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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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È una cosa che mi sono chiesto anch'io e la risposta che mi sono dato è simile alla tua: data la difficoltà con cui interagiamo con gli altri dal vivo, abbiamo sviluppato maggiormente la comunicazione scritta invece di quella orale. È = alt+212 :ridacchiare: |
Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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È Non ci credo, funziona. |
Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
in his arms she felt
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
Una persona che parla inventandosi delle parole perchè non sa quali sono quelle appropriate non sa spiegarsi e quindi rischia di fare delle gaffe o dire degli strafalcioni spaventosi, io qui ne sento talmente tanti che ormai non ci faccio più caso, la gente qui proprio non sa cosa sia l'italiano, parla una lingua sconosciuta che nulla ha a che vedere con l'italico stivale. Ma la cosa che ha più del surreale e che più di tutte le altre ci dovrebbe indurre a vergognarci è vedere uno straniero che parla l'italiano meglio degli italiani e anzi li corregge! Questo è davvero il colmo dei colmi e la dice lunga su quanto amore realmente abbiamo per il nostro Paese, cioè nessuno.
Lo scrupolo riguardo alla pronuncia, alla grammatica e al lessico è qualcosa che non ha nulla a che vedere col concetto di pignoleria. Il saper parlare bene la propria lingua dona il vantaggio di sapersi spiegare ovunque essa venga compresa. Il mio dizionario di italiano è ancora quello dell'ormai lontano 1976 e anche se vi sembrerà incredibile mi fido solo di quello quando devo scoprire quale sia il termine esatto con cui chiamare qualcosa, fin dai primissimi anni 90 infatti la lingua italiana ha subito tutta una serie di inclusioni straniere nonchè termini onomatopeici o del tutto inventati che hanno finito con lo snaturarla gradualmente e inesorabilmente. Sinceramente se appena posso ignoro deliberamente tutti quegli strani e assurdi termini dall'etimologia tronca e insensata, derivati senza soluzione di continuità dall'inglese o completamente inventati di sana pianta e senza alcuna struttura logica come quelli che sembrano andare in voga oggi, questo non perchè voglia attaccarmi al passato ma perchè mi rendo conto che, come dice giustamente anche Zafòn in uno dei suoi romanzi: "Se non sai parlare non sai pensare". |
Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
Per me siete esagerati.
Dipende anche dal peso che si attribuisce al mezzo di comunicazione. Che senso ha scrivere un romanzo qui dentro? per fare un esempio. |
Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
Io son sociofobica ma son negata a scrivere.. capra sono.. una capra ansiosa, ma sempre capra :sarcastico:
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
Mi sembra una generalizzazione, ma siccome si riferisce a qualcosa che di solito è ritenuto positivo, il generalization red alert non è scattato :D
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
Vollio sfatare quello ke secondo me e solo un luogo comuno
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
L'avrebbi sempre sostenuto che gli sociofobici lo sparolano bene l'itaglianese correggiuto
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
Probabilmente perché han passato molto tempo a scrivere con una tastiera piuttosto che a parlare con persone "vere".
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
perchè non hanno altro da fare ...
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Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
Comunque forse è vero che la maggior parte qui dentro scrive bene (non io) ma è anche vero che mi è capitato di leggere un mucchio di boiate.
Guardate il contenuto, non la forma. |
Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
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Come anche l'attitudine, mentre parli, influenza ciò che gli altri percepiscono. |
Re: Perché i sociofobici "scrivono bene"?
Per rispondere a Flores, secondo me i cosiddetti "estroversoni" hanno una filosofia più superficiale rispetto alla forma verbale, mentre invece un cosiddetto "fobico" conosce il valore delle parole e sa quanti pericolosi malintesi possono scaturire da un'errata interpetazione delle parole stesse o da una scelta sbagliata dei termini. La forma e la sostanza devono viaggiare quanto più possibile di pari passo, altrimenti a rimetterci è la comunicazione stessa.
Nel linguaggio parlato sono molti gli elementi che possono sopperire alla povertà di terminologia dell'interlocutore, basta uno sguardo, una certa espressione, un certo tono della voce o anche la gestualità adatta per chiarire una frase che presa da sola può essere troppo vaga o generica o proprio scorretta grammaticalmente, ma quando si scrive una lettera, un sms, un racconto, un intervento in un forum o in chat non è più possibile comunicare in altri modi se non con il testo puro ed è in quel momento che si sente maggiormente la mancanza di parole adatte a trasmettere sentimenti, emozioni, intendimenti o anche solo l'alternativo significato di uno stesso concetto e infatti non sono affatto sporadici i fraintendimenti, i malintesi e le incomprensioni. Se ancora pensate che la proprietà di linguaggio e il corretto uso delle parole non sia fondamentale guardate come fa la Natura a trasmettere le informazioni, guardate ad esempio il DNA, basta anche un solo atomo fuori posto in un certo gene e possono avvenire alterazioni funzionali gravi nel momento della replicazione cellulare, che a seconda del gene coinvolto possono portare a malformazioni fisiche, aberrazioni mentali di origine fisica (epilessia, problemi di memoria, paralisi) o persino malattie mortali come il cancro. |
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