borderline1985 |
18-03-2013 18:35 |
Re: Ci andreste mai in un locale gay?
Quote:
Originariamente inviata da Halastor
(Messaggio 1024924)
La grammatica non segue certo le fantasìe del singolo individuo. Un trans è un uomo. Cosa lui pensa di essere o "avrebbe voluto essere"..è abbastanza irrilevante. Perchè ,secondo me, non si può decidere cosa essere. Un uomo che si sente di essere una tortorella o una casa o una piscina... lo identifico ugualmente sempre come uomo. Quindi lo chiamerò sempre al maschile.
Ciò che si è non è in nessun modo determinato da "ciò che ci si sente di essere". E non può essere deciso dall'individuo. Io non posso decidere arbitrariamente di essere un fungo ed arrabbiarmi se un essere umano mi mostra una padella con dell'olio che frigge i miei amici funghi..
O ,almeno, questo è il mio modesto parere. Di conseguenza io uso il maschile.. poi se qualcuno vuole usare il femminile liberissimo di farlo. Quello che non rientra nelle sue libertà, è venire a dire a me cosa devo fare.
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Scorretto, mi dispiace.. non può considerarsi libera scelta usare il maschile o il femminile con una trans mtf, semmai si può considerare una scelta di ignoranza o meno, non certo una scelta grammaticale accettabile. Le persone transessuali sono riconosciute dal DSM IV come affette da "disturbo di identità sessuale" non riferito certo ad una patologia mentale vera e propria ma ad uno scoordinamento tra il sesso biologico ( ovvero ciò che si è fisicamente ) e l'identità di genere a cui si sente di appartenere. La cura per il disturbo d'identità NON è lo psicofarmaco ma la riattribuzione del genere, attraverso la somministrazione di ormoni del sesso biologico opposto e le operazioni di riassegnazione di genere.
Quindi liberissimo di ignorare la realtà dei fatti e quindi di usare un genere ERRATO E OFFENSIVO riferendoti ad una transessuale, ma sii almeno cosciente di sbagliare.
Se non ti fidi delle mie parole fai pure una ricerca, avrai solo delle conferme.
Per quanto riguarda ciò che si è e quello che si sente di essere non vedo perché una persona non possa DICHIARARE a quale sesso sente di appartenere ma tu ti senta in diritto di dire a qualcun altro cosa è o non è.
Quote:
Originariamente inviata da caratteriale
(Messaggio 1024903)
Non si può mai dire del tutto, perché dipende da come vuole essere chiamata la persona; per esempio esistono quelli che intendono mantenere il proprio genere nonostante tutto. Sono sottigliezze per le quali secondo me uno/una non si dovrebbe offendere a morte.
Secondo quella grammatica, anche io sarei stata un ragazzo dal momento che mi vestivo da maschio, mi facevo scambiare per un maschio e ci provavo con le ragazzine, e volevo pure cambiare sesso (ora non più. ù.ù). Invece mi beccavo le prese per il culo, non il rispetto. Perché il voler cambiare sesso è umano, ma paradossalmente anche prendere per il culo lo è.
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Quelli a cui ti riferisci tu non sono transessuali ma semmai transgender, ovvero persone che si sentono appartenenti ad entrambi i sessi, oppure ad uno solo, ma non hanno alcuna intenzione di fare l'iter di riassegnazione di genere ( quindi da maschio a femmina o viceversa. )
Il vestire "da maschio" o "da femmina" non determina in alcun modo l'identità di genere di una persona, il fatto che io indossi i pantaloni non fa di me automaticamente un uomo, come gli uomini che indossano il kilt non diventano automaticamente delle donne. Questi sono solamente stereotipi a cui non dò assolutamente ascolto. Non è ciò che indossi e che fai che ti fa essere uomo o donna ma ciò che tu DENTRO LA TUA TESTA senti di essere.
Mi dispiace ragazzi, ma su questo argomento non posso assolutamente tirarmi indietro, è un argomento sul quale sono molto preparata e sul quale ho studiato moltissimo. Mi chiedo se voi avete fatto altrettanto oppure parlate solo per sentito dire.
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