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angeri 11-01-2015 18:33

Re: Società multiculturale: vi piace/piacerebbe o no?
 
Perché no? Sarebbe una cosa positiva. Si incontrerebbero culture diverse a pochi passi da te. Ci sarebbe modo di conoscere gente diversa e parla una che ha attorno solo cloni. Il fatto della delinquenza non credo dipenda da questo. Anche in una stessa etnia ci sono eventi di criminalità

Solitario 11-01-2015 18:56

Re: Società multiculturale: vi piace/piacerebbe o no?
 
Ai 9 che hanno votato la prima opzione auguro il peggio dalla vita, tutto il male immaginabile.

Novak 11-01-2015 20:48

Re: Società multiculturale: vi piace/piacerebbe o no?
 
Quote:

Ban di 3 giorni a Solitario per linguaggio deliberatamente ostile e provocatorio rivolto ad altri utenti, peraltro apparentemente immotivato.
---Moderazione---

Winston_Smith 12-01-2015 10:47

Re: Società multiculturale: vi piace/piacerebbe o no?
 
Quote:

Originariamente inviata da captainmarvel (Messaggio 1436137)
il punto è che etno-linguisticamente i nativi a nord della linea gotica non sono italiani perché le parlate a nord della linea gotica non appartengono al gruppo italo-toscano. non esiste un'entità politica ma esiste un'entità linguistica diversa.

Anche ammesso che sia vero quello che dici (e ricordando che quella di cui stai parlando sarebbe un'identità nazionale costruita non su una lingua, ma sull'origine del ceppo linguistico: come ho detto, equivarrebbe ad auspicare un nuovo Impero Romano che comprendesse tutte le nazioni di lingua neolatina), non vedo ancora risposta alla mia domanda: perché dovrebbe nascere questo fantomatico Stato dell'Alta Italia o come vattelappesca si chiamerebbe, visto che i suoi abitanti non avrebbero neanche una lingua comune per capirsi, se non quella che li accomuna al resto d'Italia?

Winston_Smith 12-01-2015 10:51

Re: Società multiculturale: vi piace/piacerebbe o no?
 
Quote:

Originariamente inviata da pokorny (Messaggio 1436455)
Già... purtroppo questa volta è diverso, siamo oltre il limite di quanto un territorio possa sostenere al massimo dello sfruttamento. La prossima generazione dopo la mia, e quelle successive via via peggio, avranno problemi a non finire, basta vedere cosa sta accadendo in Turchia.

Questo è quello che avrebbe potuto dire paro paro un milanese "doc" di fronte all'emigrazione dal Meridione negli anni '50-'60. Non mi pare che certe previsioni apocalittiche si siano avverate, a meno che qualcuno non pensi che con l'arrivo dei barbari mangiaspaghetti si sia passati dall'Eden al Cocito, e che quei terroni schifosi andassero tutti mitragliati e affogati nel Po.
Quindi non vedo in base a cosa si facciano queste osservazioni.

Quote:

Originariamente inviata da Edopardo (Messaggio 1436573)
Ovviamente per tutti quelli che sono comodamente seduti nelle loro belle casuccie e non vivono in periferia è facile gonfiarsi il petto con parole e sproloqui melaniosi sulla fratellanza umana delle varie culture, questi signori sono degli ipocriti e dovrebbero imparare a essere più pragmatici e realisti.

Guarda che in periferia ci sono fior di delinquenti "autoctoni", quelli invece mi par di capire che ce li teniamo cari cari.
Il punto è garantire la possibilità di integrarsi e di vivere onestamente, e perseguire i criminali, indipendentemente dal colore della pelle.

Winston_Smith 12-01-2015 10:58

Re: Società multiculturale: vi piace/piacerebbe o no?
 
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Originariamente inviata da Labocania (Messaggio 1437261)
In una società multiculturale al 100% che materie verrebbero insegnate? Storia d'Italia, letteratura italiana? Immagino di no! Si parlerà solo di storia universale, letteratura universale, geografia universale.

Nella quale è compresa anche la storia d'Italia. Dov'è il problema?

Quote:

Originariamente inviata da Labocania (Messaggio 1437261)
Dante, Tasso, Manzoni? Poeti e scrittori tra i tanti. Bach, Mozart Wagner avranno smesso di rubare spazio e attenzione ai meriti della musica delle tribù africane. In una società maturata ed evoluta immagino che un acquedotto romano e i ruderi di una tangenziale verranno contemplati con la medesima ammirazione quali testimonianze di due civilità che sarebbe ingiusto distinguere secondo superati schematismi estetici intrisi di pregiudizi.

Mi pare che anche adesso nessuno si azzardi a dire che Mozart non sia stato il più grande (o uno tra i più grandi) compositori della storia solo perché era austriaco e non italiano. Allo stesso modo il giudizio di valore non dovrebbe dipendere dalla nazionalità, solo in un'ottica meno eurocentrica si dovrebbe considerare anche il contributo di altre nazioni al progresso culturale.

cancellato15306 12-01-2015 12:08

Re: Società multiculturale: vi piace/piacerebbe o no?
 
Penso che una società multiculturale "vera e propria", con una distribuzione omogenea di più culture e lingue, possa esistere solo con uno sforzo estremo da parte di ciascuna delle persone che la compone, uno sforzo altruistico quotidiano che pochissimi sarebbero disposti ad intraprendere.

Bisogna considerare che molte barriere ci separano da una persona che proviene da un paese straniero; barriere linguistiche, comportamentali, ideali, pure molto marcate. Queste barriere possono essere trasformate in fonte di arricchimento, tuttavia questo richiede una spinta altruistica che la maggior parte di noi è disposta a fare soltanto una volta ogni tanto. Bisogna pure considerare che sia noi, sia le persone che vengono dall'esterno, non si è sempre in grado di tuffarci verso una cultura diversa, ad esempio non siamo tutti in grado di apprendere una lingua straniera in scioltezza e non sempre vogliamo aderire agli standard comportamentali creati da un'altra cultura.

Insomma, una "cultura omogenea" non può oggettivamente funzionare al giorno d'oggi, anche se sarebbe auspicabile essere tutti in possesso di un mezzo di comunicazione universale. Infatti, in Italia 60 milioni di persone sono in grado di comunicare facilmente utilizzando la stessa lingua, e non è poco; sarebbe senz'altro bello se tutti quanti nel mondo avessimo uno strumento linguistico universale, però non è il caso attuale. Per fortuna, l'inglese ha una certa diffusione e funge un po' da lingua franca, anche se non tutti lo sanno parlare, nemmeno nei paesi occidentali.

In ogni caso credo che sia nostro dovere accogliere persone che vengono da fuori. Non è colpa di nessuno se delle persone sono state sfortunate a nascere in un paese povero e che magari promuove dei modelli comportamentali non proprio rispettosi, quindi è giusto accogliere queste persone qui, ricordando che anche noi ci comportiamo male e non siamo santi. E' nostro dovere integrare nella nostra società chiunque decida di venire, cercare di superare le barriere linguistiche e quant'altro; chi viene da fuori è auspicabile faccia una spinta verso di noi, ma vale anche il viceversa. Se il processo di immigrazione è lento, la società sarà in grado di reggerlo ed adeguarsi ad esso, modificandosi lentamente come è sempre avvenuto. Il motivo per cui non parliamo più latino è per le immigrazioni dei popoli barbarici, degli arabi, degli spagnoli. Naturalmente una società non sarebbe in grado di accogliere un'immigrazione troppo pesante e brusca, nel qual caso avverrebbe una disgustosa ghettizzazione.

Quindi, più che "90% italiani, 10% stranieri" direi "90% locali, 10% esterni" perché l'identità "italiana" è in continuo divenire e chiunque si sia integrato qui può definirsi locale.


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