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Re: Come si diventa "cattivi"
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Re: Come si diventa "cattivi"
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Già di per se questo basta a far paura perché tutti, in fondo, lo intuiscono. La "cattiveria", in questo senso, nasce dal vivere fobicamente la propria debolezza che proiettata sull'altro assume forme mostruose che vanno combattute per non diventare io stesso vittima di quella debolezza che può essere usata dagli altri contro di me. I violenti e i prepotenti credo che, in sostanza, siano più che altro dei gran cacasotto. Inoltre se io non ho compassione di te (non volendo averne di me stesso) mi sarà più facile trattarti come un oggetto ossia come un qualcosa che non riconosco come simile a me. Per raggiungere certi gradi di crudeltà bisogna anche raggiungere un certa anestesia emotiva. Altrimenti, prima o poi, paghi il conto con i sensi di colpa. Il bullismo ne è un esempio (neanche troppo estremo): il più debole viene preso di mira dal "branco" che, in virtù della legge del più forte, non può tollerare chi per costituzione non si sa adattare e quindi va eliminato, emarginato, escluso. Questa logica del servo-padrone temo che oramai non risparmi nemmeno le relazioni più intime. |
Re: Come si diventa "cattivi"
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Forse qualcuno li lascerà a noi.. |
Re: Come si diventa "cattivi"
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Re: Come si diventa "cattivi"
Guardate Io la penso così, fino a pochissimo tempo fa ero una persona fin troppo buona e ingenua, nel senso che alle cose ci arrivavo sempre tardi, magari a scuola riuscivo a risolvere problemi matematici difficili e mi perdevo nelle cose facili, a volte mi veniva da piangere in mezzo alla gente per l'ansia è normale questo? Poi ho cercato di fare buon viso a cattivo gioco in mezzo alla gente per evitare il bullismo ma a casa mi chiudevo in camera e stavo male, io inoltre sono anche uomo non sopporterei una ragazza dominante, se una ragazza con me si comporta bene io la tratto bene qualcuno di voi mi ha conosciuto posso sembrare leggermente estroverso ma di base sono uno tranquillo che non tratta male le persone
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Re: Come si diventa "cattivi"
ci sono tanti motivi che spingono una persona a diventare cattiva
perchè hai preso troppi calci in culo perchè devi farti valere in una società bullocratica o semplicemente perchè ci hai preso gusto ad essere cattivo in ogni caso però si va a sopprimere la parte empatica del proprio cervello, il dolore e la sofferenza che provochi agli altri deve essere irrilevante dal tuo punto di vista, se non addirittura divertente... |
Re: Come si diventa "cattivi"
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Re: Come si diventa "cattivi"
Grazie Joseph :)
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Re: Come si diventa "cattivi"
La somma di esperienze negative di vita. Penso che sia questo che possa far nascere la cattiveria in una persona.
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Re: Come si diventa "cattivi"
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La risposta solo questa sarebbe o potrebbe essere in base a come hai impostato il problema. Perché l'uomo fa del male a un altro uomo? Perché sceglie di farlo. Se è questa la risposta che vuoi, puoi dartela anche da solo senza chiederla a qualcuno. Per me invece questo tipo di risposte sono sempre complesse e non si possono tener fuori le variabili che vorresti tener fuori e che hai richiesto preliminarmente di tener fuori: l'esperienza che un individuo fa, dove si forma e così via diventano praticamente determinanti nei casi descritti per esempio dal film tratto dall'omonimo romanzo che ho riportato sotto (c'è il trailer). Tutte queste cose rappresentano proprio il nucleo sociale col quale si rapporta e da cui proviene un individuo, nucleo sociale che non si può comunque ridurre alla famiglia come qualcuno suggerisce di fare, certo c'è la famiglia ma c'è anche tutto il resto intorno... Penso che siano situazioni tragiche, anche quando io me la prendo con qualcuno poi in sostanza so solo che sono in conflitto con questa persona, non so neanche bene chi sia il buono e chi il cattivo, so soltanto che mi sto difendendo (così come magari si sta difendendo l'altro). Io cerco di sopravvivere alla meno peggio così come cerca di farlo l'altra persona. La risposta generale per me è questa: mancano risorse e spazio per tutti e anche là dove non mancano queste risorse e questo spazio, viene ricreata sempre la stessa forma di disparità. Questo spinge le persone a competere, creare gerarchie e cose del genere. Che da questo poi possano sorgere conflitti violenti, là dove delle persone stanno sotto e altre sopra, lo trovo poi ovvio, perché chi sta sotto non è mica detto che debba poi adeguarsi a questo destino qua tanto docilmente mentre chi sta sopra, spaventato dal fatto che qualcuno possa "alzare la testa" e togliergli dello spazio vitale, non esiterà a colpire e "punire". |
Re: Come si diventa "cattivi"
chi è cattivo probabilmente non sa nemmeno di esserlo, il più delle volte semplicemente non si rende conto della gravità delle sue azioni
a tal proposito sarebbe interessante leggere "La banalità del male" di Hannah Arendt |
Re: Come si diventa "cattivi"
Cattivo viene dal latino captivus, cioé colui che cattura.
La cattiveria è nell'usare il male per raggiungere i propri scopi, lì dove la sofferenza dell'altro non interessa, in sé per sé, ma perché la paura o il dolore provato dall'altro, facilitano il raggiungimento di un obiettivo. La semplice incazzatura è diversa, perché genera sentimenti distruttivi, che nella grande maggioranza dei casi poi scemano, ma senza che ci sia il perseguimento di uno scopo. La gradazione più abietta della cattiveria si ha quando una persona si serve di altri per colpire la prorpia vittima. La forma più blanda di questa cattiveria è la maldicenza:moltoarrabbiato:, che è a tutti gli effetti un'istigazione al linciaggio di una persona (sempre assente, guarda caso). Si mira a colpire la reputazione, ovvero l'onore di una persona. La forma più grave sono le mafie. Sono le forme politiche della cattiveria. |
Re: Come si diventa "cattivi"
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Non ho detto che ambiente e costituzione non c'entrano nulla, ma che non sono sufficienti a spiegare il modo di essere delle persone. Un sasso puoi maltrattarlo quanto vuoi, ma non diventa fobico né paranoico. Certo, è naturale e ovvio che, in ultima analisi, le persone scelgono cosa essere e cosa fare. Si chiama libero arbitrio. Il modo in cui si utilizza la propria libertà però non è casuale, ma espressione di un progetto attraverso il quale si ritiene, a torto o a ragione, di raggiungere un certo grado di felicità (o di evitamento della sofferenza). Dunque la mia domanda si potrebbe riformulare in: cosa porta alcune persone a reagire a circostanze ambientali sfavorevoli adottando un modo di essere che nega l'identificazione con chi soffre? E' ovvio: lo fanno perché scelgono di farlo. E' altrettanto ovvio: lo fanno perché hanno sofferto. E' similmente ovvio: lo fanno perché così ritengono di non soffrire più, o soffrire di meno. Ma quali sono i meccanismi decisionali, all'interno della soggettività, che congiungono e completano tali spiegazioni? |
Re: Come si diventa "cattivi"
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http://www.treccani.it/vocabolario/cattivo/ |
Re: Come si diventa "cattivi"
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Sentimenti istintivi con pensieri razionali. Agire poi fa la differenza a seconda dell'indole della persona come è stato detto. |
Re: Come si diventa "cattivi"
Tutti noi ci sentiamo assai più vittime , che colpevoli. Forse ci serve per vivere.
Caino e Abele. Al catechismo ci siamo sentiti dalla parte di Abele. Non sono mai esistiti. Ma il punto è che siamo alternativamente Caino e Abele. Ricordate il vecchio gioco dello "schiaffo del soldato"? Lo schiaffo lo diamo e lo riceviamo a turno. Così è la vita... |
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