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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Per dire col mio migliore amico , che è un adelle poche reali eccezioni rispetto al resto, non abbiamo praticamente interessi in comune.... Non è questione di posti, luoghi o gruppi scelti e predeterminati di persone, se ci fossero li avremmo già trovati e staremmo qui ad indicarli agli altri.... |
Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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"Riscattarsi" poi (dopo essersi mostrati timidi) è un'impresa impossibile. |
Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Però intanto potremmo conoscere nuove persone, ma soprattuto godere per noi stesse, vivere una bella storia d'amore, uscire senza la paura che ci ha sempre accompagnato, senza aspettare il riscontro, come detto estreamente improbabile, di parenti, amici , conoscenti che per 15-20-25 anni ci hanno visto sempre in un modo. Prima ci si toglierà dalla testa la ricerca del prestigio e della approvazione sociale, prima si inzierà a cambiare sul serio... |
Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
ormai sono etichettato, devo solo trovare il modo migliore per suicidarmi
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
Totalmente in disaccordo. Si può far cambiare idea alle persone, basta comportarsi come chiedono loro.
Trovare una fidanzata, farsi una rete di amici popolari, mostrare un atteggiamento in linea con il modello assertivo e soprattutto mostrarsi utili e sfruttabili (non nel senso di sopraffazione). |
Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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quindi deduco che anche per quanto riguarda quelle che non me l'hanno detto, il motivo sia sempre lo stesso |
Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Per lei e per i suoi amici ero etichettato così e i miei tentativi di mostrare che in realtà ero diverso furono vani, credo perché non erano del tutto naturali. Provare ad essere come loro mi avrebbe soltanto portato a rendermi ridicolo e patetico, proprio perché sarei andato contro la mia natura. |
Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
Il discorso del vittimismo è stato creato da chi ha inflitto angherie e da chi ha sorpassato la concorrenza evitandole. Chi le ha subite, invece, ha tutto il diritto di denunciare i fatti e dire la sua opinione. Troppo facile azzittire questi ultimi con la scusa del vittimismo.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
beh comunque ha ragione a dire che non esistono vittime tout court dell'esistenza però è sicuro che ci sono quelli che prendono più calci in culo dalla vita di altri e giustamente pensano di essere vittime, inadatti etc etc
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
Per Winston e Who: non trovate che le frasi grassettate generalizzino in modo sconcertante? Non mi soffermo sulla trivialità del linguaggio (del resto poco mi cale della forma) ma il tutto risuona di un massimalismo che sembra (parere personale, eh!) riassumibile nel "sono tutti corrotti, io sono uno dei pochi spiriti puri e nobili rimasti". Così è come la vedo io e ce n'è abbastanza per concorrere alle prossime primarie del pre.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
Faccio riferimento agli ultimi studi in ambito cognitivo e sono quelli a cui ho aderito in termini di convinzioni. Certo, nessuno potrà mai avere il numero esatto di come avvengono tutte le dinamiche relazionali ma è verosimile credere che questi studi si approssimino ad un'idea di verità in quanto nascono da tutta una serie di rilevazioni condotte sul campo da professionisti del settore.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
Questi studi sostengono che la genesi di un rapporto è il prodotto dell'apporto congiunto di entrambe le parti in causa, il che significa che il timido può anche essere stato vittima di uno o più soprusi ma che le dinamiche che danno vita alla sua condizione di emarginato avvengono in uno stato di corresponsabilità. In soldoni: gli altri possono avermi escluso in talune situazioni ma se io arrivo a maturare una condizione di perenne esclusione è perché ho contribuito alla stessa applicando un filtro distorsivo alla realtà.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
Muttley, tu parli di corresponsabilità alla base dell'esclusione sociale del timido. Mettiamo appunto che sia così. Il timido si troverebbe in una data condizione perchè è meno abile socialmente, meno attraente, meno capace di utilizzare determinate strategie comunicative; quindi se attira poco l'attenzione è certamente causa del suo modo d'agire e di essere. Ha insomma, per via delle sue caratteristiche, meno possibilità di piacere, farsi ascoltare ecc.
Passiamo però ad analizzare la posizione di colui che esclude. Ecco, spesso e volentieri ravviso nell'esclusione del timido un atto volontario spesso dettato da cattiveria e da intenzionalità pura nel volere ferire/emarginare il prossimo. Ripeto, la scuola è un micro-universo dove certe dinamiche sono più palesi ed evidenti, perchè meno camuffate dall'ipocrisia del mondo adulto, che invece maschera determinate dinamiche, rendendo certe esclusioni più sofisticate e sottili. Ecco, ritorniamo al ragazzino bengalese di qualche post fa; forse lui non risulterà questa cima di simpatia ai compagni, perchè appunto più chiuso, meno capace di emergere all'esterno, di "brillare". Però dall'affermare ciò al passare all'esclusione feroce, alla presa in giro, all'emarginazione ce ne vuole. Io vedo in tutto questo un atto deliberato nel far del male al prossimo, una totale mancanza di empatia nel comprendere l'altro. Ovviamente non sempre accade questo, ci sono molte persone capaci di guardare al di là dell'apparenza, di osservare con sguardo acuto e sensibile il prossimo, oltre la facciata di uno trito e ritrito gioco delle parti. Sì, persone così ci sono, però ammettiamo che sono decisamente la minoranza, non c'è nulla da fare. Fa parte dell'"economia della mente" etichettare le persone e liquidarle in pochi secondi, perchè spendere tempo sull'interpretazione dell'altro, di una persona più riservata e difficile da scoprire, comporta impegno e fatica. Gli introversi, in un certo senso, sono faticosi, ed è per questo che è facile etichettarli attraverso ovvi luoghi comuni. Il timido per le sue caratteristiche fa maggiormente fatica a inserirsi nei gruppi sociali, a instaurare legami, questo è vero. Le sue poche amicizie sono frutto del suo modo d'essere e su questo anche sono d'accordo. Però, sì, c'è un però. Se accetto quanto affermato sopra, non accetto però che si dia il lasciapassare al fatto che queste caratteristiche debbano essere prese di mira dalla nostra società, debbano diventare delle debolezze di cui ridere. Io non mi aspetto di essere accolta da tutti a braccia aperte, ma almeno di essere lasciata in pace sì. Personalmente non chiedo di essere accettata aprioristicamente da tutti, né obbligo gli altri a fare per forza il primo passo verso di me. Pretendo però solo rispetto della mia persona, dei miei spazi, della mia sensibilità, del mio modo d'essere. Insomma, pretendo solo di essere lasciata in pace e in tranquillità, senza dover costantemente subire attacchi e ferite...Lo dico proprio perchè nel giro di questi ultimi due giorni ho subito ben due attacchi proprio per la mia indole, mica perchè mi sono comportata male verso qualcuno....e ti assicuro che non me lo sto sognando, né sto facendo la vittima. Racconto la realtà nuda e cruda per quella che è... |
Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
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