniaux ingénieurs Des jardiniers joviaux Des soucieux socialistes Des urbains urbanistes Et des pensifs penseurs Tant de choses à voir A voir et à z-entendre Tant de temps à attendre A chercher dans le noir Et moi je vois la fin Qui grouille et qui s'amène Avec sa gueule moche Et qui m'ouvre ses bras De grenouille bancroche Je voudrais pas crever Non monsieur non madame Avant d'avoir tâté Le goût qui me tourmente Le goût qu'est le plus fort Je voudrais pas crever Avant d'avoir goûté La saveur de la mort... |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Dopo Vian, un minore italiano che mi sembra abbia in comune con lo scrittore francese più d'una cosa...
Ernesto Ragazzoni Ballata Se ne vedono pel mondo che son osti... cavadenti boja, eccetera... o, secondo le fortune, grandorienti; c'è chi taglia e cuce brache, chi leoni addestra in gabbia, chi va in cerca di lumache, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . io fo buchi nella sabbia. I poeti, anime elette, riman laudi e piagnistei per l'amore di Giuliette di cui mai sono i Romei; i fedeli questurini metton argini alla rabbia dei colpevoli assassini; . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . io fo buchi nella sabbia. Sento intorno susurrarmi che ci sono altri mestieri..... bravi; a voi! scolpite marmi, combattete il beri-beri, allevate ostriche a Chioggia, filugelli in Cadenabbia fabbricate parapioggia, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . io fo buchi nella sabbia. O cogliete la cicoria od allori. A voi! Dio v'abbia tutti e quanti in pace, in gloria! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . io fo buchi nella sabbia. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Me sentivo quer frocio dì a le tacche,
cor fiatone: Tartaifel, Sor Paine psssst, nun correte tante, che so stracche!" Pier Paolo Pasolini |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Venere Anadiomene, Arthur Rimbaud
Come da un verde feretro di latta, una testa Dai bruni capelli esageratamente impomatati Da una vecchia tinozza emerge, lenta e ottusa, Con qualche deficienza piuttosto malmessa; e il collo grasso e grigio, le scapole larghe Sporgenti; il dorso corto che rientra ed esce; e i fianchi tondi che sembrano spiccar il volo; Il grasso sotto la pelle appare in piatte falde; La schiena è un po' rossa; e tutto ha un odore Stranamente orrendo; si notano soprattutto Cose singolari da osservare con la lente... Le reni hanno incise due parole: Clara Venus; e tutto questo corpo si muove e porge l'ampia groppa Schifosamente bella per un'ulcera all'ano. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Diamine, spero di non sembrare troppo presuntuoso se vi posto una mia poesia. Ma non mi pare esistano topic appositi per postare le proprie poesie e mi andava di condividerla con voi.
Ditemi che ne pensate :bene: NON PIU’ RESTITUITI Siamo vesti sdrucite svolazzanti fra cieli plumbei, fiato condensato in dissolvenza… Ci affanniamo zelanti fra gli interstizi della vita. Siamo noi le sbarre della prigione in cui ci releghiamo, i cerberi che sbuffano e ringhiano e alitano sul nostro domani. Non siamo che rumori di sottofondo nel concerto della vita, cartucce dei fucili puntate sui nostri stessi corpi inermi in fila, disposti ormai per l’esecuzione. Non siamo che macchie e accidenti su vergini tele contemplate da un pittore vecchio e spossato, meccanismi inceppati, sbuffanti polvere senza nessuno che possa né voglia oliarli. Siamo condannati all’autocoscienza, a udire il silenzio ispessirsi, a sentire quel filo assottigliarsi… Ci sentiamo stanchi, abusati, avviliti, presi, presi, e non più restituiti. Tornando in topic adoro questa poesia di Montale, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento senza se e senza ma! HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, ALMENO UN MILIONE DI SCALE Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Una roba che scrissi una decina di anni fa, al solito deprimente... peripezie di un giocattolo.
dreamy, morbido pupazzo di gomma, riempito con non so cosa, sfuggendo al proprio destino di rifiuto, abbandonato sopra una panchina di ferro, giocattolo rotto, sgualcito, si è ritrovato nelle mie mani, felicissime di accoglierlo e di tenerlo per sempre con sè. dreamy ha un volto sempre sorridente, - mi pareva un orsetto, arancio, non è mai sfiduciato, eppure il suo baricentro è errato!! dreamy non riesce a tenersi in piedi, cade sempre, inesorabilmente, in avanti, con la faccia che batte a terra. eppure non perde il suo sorriso. dreamy è contento, ottimista, pensa sempre positivo, malgrado l'abbiano lasciato, più volte abbandonato. nonostante sia vecchio e rotto, sa di poter contare su qualcuno che lo accolga tra le mani. almeno fino a quando il suo sorriso non si cancellerà, fino a ridursi in un puntino sospettoso. - dopo dieci anni il suo ricordo mi riaffiora, leggendo vecchi scritti a stento leggibili. - dreamy è un giocattolo, anch'io l'ho abbandonato, non so quando, non so dove, ne' un perchè. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Sventrate intere famiglie
oggi lunedì di intensa macellazione. Una vacca ha partorito un vitello negli occhi la paura di nascere il foro in mezzo il nostro contributo a tranquillizzarlo. Ivano Ferrari. Macello. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Dov'è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni e con la vita avrebbe ancora giocato. Lui che offrì la faccia al vento la gola al vino e mai un pensiero non al denaro, non all'amore né al cielo. Lui sì sembra di sentirlo cianciare ancora delle porcate mangiate in strada nelle ore sbagliate sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore "Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?". |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Giuseppe ungaretti,san martino del carso,questa poesia è quella che mi colpisce più nel profondo in assoluto :
Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Epitaffio
Muori, cane. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Tornando alla grande poesia, questa mi sembra adattissima: Francesco Petrarca, "Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena" Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena, e i fiori e l'erbe, sua dolce famiglia, et garrir Progne et pianger Filomena, e primavera candida e vermiglia. Ridono i prati, e 'l ciel si rasserena; Giove s'allegra di mirar sua figlia; l'aria e l'acqua e la terra è d'amor piena; ogni animal d'amar si riconsiglia. Ma per me, lasso, tornano i più gravi sospiri, che del cor profondo tragge quella ch'al ciel se ne portò le chiavi; e cantar augelletti, e fiorir piagge, e 'n belle donne oneste atti soavi sono un deserto, e fere aspre e selvagge. Parafrasi: Zefiro torna e riconduce il bel tempo, e fiori ed erbe, sua dolce compagnia, ed il garrire delle rondini e il canto dell'usignolo, e primavera limpida e purpurea. Ridono i prati e il cielo si rasserena; Giove si rallegra di guardare sua figlia; l'aria e l'acqua e la terra sono piene d'amore; ogni animale si ripropone ad amare. Ma per me, misero, tornano i più dolorosi sospiri, che dal profondo del cuore muove colei che al cielo se ne portò le chiavi; e il cantare degli uccellini e fiorire dei piani, e nelle belle donne virtuose i gesti dolci sono un'arida realtà, come fiere crudeli e selvagge. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Francesco Petrarca, "La vita fugge et non s'arresta una hora"
La vita fugge, et non s'arresta una hora, et la morte vien dietro a gran giornate, et le cose presenti et le passate mi dànno guerra, et le future anchora; e 'l rimembrare et l'aspettar m'accora, or quinci or quindi, sì che 'n veritate, se non ch'ì ò di me stesso pietate, ì sarei già di questi penser'fòra. Tornami avanti, s'alcun dolce mai ebbe 'l cor tristo; et poi da l'altra parte veggio al mio navigar turbati i vènti; veggio fortuna in porto, et stanco omai il mio nocchier, et rotte arbore et sarte, e i lumi bei che mirar soglio, spenti. Parafrasi: La vita fugge e non si ferma un attimo, e la morte viene dietro a marce forzate, e le cose del presente e del passato mi danno conflitti, e anche quelle del futuro. Ricordare il passato e attendere il futuro mi angoscia, ora da una parte ora dall'altra, cosicchè in verità se io non avessi pietà di me stesso, io mi sarei già tirato fuori da questi pensieri. Mi torna alla memoria se qualche momento dolce ebbe mai il mio cuore triste, e poi dall'altra parte (il futuro) vedo i venti contrari al mio navigare. Vedo la tempesta nel porto (nell'ultimo periodo della mia vita), e stanco ormai il mio timoniere (la mente e ragione), e spezzati l'albero e le corde, e privi di luce i begli occhi (di Laura) che ero solito ammirare. |
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Gaio Valerio Catullo, "Vivamus mea Lesbia"
Vivamus, mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum severiorum omnes unius aestimemus assis. Soles occidere et redire possunt; nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda. Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum. Dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse basiorum. Trad: Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo, e i brontolii dei vecchi arcigni tutti insieme non stimiamoli un soldo. I giorni possono tramontare e tornare; ma noi quando cade la breve luce della vita, dobbiamo dormire una sola interminabile notte. Dammi mille baci, poi altri cento, poi altri mille, poi ancora altri cento, poi di seguito mille, poi di nuovo altri cento. Quando poi ne avremo dati molte migliaia, confonderemo le somme, per non sapere, e perchè nessun malvagio ci possa invidiare, sapendo che esiste un dono così grande di baci. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Felicità
Dentro le mascelle di una via sassosa un bambino - nemmeno tanto magro - sgozzava una coppia di inoffensivi vecchietti e le finestre illuminate si spegnevano; il sangue dipingeva il bambino - nemmeno malvestito - che ripulendo il coltello esclamò: è fatta! Ivano Ferrari. La franca sostanza del degrado. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Catullo, "Ille mi par esse deo videtur"
Ille mi par esse deo videtur, ille, si fas est, superare divos, qui sedens adversus identidem te spectat et audit dulce ridentem, misero quod omnis eripit sensus mihi: nam simul te, Lesbia, aspexi, nihil est super mi postmodo vocis, lingua sed torpet, tenuis sub artus flamma demanat, sonitu suopte tintinant aures, gemina teguntur lumina nocte, Otium, Catulle, tibi molestum est; otio exsultas nimiumque gestis; otium et reges prius et beatas perdidit urbes. Traduzione: A me sembra pari a un dio, anzi, se è lecito, superare gli dèi, colui che, sedendo a te di fronte, incessantemente ti guarda e ti ascolta mentre dolcemente gli sorridi; a me misero questo toglie completamente i sensi: infatti non appena te, o Lesbia, vedo, non mi resta più un filo di voce, la lingua s'intorpidisce, tenue dentro le membra una fiamma discende, d'un loro stesso suono rimbombano le orecchie, entrambi gli occhi son coperti dalla notte. L'ozio, o Catullo, a te è pericoloso; per l'ozio ti esalti e troppo gioisci, l'ozio sia i re sia le città un tempo beate ha mandato in perdizione. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. ” Montale Ho riscoperto questa poesia dopo anni, bellissima |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Non verremo alla meta ad uno ad uno,
ma a due a due. Se ci conosceremo a due a due, noi ci conosceremo tutti, noi ci ameremo tutti e i figli un giorno rideranno della leggenda nera dove un uomo lacrima in solitudine. Paul Eluard |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La poesia che non ho scritto (Raymond Carver)
Ecco la poesia che volevo scrivere prima, ma non l’ho scritta perché ti ho sentita muoverti. Stavo ripensando a quella prima mattina a Zurigo. Quando ci siamo svegliati prima dell’alba. Per un attimo disorientati. Ma poi siamo usciti sul balcone che dominava il fiume e la città vecchia. E siamo rimasti lì senza parlare. Nudi. A osservare il cielo schiarirsi. Così felici ed emozionati. Come se fossimo stati messi lì proprio in quel momento. Bob Dylan's Dream (Bob Dylan) Mentre viaggiavo su un treno diretto ad ovest Mi sentii assonnato in cerca di un po’ di pace E feci un sogno che mi rese triste, riguardo me stesso ed i miei pochi amici Con gli occhi lucidi guardavo la stanza Dove i miei amici ed io avevamo trascorso molti pomeriggi Dove insieme ci riparavamo dalle tempeste, ridendo e cantando fino alle prime ore della mattina Vicino alla vecchia stufa a legna dove appoggiavamo i nostri cappelli, le nostre parole erano dette, le nostre canzoni cantate, dove non desideravamo niente ed eravamo completamente soddisfatti parlando e prendendo in giro il mondo fuori Con i nostri cuori frequentati dal caldo e dal freddo, non avremmo mai pensato di potere diventare vecchi. Pensavamo di poter sedere per sempre divertendoci Ma le possibilità erano di una su un milione. Così come era semplice distinguere il nero dal bianco, altrettanto semplice era distinguere il giusto dallo sbagliato. E le nostre scelte erano poche e non ci sfiorava il pensiero Che l'unica strada che percorrevamo potesse mai frantumarsi o dividersi. Quanti anni sono passati ed andati, e quante scommesse sono state perse e vinte, e quante strade sono state prese da tanti amici, che non ho più rivisto. Io spero, spero, spero invano, di potere semplicemente tornare a sederci in quella stanza di nuovo. Diecimila dollari darei volentieri senza ragione perché le nostre vite tornassero come quelle di una volta |
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
L'hanno persa e danno la colpa a te, Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi. Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa, O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie, O essendo odiato, non dare spazio all'odio, Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio; Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni; Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo, Se sai incontrarti con il Trionfo e la Rovina E trattare questi due impostori allo stesso modo. Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi, O guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte, E piegarti a ricostruirle con strumenti logori. Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce, E perdere, e ricominciare dal principio e non dire mai una parola sulla tua perdita. Se sai costringere il tuo cuore, tendini e nervi A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti, E a tenere duro quando in te non c'è più nulla Tranne la Volontà che dice loro: "Tenete duro!" Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù, O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con il popolo, Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi, Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo. Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi, Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio! Se - Kipling |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
io dirò un giorno i vostri ascosi nascimenti: A, nero vello al corpo delle mosche lucenti che ronzano al di sopra dei crudeli fetori, golfi d'ombra; E, candori di vapori e di tende, lance di ghiaccio, bianchi re, brividi di umbelle; I, porpore, rigurgito di sangue, labbra belle Che ridono di collera, di ebbrezze penitenti; U, cicli, vibrazioni sacre dei mari verdi, quiete di bestie ai campi, e quiete di ampie rughe che l'alchimia imprime alle fronti studiose. O, la suprema Tromba piena di stridi strani, silenzi attraversati dagli Angeli e dai Mondi: - O, l'Omega, ed il raggio violetto dei Suoi Occhi! En Français A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu: voyelles, Je dirai quelque jour vos naissances latentes: A, noir corset velu des mouches éclatantes Qui bombinent autour des puanteurs cruelles, golfes d'ombre; E, candeurs des vapeurs et des tentes, lances des glaciers fiers, rois blancs, frissons d'ombelles; I, pourpres, sang craché, rire des lèvres belles dans la colère ou les ivresses pénitentes; U, cycles, vibrement divins des mers virides, paix des pâtis semés d'animaux, paix des rides que l'alchimie imprime aux grands fronts studieux; O, suprême Clairon plein des strideurs étranges, silences traversés des Mondes et des Anges: - O l'Oméga, rayon violet de Ses Yeux! Arthur Rimbaud- Voyelles Quando hai allucinazioni su questa poesia mentre sei sotto effetto anestesia poche ore dopo essere stato operato, capisci che in effetti il buon Arthur aveva raggiunto il suo scopo |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Nous sommes en des temps infâmes
Viviamo in tempi infami dove il matrimonio delle anime deve suggellare l'unione dei cuori; in quest'ora di orribili tempeste non è troppo aver coraggio in due per vivere sotto tali vincitori. Di fronte a quanto si osa dovremo innalzarci, sopra ogni cosa, coppia rapita nell'estasi austera del giusto, e proclamare con un gesto augusto il nostro amore fiero, come una sfida. Ma che bisogno c'è di dirtelo. Tu la bontà, tu il sorriso, non sei tu anche il consiglio, il buon consiglio leale e fiero, bambina ridente dal pensiero grave a cui tutto il mio cuore dice: grazie! Nous sommes en des temps infâmes Où le mariage des âmes Doit sceller l'union des coeurs ; A cette heure d'affreux orages Ce n'est pas trop de deux courages Pour vivre sous de tels vainqueurs. En face de ce que l'on ose Il nous siérait, sur toute chose, De nous dresser, couple ravi Dans l'extase austère du juste, Et proclamant d'un geste auguste Notre amour fier, comme un défi. Mais quel besoin de te le dire ? Toi la bonté, toi le sourire, N'es-tu pas le conseil aussi, Le bon conseil loyal et brave, Enfant rieuse au penser grave, A qui, tout mon coeur dit : merci! Paul Verlaine, Nous sommes en des temps infame |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Canzoniere CXXXIV
Pace non trovo e non ho da far guerra e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio; e volo sopra 'l cielo, e giaccio in terra; e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio. Tal m'ha in pregion, che non m'apre nè sera, nè per suo mi riten nè scioglie il laccio; e non m'ancide Amore, e non mi sferra, nè mi vuol vivo, nè mi trae d'impaccio. Veggio senz'occhi, e non ho lingua, e grido; e bramo di perire, e chieggio aita; e ho in odio me stesso, e amo altrui. Pascomi di dolor, piangendo rido; egualmente mi spiace morte e vita: in questo stato son, donna, per voi. Francesco Petrarca |
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