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Blue_Moon 22-03-2013 20:07

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Sylvia Plath 1932 - 1963
Io sono verticale

Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.

Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo piu' perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me piu' naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.

Blue_Moon 23-03-2013 02:59

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
La vera prigione ( K. Saro-Wiwa)

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
è la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
E' questo
E' questo
E' questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.




//E adesso vado a dormire. Buonanotte!

Blue_Moon 23-03-2013 16:03

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ho tanta fede in te (Eugenio Montale)

Ho tanta fede in te
che durerà
(è la sciocchezza che ti dissi un giorno)
finché un lampo d'oltre mondo distrugga
quell'immenso cascame in cui viviamo.
Ci troveremo allora in non so che punto
se ha un senso dire punto dove non è spazio
a discutere qualche verso controverso
del divino poema.
So che oltre il visibile e il tangibile
non è vita possibile ma l'oltrevita
è forse l'altra faccia della morte
che portammo rinchiusa in noi per anni e anni.
Ho tanta fede in me
e l'hai riaccesa tu senza volerlo
senza saperlo perché in ogni rottame
della vita di qui è un trabocchetto
di cui nulla sappiamo ed era forse
in attesa di noi spersi e incapaci
di dargli un senso.
Ho tanta fede che mi brucia; certo
chi mi vedrà dirà è un uomo di cenere
senz'accorgersi ch'era una rinascita.

Rick Blaine 25-03-2013 03:42

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Que diras-tu ce soir, pauvre âme solitaire
Que diras-tu ce soir, pauvre âme solitaire,
Que diras-tu, mon coeur, coeur autrefois flétri,
À la très belle, à la très bonne, à la très chère,
Dont le regard divin t'a soudain refleuri?

— Nous mettrons notre orgueil à chanter ses louanges:
Rien ne vaut la douceur de son autorité
Sa chair spirituelle a le parfum des Anges
Et son oeil nous revêt d'un habit de clarté.

Que ce soit dans la nuit et dans la solitude
Que ce soit dans la rue et dans la multitude
Son fantôme dans l'air danse comme un flambeau.

Parfois il parle et dit: «Je suis belle, et j'ordonne
Que pour l'amour de moi vous n'aimiez que le Beau;
Je suis l'Ange gardien, la Muse et la Madone.»



Stasera che dirai, povera anima solitaria,
che dirai, mio cuore, cuore appassito un tempo
a lei che è tanto bella, tanto buona, tanto cara,
e t'ha all'istante fatto rifiorire con il divino sguardo?

Mettiamoci d'orgoglio a cantare le sue lodi:
nulla vale la sua dolce autorità!
Profumo d'Angeli ha la sua spirituale carne!
Come ci veste d'un abito di luce quel suo occhio!

Di notti e in solitudine,
sulla strada e tra la gente,
il suo fantasma danza in aria come fiaccola!

A volte parla e dice: < Sono bella e ordino
che per amore mio amiate solo il Bello;
sono l'Angelo custode, la Musa e la Madonna! >







E non sapevo fosse stata tradotta in inglese dal genio di Edna St. Vincent Millay:

What shall you say tonight, poor soul so full of care,
What shall you say, my heart, heart hitherto so sad,
To the most kind, to the most dear, to the most fair,
Whose pure serene regard has made you proud and glad?
— We shall set all our pride to sing her holy praise!
What sweetness to be hers! To live beneath her sight!
Half spirit is her flesh, angelic all her ways;
Her glance alone invests us in a robe of light!
Whether in solitude and deep obscurity,
Whether by day among the moving crowd it be,
Her phantom like a torch in air will dance and run;
It speaks: "Beauty is mine; Authority is mine;
Love only, for my sake, the noble and the fine:
I am thine Angel, Muse, Madonna, all in one."

Rick Blaine 25-03-2013 03:46

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
E con questa chiudo la giornata.

La prima parte di una delle più belle poesie del secolo scorso.


Il fuoco d'artifizio del maltempo
sarà murmure d'arnie a tarda sera.
La stanza ha travature
tarlate ed un sentore di meloni
penetra dall'assito. Le fumate
morbide che risalgono la valle
d'elfi e di funghi fino al cono diafano
della cima m'intorbidano i vetri,
e ti scrivo da qui, da questo tavolo
remoto, dalla cellula di miele
di una sfera lanciata nello spazio
e le gabbie coperte, il focolare
dove i marroni esplodono, le vene
di salnitro e di muffa sono il quadro
dove tra poco romperai. La vita
che t'affabula è ancora troppo breve
se ti contiene! Schiude la tua icona
il fondo luminoso. Fuori piove.

Labocania 25-03-2013 16:08

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da dany91 (Messaggio 1013297)
MATTEO MARIA BOIARDO, "INAMORAMENTO DE ORLANDO" (OD ORLANDO INNAMORATO) (I,I,1-3)

Signori e cavallier che ve adunati
Per odir cose dilettose e nove,
Stati attenti e quïeti, ed ascoltati
La bella istoria che ’l mio canto muove;
E vedereti i gesti smisurati,
L’alta fatica e le mirabil prove
Che fece il franco Orlando per amore
Nel tempo del re Carlo imperatore.

Non vi par già, signor, meraviglioso
Odir cantar de Orlando inamorato,
Ché qualunche nel mondo è più orgoglioso,
È da Amor vinto, al tutto subiugato;
Né forte braccio, né ardire animoso,
Né scudo o maglia, né brando affilato,
Né altra possanza può mai far diffesa,
Che al fin non sia da Amor battuta e presa.

Questa novella è nota a poca gente,
Perché Turpino istesso la nascose,
Credendo forse a quel conte valente
Esser le sue scritture dispettose,
Poi che contra ad Amor pur fu perdente
Colui che vinse tutte l’altre cose:
Dico di Orlando, il cavalliero adatto.
Non più parole ormai, veniamo al fatto.




LUDOVICO ARIOSTO, "ORLANDO FURIOSO" (I,1-4)

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l’ire e i giovenil furori
d’Agramante lor re, che si diè vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano.

Dirò d’Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai, né in rima:
che per amor venne in furore e matto,
d’uom che sì saggio era stimato prima;
se da colei che tal quasi m’ha fatto,
che ’l poco ingegno ad or ad or mi lima,
me ne sarà però tanto concesso,
che mi basti a finir quanto ho promesso.

Piacciavi, generosa Erculea prole,
ornamento e splendor del secol nostro,
Ippolito, aggradir questo che vuole
e darvi sol può l’umil servo vostro.
Quel ch’io vi debbo, posso di parole
pagare in parte e d’opera d’inchiostro;
né che poco io vi dia da imputar sono,
che quanto io posso dar, tutto vi dono.

Voi sentirete fra i più degni eroi,
che nominar con laude m’apparecchio,
ricordar quel Ruggier, che fu di voi
e de’ vostri avi illustri il ceppo vecchio.
L’alto valore e’ chiari gesti suoi
vi farò udir, se voi mi date orecchio,
e vostri alti pensier cedino un poco,
sì che tra lor miei versi abbiano loco.




Che belli!:cuore::cuore::cuore: Come vorrei leggerli tutti il prima possibile! Dannata università che mi toglie il tempo!:(

Tanto tanto belli! Da leggere e rileggere!

Rhoda 26-03-2013 23:56

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Pochissimi poeti si possono permettere le rime più banali

Per lei

Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era cosí schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.

-- Giorgio Caproni

Rick Blaine 28-03-2013 19:22

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Un grandissimo poeta: Rumi.

I died as a mineral and became a plant...


I died as a mineral and became a plant,
I died as plant and rose to animal,
I died as animal and I was Man.
Why should I fear? When was I less by dying?
Yet once more I shall die as Man, to soar
With angels bless'd; but even from angelhood
I must pass on: all except God doth perish.
When I have sacrificed my angel-soul,
I shall become what no mind e'er conceived.
Oh, let me not exist! for Non-existence
Proclaims in organ tones,
To Him we shall return.


La seconda di sapore oraziano.

The Lovers

The lovers
will drink wine night and day.
They will drink until they can
tear away the veils of intellect and
melt away the layers of shame and modesty.
When in Love,
body, mind, heart and soul don't even exist.
Become this,
fall in Love, and you will not be separated again.

Baloordo 28-03-2013 23:21

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
IO (poesia di Majakovskij)


Io,
taumaturgo di ogni tripudio,
non ho con chi andare alla festa.
Cadrò di schianto, supino,
sfracellandomi il capo sulle pietre del Nevski!
Ho bestemmiato.
Ho urlato che Dio non esiste,
e lui ha tratto dal fondo degli inferi
una donna che farebbe tremare una montagna,
e mi ha comandato:
amala!

Rick Blaine 29-03-2013 02:08

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
When I have Fears That I May Cease To Be

by John Keats


WHEN I have fears that I may cease to be
Before my pen has glean'd my teeming brain,
Before high piled books, in charact'ry,
Hold like rich garners the full-ripen'd grain;
When I behold, upon the night's starr'd face,
Huge cloudy symbols of a high romance,
And think that I may never live to trace
Their shadows, with the magic hand of chance;

And when I feel, fair creature of an hour!
That I shall never look upon thee more,
Never have relish in the faery power
Of unreflecting love;—then on the shore
Of the wide world I stand alone, and think,
Till Love and Fame to nothingness do sink.





Uno dei "Terrible Sonnets"...

I WAKE and feel the fell of dark, not day.
What hours, O what black hoürs we have spent
This night! what sights you, heart, saw; ways you went!
And more must, in yet longer light's delay.
With witness I speak this. But where I say
Hours I mean years, mean life. And my lament
Is cries countless, cries like dead letters sent
To dearest him that lives alas! away.

I am gall, I am heartburn. God's most deep decree
Bitter would have me taste: my taste was me;
Bones built in me, flesh filled, blood brimmed the curse.
Selfyeast of spirit a dull dough sours. I see
The lost are like this, and their scourge to be
As I am mine, their sweating selves; but worse.



E l'apertura di Pianissimo...


Taci, anima stanca di godere
e di soffrire (all'uno e all'altro
vai rassegnata).
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d'ira o di speranza,
e neppure di tedio.
Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d'una rassegnazione disperata.
Noi non ci stupiremmo,
non è vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato...
Invece camminiamo.
camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi son alberi, le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto è quello
che è, soltanto quel che è.

La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduta ha la sua voce
la sirena del mondo, e il mondo è un grande
deserto.
Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.

Rick Blaine 29-03-2013 02:23

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Dei versi che dovrebbero leggere molti utenti di questo forum! (Forse li traduco)

Against Coupling

by Fleur Adcock


I write in praise of the solitary act:
of not feeling a trespassing tongue
forced into one's mouth, one's breath
smothered, nipples crushed against the
rib-cage, and that metallic tingling
in the chin set off by a certain odd nerve:

unpleasure. Just to avoid those eyes would help-
such eyes as a young girl draws life from,
listening to the vegetal
rustle within her, as his gaze
stirs polypal fronds in the obscure
sea-bed of her body, and her own eyes blur.

There is much to be said for abandoning
this no longer novel exercise-
for now 'participating in
a total experience'-when
one feels like the lady in Leeds who
had seen The Sound Of Music eighty-six times;

or more, perhaps, like the school drama mistress
producing A Midsummer Night's Dream
for the seventh year running, with
yet another cast from 5B.
Pyramus and Thisbe are dead, but
the hole in the wall can still be troublesome.

I advise you, then, to embrace it without
encumberance. No need to set the scene,
dress up (or undress), make speeches.
Five minutes of solitude are
enough-in the bath, or to fill
that gap between the Sunday papers and lunch.

Stagnola 29-03-2013 03:13

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Le cento città

Ognuno ha le sue prigioni, mentali, fisiche.
Ognuno ci convive.
Ma quando le pareti cominciano a restringersi, le facce diventano anonime.
Quando lo specchio comincia a darti del tu
quando i marciapiedi ti provocano vertigini e la strada sembra il tuo tappeto rosso
metti insieme il tuo bagaglio.
Riempilo di ricordi, speranze, parole, storie vissute e storie da vivere
riempilo di emozioni, musiche, liti, illusioni d’epoca, domande e risposte.
Trovati un amico e comincia la condivisione, l’esplorazione.
Vai a caso, lascia le tue lacrime sul cuscino, incontrati con la vita, scontrati con il dolore ruba l’amore.
Non avere una meta ma cento, prova a ritornare perché il ritorno dà senso al viaggio.
Pensa a Polifemo e alla sua solitudine e rispetta la solitudine altrui.
Gira intorno al mondo non girare con lui.
Affrancati da te stesso e dall’attesa.
Per amare la vita bisogna tradire le aspettative.
Guardati intorno e guardati da chi si professa libero.
Il sapore della libertà è la paura.
Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla.

Rick Blaine 29-03-2013 20:56

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
In questi giorni rileggevo La luna e i falò, che è un testo religioso, nonostante quel che si è detto (cfr. Fortini): l'angoscia rifiuta la Rivolta e si fa Credo. Ma il rito non è propiziatorio se non di morte. Per capirlo, basta rileggere il sacerdote dell'angelologia negativa.

Semper eadem


« D’où vous vient, disiez-vous, cette tristesse étrange,
Montant comme la mer sur le roc noir et nu? »
Quand notre coeur a fait une fois sa vendange
Vivre est un mal. C’est un secret de tous connu,

Une douleur très simple et non mystérieuse
Et, comme votre joie, éclatante pour tous.
Cessez donc de chercher, ô belle curieuse!
Et, bien que votre voix soit douce, taisez-vous!


Taisez-vous, ignorante! âme toujours ravie!
Bouche au rire enfantin! Plus encor que la Vie,
La Mort nous tient souvent par des liens subtils.

Laissez, laissez mon coeur s’enivrer d’un mensonge,
Plonger dans vos beaux yeux comme dans un beau songe
Et sommeiller longtemps à l’ombre de vos cils!



"Donde viene, dicevate, questa strana tristezza,
che sale come il mare sulla roccia nera e nuda?"
− Una volta che il nostro cuore ha fatto la sua vendemmia
vivere è un male. È un segreto noto a tutti.

Un dolore molto semplice e privo di mistero
e, come la vostra gioia, a tutti evidente.
Cessate dunque d'indagare, o bella curiosa!
E benché sia soave la vostra voce, tacete!

Tacete, ignorante! anima sempre lieta!
Bocca dal riso infantile! Ancor più che la Vita
la Morte spesso ci tiene con fili sottili.

Lasciate, lasciate il mio cuore inebriarsi d'una menzogna,
immergersi nei vostri begli occhi come in un bel sogno
e sonnecchiare lungamente all'ombra delle vostre ciglia!

Rick Blaine 01-04-2013 19:12

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
L'ultima poesia delle osservazioni di Prufrock, letta dall'uomo la cui voce fu like the thunder of God.




La Figlia Che Piange
by T. S. Eliot

O quam te memorem Virgo...

Stand on the highest pavement of the stair-
Lean on a garden urn-
Weave, weave the sunlight in your hair-
Clasp your flowers to you with a pained surprise-
Fling them to the ground and turn
With a fugitive resentment in your eyes:
But weave, weave the sunlight in your hair.

So I would have had him leave,
So I would have had her stand and grieve,
So he would have left
As the soul leaves the body torn and bruised,
As the mind deserts the body it has used.
I should find
Some way incomparably light and deft,
Some way we both should understand,
Simple and faithless as a smile and shake of the hand.

She turned away, but with the autumn weather
Compelled my imagination many days,
Many days and many hours:
Her hair over her arms and her arms full of flowers.
And I wonder how they should have been together!
I should have lost a gesture and a pose.
Sometimes these cogitations still amaze
The troubled midnight and the noon's repose.







Qui c'è una pagina utile alla lettura:
http://modernism.research.yale.edu/w...lia_Che_Piange

Baloordo 02-04-2013 12:47

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Amo i Cadaveri

Oh ne ho visti di cadaveri
non immagineresti quanti
percorrono le vie del centro
alcuni vestono male
altri peggio

hanno sorrisi da psicofarmaci
felicità da spot televisivi
e ombrelli
per non bagnarsi quando piove

vivere con loro è difficile
puzzano di vita indotta
e sanno essere affabili
con 24ore e borse di Prada

i cadaveri ti guardano sai
conoscono frasi pronte al microonde
ed hanno soluzioni garantite
in comode rate con mutui a tasso variabile

ho mangiato con loro
ci siamo scambiati calici di vino
rigori in televisione
film di dubbio gusto

i cadaveri hanno un governo
ti regalano arti meccanizzati
coscienze in lega prestigiosa
acciaio inossidabile
ti ficcano una presa dietro la nuca
e sei in On e Off con il mondo

questi cadaveri hanno denti aguzzi
strappano carne da tagliate di marchigiana
spiluccano rughetta
amaro e caffè
pagano il conto

i cadaveri non muoiono
ma sanno vivere
tu puoi solo esistere

(Secondo Premio)

Rick Blaine 05-04-2013 16:04

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 

Je voudrais pas crever...


Je voudrais pas crever
Avant d'avoir connu
Les chiens noirs du Mexique
Qui dorment sans rêver
Les singes à cul nu
Dévoreurs de tropiques
Les araignées d'argent
Au nid truffé de bulles
Je voudrais pas crever
Sans savoir si la lune
Sous son faux air de thune
A un coté pointu
Si le soleil est froid
Si les quatre saisons
Ne sont vraiment que quatre
Sans avoir essayé
De porter une robe
Sur les grands boulevards
Sans avoir regardé
Dans un regard d'égout
Sans avoir mis mon zobe
Dans des coinstots bizarres
Je voudrais pas finir
Sans connaître la lèpre
Ou les sept maladies
Qu'on attrape là-bas
Le bon ni le mauvais
Ne me feraient de peine
Si si si je savais
Que j'en aurai l'étrenne
Et il y a z aussi
Tout ce que je connais
Tout ce que j'apprécie
Que je sais qui me plaît
Le fond vert de la mer
Où valsent les brins d'algues
Sur le sable ondulé
L'herbe grillée de juin
La terre qui craquelle
L'odeur des conifères
Et les baisers de celle
Que ceci que cela
La belle que voilà
Mon Ourson, l'Ursula
Je voudrais pas crever
Avant d'avoir usé
Sa bouche avec ma bouche
Son corps avec mes mains
Le reste avec mes yeux
J'en dis pas plus faut bien
Rester révérencieux
Je voudrais pas mourir
Sans qu'on ait inventé
Les roses éternelles
La journée de deux heures
La mer à la montagne
La montagne à la mer
La fin de la douleur
Les journaux en couleur
Tous les enfants contents
Et tant de trucs encore
Qui dorment dans les crânes
Des géniaux ingénieurs
Des jardiniers joviaux
Des soucieux socialistes
Des urbains urbanistes
Et des pensifs penseurs
Tant de choses à voir
A voir et à z-entendre
Tant de temps à attendre
A chercher dans le noir

Et moi je vois la fin
Qui grouille et qui s'amène
Avec sa gueule moche
Et qui m'ouvre ses bras
De grenouille bancroche

Je voudrais pas crever
Non monsieur non madame
Avant d'avoir tâté
Le goût qui me tourmente
Le goût qu'est le plus fort
Je voudrais pas crever
Avant d'avoir goûté
La saveur de la mort...

Rick Blaine 05-04-2013 16:08

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Dopo Vian, un minore italiano che mi sembra abbia in comune con lo scrittore francese più d'una cosa...



Ernesto Ragazzoni


Ballata


Se ne vedono pel mondo
che son osti... cavadenti
boja, eccetera... o, secondo
le fortune, grandorienti;
c'è chi taglia e cuce brache,
chi leoni addestra in gabbia,
chi va in cerca di lumache,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io fo buchi nella sabbia.
I poeti, anime elette,
riman laudi e piagnistei
per l'amore di Giuliette
di cui mai sono i Romei;
i fedeli questurini
metton argini alla rabbia
dei colpevoli assassini;
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io fo buchi nella sabbia.
Sento intorno susurrarmi
che ci sono altri mestieri.....
bravi; a voi! scolpite marmi,
combattete il beri-beri,
allevate ostriche a Chioggia,
filugelli in Cadenabbia
fabbricate parapioggia,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io fo buchi nella sabbia.
O cogliete la cicoria
od allori. A voi! Dio v'abbia
tutti e quanti in pace, in gloria!
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io fo buchi nella sabbia.

cancellato8738 05-04-2013 22:58

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Me sentivo quer frocio dì a le tacche,
cor fiatone:
Tartaifel, Sor Paine
psssst, nun correte tante,
che so stracche!"


Pier Paolo Pasolini

cancellato8738 05-04-2013 23:01

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Venere Anadiomene, Arthur Rimbaud

Come da un verde feretro di latta, una testa
Dai bruni capelli esageratamente impomatati
Da una vecchia tinozza emerge, lenta e ottusa,
Con qualche deficienza piuttosto malmessa;

e il collo grasso e grigio, le scapole larghe
Sporgenti; il dorso corto che rientra ed esce;
e i fianchi tondi che sembrano spiccar il volo;
Il grasso sotto la pelle appare in piatte falde;

La schiena è un po' rossa; e tutto ha un odore
Stranamente orrendo; si notano soprattutto
Cose singolari da osservare con la lente...

Le reni hanno incise due parole: Clara Venus;
e tutto questo corpo si muove e porge l'ampia groppa
Schifosamente bella per un'ulcera all'ano.

Helpless Child 06-04-2013 00:51

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Diamine, spero di non sembrare troppo presuntuoso se vi posto una mia poesia. Ma non mi pare esistano topic appositi per postare le proprie poesie e mi andava di condividerla con voi.
Ditemi che ne pensate :bene:

NON PIU’ RESTITUITI
Siamo vesti sdrucite
svolazzanti fra cieli plumbei,
fiato condensato in dissolvenza…
Ci affanniamo zelanti
fra gli interstizi della vita.

Siamo noi le sbarre della prigione
in cui ci releghiamo,
i cerberi che sbuffano e ringhiano
e alitano sul nostro domani.

Non siamo che rumori di sottofondo
nel concerto della vita,
cartucce dei fucili puntate
sui nostri stessi corpi inermi in fila,
disposti ormai per l’esecuzione.

Non siamo che macchie e accidenti
su vergini tele contemplate
da un pittore vecchio e spossato,
meccanismi inceppati, sbuffanti polvere
senza nessuno che possa né voglia oliarli.

Siamo condannati all’autocoscienza,
a udire il silenzio ispessirsi,
a sentire quel filo assottigliarsi…

Ci sentiamo
stanchi, abusati, avviliti,
presi, presi, e non più restituiti.

Tornando in topic adoro questa poesia di Montale, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento senza se e senza ma!

HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, ALMENO UN MILIONE DI SCALE
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

"K" 19-04-2013 22:22

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Una roba che scrissi una decina di anni fa, al solito deprimente... peripezie di un giocattolo.


dreamy, morbido pupazzo di gomma,
riempito con non so cosa,
sfuggendo al proprio destino di rifiuto,
abbandonato sopra una panchina di ferro,
giocattolo rotto, sgualcito,
si è ritrovato nelle mie mani,
felicissime di accoglierlo e di tenerlo per sempre con sè.

dreamy ha un volto sempre sorridente,
- mi pareva un orsetto, arancio,
non è mai sfiduciato,
eppure il suo baricentro è errato!!
dreamy non riesce a tenersi in piedi,
cade sempre,
inesorabilmente,
in avanti,
con la faccia che batte a terra.
eppure non perde il suo sorriso.

dreamy è contento, ottimista,
pensa sempre positivo,
malgrado l'abbiano lasciato,
più volte abbandonato.
nonostante sia vecchio e rotto,
sa di poter contare su qualcuno
che lo accolga tra le mani.
almeno fino a quando il suo sorriso non si cancellerà,
fino a ridursi in un puntino sospettoso.

- dopo dieci anni il suo ricordo mi riaffiora,
leggendo vecchi scritti a stento leggibili.
- dreamy è un giocattolo,
anch'io l'ho abbandonato,
non so quando,
non so dove,
ne' un perchè.

anonimo 01-05-2013 00:13

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Sventrate intere famiglie
oggi
lunedì di intensa macellazione.
Una vacca ha partorito un vitello
negli occhi la paura di nascere
il foro in mezzo il nostro contributo
a tranquillizzarlo.

Ivano Ferrari. Macello.

varykino 01-05-2013 00:21

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Dov'è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni
e con la vita avrebbe ancora giocato.

Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all'amore né al cielo.

Lui sì sembra di sentirlo
cianciare ancora delle porcate
mangiate in strada nelle ore sbagliate

sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?".

Fallito91 01-05-2013 00:22

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Giuseppe ungaretti,san martino del carso,questa poesia è quella che mi colpisce più nel profondo in assoluto :

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato

clanghetto 01-05-2013 00:35

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Epitaffio

Muori, cane.

Pluvia 01-05-2013 01:26

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da "K" (Messaggio 1055308)
Una roba che scrissi una decina di anni fa, al solito deprimente...

Quote:

Originariamente inviata da Hesmovedon (Messaggio 1044084)
Diamine, spero di non sembrare troppo presuntuoso se vi posto una mia poesia. Ma non mi pare esistano topic appositi per postare le proprie poesie e mi andava di condividerla con voi.

Per postare le proprie poesie c'è questo thread: http://www.fobiasociale.com/poesia-23161/ ;)


Tornando alla grande poesia, questa mi sembra adattissima:

Francesco Petrarca, "Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena"

Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena,
e i fiori e l'erbe, sua dolce famiglia,
et garrir Progne et pianger Filomena,
e primavera candida e vermiglia.

Ridono i prati, e 'l ciel si rasserena;
Giove s'allegra di mirar sua figlia;
l'aria e l'acqua e la terra è d'amor piena;
ogni animal d'amar si riconsiglia.

Ma per me, lasso, tornano i più gravi
sospiri, che del cor profondo tragge
quella ch'al ciel se ne portò le chiavi;

e cantar augelletti, e fiorir piagge,
e 'n belle donne oneste atti soavi
sono un deserto, e fere aspre e selvagge.

Parafrasi: Zefiro torna e riconduce il bel tempo, e fiori ed erbe, sua dolce compagnia, ed il garrire delle rondini e il canto dell'usignolo, e primavera limpida e purpurea.
Ridono i prati e il cielo si rasserena; Giove si rallegra di guardare sua figlia; l'aria e l'acqua e la terra sono piene d'amore; ogni animale si ripropone ad amare.
Ma per me, misero, tornano i più dolorosi sospiri, che dal profondo del cuore muove colei che al cielo se ne portò le chiavi; e il cantare degli uccellini e fiorire dei piani, e nelle belle donne virtuose i gesti dolci sono un'arida realtà, come fiere crudeli e selvagge.

Pluvia 01-05-2013 15:25

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Francesco Petrarca, "La vita fugge et non s'arresta una hora"

La vita fugge, et non s'arresta una hora,
et la morte vien dietro a gran giornate,
et le cose presenti et le passate
mi dànno guerra, et le future anchora;

e 'l rimembrare et l'aspettar m'accora,
or quinci or quindi, sì che 'n veritate,
se non ch'ì ò di me stesso pietate,
ì sarei già di questi penser'fòra.

Tornami avanti, s'alcun dolce mai
ebbe 'l cor tristo; et poi da l'altra parte
veggio al mio navigar turbati i vènti;

veggio fortuna in porto, et stanco omai
il mio nocchier, et rotte arbore et sarte,
e i lumi bei che mirar soglio, spenti.

Parafrasi: La vita fugge e non si ferma un attimo, e la morte viene dietro a marce forzate, e le cose del presente e del passato mi danno conflitti, e anche quelle del futuro.
Ricordare il passato e attendere il futuro mi angoscia, ora da una parte ora dall'altra, cosicchè in verità se io non avessi pietà di me stesso, io mi sarei già tirato fuori da questi pensieri.
Mi torna alla memoria se qualche momento dolce ebbe mai il mio cuore triste, e poi dall'altra parte (il futuro) vedo i venti contrari al mio navigare. Vedo la tempesta nel porto (nell'ultimo periodo della mia vita), e stanco ormai il mio timoniere (la mente e ragione), e spezzati l'albero e le corde, e privi di luce i begli occhi (di Laura) che ero solito ammirare.

Pluvia 09-05-2013 21:58

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Gaio Valerio Catullo, "Vivamus mea Lesbia"

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt;
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

Trad: Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
e i brontolii dei vecchi arcigni
tutti insieme non stimiamoli un soldo.
I giorni possono tramontare e tornare;
ma noi quando cade la breve luce della vita,
dobbiamo dormire una sola interminabile notte.
Dammi mille baci, poi altri cento,
poi altri mille, poi ancora altri cento,
poi di seguito mille, poi di nuovo altri cento.
Quando poi ne avremo dati molte migliaia,
confonderemo le somme, per non sapere,
e perchè nessun malvagio ci possa invidiare,
sapendo che esiste un dono così grande di baci.

anonimo 11-05-2013 00:32

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Felicità

Dentro le mascelle di una via sassosa
un bambino - nemmeno tanto magro -
sgozzava una coppia di inoffensivi vecchietti
e le finestre illuminate si spegnevano;
il sangue dipingeva il bambino
- nemmeno malvestito -
che ripulendo il coltello esclamò:
è fatta!

Ivano Ferrari. La franca sostanza del degrado.

Pluvia 19-05-2013 01:49

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Catullo, "Ille mi par esse deo videtur"

Ille mi par esse deo videtur,
ille, si fas est, superare divos,
qui sedens adversus identidem te
spectat et audit

dulce ridentem, misero quod omnis
eripit sensus mihi: nam simul te,
Lesbia, aspexi, nihil est super mi
postmodo vocis,

lingua sed torpet, tenuis sub artus
flamma demanat, sonitu suopte
tintinant aures, gemina teguntur
lumina nocte,

Otium, Catulle, tibi molestum est;
otio exsultas nimiumque gestis;
otium et reges prius et beatas
perdidit urbes.



Traduzione: A me sembra pari a un dio,
anzi, se è lecito, superare gli dèi,
colui che, sedendo a te di fronte, incessantemente
ti guarda e ti ascolta

mentre dolcemente gli sorridi; a me misero questo
toglie completamente i sensi: infatti non appena te,
o Lesbia, vedo, non mi resta più
un filo di voce,

la lingua s'intorpidisce, tenue dentro le membra
una fiamma discende, d'un loro stesso suono
rimbombano le orecchie, entrambi gli occhi
son coperti dalla notte.

L'ozio, o Catullo, a te è pericoloso;
per l'ozio ti esalti e troppo gioisci,
l'ozio sia i re sia le città un tempo beate
ha mandato in perdizione.

Yumenohashi 21-06-2013 21:51

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue
. ”

Montale

Ho riscoperto questa poesia dopo anni, bellissima

darkside 03-07-2013 16:55

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non verremo alla meta ad uno ad uno,
ma a due a due. Se ci conosceremo
a due a due, noi ci conosceremo
tutti, noi ci ameremo tutti e i figli
un giorno rideranno
della leggenda nera dove un uomo
lacrima in solitudine.

Paul Eluard

suicida 03-07-2013 17:07

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
La poesia che non ho scritto (Raymond Carver)

Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zurigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Così felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.


Bob Dylan's Dream (Bob Dylan)



Mentre viaggiavo su un treno diretto ad ovest
Mi sentii assonnato in cerca di un po’ di pace
E feci un sogno che mi rese triste,
riguardo me stesso ed i miei pochi amici

Con gli occhi lucidi guardavo la stanza
Dove i miei amici ed io avevamo trascorso molti pomeriggi
Dove insieme ci riparavamo dalle tempeste,
ridendo e cantando fino alle prime ore della mattina

Vicino alla vecchia stufa a legna dove appoggiavamo i nostri cappelli,
le nostre parole erano dette, le nostre canzoni cantate,
dove non desideravamo niente ed eravamo completamente soddisfatti
parlando e prendendo in giro il mondo fuori

Con i nostri cuori frequentati dal caldo e dal freddo,
non avremmo mai pensato di potere diventare vecchi.
Pensavamo di poter sedere per sempre divertendoci
Ma le possibilità erano di una su un milione.

Così come era semplice distinguere il nero dal bianco,
altrettanto semplice era distinguere il giusto dallo sbagliato.
E le nostre scelte erano poche e non ci sfiorava il pensiero
Che l'unica strada che percorrevamo
potesse mai frantumarsi o dividersi.

Quanti anni sono passati ed andati,
e quante scommesse sono state perse e vinte,
e quante strade sono state prese da tanti amici,
che non ho più rivisto.

Io spero, spero, spero invano,
di potere semplicemente tornare a sederci in quella stanza di nuovo.
Diecimila dollari darei volentieri senza ragione
perché le nostre vite tornassero come quelle di una volta

Helpless Child 03-07-2013 17:16

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da VUCHAN94 (Messaggio 1095665)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue
. ”

Montale

Ho riscoperto questa poesia dopo anni, bellissima

Brava! E se vai indietro di una pagina scoprirai che l'avevo postata anch'io :applauso:

IlForumista 03-07-2013 17:44

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da VUCHAN94 (Messaggio 1095665)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue
. ”

Montale

Ho riscoperto questa poesia dopo anni, bellissima


:riverenza::riverenza::riverenza:

Roy 03-07-2013 20:18

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
L'hanno persa e danno la colpa a te,
Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;

Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
Se sai incontrarti con il Trionfo e la Rovina
E trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi,
O guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori.

Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare dal principio
e non dire mai una parola sulla tua perdita.
Se sai costringere il tuo cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Tranne la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"

Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con il popolo,
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

Se - Kipling

Blue_Moon 03-07-2013 20:28

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 

IlForumista 04-07-2013 16:07

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
io dirò un giorno i vostri ascosi nascimenti:
A, nero vello al corpo delle mosche lucenti
che ronzano al di sopra dei crudeli fetori,

golfi d'ombra; E, candori di vapori e di tende,
lance di ghiaccio, bianchi re, brividi di umbelle;
I, porpore, rigurgito di sangue, labbra belle
Che ridono di collera, di ebbrezze penitenti;

U, cicli, vibrazioni sacre dei mari verdi,
quiete di bestie ai campi, e quiete di ampie rughe
che l'alchimia imprime alle fronti studiose.

O, la suprema Tromba piena di stridi strani,
silenzi attraversati dagli Angeli e dai Mondi:
- O, l'Omega, ed il raggio violetto dei Suoi Occhi!

En Français


A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu: voyelles,
Je dirai quelque jour vos naissances latentes:
A, noir corset velu des mouches éclatantes
Qui bombinent autour des puanteurs cruelles,

golfes d'ombre; E, candeurs des vapeurs et des tentes,
lances des glaciers fiers, rois blancs, frissons d'ombelles;
I, pourpres, sang craché, rire des lèvres belles
dans la colère ou les ivresses pénitentes;

U, cycles, vibrement divins des mers virides,
paix des pâtis semés d'animaux, paix des rides
que l'alchimie imprime aux grands fronts studieux;

O, suprême Clairon plein des strideurs étranges,
silences traversés des Mondes et des Anges:
- O l'Oméga, rayon violet de Ses Yeux!


Arthur Rimbaud- Voyelles

Quando hai allucinazioni su questa poesia mentre sei sotto effetto anestesia poche ore dopo essere stato operato, capisci che in effetti il buon Arthur aveva raggiunto il suo scopo

IlForumista 04-07-2013 16:46

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Nous sommes en des temps infâmes
Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l'unione dei cuori;
in quest'ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.

Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell'estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.

Ma che bisogno c'è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: grazie!


Nous sommes en des temps infâmes
Où le mariage des âmes
Doit sceller l'union des coeurs ;
A cette heure d'affreux orages
Ce n'est pas trop de deux courages
Pour vivre sous de tels vainqueurs.

En face de ce que l'on ose
Il nous siérait, sur toute chose,
De nous dresser, couple ravi
Dans l'extase austère du juste,
Et proclamant d'un geste auguste
Notre amour fier, comme un défi.

Mais quel besoin de te le dire ?
Toi la bonté, toi le sourire,
N'es-tu pas le conseil aussi,
Le bon conseil loyal et brave,
Enfant rieuse au penser grave,
A qui, tout mon coeur dit : merci!

Paul Verlaine, Nous sommes en des temps infame

darkside 05-07-2013 01:00

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Canzoniere CXXXIV

Pace non trovo e non ho da far guerra
e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio;
e volo sopra 'l cielo, e giaccio in terra;
e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio.
Tal m'ha in pregion, che non m'apre nè sera,
nè per suo mi riten nè scioglie il laccio;
e non m'ancide Amore, e non mi sferra,
nè mi vuol vivo, nè mi trae d'impaccio.
Veggio senz'occhi, e non ho lingua, e grido;
e bramo di perire, e chieggio aita;
e ho in odio me stesso, e amo altrui.
Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte e vita:
in questo stato son, donna, per voi.

Francesco Petrarca


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