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La generalizzazione quanto il rifiuto della generalizzazioni implicano entrambe un'approssimazione, anche se rifiuti una generalizzazione in realtà non stai facendo altro che un'approssimazione per difetto. Solo che io preferisco approssimare un 70% a un 90% piuttosto che approssimare un 70% a un 10%. E tu lo sai che è così, perchè anche tu usi queste generalizzazioni per approssimazione quando dici che la società è tendenzialmente maschilista. |
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pero se avrò bisogno di ripetizioni di matematica ti contatterò! 8) |
Ti assicuro che io sono per la chiarezza assoluta, sono un accanito oppositore del motto di Einstein "bisogna rendere le cose semplici, ma non troppo" :wink:
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Quando leggo "tutti sanno che... / stai su un altro pianeta.../... " etc... , io leggo un messaggio tra le righe che mi dice "non provare a negarlo". Magari le tue sono solo forme retoriche, del resto non siamo tenuti, dal regolamento, a non usare espressioni improprie. L'argomentazione che dai è "basta osservare la situazione attuale". Io osservando la situazione attuale non lo vedo, vedo situazioni in cui in alcuni contesti gli uomini tendono a discriminare le donne, e altri in cui le donne tendono a discriminare gli uomini. Io tengo in considerazione entrambi i contesti, il fatto che un uomo di intelligenza medio-bassa abbia un pregiudizio sull'intelligenza media delle donne non mi meraviglia più di tanto, perchè, proprio facendo quell'osservazione della realtà di cui parli, io noto nella vita di tutti i giorni che le donne hanno di solito un modo di ragionare che segue un principio analogo al secondo principio della termo-dinamica, secondo cui un sistema tende al massimo grado di confusione possibile, o comunque non tende a mantenersi in stati organizzati (l'entropia tende a aumentare). L'intelligenza è quella forza che tende invece a diminuire l'entropia, che tende a organizzare la materia (che tende a far fare tutte le pippe mentali necessarie per cercare di raggiungere una coerenza mentale). Osservando la realtà io vedo che le donne tendono al massimo grado di entropia nelle situazioni quotidiane, infatti preferiscono l'ironia, le compagnie che fanno ridere, che non impegnano troppo la mente, che non si facciano troppe seghe mentali. Quindi non mi meraviglio che, in campi non professionali , una donna susciti meno fiducia di un uomo, tu ti meravigli? Mi riferisco al pregiudizio, se invece assistessi a una discriminazione palese e fattuale, fatta a una donna, mi scandalizzerei. |
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Il problema non sono le tue verità e che non siamo d'accordo, me ne frego. Il problema non è che non le sai supportare con argomenti falsificabili. Il problema è se a questo aggiungi atteggiamenti altezzosi, fastidiosi, ("ma dove vivi") uniti a risposte di una o due righe non falsificabili ("x è vero.;y è falso."). Questo, cominciato da te nel primo post, ha causato la mia reazione perchè mi irrita che qualcuno si ponga con la verità in mano, senza peraltro avere cultura e intelligenza per farlo! Se volevi dialogare o portavi dei "perchè" ai dogmi, o lo facevi senza dare per scontato nulla; sennò le persone reagiscono, dimostrandoti frase per frase che certa sicurezza non ha ragione di esserci, dato che non sei nessuno e le tue verità nemmeno sai supportarle con argomenti adeguati! La figura è barbina, sbatti i piedini, ma te la sei stracercata. Quote:
In questi casi rispondo con l'ironia, cosa pretendi, che perda tempo per ricevere una risposta di un rigo tipo "no è così, cazzi tuoi, dove vivi."? Quote:
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Parla per te intanto, "io so". Ogni persona osserva il mondo filtrandolo con le proprie aspettative, principi, ideali, pregiudizi, e vede una "situazione attuale" diversa, e in base a ciò che vede, nonchè anche ad altri fattori tra cui la sua cultura e la sua mentalità si fa delle idee in mente. Pensare che basti osservare la situazione attuale per pensarla come te, anzi per "sapere la verità" (tutti "sanno"), vorrebbe dire che tutti (o una maggioranza) osservino la situazione nello stesso modo tuo, che è una balla fino a prova contraria, interpretandola a modo tuo, altra balla, traendone la stessa conclusione, altra balla dato che è strapieno di gente che "NON SA" anzi, dato che non è un dogma, NON PENSA che la società è maschilista, perchè ha osservato la situazione attuale, ma arrivando a conclusioni diverse. Dare per scontato che il modo in cui vediamo la situazione attuale è quello giusto e veritiero, e che basta osservarla che tanto non si può che vedere in quel modo, non mettere nemmeno in conto che QUALCUNO potrebbe vederla diversamente, e magari avere un pò di ragione, LA BASE del pensiero critico, è presunzione e limitatezza mentale. Quote:
Peccato che a seconda del libro ci sono interpretazioni diverse dei fatti storici, delle loro cause, poi la storia non analizza approfonditamente la società moderna e i gruppi sociali, se non sotto l'aspetto delle guerre, della politica; l'analisi della società dal punto di vista umano, delle regole sociali la fa la sociologia. E in ogni caso, anche se un libro di storia contenesse solo fatti, senza quindi nemmeno accennare delle brevi analisi che potrebbero influenzare il lettore, e fosse perfettamente oggettivo, ognuno vede e interpreta quei fatti/cause/conseguenze/contesto sociale in maniera diversa, traendone conclusioni diverse su cosa era, come era la società in un determinato periodo storico. In un fatto/situazione sociale/legge qualcuno può vederci i segni/effetti di qualcosa, qualcun'altro no, ergo parlare così è stupido; se si citano i libri bisogna andare nel particolare, confutare situazione su situazione, fatto storico su fatto, interpretazione su interpretazione del fatto, per una società precisa di un periodo temporale preciso. Sospetto che per te queste sono le "grandi rispostone significanti", ma non è e non sarà mai scontato che il modo giusto di interpretare il mondo è il tuo, che conoscendo una realtà in prima o persona o dai libri si arrivi alle tue personali conclusioni. Comunque è chiaro che gniela fai, facciamo così: TU hai ragione e io NO, tu SAI la verità e io NO, se sbagli è colpa mia o sei stata fraintesa, cazzi e colpa loro di chi non concorda, tanto lo sanno tutti. Contenta? AMEN. Quote:
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Comunque anche io mi sono rotto, non meriti il mio tempo, è ragionare a vuoto con una sacerdotessa ottusa, senza capacità logico-critica, e pure presuntuosa come te, parlare ad un muro; così ho detto anche io cosa penso. |
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Da alcune affermazioni che ha fatto mi sembra che le conosca, solo che non ha usato un linguaggio formale, in modo da rendere indecidibile se le conosca o meno, ma nel momento in cui si è posto il problema lei ha dimostrato di conoscerle, al massimo di non averci fatto troppo caso. Lei dice che osservando la società si rileva un atteggiamento maschilista, immagino che si riferisca al contesto del lavoro. Ci sono altri contesti in cui si rileva un atteggiamento opposto (femminista). Penso che il suo punto di vista radicale non sia totalmente illogico, quindi andrebbe ridimensionato, secondo me, dicendo che un'osservazione attenta della realtà rileverebbe, forse, che c'è uno scetticismo da parte della media di uomini nel considerare una donna competente. Questo scetticismo è giustificabile nell'osservazione del comportamento intellettuale femminile nelle situazioni quotidiane. Le conclusioni quindi sono che quello scetticismo diventa discriminatorio se implica un'impossibilità, nella donna, di poter dimostrare le proprie competenze. Il fatto che possa esistere questa forma di aspettativa scettica nei confronti delle donne non basterebbe a dimostrare che la società ha basi maschiliste, perchè se così fosse, allora io potrei dimostrare che la società ha basi femministe usando come argomentazione il dato di fatto che esiste un analogo scetticismo delle donne nei confronti degli uomini in altri contesti, ad esempio nel contesto del corteggiamento, o anche solo in altre forme di comunicazione in cui io potrei dimostrare che le donne, in media, sono scettiche nelle capacità cognitive dei maschi. Quindi, il problema si riduce solo al fatto che quello scetticismo (da sostituire a "maschilismo") se esiste non deve implicare una penalizzazione della donna nella carriera di lavoro. |
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Probabilmente non c'è una consequenzialità immediata e diretta,ma è altrettanto vero che una selettività più forte da parte delle donne sull'aspetto fisico,le qualità caratteriali o il reddito dell'uomo incidono certamente su coloro che sono brutti(o almeno reputati tali dalla maggior parte delle donne),non corrispondono a quei tratti caratteriali che si vogliono essere propri dell'uomo,o che non percepiscono un reddito alto,rendendo loro molto più difficile poter instaurare un rapporto d'amore. Se questo detrmina in alcuni una esclusione de facto dal poter"dare" e "ricevere" sentimenti li può portare ad una frustrazione tale da non sentirsi più in grado di vivere. Tenendo conto altresì che la mancanza d'affetto e amore determina uno squilibrio tale in una persona da incidere in altre sfere ivi compresa quella lavorativa ,si assommano fattori che possono portare gli uomini a decidere per il suicidio. Queste sono le mie considerazioni,che derivano dalla mia esperienza personale e di conoscenza di altre persone della mia vita. Se vogliamo è un po"psicologia da supermercato",ma come TUTTI qui dentro non sono un esperto del settore |
Sarà bene dare una delucidazione di questi concetti ostici per la maggior parte di noi utenti.
L'entropia e', indirettamente, una misura del disordine. Tutti i processi naturali generano entropia o, equivalentemente, il disordine aumenta nel tempo, questa è, per esempio, la ragione per cui gli edifici decadono nel tempo. L'"energia libera" e' invece la misura di energia disponibile per compiere lavoro e diminuisce nel tempo. Man mano che l'energia libera diminuisce, l'entropia aumenta. L'equilibrio e' lo stato di massima entropia in quanto nello stato di equilibrio il disordine e' totale, non "succede" più nulla. HurryUp ha scritto: io noto nella vita di tutti i giorni che le donne hanno di solito un modo di ragionare che segue un principio analogo al secondo principio della termo-dinamica, secondo cui un sistema tende al massimo grado di confusione possibile, o comunque non tende a mantenersi in stati organizzati (l'entropia tende a aumentare). L'intelligenza è quella forza che tende invece a diminuire l'entropia, che tende a organizzare la materia (che tende a far fare tutte le pippe mentali necessarie per cercare di raggiungere una coerenza mentale). Queste tue affermazioni si basano sull’assunto (tutto da dimostrare) che in media nelle donne non si osserva un uso dell’intelligenza come “forza che tende invece a diminuire l'entropia” (per usare le tue parole) . Sembra di capire che l’accezione che usi per intelligenza sia questa: una forma di energia che organizza la materia e porta a una maggiore coerenza in un dato sistema, tant’è che, man mano che l’intelligenza diminuisce, aumenta in proporzione lo stato di disordine nel suddetto sistema. ( se non ho capito male..) Parlandoci chiaramente, sembra che tu riproponga l’annoso dibattito: uomini + razionali / donne + emotive. Stando a questo assioma, si direbbe che le donne non siano qualificate per svolgere attività scientifica, dirigere aziende, guidare nazioni o qualunque alta responsabilità. Ma sappiamo da anni che questo non dovrebbe più essere in discussione: semplicemente alcune lo sono e altre no, esattamente come lo sono alcuni uomini e altri no. Ha più senso semmai chiedersi se la percentuale di uomini e donne qualificati in tali ambiti possa essere identica. Prescindendo dalle differenze di capacità individuali, nulla funziona meglio dell’incoraggiamento e della motivazione. E nulla è più dannoso dei disincentivi impliciti. Mentre ancora per tutto il 19°secolo, fisica, astronomia, chimica e botanica furono considerate materie inadatte alle ragazze borghesi, nell’ultimo decennio del 20°, si è osservata una superiorità numerica femminile (quasi il 60%) al liceo nei corsi di scienze. In Islanda e Svezia le ragazze regolarmente superano i maschi nei test di matematica e fisica. Oggi, in 22 nazioni, ai test di algebra per l’ingresso alle superiori, le ragazze se la cavano meglio dei maschi. (Fonte: Focus 2005) HurryUp ha scritto: Osservando la realtà io vedo che le donne tendono al massimo grado di entropia nelle situazioni quotidiane, infatti preferiscono l'ironia, le compagnie che fanno ridere, che non impegnano troppo la mente, che non si facciano troppe seghe mentali. Quindi non mi meraviglio che, in campi non professionali , una donna susciti meno fiducia di un uomo, tu ti meravigli? Guarda che al di fuori del lavoro, entrambi i sessi ricercano attività distensive, è abbastanza normale voler distrarsi con qualche risata e scherzando in compagnia, no? Queste occasioni ludiche non vanno sottovalutate: servono a intrecciare rapporti su una base di fiducia e tolleranza reciproca. Tu piuttosto, non sembri essere un campione di tolleranza. Nei campi non professionali in genere non viene richiesto di “impegnare troppo la mente” (uso le tue parole), chi vuol mettere a frutto la sua acutezza mentale tenderà a farlo nelle compagnie più idonee a lui/lei, ma in ogni caso eviterà di irridere l’intelligenza altrui e di comunicare le sue idee nel modo meno chiaro possibile (dando per scontata la conoscenza di certi termini). Chi ha orecchie per intendere, intenda. Ti suggerisco di far proprie queste 4 regolette: 4 regole di Herskovits: 1.Non capirai bene nessuno se non riuscirai prima a capire Te stesso 2.Nessuno è obbligato ad essere come Te 3.Nessuno è obbligato ad essere come Tu vorresti che sia 4.Nessuno è obbligato ad essere come Tu pensi che sia |
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Questo non permette di confutare X -> almeno di non affermare il contrario. Chiedo di darmi dei perchè o restringere -> se ripeti X si torna all'inizio. Società maschilista è diverso da basi maschiliste, diverso da atteggiamento maschilista, diverso dal concetto di disomogeneità e di situazione di privilegio, IMO. Se una persona scrive X io non gli posso rispondere come se avesse scritto X^2 o Y. Comunque ciò che dici per me è cambio di prospettiva, non semplice ridimensionamento. Atteggiamento prevede una precisa interazione da un soggetto a un altro, in un contesto/situazione/realtà particolare nella società, e può o NON può avere effetti pratici come dici bene, sulle possibilità di azione/realizzazione di un uomo/donna nel determinato contesto in cui ci sarebbe un atteggiamento X di cui fosse vittima. Quindi atteggiamento ==> discriminazione <=> disomogeneità <=> situazione di privilegio non è automatico. Atteggiamento (non positivo) => più difficoltà di azione e realizzazione; attenuato ma pure da considerare. Comunque la disomogeneità e la situazione di privilegio può essere causata non solo da un tipo di atteggiamento esercitato da una parte verso un'altra, magari conseguenza di una mentalità, MA anche da condizioni come quelle numeriche della popolazione, o magari dal fatto che delle persone avrebbero le possibilità di affermarsi in un certo ambiente alla pari con gli altri, nonostante magari atteggiamenti non ottimali che subiscono, ma non ne hanno abilità o la voglia, quindi anche fattore individuale. Esempio contro i timidi: molte volte si è detto che molti timidi sono soli perchè non ci provano. Questo è anche vero, se ci provi con decine una statisticamente può starci. Però anche qui, ci sono altre cause? Io credo di si, quindi dimostrando con statistiche che è vero che è diffusa una mentalità che non apprezza i timidi, specialmente se come partner, e dimostrando che questa mentalità nella pratica si traduce in un atteggiamento verso i timidi tale da causare difficoltà per un timido di essere accettato, anche se ci prova, abbiamo trovato un altra possibile causa alla presunta disomogeneità nella possibilità di trovare un partner tra ragazzi timidi e magari ragazze timide. Ma appunto, io baso questo su mie opinioni/statistiche in target ristretti come il forum/esperienze di vita, non pretendo sia la verità. Esempio due: in una società ci sono troppi meno uomini che donne, mi sembra chiaro che è probabile si crei una situazione di disomogeneità e di privilegio in relazione ai rapporti ad esempio, a favore degli uomini, per la legge di domanda/offerta. Penso possa essere il caso della Russia, dove la mortalità maschile è così elevata, che i maschi sono pochi, e le donne si trovano ad avere molta meno scelta che in altri paesi, e magari a dover accettare di essere trattate in modo non sempre corretto, subendo nei fatti una disomogeneità, una situazione di privilegio maschile. Nei passati post, ho fatto un discorso semplice: vedo disomogeneità da entrambe le parti in diversi ambiti, le pressioni soprattutto sugli uomini, forse è perchè essendo uomo le noto meglio? probabile. In base alla mia esperienza vedo pressioni molto forti sugli uomini e il loro carattere, perchè mi è capitato spesso di venir giudicato male (atteggiamento) solo per il fatto di non essere estroverso, e penso che in alcuni casi è successo atteggiamento => discriminazione o difficoltà maggiori per me. Poi conosco persone che ci hanno provato con tante donne ricevendo tanti due di picche sempre a causa del loro carattere timido, e le poche ragazze con cui ho parlato mi hanno confermato di non apprezzare i caratteri introversi, o di preferire comunque quelli estroversi, soprattutto se si tratta di scegliere un partner. Sono indizi, motivazioni non toste? Esatto, indizi, statistiche "casalinghe" e su campioni minimi, punto di vista, vissuto, basta esserne coscienti, tutti. Lo stesso per chi pensa che ci siano pressioni di tipo analogo verso le donne, se non caratteriali magari sul fisico, non so. Comunque, ripeto per raggiungere un grado di sicurezza che vada oltre gli indizi/esperienze personali/statistche casalinghe/osservazione-interpretazione della realtà col nostro punto di vista, ovvero per raggiungere dati TOSTI e più oggettivi rispetto al nostro vissuto/modo di vedere il mondo, ci vuole analisi sociologica con statistiche su campioni numerosi, e si ottiene così un'approssimazione più affidabile. Comunque non siamo sociologi, penso si possa discutere senza avere tutti questi dati! L'importante per me è motivare sempre, non dare per scontato ed essere coscienti che ciò che diciamo rimane comunque un nostro punto di vista. |
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Chissa se Jes con un suo intervento metterà fine a questa interminabile e straziante discussione....sono curioso :lol: |
Le donne lo sanno...Non esistono per l'uomo... si fanno i film , sognano un certo sentimento, e proiettano in questa persona quello che di più delicato esista, ma poi realmente sono in conduttori che se attivati possono dare una continuità su quello che non c'è.
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La limitazione della verifica al campo scientifico secondo me è fuorviante, perchè secondo me l'intelligenza è uno stato mentale che tende ad applicarsi in tutti i contesti, secondo la definizione che hai dato di "tendenza ad organizzare il sistema", una donna (o un uomo) che applica questa organizzazione intellettuale solo al campo lavorativo (professione scientifica) e non agli altri contesti della vita non sta applicando l'intelligenza a cui mi riferisco, quindi, al contrario di come dici, analizzare solo l'applicazione dell'intelligenza in un campo particolare (quello scientifico) non è sufficiente per confutare la mia congettura. Quote:
Un sognatore può avere tutte le abilità logiche analitiche, ma quando sogna quelle abilità le tiene lontane dalla sua mente. Poi, dopo aver sognato a tutto spiano è pronto a fare tutti i test di matematica che vuole umiliando pure i meno intelligenti, resta comunque un sognatore che rifiuta la razionalità nella vita di tutti i giorni. Quote:
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Sono un convinto oppositore del motto di Einstein "bisogna rendere le cose semplici, ma non troppo". Tutte le cose di cui parlo sono cose che sento che potrei condividere, se poi vengo preso per presuntuoso o intollerante, vuol dire che dovrò cambiare aria, il mio ego certamente non si gonfia nel dare lezioni agli altri, ma adesso non capisco per quale ragione dovrei giustificare il mio modo di scrivere, non trovo proprio il nesso con il tema della discussione. Quote:
Anche io ti invito a riflettere su una cosa: e cioè sul fatto che la comunicazione non è mai uno scambio "pacifico" di idee, soprattutto se gli interlocutori non si accordano su un metodo da seguire. Le idee si scontrano perchè non sono sempre compatibili e quindi ci sarà sempre l'impressione emotiva soggettiva che l'interlocutore voglia mettersi su un piano superiore, in realtà non è sempre così, l'interlocutore per comunicare un'idea deve chiarire delle cose, e questo sforzo di chiarimento genera l'impressione di star dando lezioni, è una cosa che avviene sia a livello conscio che a livello inconscio, non la puoi eliminare dalla comunicazione. Mi piacerebbe trovare il modo di poter evitare questo effetto, ma finora non l'ho trovato, tu puoi suggerirmene qualcuno che non sia chiudermi in un'elite di persone intellettuali, come mi hai suggerito di fare? |
HurryUp ha scritto: Secondo me ha senso verificare se c'è un legame tra la razionalità e il sesso, non me lo impedisce nessuno, e il fatto che "ci sono uomini e donne razionali e irrazionali" non basta per dimostrare che quel legame non esiste.
La limitazione della verifica al campo scientifico secondo me è fuorviante, perchè secondo me l'intelligenza è uno stato mentale che tende ad applicarsi in tutti i contesti, secondo la definizione che hai dato di "tendenza ad organizzare il sistema", una donna (o un uomo) che applica questa organizzazione intellettuale solo al campo lavorativo (professione scientifica) e non agli altri contesti della vita non sta applicando l'intelligenza a cui mi riferisco, quindi, al contrario di come dici, analizzare solo l'applicazione dell'intelligenza in un campo particolare (quello scientifico) non è sufficiente per confutare la mia congettura. Vuoi farci credere che tutte le donne che avrai avuto modo di osservare nella tua vita non hanno mai applicato intelligenza in contesti che non siano lavorativi? Cioè nelle situazioni in cui non sia necessario focalizzarsi su doveri impegnativi, nessuna donna ha mai mostrato attitudini intellettuali, ciascuna con le sue peculiarità (che so, abilità verbale, artistica, matematica..)? Se è così, allora è solo in base alla tua esperienza che presumi ci sia un legame tra razionalità e sesso. Questa è una congettura che finora non è stata dimostrata. Ma se disponi di dati che la possano avallare, portali pure. HurryUp ha scritto: Come ho già detto so già che maschi e femmine hanno le stesse potenzialità intellettuali, ma applicare quelle potenzialità a un solo campo e trascurarlo negli altri non rientra nella mia definizione di razionalità. Un sognatore può avere tutte le abilità logiche analitiche, ma quando sogna quelle abilità le tiene lontane dalla sua mente. Poi, dopo aver sognato a tutto spiano è pronto a fare tutti i test di matematica che vuole umiliando pure i meno intelligenti, resta comunque un sognatore che rifiuta la razionalità nella vita di tutti i giorni. Allora attendiamo una tua definizione di razionalità. HurryUp ha scritto: non ho detto che vanno sottovalutate, stavo parlando di un'altra cosa, per farti capire di che stavo parlando, basta che ti faccio la domanda "riescono a distendersi e distrarsi con compagnie che non fanno ridere? Che non hanno scioltezza extra-verbale?", se fossero intelligenti come intendi, riuscirebbero a distrarsi e divertirsi anche con persone non affabili, invece non ci riescono, perchè non ci riescono? Sul perché le donne (ma anche gli uomini) non riescano a intrattenersi con persone apparentemente non affabili (poi dipende dalle persone, non generalizziamo), ho fatto delle considerazioni nel thread “Cercare una donna” http://www.fobiasociale.com/postx4245-0-80.html HurryUp ha scritto: Mi meraviglio di questa tua interpretazione, io mi sforzo sempre di semplificare tutto per renderlo comunicabile, è la prima volta che non definisco un termine (entropia) e tu, solo per questa mia omissione, concludi che rendo le cose difficili. Sono un convinto oppositore del motto di Einstein "bisogna rendere le cose semplici, ma non troppo". Tutte le cose di cui parlo sono cose che sento che potrei condividere, se poi vengo preso per presuntuoso o intollerante, vuol dire che dovrò cambiare aria, il mio ego certamente non si gonfia nel dare lezioni agli altri, ma adesso non capisco per quale ragione dovrei giustificare il mio modo di scrivere, non trovo proprio il nesso con il tema della discussione. Significa solo che potresti esprimere i tuoi contenuti in una forma che sia comunicabile e quindi oggettivamente comprensibile a quante più persone possibili, senza omettere o dare per scontata la comprensione di certi termini. In questo thread per esempio non spiegando con la dovuta chiarezza il concetto di entropia, altrove accennando al teorema di Godel (se ben ricordo)…non rammento altri esempi strettamente matematici… Mi dispiace che te la sia presa, ma ho scritto: “eviterà di irridere l’intelligenza altrui”, nell’intento di farti notare che non mi sembra giusto tacciare le donne di irrazionalità nelle situazioni generali. Perché è questo che tu presumi, se vedi un nesso tra razionalità e sesso. HurryUp ha scritto: Di nuovo, non capisco il nesso con il tema della discussione, comunque la prima riflessione è che non obbligo nessuno ad essere come me, inoltre non capisco perchè queste regole le dedichi a me e non ad altri nel forum, visto che è dimostrabile che molti, come è normale, inconsciamente tendono a pretendere dagli altri di avere le proprie idee. Anche io ti invito a riflettere su una cosa: e cioè sul fatto che la comunicazione non è mai uno scambio "pacifico" di idee, soprattutto se gli interlocutori non si accordano su un metodo da seguire. Le idee si scontrano perchè non sono sempre compatibili e quindi ci sarà sempre l'impressione emotiva soggettiva che l'interlocutore voglia mettersi su un piano superiore, in realtà non è sempre così, l'interlocutore per comunicare un'idea deve chiarire delle cose, e questo sforzo di chiarimento genera l'impressione di star dando lezioni, è una cosa che avviene sia a livello conscio che a livello inconscio, non la puoi eliminare dalla comunicazione. Mi piacerebbe trovare il modo di poter evitare questo effetto, ma finora non l'ho trovato, tu puoi suggerirmene qualcuno che non sia chiudermi in un'elite di persone intellettuali, come mi hai suggerito di fare?[/quote] Ho scritto quelle regole qui che sono sì off-topic, ma non necessariamente per indirizzarle solo a te, visto che come dici, anche altri tenderebbero a voler imporre le proprie idee. Le ho scritte poi perché sembra che tu voglia assumere come fatto accertato e incontrovertibile la congettura di sopra. Quoto in pieno ciò che scrivi sulla comunicazione. Non ho altri consigli, mi spiace. |
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