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Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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E' come se io, dopo aver trovato lavoro, pensassi soltanto al fatto che ho finalmente un reddito, senza curarmi delle mansioni che questo mi impone, delle regole e degli orari da rispettare, del fatto che il mio tempo libero subisce un drastico ridimensionamento e così via... |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Ho passato mesi (intendo giorni continuativi) chiuso in casa in assoluto isolamento senza essere in grado di mettere la testa fuori, per tanti anni, a lasciarmi morire.. per totale assenza di stimoli, di un minimo (perché di un MINIMO si parla) di senso. Sai qual'è l'unica differenza ? Nel fatto di poterselo permettere, perché hai qualcuno che ti paga la luce, il cibo, il pc, la psicoterapia e tutto quel che ti serve. Quando non sei in questa privilegiata posizione.. problemi o non problemi.. sociofobia o non sociofobia.. evitanza o non evitanza.. disperazione, depressione, angoscia oltre il sopportabile.. capacità o non capacità... ci sei costretto, l'alternativa non c'è. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Molti qui pensano che la fidanzata sua sinonimo di non essere FS, che si deve dichiarare il fallimento prima dei 60 e, come hai scritto, fraintendono le difficoltà comuni a tutti nel trovare con la FS. Il 20% su cui non concordo è la difficoltà per lavorare. Escludendo il nero, non vedo tante differenze con le relazioni. Poi, quanti provano a cercare anche in altri stati o tentano la strada del proprio? Sono breve perché uso Tapatalk e uno smartphone |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Tanto i problemi ci sono SEMPRE E COMUNQUE ... a prescindere.. illudersi di una vita senza fatica e problemi è utopia, per cui l'unica differenza è tra avere degli stimoli e dei motivi per andare avanti e non averceli. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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Re: ma dove stanno i fobici?
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E' un comportamento legittimo, per carità.. ma non meno superficiale. |
Re: ma dove stanno i fobici?
Però è anche vero che c'è chi riesce a raggiungere l'agognato traguardo non lo ottiene per grazia ricevuta, bensì perché il suo atteggiamento di apertura alla vita e alle relazioni umane gli crea un maggior ventaglio di occasioni. Non si tratta di dire che si è "sbattuto" o ha "sudato" per ottenere una relazione, direi piuttosto che ha smesso di porre numerosi paletti e condizioni autocastranti alla propria vita. Certo, c'è chi preferisce rifugiarsi dietro l'alibi dei blocchi imposti dal nostro disturbo caratteriale, ma anche la scusa del conflitto tra desiderio e paura tipica dell'evitante ha fatto il suo tempo...se la paura ha il sopravvento sul desiderio, è perché quest'ultimo non è abbastanza forte, o semplicemente è inferiore alla paura, occorre quindi limitare la portata di questa, desensibilizzandosi progressivamente alla sofferenza psicologica creata dalle situazioni nuove, inusuali e potenzialmente pericolose che un'esperienza come una relazione sentimentale può arrecare.
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Re: ma dove stanno i fobici?
Mettiamola così: qui sul forum c'è una frangia che potrei definire di "insoddisfatti sentimentali", in cui ci metto chi non trova la persona che vorrebbe e chi non trova proprio nessuno, a livello sentimentale.
Non è il mio caso, per fortuna, mai sminuito niente, mi pare che ci siano stati parecchi fraintendimenti. Ok, qualche concetto l'ho volutamente e provocatoriamente esasperato, ma si è andati ben oltre nell'interpretare. Poi c'è una piccola parte di persone che hanno problemi più generalizzati, me compreso, che sentono disagio anche nello svolgere azioni anche in rapporti formali (quindi non parlo più di amore e nemmeno di amicizia). Per altri questi rapporti sono tranquilli, non ci mettono del loro e vanno lisci come l'olio; invece per questi è un calvario. Mi spiace che si siano tirati in ballo concetti tipo "schizzinosità per determinati lavori" perchè siete completamente fuori strada, è come se vi accusassi di essere troppi "schizzinosi nello scegliere le relazioni", insomma troppi selettivi. Per qualcuno potrebbe essere vero, ma forse non per tutti. Qui non si tratta di essere troppo selettivi o no. A parte che spesso l'ansia sociale è associata a altri problemi (io ad esempio ho il disturbo ossessivo compulsivo), a parte che dipende anche dai percorsi di studi e anche da un pizzico di fortuna (quanti di voi lavorano grazie a una conoscenza? scommetto moltissimi), è agghiacciante leggere concetti così banali e superficiali. Lo so che non capite e dimostrate di non capire proprio nulla, mentre io mi sono sforzato di capirvi (e per lungo tempo ho avuto gli stessi problemi nelle relazioni, e probabilmente li avrei ancora se non avessi trovato la mia attuale ragazza!) Potrei benissimo lavorare, se mi offrissero un lavoro da casa. Il problema è uscire di casa, e affrontare le persone, anche se sono persone che non devo farmi amiche, tutt'altro. E poi, innanzitutto, superare i colloqui. Ne avete mai fatti, voi che fate tutto facile, forse perchè avete iniziato a lavorare in tempi migliori? |
Re: ma dove stanno i fobici?
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ma per costruire una relazione non bastano gli sforzi e vincere le paure.. serve una cosa non scontata e abbastanza indipendente da noi : che lo voglia l'altro.. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Prova invece a lamentarti di non riuscire a trovare lavoro: sarano tutti solidali con te, magari non ti troveranno alcun lavoro, ma SICURAMENTE non rideranno alle tue spalle. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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Ci sono gli schizzinosi che vogliono solo il lavoro comodo e ben pagato e scartano quelli di basso livello perchè sono troppo in gamba per abbassarsi a farli così come ci sono quelli che stanno meglio col portafoglio di mamma e papà. Ok ma ci sono anche quelli che vorrebbero lavorare ma sono bloccati a tal punto da non riuscire a far nulla. Non è che i blocchi li ha solo chi non riesce a rimorchiare. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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E mi riferivo anche ai problemi di chi è solo da una vita che non viene capito da chi non lo è. |
Re: ma dove stanno i fobici?
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