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Re: vogliamo veramente essere normali?
Non so cosa voglio, se lo sapessi comunque non lo definirei in base a ciò che si definisce normale (perché non me ne frega niente).
Capisco comunque il bisogno di essere normali, del seguire delle regole di convivenza di base che permettono di socializzare con meno problemi possibile sul fronte della comunicazione. Il problema non sta nella normalità, ma nella flessibilità e i vantaggi/svantaggi dell'individuo nei confronti di essa. |
Re: vogliamo veramente essere normali?
Per quanto riguarda l'off-topic, si stava parlando di che cosa sia o cosa non sia la normalità e in quale modo (e grado) se ne voglia fare parte o meno.
Non mi pare così off-topic partire dal principio (non univoco) che, visti i risultati della discussione, pare essere stato frainteso e non compreso. Sminuire tutto quello che è stato detto come chiacchere inutili da filosofi e linguisti mi pare superficiale, oserei dire un pregiudizio degno della migliore normalità... |
Re: vogliamo veramente essere normali?
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2) Ho solo riportato un dato di fatto, e lo trovo un po' buffo, tutta qua. |
Re: vogliamo veramente essere normali?
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Ma di cosa stiamo parlando? edit. ok ho letto ora il tuo secondo messaggio, capito Quote:
Sarò duro ma io non ho ancora capito cosa alcuni intendono per persona normale Quote:
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Re: vogliamo veramente essere normali?
Non sono riuscita a leggere tutto quel che avete scritto. Io non voglio essere normale, voglio essere me stessa. Non mi interessa cosa è normale o cosa no, voler essere normali mi pare significhi "volere essere come gli altri", "volere adeguarsi ad un certo modello". Io voglio essere libera: se mi va di conoscere una persona provare a farlo, se mi va di fare una telefonata, farla e così via. ognuno di noi ha dei limiti cui deve sottostare (per esempio se sono scoordinata non mi accettano in una scuola di danza, se sono timida non ho il coraggio di cantare in pubblico), ma io sento che la mia condizione mi blocca in troppe cose che mi piacerebbero e non posso considerarla un semplice difetto.
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Re: vogliamo veramente essere normali?
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Re: vogliamo veramente essere normali?
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Tu non vuoi una vita assimilabile a ciò che tu definisci quella delle persone "normali" ma vorresti possedere la loro gamma di qualità sociali/relazionali/emotive. Mi permetto di dire che è un concetto quanto meno contrastante, perché è logico presumere che le persone "normali" che tu descrivi, abbiano acquisito questo set di peculiarità proprio avendo una vita "normale". Ergo per diventare ciò che sono, persone comunicative, sicure e spigliate a livello relazionale, emotivamente stabili hanno dovuto vivere a stretto contatto tra loro, ritrovandosi uniti da schemi dettati dalla società. Comunque io ho dei seri dubbi sul fatto che le qualità che tu hai descritto siano riscontrabili contemporaneamente in qualsiasi individuo sulla faccia della Terra. |
Re: vogliamo veramente essere normali?
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certo, ma i grandissimi ''obiettivi'' (sogni) sono quelli che contano veramente. e siamo sempre alle solite. |
Re: vogliamo veramente essere normali?
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Sono sicuro che c'è parecchia gente qui sul forum che riesce a parlare bene, a telefonare, a reagire ai molestatori sul lavoro con una certa assertività..niente di eccezionale ma almeno il minimo indispensabile. Te lo dice uno che neanche riesce ad esprimersi bene scrivendo, figuriamoci nel parlare..ecco mi basterebbe non dico la spigliatezza, ma quel minimo sindacale di capacità relazionale che hanno la maggior parte dei normali. |
Re: vogliamo veramente essere normali?
Se fossi stato tagliato per la normalità, penso che avrei avuto anch'io una vita normale...il fatto che non l'abbia mai avuta, e che quasi di certo mai l'avrò, vuol dire evidentemente che non posso oppure non voglio avere un'esistenza così. Certo, c'è una bella differenza tra il non potere e il non volere, ma sia in un caso che nell'altro il risultato finale rimane lo stesso...
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Re: vogliamo veramente essere normali?
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Re: vogliamo veramente essere normali?
Ma ci saranno diverse gradazioni tra normalità e anormalità. Ad esempio quelli che si conformano a tutto ciò a cui si può conformare, altri invece sono un po' più rilassati ma comunque non risultano particolari, poi magari i tipi un po' improvvisati o artisti (in senso metaforico) o un po' 'soggetti' (sia estroversi che introversi) e quelli persi (per cause varie).
Mi sono trovato recentemente in situazioni in cui non c'era una forte pressione che tende a normare, a diluire, miscelare, appianare, c'era qualche fastidio ma la preferivo a un'altra situazione che sto vivendo attualmente più spostata verso le 'cose vanno fatte così per criteri stabiliti pregressi', mi sento alquanto giudicato per la mia, diciamo, indolenza ad accettare l'avvolgimento dell'individualità. Forse ci vuole un compromesso, ma per ora la resistenza passiva funziona :D |
Re: vogliamo veramente essere normali?
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Re: vogliamo veramente essere normali?
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Occhio, perchè dire che i normali vivono una vita ritirata quando a confronto i fobici passano molto più tempo da soli, è una frase molto strana da sentir dire. Quote:
Ripeto poi che "normale" è un concetto troppo astratto e non definisce nessuna categoria di persone. Quote:
Io attacco la società per una cosa sola principalmente: insegnare fin da piccolo, ai bambini, ad essere degli ingranaggi: "Devi fare questo, questo deve essere fatto così, poi devi fare questo, devi prendere bei voti, devi fare una famiglia, devi,devi devi" e solo pochi riescono a staccarsi da questo DEVI e fare quello che VOGLIONO, decidendo così il loro destino. Ci sono tante persone, anche alcuni miei amici, che sono impantanati in questo DEVO e si vede che non ne sono felici perchè si lamentano di quello che devono fare, ma dentro di loro non sanno quello che vogliono. Ed anche il fobico segue questo DEVO, per quanto neghi e odi gli stereotipi, spesso lo vedi scrivere "Per fare questo DEVO essere estro/Per avere una ragazza DEVO essere stronzo". Questo stesso thread pare dire "Per avere la vita come gli altri DEVO essere normale. Lo voglio davvero?" E io risponderei: "Ti consiglio di non volerlo, ma sei pronto a passare da fobico a leader di te stesso, saltando la normalità? Sai cosa vuoi dalla vita, sai quale VUOI che sia la tua ragione di vita e quali vuoi che siano i tuoi obbiettivi? Sei pronto ad affrontare tutti gli ostacoli che ci sono per raggiungere i tuoi obbiettivi?" |
Re: vogliamo veramente essere normali?
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Non voglio certo ridurre l'importanza dei tuoi problemi, sono sicuro che per il tuo vissuto siano cruciali. Ma sono requisiti troppo minimi a mio avviso. Io parlo molto bene, a patto che non ci siano esseri vaginodotati nelle vicinanze, posso risultare persino saccente e prepotente se mi si fa innervosire il giusto. So parlare al telefono anche se non mi piace usarlo come mezzo di comunicazione, prediligo la messaggistica. So scrivere, e qui me la meno un minimo, piuttosto bene e se voglio sono capace di padroneggiare sia un registro formale che altamente informale. Nonostante ciò non penso di poter essere definito una persona con una vita normale, ma neanche per sbaglio. Avere queste capacità non è un fattore sufficiente a permettermi di creare dei rapporti. Esempio: come molte personalità timide, se non mi si cerca non mi si trova. E non c'è una progettualità dietro a questa cosa, a me semplicemente non viene naturale per esempio cercare compagnia anche desiderandola. Fattore che viene spesso interpretato come freddezza emotiva e quindi risulto un po' tanto un grande stronzo agli occhi altrui. La capacità di valorizzare la compagnia altrui, che è una qualità puramente relazionale, non la puoi acquisire dal nulla. Devi vivere in determinati contesti per assimilarla o avere un'innata propensione alla ricerca di contatto sociale. Altra scemenza, non amo il contatto fisico con persone che non conosco molto bene. Sono uno che schiva strette di mano, saluti "bacino sulla guancia", pacche, e abbracci manco fossero proiettili. E non c'è loquacità che ti salvi dal sembrare un perfetto coglione quando ti mostri così schivo. Quindi, tolleranza dell'invasione del proprio spazio personale: altra cosa che si impara con uno stile di vita prettamente "normale" e canonico. |
Re: vogliamo veramente essere normali?
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Confermo l'attribuzione di maschilismo, anche se capisco che possa sembrare eccessiva: il fatto è che non è facile accorgersene, perché le persone tipicamente lo negano, anche a se stesse. Quote:
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Re: vogliamo veramente essere normali?
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L'educazione di cui parli serve a produrre dei pezzi per la macchina, cioè la produzione di persone capaci di calarsi perfettamente nel ruolo che gli è stato assegnato con tutti i (presunti) doveri e i (pochi) diritti: un soggetto normale dunque. |
Re: vogliamo veramente essere normali?
essere 'normali' non significa appecorarsi , avere delle normali relazioni di amicizia delle normali relazioni sentimentali certo che sì
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Re: vogliamo veramente essere normali?
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