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Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
Dovresti essere piu' specifico, tipo: perche' non piace sentir qualcuno che ripete fino alla nausea i suoi problemi lamentosamente e a cui non sembrano interessare i discorsi altrui? perche' non piace il silenzio prolungato, il non avere riscontri, un interlocutore ? perche' non piace andare a prendere un gelato con qualcuno che sembra lo si stia conducendo al patibolo ? perche' non piace ritrovarsi tutti insieme tristemente a discutere del mal di vivere, a fare un brain storming sulla sofferenza?
E probabilmente per ciascuna di queste domande riesci a intuire la risposta. Va da se' che il depresso possa anche avere qualita', momenti di allegria, hobby o possa mascherare ma in tal caso e' apprezzato in quanto i tratti da depressione non sono evidenti , non son forti o son mascherati, quindi non fa venir meno l'assunto che la depressione agisca da repellente. |
Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
Non scrivete ste cose che se poi passa il webmaster vi fa pagare la tassa sui rifiuti:ridacchiare:
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Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
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Poi comunque boh, se a voi va bene vivere così questo è l' importante. |
Re: La repellenza del depresso
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no , mi so reso conto che in effetti quando uno parla della " droga" altrui deve stare attento , viene difesa con i denti .... un po come quando parlo male della religione e la gente si incazza perchè gli tocchi una delle robe fondamentali che li manda avanti, giustamente |
Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
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È proprio una cosa naturale a mio parere lo stare lontano dal depresso, se è una persona a cui si vuole bene che diventa depressa allora magari gli si sta vicino per un periodo , ma se si allunga il periodo si perdono anche spesso le persone vicine , ovviamente chi come me è depresso cronico da sempre non avvicina nessuno, a parte i famigliari ( non sempre comunque) e se gli va bene una persona con stesse problematiche
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Re: La repellenza del depresso
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Solo che personalmente la trovo problematica, mi suscita una certa diffidenza e di solito me ne tengo alla larga. Vabbè che io mi tengo alla larga da tutto. :sisi: |
Re: La repellenza del depresso
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E' vero che la socialità deve essere il più possible spontanea per essere significativa. Non posso mettere la maschera gialla con lo smilie e sotto fare la faccia schifata. Cioè, posso, tutto si può fare, però una socialità che nasce con questi presupposti rischia di non essere tale. Quindi l'obiettivo è cercare il maggior equilibrio possibile sia qui che fuori, e fin qui ci siamo. I mi soffermo però sul fatto che la nostra apparenza esteriore nella vita quotidiana (verrò criticato per questo concetto) è un nostro piccolo patrimonio di cui ci dobbiamo occupare. E' giusto essere sinceri e non precostruiti, però bisogna anche tenere sotto controllo la propria "reputazione". Non mi vengono termini migliori, e già so che il ragionamento non piacerà. Di fronte a troppe scivolate, magari involontariamente, e non in mala fede, la gente nota questo aspetto e può allontanarsi, o magari essere meno propensa a coinvolgerci quando lo desidereremmo. |
Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
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E' un tentativo di mediazione equilibrata tra i due estremi che sono, a fronte di una personalità problematica, o la recita pubblica della "normalità" tenendo accuratamente nascosto il resto, riservandolo per occasioni o contesti speciali, o l' evitamento integrale con la connessa "autenticità" derivata però dal non aver a che fare con nessuno, che è evidentemente un impoverimento. Probabilmente gli sdoppiati mi suscitano personalmente un particolare senso di estraneità proprio perché io ho scelto la strategia maladattiva opposta, ma appunto, oltre agli estremi in mezzo c'è tutta la gamma, che comprende maggiormente ciò che viene definito "normalità". |
Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
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Re: La repellenza del depresso
Perché tanto uno sa che non renderà quella persona felice, quindi tempo e fatica sprecati.
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Re: La repellenza del depresso
Ad onor del vero quando dicevo che non mostro molto fuori..come dice syd..dipende anche dalla gravità del momento depressivo..ci sono volte in cui proprio mi si legge in faccia perché non riesco proprio a fare finita di nulla..ma altrimenti in compagnia sono anche abbastanza normale ecco..cerco di sorridere ed essere educato e interessato alle altre persone
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