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Re: il contesto culturale
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Re: il contesto culturale
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Re: il contesto culturale
La società può reagire diversamente ma la tua stabilità emotiva dipende da te...se tu affermi di non poter essere felice senza il consenso altrui, stai automaticamente delegando agli altri il controllo della tua vita interiore, crei le basi per una dipendenza emotiva dal prossimo, e ogni dipendenza è per definizione sempre sbagliata.
Quanto alla possibilità di aver successo nei rapporti umani, ci sono comportamenti preferiti ad altri per tutta una serie di ragioni storiche e culturali...tu trovi simpatiche le persone che parlano o quelle che non parlano mai? Ti infondono maggiore sicurezza le persone che esprimono le proprie opinioni o quelle che non si espongono mai? E così via...a quel punto o si cerca il successo mediante l'adattamento uscendo quindi dalla comfort zone, oppure si rimane nella comfort zone ma consapevoli di non aver violentato la propria natura. |
Re: il contesto culturale
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Re: il contesto culturale
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Re: il contesto culturale
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Ritorno comunque a ribadire l'idea di fondo: la serenità interiore non dovrebbe dipendere dalle altrui conferme, pena il condannarsi all'infelicità. Gli altri non potranno mai soddisfare del tutto quello che noi cerchiamo, è per questo che chi prova rancore è destinato a non trovare via d'uscita, a meno che non cambi la sua impostazione mentale di base. |
Re: il contesto culturale
E' inutile ribadire che si tratta di semplificazioni, perché stringi stringi non vi sono in gioco molte soluzioni: vuoi ottenere "successo" ma non hai i requisiti richiesti dal "mercato" (qualunque esso sia: lavorativo, relazionale, sentimentale)? Ti adegui a tali requisiti. Trovi che l'adeguamento sia ingiusto e troppo stressante? Accetti di avere dei limiti e trovi soddisfazione in altro che non sia ciò che ti impone il succitato "mercato". Vorresti avere "successo" (inteso come soddisfazione di ciò che tu avverti essere i tuoi bisogni) ma non ritieni giusto che il mercato privilegi caratteristiche differenti dalle tue? Ti impegni a cambiare il mercato, ovvero il contesto. Tutte e tre le soluzioni richiedono sforzi non indifferenti, spesso traumatici e difficilmente sostenibili. L'atteggiamento recriminatorio e passivo risulta sterile e controproducente, contribuisce soltanto ad alimentare l'infelicità e l'insoddisfazione già esistenti.
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Re: il contesto culturale
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:applauso: |
Re: il contesto culturale
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Re: il contesto culturale
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Se una persona introversa e di poche parole, percepisce questa sua caratteristica come disagevole e fonte di sofferenza, è perché lei prima di tutto non riesce ad accettarla e vorrebbe essere diversa. Tuttavia preferisce il comodo rifugio dell'autocommiserazione e dell'incolpare gli altri. Ma se non si accetta, se vuole cambiare, ha gli strumenti per farlo. Diversamente accetta questa sua condizione o si impegna per mutare il contesto in cui vive in modo da sdoganare l'introversione e renderla anche uno status di prestigio sociale. |
Re: il contesto culturale
credo che il contesto culturale c'entri poco , come detto anche da altri i sociofobici esistevano anche nella antichità e non erano visit bene
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Re: il contesto culturale
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Non ho mai detto che il contesto non sia una delle variabili fondamentali della nostra vita; anzi esso definisce il campo in cui possiamo muoverci e per cui è evidente che non è possibile prescindere da esso nelle considerazioni che facciamo quando dobbiamo prendere le nostre decisioni. Nessuno ha messo in discussione questo; ed è chiaro che più il contesto è ostile, restrittivo, più sono le situazioni di pericolo e più un individuo ne sarà sensibile. I contesti sociali in cui viviamo ordinariamente, non sono così limitanti; sono molto più sfumati e ambigui i loro confini: sicuramente il 100% degli schiavi non sopporta la sua situazione; il 100% delle persone non sopporta la società? No, infatti molti riescono a viverci come persone integrate, senza per questo svendere la propria naturalezza e originalità accettando dei compromessi; altri purtroppo no. Ma poi a che cosa si fa riferimento con “contesto”? Dove inizia e dove finisce un contesto e dove inizia l'altro? Non sono tutti costantemente in rapporto tra loro i contesti? Come si fa ad andare ad individuare l'inizio della catena degli eventi che determinano il contesto che non mi piace e che vorrei cambiare? Esattamente cosa non ti piace poi? Non credo che tutto sia da buttare.. Insomma nei contesti sociali moderni ci dovrebbe essere una certa elasticità, non sono univoci, permettono spazi di manovra e non assorbono tutti alla stessa maniera; ci si può vivere con distacco; hanno certe tendenze generali forse, ma non impediscono la formazione in parallelo di realtà diverse. Ricondurre al contesto i propri problemi mi sembra perciò parziale. Chiudo qui |
Re: il contesto culturale
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Re: il contesto culturale
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Re: il contesto culturale
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E per quello che scrivi non sembri uno a cui "stia bene" ancora nulla. Altrimenti metteresti da parte tutte le recriminazioni e faresti il possibile, che è poi l' unica cosa che conta. |
Re: il contesto culturale
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Rimarremmo quindi sempre nell' ambito delle parole. Quote:
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Re: il contesto culturale
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p.s.: se modifichi dieci volte il messaggio diventa davvero difficile rispondere. |
Re: il contesto culturale
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Però finché ti vengono spontanee recriminazioni e lamentele non l' hai fatto ancora abbastanza bene. Quote:
Forse sì e forse anche no. |
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