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Ovvio che non c'è una preferenza voluta da parte dello stato(ma da parte dei preti si perchè vedono negli immigrati potenziali nuovi fedeli),però se permetti io che ho dovuto cambiare casa per la maleducazione di questa gente che quando passi ti sputa quasi sui piedi e ha consentito agli industriali di mantenere stipendi da fame,preferirei che gli aiuti prima vadano a miei connazionali e poi al resto del mondo...
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non ci arriva in africa, ma qui che han trovato l'america a spese dei contribuenti arrivano anche a 200 anni
ma questo non è un topic x parlare di immigrati, pussa via prrrr |
Prenditela piuttosto con gli industriali che ci marciano sulla disperazione di certa gente che non sulla persone che assumono. Sono gli industriali a volere persone che lavorano a qualsiasi condizione, magari in nero e senza garanzie, giusto? Sono quindi loro i colpevoli, coloro che vengono assunti (italiani e non) sono vittime allo stesso modo. La colpa è di chi assume e del mercato, che continua a dirsi libero ma in realtà è quanto di più inflessibile possa esistere.
PS Cali, di dov'è che sono i tuoi genitori? 8) |
scusa muttley ma questo non era il topic dei mantenuti, nun hai letto? :lol:
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Infatti è il topic di quelli che vivono ancora coi genitori a 30 anni inoltrati anche si possono permettere di andare via di casa :lol:
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bè meglio mantenuti a casa che mantenuti a distanza :lol:
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@Milo: vedi che siamo giunti al cuore pulsante dell'argomento, ovvero la giusta assegnazione della responsabilità? A fare il bello e il cattivo tempo nel mercato del lavoro è chi decide, chi sta ai vertici, purtroppo nell'immaginario collettivo le responsabilità di queste persone sono svanite, pare che tutta la colpa sia passata a chi in realtà è solo una pedina del gioco. E' qui che bisogna sradicare certe convizioni, ricordare che se le condizioni di vita peggiorano è perché dall'alto si è deciso così. Unisciti anche tu nella lotta al potere 8) |
Re: Discussione adulta, fuori i bamboccioni...
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si parlava di questo ovviamente inerente alla fobia, non problemi generali sul lavoro altrimenti, redman, provvederà (cit.) |
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Gli immigrati stanno sulle balle a tutti (cit.)
Detto questo, non pensate che noi siamo abituati troppo bene, questa gente pare che riesce a farsi una famiglia e a vivere e procreare, noi invece no... dobbiamo spendere i soldi in cazzate. Chi avra' ragione tra i due popoli ? Dobbiamo prenderli ad esempio, siamo troppo segaioli mentali e bamboccioni. su...diciamocelo |
A dir la verità da quando ho iniziato a lavorare le mie paure si sono triplicate d’improvviso. Sono sempre esistite, sì, ma quando non lavoravo ero ovviamente più portata ad evitare tutte quelle situazioni che per una persona timida e timorosa del giudizio altrui sarebbero risultate alquanto stressanti.
Insomma, mentre studiavo ero chiusa nella mia bella torre d’avorio, pronta a pascermi di una serenità fittizia, frutto solo di fuga e illusioni, dispensatrici di calma apparente; parlo di quella quiete tipica di chi non si mette realmente in gioco al 100%, quella di colui che può ancora vivere evitando tutte le situazioni spiacevoli, perché tanto non c’è nessuno a obbligarlo a dover gestire ciò che più lo spaventa. Ecco, da quando lavoro la mia vita è molto più stressante e difficile proprio perché non posso evitare più ciò che mi spaventa, e tutto ad un tratto mi sento quasi messa con le spalle al muro, senza vie di fuga che mi possano garantire l’incolumità contro “i mali del mondo” (ovvero le mia paure proiettate sulla realtà). Certo, non vivo più il lavoro con lo spirito dei miei primi tre mesi di esperienza (mi sembrava di vivere un incubo!), ma di certo esso continua ad essere per me fonte di ansie e stress emotivo. Lo stress deriva principalmente dal fatto di dovermi sentire tutto ad un tratto pienamente responsabile di quello che mi accade, e per il lavoro che faccio (insegnamento), purtroppo si è responsabili non solo per se stessi, ma anche e soprattutto per gli altri, e di conseguenza mi ritrovo con un doppio carico di doveri da gestire tutto da sola. Entrare nel complicato mondo del lavoro per me è stato come una presa di consapevolezza del fatto che le mie paure (che credevo ormai indebolite col passare degli anni) fossero soltanto apparentemente scomparse, e questo nella misura in cui non mi sono mai veramente ritrovata a dover gestire sino ad ora situazioni obbliganti, perché in fondo, fin quando non si lavora, tutto ciò che è spiacevole può benissimo essere evitato. Il mio dramma lavorativo consiste nel non poter più evitare ciò che mi spaventa, assieme all’avvertire il fardello di un’enorme carico responsabilità sulle mie fragili spalle. Non mi sento abbastanza forte, perchè ho scelto un lavoro che richiede fermezza e sicurezza oltre che forza d’animo, qualità che non sono certa di possedere. Priva di queste peculiarità, sento che ogni giorno per me è una fatica tripla e giorno per giorno mi trovo a combattere una lotta gigantesca contro gli altri (ragazzini tremendi senza freni e limiti) e contro le mie paure sommerse, che nel confronto col mondo degli esseri umani sono risalite a galla da un pozzo profondo di oblio e dimenticanza…. Ce la farò? Ma intanto la mia quotidianità è fatta di lotte e fatica, tanta fatica.. spero che un giorno possa trovare un equilibrio, ma il desiderio di fuga da questa situazione è forte…questa settimana ho lottato, ma veramente lottato. Contro tutto e tutti e ne esco fuori stanca e barcollante, priva di energie…. |
Re: Discussione adulta, fuori i bamboccioni...
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il mio problema è che sono innamorato della mia capa
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il grande fratello, non hanno novella 2000 (3000), crescono nella strada e credimi sono molto più svelti e vispi di noi. Fisicamente ci fanno il cu.o, capacità di calcolo e memoria straordinaria, dovuta anche dalla tradizione di tramandarsi cose oralmente. |
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ma sei tornato per rosicar? 8)
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