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Re: Cosa cercate negli altri?
Rispetto, bonta', complicita', interessi, obbiettivi e visione della vita in comune.
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Re: Cosa cercate negli altri?
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Re: Cosa cercate negli altri?
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Ieri ho letto un articolo in cui si ricordava la triste vicenda di Lou Reed, costretto all'elettroshock dai propri genitori per contrastare la sua incipiente bisessualità in età adolescenziale. Eppure ai tempi si credeva fosse la scelta più giusta da fare, quindi nonostante l'errore possiamo dire che i suoi genitori non gli volessero meno bene per questo. Il mondo ha accettato la sua bisessualità consacrandolo ad artista di fama internazionale, mentre i suoi genitori no...eppure gli volevano più bene di tutti gli altri per il grado di parentela. Giusto, no? Ma non è quello che sto dicendo io. Ciò che sto dicendo io è che faccio riferimento a scuole di pensiero psicologico che affermano che il bagaglio emotivo fondamentale della persona si forma nei primi anni di vita, quando la persona ha come unico nucleo sociale di riferimento la famiglia. E' lì che si sviluppa il sistema percettivo al quale diventiamo più sensibili e permeabili. Senza per forza fare riferimento a situazioni traumatiche palesi ed estreme come quella di Lou Reed, bastano vicende microtraumatiche di entità non considerevole ma ripetute nel tempo (un genitore che non risponde a domande e curiosità del bambino o lo fa distrattamente e senza trasporto perché preso da altro) a formare la struttura emotiva di base, quella a cui poi si diventa più permeabili. Solo che mentre questa si sviluppava a contatto coi genitori nei primi anni di vita, si finisce per perderne memoria diretta mentre nei rapporti col prossimo in generale la permeabilità alle stesse situazioni diventa massima. Un po' come nella teoria della rana bollita in acqua tiepida o in acqua calda. Quindi dire che il mondo ci odia ma i genitori no, è sbagliato per me. Non è vero che il mondo ci odia, siamo noi a essere più permeabili verso quegli stessi stessi atteggiamenti che in famiglia abbiamo subito per anni e costantemente senza accorgercene. E quindi basta il minimo ripresentarsi presso gli altri, a farceli percepire come estremamente dolorosi, portandoci ad un allontanamento repentino dal prossimo, precludendoci delle possibilità. Sostengo questo perché credo in quello che ho riportato nella firma: la realtà che noi vediamo è la realtà che percepiamo, ed è frutto di una selezione, non l'accurata analisi del mondo reale. Non fidiamoci troppo di quello che avvertiamo, mettiamolo sempre in discussione. |
Re: Cosa cercate negli altri?
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Re: Cosa cercate negli altri?
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Quanto all'aspetto famiglia invece, lavorando nel settore scolastico, di esempi ne ho a dozzine, magari non bastano, ma sono comunque tanti. Finora non ho ancora trovato un ragazzino, tra quelli problematici, che non avesse un passato problematico alle spalle. Coincidenze? Ma al di là di questo vorrei porre il problema anche in questo modo: se la mia famiglia ha i geni dell'introversione, per fare un esempio, a maggior ragione si comporterà in modo introverso no? Quindi subirò lo stesso un condizionamento introverso venendo esposto.a dinamiche comportamentali introverse e ne verrò influenzato. Per cui la dicotomia genetica-educazione/condizionamento potrebbe anche non porsi. |
Re: Cosa cercate negli altri?
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Se oggi uno nero viene accettato socialmente non dipende mica dal fatto che la famiglia l'ha sostenuto ed è stato lui a farsi accettare in quanto nero, ma dal fatto che hanno abolito la schiavitù e la società è cambiata (almeno in certe parti del mondo) perché poi in certe parti del sud degli stati uniti sono rincoglioniti ancora, non tanto come prima, ma lo sono ancora. https://youtu.be/1_QccgBBEHc Secondo te questi cambiamenti su larga scala non incidono sugli esiti di questa o quell'esistenza? Se si fosse aspettato che i "matti" facessero la rivoluzione da soli per modificare determinate cose non sarebbe cambiato nulla. Non è che il mondo è cambiato perché i "matti" hanno avuto genitori che li hanno sostenuti ma soprattutto perché certi psichiatri hanno modificato le loro idee e hanno mutato gradualmente tutto il sistema (Basaglia era uno psichiatra non certo un paziente). Ma la stessa cosa è capitata con la schiavitù, c'è stata una guerra e le armi le hanno fornite soprattutto persone bianche che avevano già un certo potere e sostenevano la causa. La società ha creato certi spazi di accoglienza che prima non c'erano proprio, il riconoscimento certe persone lo hanno dovuto aspettare dopo la morte perché in vita nessuna persona che avesse un qualche potere li ha mai presi in considerazione seriamente. Tu osservi un'accettazione a valle, ma torna indietro al mondo che c'era prima, quella stessa persona riconosciuta oggi ieri in quel mondo là (quello che c'era) magari era in catene. Poi comunque il mio era un discorso probabilistico che metteva in discussione la tua idea che dovesse esserci necessariamente una credenza falsa quando uno osserva che viene trattato peggio da certi estranei rispetto ai familiari, è ovvio che ci sono anche casi di maltrattamento, ma in generale penso sia più probabile essere maltrattati da estranei che dai propri familiari. Cito quel che ho scritto perché forse sei distratto... Quote:
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Se una persona dicesse "i miei familiari mi trattano meglio" la cosa dovrebbe essere con maggiori probabilità falsa secondo te? |
Re: Cosa cercate negli altri?
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A me invece quello che tu dici non torna affatto. Ho conosciuto persone timide e introverse con genitori estroversi e viceversa. Non sta scritto da nessuna parte che i figli abbiano il carattere dei genitori. Nella mia famiglia nessuno ha i miei problemi, infatti. Non ci sono fobici né depressi. Come mai sono uscita così? Te lo dico io: problemi di salute che influiscono pesantemente sul cervello e problemi a scuola. |
Re: Cosa cercate negli altri?
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Come fai a dire che il trauma più o meno inconscio uno debba per forza averlo subìto in famiglia? All'esterno non può succedere nulla? Come fai a conoscere la storia di ogni individuo? Come fai a dire che non è possibile che abbia avuto buoni rapporti con la famiglia d'origine e pessimi con gli altri (magari non ha avuto una marea di conoscenze, ne sono bastate 3-4 negative per farlo star male)? Mah, continuo a non capire... Quote:
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Io non capisco perché, in base a quali dati di fatto per te debba essere impossibile, ad esempio, che una persona intrinsecamente poco "socievole", o comunque meno o con minori skills sociali rispetto a quanto le dinamiche più diffuse in società richiedano, possa avere un buon rapporto con i familiari (che in quanto tali non richiedono quel tipo di skills per fargli sentire affetto e condivisione) e uno cattivo o pessimo con gli estranei (per i quali invece molto spesso quelle skills sono conditio sine qua non per accettare l'individuo come membro attivo di un qualsivoglia gruppo sociale)? Se ad esempio un ragazzo è per sua indole "tranquillo", gli piacciono prevalentemente quegli interessi che tu e altri schifate come "passivi" (le parole sono importanti, passivo < attivo nell'accezione comune) e non è il tipo che organizza estroversate di vario genere, questo deve impedirgli di avere un buon rapporto coi suoi genitori? Non necessariamente, non per forza su quello verte l'interazione familiare, e l'ambito familiare non richiede di solito grandi capacità di estroversione. Mentre invece quel ragazzo può trovare problemi nel socializzare con quelli che come te e altri idolatrano gli interessi "attivi" e giudicano insignificanti o noiosi quelli "passivi" e quelli che li prediligono. |
Re: Cosa cercate negli altri?
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I fratelli educati dagli stessi genitori? Hanno sempre lo stesso carattere e le stesse problematiche? Non mi pare proprio. Ecco perché non capisco come faccia muttley a spiegare tutto e sempre con l'influsso più o meno consapevole dei genitori. |
Re: Cosa cercate negli altri?
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La mia famiglia mi ama e sempre stata iperpprotettiva, non mi ha mai fatto pesare il mio carattere o la mia timidezza, c'è stato solo un periodo in cui ho avuto difficoltà, il problema è il rapporto col mondo circostante, a me non mi caga proprio nessuno tranne un paio di amici,quando pubblico qualcosa su Facebook solo le mie zie mettono mi piace, sono invisibile al mondo uno come se la costruisce lautostima
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Re: Cosa cercate negli altri?
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Poi è vero che non esiste una netta separazione tra problemi psicologici e sociali, i due possono spesso essere interrelati, ma io parlavo di due cose diverse. Altrimenti non mi spiegherei perché i paesi con il più alto tasso di suicidi sono quelli con le condizioni di vita migliore e vedono come protagoniste anche persone socialmente inserite e garantire. Quote:
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Anche i miei non sono né fobici né depressi, ma è l'amalgama interno che ha influito sullo sviluppo della mia personalità. Non sono molto ferrato sulle malattie genetiche che influiscono sui neurotrasmettitori...se è lecito chiederlo, quale sarebbe la tua? Io ad esempio ho l'ipotiroidismo di Hashimoto, e si dice che possa influire sull'umore (molti nella mia famiglia lo hanno), ma non è sicuro. Quote:
Una casa può crollare di fronte ad un terremoto, un'altra restare in piedi se ha fondamenta solide. Entrambe hanno subito lo shock ma hanno reagito diversamente. Gli shock sono avvenuti, ma non hanno avuto su entrambe lo stesso impatto. Nello spiegare ciò mi hanno sempre convinto di più le teorie psicologiche di natura sistemico-famigliare, più che tutti i discorsi che associano i disturbi del carattere alla genetica. Quote:
Nulla esclude che un neonato possa venire rapito dai sicari della mala a scopo estensivo mentre è sulla carrozzina per la passeggiata pomeridiana, ma sono appunto casi che per la loro eccezionalità non terrei in gran considerazione a scopo statistico. Quote:
E come ho detto, e ripeto, è il principio del granello che origina la valanga. Shit happens ma mi riesce difficile credere che una persona che ha sempre avuto una famiglia felice, genitori il più possibilmente felici, equilibrati e funzionali, possa finire a fare l'hikkikomori per un rifiuto ad uscire o per essere sempre stato scartato a giocare a pallone. Questi eventi per me sono trigger di qualcosa originatosi prima. Esistono eccezioni: chi lo sa, ma non mi sembrano verosimili. Quote:
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Poi ovviamente la famiglia è la base, non il tutto. PS Sarebbe troppo chiedervi, se volete continuare la discussione, di rispondere con post unitari e organici, senza quote e spezzettamenti? |
Re: Cosa cercate negli altri?
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Non so tu che dati abbia, ma io penso sia falso senza avere dati alla mano. Penso sia vero che la maggior parte delle molestie e degli stupri e dei maltrattamenti avviene in contesti in cui il grado di parentela manifesto sia più basso o nullo. I casi delle cenerentole maltrattate da genitori acquisiti non vanno contati. Cito la prima parte di quello che ho scritto... Quote:
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Re: Cosa cercate negli altri?
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Parlo di stupri e molestie sessuali, se si parla di furti o altro, è chiaro che avviene più tra estranei (per quanto riguarda gli omicidi però, negli ultimi anni si sta assistendo ad un'inversione di tendenza: sono sempre meno quelli tra estranei, facendo salire, in proporzione, la percentuali di quelli che avvengono tra parenti e famigliari). |
Re: Cosa cercate negli altri?
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Re: Cosa cercate negli altri?
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Re: Cosa cercate negli altri?
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E poi si inizia a socializzare relativamente presto anche al di fuori della famiglia (asilo, figli di amici, giochi in vacanza con altri bimbetti). Non capisco in base a cosa escludi che possa accadere qualcosa di determinante dopo la tenerissima età. Quote:
E poi non estremizziamo: non è detto che si finisca a fare l'hikkikomori, si possono anche verificare situazioni di disagio come quelle presentate dal molti utenti di questo sito (tra cui gli hikkikomori "da manuale" mi pare siano molto pochi). E come possibile trigger c'è anche qualcosa di più pesante della mancata uscita o partita di pallone, tipo il bullismo (verbale o fisico) subìto a scuola. Quote:
Uno che vuol farlo secondo me dovrebbe andarsi a cercare un qualsiasi studio comparato con una statistica significativa in cui vengono messi a confronto tutti i possibili fattori derivanti dal contesto familiare e quelli invece riconducibili alla genetica, e verificare quale tipologia di fattori presenta la maggiore incidenza nell'insorgere di vissuti di ansia sociale e problematicità psicologiche varie. In assenza di un tale supporto, non ci si dovrebbe "convincere" di nulla e non si dovrebbe privilegiare una tipologia di fattori a un'altra, sempre se si vuole rimanere nell'ambito della messa in discussione delle proprie percezioni. Altrimenti ci si convince della propria percezione e si cambia firma sul forum... ^^ Quote:
Quello che assolutizza mi pari più tu. Chi fa queste affermazioni magari estremizza un po' nel dipingere gli altri tutti come mostri crudeli e insensibili, ma almeno parla del proprio caso e del proprio particolare contesto familiare e di conoscenze. Tu invece sostieni che casi del genere non si possono verificare e che le cose sono sempre o quasi sempre all'opposto, facendo affermazioni di validità pressoché universale (delle quali ancora non ho visto prove scientifiche o almeno evidenze statistiche). Quote:
A te chi dice che due genitori devono per forza educare in maniera significativamente diversa due figli? Tanto più se gemelli come nel tuo caso, quindi con un percorso di crescita parallelo. Chi ti dice che non c'è di mezzo la genetica? Sei tu che fai affermazioni di validità generale, quindi l'onere della prova sarebbe più tuo. Quote:
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Re: Cosa cercate negli altri?
muttley sostiene sempre che non capisco cosa vuol dire, ma qua l'ho capito bene... Riporto per intero gli interventi a catena.
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In ogni caso non si può dire nulla di certo, questa cosa non contiene affatto in sé alcuna dissonanza visto che secondo me è vero nella maggior parte dei casi (esclusi quelli di adozione). Quando un marito viene buttato fuori dalla moglie con bambini in genere può tornare a casa dalla madre (e il padre) se sono ancora vivi e lo desidera. Ma posso fare mille esempi in cui la famiglia sostiene maggiormente una persona rispetto a tutto il resto. Ci saranno eccezioni, va bene, ci sono anche le madri che uccidono i figli, chi li mena di brutto, ma non sono la norma. |
Re: Cosa cercate negli altri?
Vorrei aggiungere la mia esperienza, non penso conti come assolutamente provante ma ad oggi direi che per il 70% penso sia verosimile.
Ho esperienza diretta (vista, non vissuta) di ricostruzioni genealogiche in cui il terapeuta, attraverso la ricostruzione delle storie della tua famiglia, arriva a tirar fuori analogie di problemi tra i membri del tuo albero genealogico e te stesso. Da cose leggere a cose gravi, non so se posso dirlo a infatti cammufferò un poco l'informazione (e in futuro modificherò un po', quindi non quotate), ma una di queste verteva sulla difficoltà di accettare i pagamenti del paziente e di come la radice fosse parentale. E' un esempio di una ansia (chiedere un pagamento) stupida ma propagata nell'albero genealogico che ho visto tirar fuori in una terapia di gruppo, e ho scelto questa perchè leggera ma ne conosco di più..."gravi". Non so che valenza abbia, so che in terapia si usa e ho partecipato a terapie di gruppo in cui il tema era proprio la propagazione "genealogica" di certi problemi. In terapia ci si sta concentrando sui problemi psicologici di mia madre, sulla mia percezione di essi e su un episodio specifico della mia infanzia. La psicologa preme molto su questo, tanto che mi esorta ad affrontare ciò come focus principale. Se ci penso ora, a parte cause momentanee (ho problema X e ne parlo, ma finisce li), non ci si è quasi mai spostato dagli anni infantili nello scavaggio psicologico. Non che non si affronti altro, ma è più dovuto a cause impellenti, mentre se si vuole "riflettere" spesso si va a toccare l'infanzia. Dal canto mio, comunque, non conosco le cause genetiche del carattere e tendo a pensare non siano preponderanti, anche se non ho studi a supporto di questa tesi. Esistono disturbi genetici e psicologici che portano a modificazioni della quantità di neurotrasmettitori che arrivano alle sinapsi (aumentando la quantità di neurotrasmettitori, ad esempio, curiamo la depressione...anche se pure in questo caso la mia psicologa mi ha raccontato essere necessario un supporto psicologico parallelo, non guarisci solo di farmaco), ma tendo a pensare (non avendo studi a supporto), che i disturbi psicologici vengano causati da fattori "esterni" (un po' come un diabetico che ha il diabete perchè mangia troppi zuccheri, può essere genetico ma non sempre lo è, o avere un metabolismo sballato a causa della dieta) a meno che non si ha un problema genetico. Nel senso, non sto escludendo il fattore genetico, sto dicendo che molto spesso non è la causa predominante. Mi sembra solo illogico che la causa predominante sia genetica, perchè significherebbe che potremmo predirre i tratti degli individui. EDIT: mi è venuta in mente un'altra cosa, di cui comunque accetto smentite in caso, non sono un esperto: se le cause genetiche fossero predominanti (e in alcuni a caso lo sono, come nel citato MTHFR) le terapie psicologiche non potrebbero aver effetto senza l'uso di farmaci (perchè significherebbe che ogni disturbo è associato ad uno squilibrio nel metabolismo dell'organismo) cosa che mi pare scorretta. Scusatemi le mille parentesi |
Re: Cosa cercate negli altri?
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A me sembra ormai appurato che ci sono patologie che possono contribuire a dare problemi mentali come ansia e depressione (ad esempio, la sindrome dell'ovaio policistico. Non ho mai sentito una ragazza con tale patologia, che ho anch'io, dire di non essere ansiosa, ad esempio). E ci sono altre mutazioni collegate a dipendenze di vario tipo (tossicodipendenza, gioco d'azzardo, eccetera) o a comportamenti violenti. Basta cercare un po' sul web e si trovano molte informazioni. Penso che ormai la teoria secondo cui tutto deriva dalla famiglia sia stata superata da tempo. |
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