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Re: Qual è il senso di lavorare...
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Qualunque lavoro si faccia, qualunque sia il concetto di realizzazione personale (e ci tengo a sottolineare nuovamente che non parlo solo di lavoro), la vita è una sola occasione, una sola per raggiungere questa realizzazione. Metti che io faccio il muratore, mi alzo tutti i giorni, vado a lavoro, alla sera passo dal tabacchino per una sigaretta, esco con gli amici, ecc, e questo per tutta la vita, per poter vivere in relativa tranquillità. Arrivato sul punto di morte, ricordo ciò che davvero avrei voluto fare, ciò che mi avrebbe consentito non di vivere una vita alla "campiamo tranquilli" aspettando la morte, ma una vera vita soddisfacente e realizzante. Ciò consisteva nel fare il veterinario, che invece non ho potuto fare (è un esempio, ma non per forza deve essere qualcosa che riguardi il lavoro). Chi mi darà più un'altra occasione per farlo? Nessuno. Nell'unica occasione avuta a mia disposizione, non ho fatto ciò che realmente desideravo, mi sono dovuto accontentare per sopravvivere. Adesso, beh, questo accontentarmi, questa sopravvivenza fisica, a cosa mi è servita, se non ho fatto ciò che desideravo? A cosa mi è servito vivere tanto, se già a 38 anni (età casuale) sapevo con certezza di non potermi più realizzare? L'unica risposta che mi sono dato, per ora, è la mera sopravvivenza fisica dovuta all'istinto, niente di più. Poi ovviamente esistono diverse sfumature di realizzazione, chi si può realizzare anche solo per il 20%, ad esempio, avrà comunque avuto un senso nel sopravvivere anche scendendo a compromessi. |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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Ottica infallibile? Sei sicuro di comprendere la lingua italiana? Ho detto, testuali parole: "magari non è così e mi sto sbagliando anche sul mio conto, potrebbe pure essere, non lo nego." Insomma, ho palesemente affermato di essere Dio sceso in Terra e che ciò che dico è legge scritta :sisi: (sono sarcastico eh, dato che devo spiegare proprio tutto...) Possibile che tu debba, in ogni tuo post, isolare frasi e concetti dal contesto, o addirittura omettere frasi, per poter rispondere come più ti aggrada? Siccome ti sei messo in testa che sono presuntuoso, allora per forza di cose deve essere così, anche al costo di interpretare a piacimento, e/o di omettere, frasi o anche interi concetti, vero? Tutti sono in grado di analizzare oggettivamente delle situazioni, io semplicemente credo di saperlo fare molto meglio della norma. Saper osservare se stessi o gli altri da un punto di vista terzo, quindi distaccandosi dalla propria ottica (cioè dall'ottica umana, siamo umani sai?), é una tecnica molto utile per riuscire ad analizzare fatti e contesti in maniera obiettiva, nulla di eccezionale, tutti lo saprebbero fare, io come te. Insomma, sono proprio un presuntuoso dai, so anche mettermi la ciabatte, Dio mi fa un baffo :D P.S. - Ora te lo dò io un consiglio, lascia perdere questo topic. La questione probabilmente ti riguarda personalmente, dato il tono e lo storpiamento di frasi e concetti che hanno caratterizzato ogni tuo post, per cui non sei obiettivo. Se non ti piacciono certi discorsi, e non vuoi nemmeno accettare le opinioni altrui, evita, semplicemente. |
Re: Qual è il senso di lavorare...
In effetti, no, la questione non mi riguarda personalmente.
Però hai ragione. Lassamo perdere. Buona vita. |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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Ci sono lavori in cui si lavora solo 18 ore a settimana, altri 40, altri ancora di più. Esistono dunque lavori che ti lasciano parecchio tempo libero. Ovviamente chi fa della carriera la sua primaria ragione di vita, dovrà mettere in conto, probabilmente, una maggior quantità di tempo spesa al lavoro. In questo caso tuttavia non vedo come questo possa essere un problema, essendo il lavoro uno dei propri obbiettivi personali. Facciamo questo esperimento mentale: supponiamo di ereditato (o vinto) una quantità di denaro tale da poter vivere agevolmente per tutta la vita. Siamo sicuri che in queste condizioni potremo sentirci più felici e liberi di seguire i nostri obbiettivi? Riflettiamo. |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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In ogni caso, lavorando poco (e quindi avendo più tempo libero), non è detto che si possa raggiungere la propria ambizione più facilmente, alcune ambizioni ad esempio richiedono l'esclusiva dedizione allo scopo. Sull'ipotesi finale: sicuri no, ma indubbiamente sarebbe una grossissima agevolazione. Come molti hanno suggerito in questo topic, i soldi sono una componente fondamentale per fare la gran parte delle cose. Per cui, se si avessero abbastanza soldi da vivere agevolmente per il resto della vita, non si avrebbe nemmeno la necessità di lavorare, quindi si avrebbe a disposizione tutto il tempo sufficiente per realizzare la gran parte delle occasioni (oltre ai soldi). |
Re: Qual è il senso di lavorare...
Dunque..
Nel mio caso è : Pagare l'affitto, le utenze, la benzina nella macchina, fare la spesa, mangiare, una ricarica nel cellulare, una pizza ogni tanto, raramente qualche sfizio.. e aspettare il prossimo stipendio il mese successivo.. ...E me la chiami vita.. questa vita... nà nà! |
Re: Qual è il senso di lavorare...
Lavoro per prendere lo stipendio, se avessi i soldi non ci andrei.
Questo almeno in teoria visto che il lavoro è tra le poche occasioni che ho per uscire e conoscere altra gente, però non è il massimo della vita. |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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(il problema comunque lo sento più sociale che individuale, anche per questo non fantastico più sul vincere al superenalotto per potermi fare una vita) |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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Sarà sempre tempo sottratto all'attività dei nostri sogni, ma lavorare fa parte delle regole del gioco. Tocca a ciascuno di noi, nei limiti delle proprie opportunità, scegliere quanto tempo destinare al lavoro e quanto ad altro. Considera comunque che diverse persone vedono il lavoro come uno strumento di realizzazione in sé: molte persone diventate ricche improvvisamente, o andate in pensione cadono in depressione perché sentono di non avere più uno scopo... |
Re: Qual è il senso di lavorare...
Prendersi sgridate e cattiveria graduita, per cose che non vuoi minimamente fare, anche.
(stronzi) |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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Re: Qual è il senso di lavorare...
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Re: Qual è il senso di lavorare...
Non ha alcun senso ma fortunatamente l' evoluzione ci ha fornito due preziosi alleati in questi casi è cioè il fare figli e soprattutto il raccontare bugie a se stessi.
Se non ti interessa/non puoi fare figli o non riesci a raccontarti palle allora sei fottuto. |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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Peccato che non puOi mentire a te stesso all'infinito,in quantola coscienza dopo un po si ribella,e i figli (al netto di fobie e cazzi vari)sono un lusso ormai per pochi (incoscienti). |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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Re: Qual è il senso di lavorare...
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Re: Qual è il senso di lavorare...
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Con l'esperienza però il tutto diventa automatico e veloce! :bene: |
Re: Qual è il senso di lavorare...
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Re: Qual è il senso di lavorare...
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Ovviamente è possibile conciliare il lavoro con la propria ambizione, ma questo spesso e volentieri non accade, perché generalmente un individuo che trova un buon lavoro fisso che gli permette di sopravvivere, si accontenta di esso smettendo di inseguire la propria ambizione. Questo spiega anche il perché persone diventate ricche improvvisamente cadono in depressione dopo aver lasciato il lavoro. Non è che se diventi ricco, allora per forza devi smettere di lavorare, anzi, chi vede nel proprio lavoro la sua realizzazione, non lascerà il lavoro soltanto perché in grado di sopravvivere senza di esso. Pensa ai calciatori famosi, potrebbero giocare 2-3 anni e guadagnare abbastanza da sopravvivere per tutta la vita, eppure continuano a giocare, perché è quello il loro sogno, e non lo lasciano anche se ricchi. Un individuo che cade in depressione dopo essere diventato ricco (ed aver lasciato il lavoro), ci cade proprio perché il suo unico obiettivo era la sopravvivenza, quindi il lavoro. Una volta venuta meno la necessità di lavorare, si ritrova a non avere più scopi, perché, semplicemente, prima della ricchezza aveva un lavoro che gli consentiva di sopravvivere, e non si era mai chiesto cosa davvero avrebbe desiderato fare, oppure aveva abbandonato la sua ambizione perché considerata troppo faticosa, e quindi inutile da inseguire ai suoi occhi, perché comunque i soldi per sopravvivere ce li aveva lo stesso. |
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