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Re: Il dramma del dialetto
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Comunque mi sembra strano che possa dipendere da come ti hanno insegnato a leggere, anche perché si fa poca attenzione ad insegnare gli accenti corretti alle elementari (almeno da me, magari al Nord li insegnano per bene solitamente). |
Re: Il dramma del dialetto
Io vivevo in provincia di Milano e per studio ho sempre frequentato Il capoluogo.
Persone anziane o di passate generazioni a parte, il dialetto non si usa proprio più, almeno in cittá. Abbiamo la cadenza, forse scappa qualche intercalare ma l'italiano regna sovrano (per fortuna!). Io fossi in te, pensando anche al tuo futuro non mi rinchiuderei in una lingua di nicchia con poco sbocco lavorativo. Un abbraccio |
Re: Il dramma del dialetto
mah ho la fortuna di essere in toscana dove un vero dialetto non esiste nemmeno
tuttavia esiste una parlata volgare , indispensabile per vivere e commerciare in certi quartieri fossi in te scapperei dal paesello appena possibile almeno che non ti leghi a quei luoghi affetti e amicizie molto profonde |
Re: Il dramma del dialetto
io per colpa del mio bilinguismo italiano-spagnolo appreso in tenera età spesso sbaglio il congiuntivo con alcuni verbi, ad esempio con "credere" e "sembrare che" ho sempre usato l'indicativo perchè pensavo si usasse come in spagnolo nella forma affermativa ("creo que es" "me parece que està", ecc..mentre nella forma negativa va al congiuntivo "no creo que sea", "no me parece que esté") fino a che poi non mi hanno fatto notare che sbagliavo...ma io continuo a usarlo perchè mi viene automatico :nonso:
chiusa parentesi..beh se sei del profondo sud penso sia normale che si usi il dialetto nei paesi di provincia anche tra giovani..ti conviene però cercarti un gruppo di persone IRL di piu alto livello con cui integrarti e conversare in italiano |
Re: Il dramma del dialetto
qua a roma parlano in dialetto i giovani , c è da dire che è facile come dialetto e gran parte dei vocaboli di romano avanzato son andati persi , insomma lo capiscono tutti anche chi nn ha mai sentito parlar romano prima , in certi soggetti puo accentuarsi la componente cafonazza , in altri accentua la simpatia. io capisco sia il romano che il veneto ... e durante il liceo ho dovuto assaggiare pure il napoletano , ecco questa è una cosa assurda a parer mio... beccarsi un insegnante che parla in dialetto di un altra regione , che cazz almeno dai prof uno s aspetta che parlino in italiano.
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Re: Il dramma del dialetto
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Per il resto ribadisco che se per tre cafoncelli a cui non piace l'uso corretto della dizione e dei congiuntivi, ce ne sono tremila che queste cose le apprezzano. A quanto pare però non li notate. |
Re: Il dramma del dialetto
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....tralascia la pappardella dei meccanismi mentali un attimo !! ....immagina sei in una classe, ci devi stare 5-6ore/GG tutta la settimana, non é questione di meccanismi mentali negativi ed autostima; siccome il gruppo é quello in quella situazione devi stare.... ....e li i tuoi discorsi "ma c'è gente che apprezza" non valgono niente, sei in un microcosmo che inizia e finisce coi compagni di scuola !! .....tu parli italiano, loro l'italiano lo schifano xché il dialetto é più fico; anzi .....tu sei emarginato da loro xché il dialetto non lo parli.... Questa é la realtà, il reagire passa per le skill sociali, il riuscire ad inserirsi nel gruppo nonostante la differenza che loro discriminano, o quantomeno essere neutrale al gruppo..... .... certo in primo acchito c'è il non farai abbattere dai loro comportamenti..... ma qua mi sembra si parli troppo spesso di brainstorming psicanalitico tutte le volte che qualcuno sternuta !! |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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E poi se loro non ti apprezzano non sei certo obbligato ad averli come amici, ci sono sempre altri generi di persone, e per fortuna abbiamo la possibilità di scegliere. Oltretutto tu sei cresciuto a Milano, mi pare, non in un paesello di tre abitanti, c'è maggiore scelta umana e relazionale. Insomma a me pare che il tuo pensiero sia quello della resa alla volontà altrui, una dichiarazione di impotenza e di assoggettamento agli altri. |
Re: Il dramma del dialetto
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....adesso per favore, mi dici nella situazione pratica di cui sopra cosa deve fare il ragazzo emarginato dai compagni xché nn parla il dialetto !! ....xché seguendo il modo di pensare che dici, dovrebbe fregarsene e rimanere solo come un asparago !! In pratica di innescare un meccanismo voi non mi volete / io non vi voglio !! Questo può funzionare se esiste una scelta, per cui si può scegliere persone più simili o in cui é più facile inserirsi, ma di fatto in ambienti come scuola/lavoro etc....non si può scegliere quelle son le persone e quelli son i gruppi ! Bada bene, non ho mai detto di arrendersi, ma di reagire di cercare con un pochino di skill sociali di interagire cmnq e pian piano di farsi accettare o quanto meno non discriminare nonostante il gruppo veda come negativo il fatto che lui non parli il dialetto, di aggirare l'ostacolo se non lo si può abbattere o distruggere ;) |
Re: Il dramma del dialetto
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Re: Il dramma del dialetto
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