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Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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e poi writer gente che fuma gente che si dondola gente che parla a voce alta se mi desse fastidio tutta sta roba i miei ''viaggi'' sull'atac di roma sarebbero un inferno di perenne fastidio.:mrgreen: |
Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
A me danno fastidio anche quelli che scoreggiano nei luoghi affollati e fanno finta di niente :sisi:
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Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Non sono d'accordo quando i graffiti sono fatti nell'illegalità, perché il proprietario del muro non penso che la prenda bene. Sui mezzi pubblici penso che sia una mancanza di rispetto. |
Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Ma vogliamo parlare del senso civico:interrogativo::o |
Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
riferendomi al post di apertura
Non c'era nessun tuo obbligo di intervenire e cosa si aspettava tu facessi la ragazzina è irrilevante; se lo trovava fastidioso poteva essere lei stessa a chiedere di interrompere tale comportamento ( l'imbarazzo e le difficoltà a farlo sono comprensibili da ambo i lati, questo è il punto). L'unico obbligo è quello che ci si autoimpone in queste circostanze. Io sarei intervenuto ? Dipende, in un caso del genere più che altro dipende dalla mia soglia di sopportazione giornaliera e da quanto è già stata messa alla prova. Non essendoci rischi di danni o offese a persone in corso non è null'altro che un fastidio (ingiustificato e che mi fa girare le palle, quello sì) quindi non sento il "dovere" di intervenire. Ci sono situazioni simili in cui l'ho fatto di persona , altre in cui mi sono rivolte al personale a bordo del treno ed altri in cui ho sopportato restandomene tranquillo perchè non avevo voglia di discutere per cose simili. Sicuramente se è un'altra persona ad intervenire, quando non lo faccio io, trova il mio appoggio e sostegno. Quoto il discorso di Blue Sky e Liuk. Sono comportamenti che denotano una bassa educazione alla convivenza civile ed al rispetto dell'altrui proprietà; il cazziatone se arriva è meritato ed ha anche un ruolo formativo. Idem le sanzioni. I casi in cui intervengo perchè spinto da un dovere morale autoimposto sono altri : risse dove una parte è chiaramente quella che subisce la violenza altrui, fenomeni di bullismo, molestie etc. Qualche volta ( collutazione violenta tra adulti) mi son pure preso la mia dose di dolore fisico oppure ho rischiato aggressioni io stesso per essere intervenuto in circostanze simili, nell'attesa intervenissero le forze dell'ordine (chiamate prima di agire). Ed onestamente : è un atteggiamento da coglione, per quanto spinto da buone intenzioni. |
Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Non mi convince molto il discorso "chi ci prova è un coglione", ma vabbè, non mi convincono tante altre cose quindi pazienza. |
Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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La maggior parte delle volte mi son preso insulti e poco altro, qualche volta la violenza fisica cè stata anche nei miei confronti oppure ho rischiato concretamente di venire aggredito col rischio di danni ben più seri. Chi interviene a prescindere in certe situazioni ha tutta la mia stima come persona, il farlo però senza considerare adeguatamente la propria sicurezza è a tutti gli effetti un atteggiamento " incosciente". Anche se spinto da buona volontà ed altruismo, che sono ammirabili, rimane un qualcosa di poco intelligente. Fermo restando che, soggettivamente, preferisco chi comunque in un qualche modo interviene, se gli eventi si aggravano e non arrivano le forze dell'ordine nel frattempo, piuttosto che stare a distanza di sicurezza perchè non ha sufficiente sicurezza di uscirne illeso. Oggettivamente però si mette in pericolo l'incolumità di un'altra persona così facendo : sè stessi. Quindi capisco perfettamente il discorso di Liuk e lo trovo più che valido. Ipotizziamo. Nel caso di uno stupro a mano armata, che avviene in una via parallela a quella dove stai passando tu e che noti chiaramente, come ci si dovrebbe comportare secondo te ? |
Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
Per quanto eticamente scorretto, ragionando egoisticamente, credo che farsi gli affari propri sia premiante a lungo termine. La saggezza popolare ne è un'ulteriore conferma.
Fonte: le poche volte che ho voluto fare il paladino della giustizia l'ho pagata cara... |
Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
Fab, penso che stai esagerando anche se rimuginare di quelle situazioni in cui PENSIAMO di aver fatto brutta figura è una caratteristica comune di chi ha una bassa autostima...penso che la maggior parte si sarebbe fatto gli affari suoi, compresi quelli molto sicuri di sè...quindi nn ci pensare
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Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Ma dai camerata, mi deludi. Tu lasceresti annichilire brutalmente la guardia amica sotto una pioggia di sanpietrini? |
Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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Re: non avere le palle (e riconoscere le proprie difficoltà)
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