Originariamente inviata da Dr. Zoidberg
(Messaggio 2310185)
Io non credo siano solo paralisi notturne, perché in molti rapiti, hanno trovato negli stessi punti del corpo dei microchip. In ipnosi raccontavano tutti di come questi essere glieli mettevano. Per esempio uno viene sparato tramite una pistolina nel naso, rompendo lo sfenoide, - cosa che porta gli addotti a perdere sangue dal naso improvvisamente in alcuni momenti - e andandosi a posizionare davanti alla ghiandola pineale. Altri chip nelle mani, altri nelle ginocchia, e tutti hanno le stesse cicatrici negli stessi punti dove appunto vengono inseriti questi chip. Alcuni di questi chip sono stati esaminati, e si è visto che hanno una percentuale isotopica differente da quella che si può riscontrare su oggetti del nostro pianeta. In pratica è come se gli oggetti hanno un loro codice, e tutti quelli che vengono da "fuori", hanno un codice differente dagli oggetti del nostro pianeta, come i meteoriti. Beh questi chip, indovinate un po hanno percentuale isotopica differente. Ci sarebbero tanti altri dettagli, come il fatto che tutti descrivono, ognuno con i suoi vocaboli, le stesse creature, che fanno le stesse cose, e di come ogni razza aliena collabori con militari umani di una certa nazionalità. Corrado Malanga, ha fatto una grande ricerca sui rapimenti alieni. Ho consigliato a Baby Lemonade di farsi mettere in ipnosi per capire meglio la sua situazione, non ci sarebbe nulla di male nel voler capire. Non da Malanga perché lui, da quel che so, non si occupa più di ipnosi. Ma ci sono alcuni suoi collaboratori, che credo, continuino. Comunque ognuno poi fa quello che vuole ovviamente, spero per lei che si trattino solo di allucinazioni, e nient'altro. :) Come diceva Malanga, purtroppo la nostra mente è stata molto indottrinata, associa gli alieni e i rapimenti alieni, alla fantascienza, e quindi prende queste cose molto poco sul serio. Fa molta resistenza ad accettare queste cose, è quindi l'addotto stesso ad autosabotarsi, e il primo a non credere a se stesso.
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