Re: mi sto interessando alla magia...
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Originariamente inviata da Myway
(Messaggio 1892783)
Molti che si dedicano oggi a certe cose, o credono di dedicarcisi , pensano che possono fare il salto direttamente...faccio un rito , una evocazione e mi ritrovo tutti i problemi che non son riuscito a risolvere prima risolti per incanto o per magia appunto..quando in realtà servirebbe una prima fase (in alchimia si chiamano fatiche di ercole precedenti l'opera al nero) nella quale ti costruisci un IO bello forte e individualizzato (per usare termini junghiani ) , cioè divent<are un uomo 4 per dirla alla gurjieff, e solo dopo ti muovi per diventare un 5-6-7 ecc
Invece tanti che non sanno manco solfeggiare pensano che dopo un corso o qualche libro letto possono andare a fare i primi violnisti alla scala...
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Appunto. Considerato che abbiamo citato l'alchimia, l'essenza stessa di questa "disciplina" fa intuire che non v'è nulla, come ho scritto poc'anzi, da scoprire ma da riscoprire... va da sé che, implicitamente, non si è un uomo di una specifica unità numerica (nel connubio conscio-inconscio ovviamente), ma si è tutta la scala di quei valori... bisogna solo impegnarsi e ricordare, e questo può essere possibile solo quando si trae il meglio di ogni proprio aspetto e, quindi, che anche l'altro faccia altrettanto; l'aspetto disinteressato dei buoni propositi è sia altrui che proprio, e il desiderare, in maniera sana, di ricevere dall'altro esattamente quanto si è disposti a dare a quest'ultimo non merita alcun accezione negativa... è sano approccio dell'universalità del tutto, quindi è giusto sentirsi parte integrante ed abbracciare il meglio delle proprie funzioni secondo la forma ed il grado d'esistenza posseduto, e riconoscere anche il giusto di un aspetto puramente, o meglio apparentemente, quotidiano.
Appunto l'unione del meglio di ogni opposto.
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Originariamente inviata da lifeisnow
(Messaggio 1892786)
No l'autostima pura,la sicurezza di se è fondamentale e non è di bassa frequenza
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Lo è se immotivata e se da luogo ad una sovra o sottovalutazione di sé.
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