Winston_Smith |
07-10-2011 12:56 |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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Originariamente inviata da sempreinfuga
(Messaggio 612095)
ma tu proprio ti sforzi a non capire il punto di vista degli altri..
non ha senso parlare di responsabilità se non dal punto di vista del timido..
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E perché? La socializzazione si fa in due.
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Originariamente inviata da sempreinfuga
(Messaggio 612095)
da una parte c è il timido frustrato perche viene escluso e allora parla di responsabilità ( e qui c è chi come me che accetta i propri errori nel relazionarsi e c è chi come Winston invece si ostina a pensare che la colpa è degli altri)
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Non hai capito, evidentemente. Io dico che il timido in genere non ha colpe superiori a quelle altrui, è diverso.
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Originariamente inviata da sempreinfuga
(Messaggio 612095)
..e dall' altra c è invece la persona estroversa che si relaziona anche col timido finchè ne ha una ragione, poi quando ha un riscontro negativo nei suoi confronti dedica le sue attenzioni a qualcun altro, sbattendosene allegramente del timido e dei suoi ca##o di problemi..
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E tu non ci vedi una responsabilità anche dell'estroverso in tutto questo? Il timido ha difficoltà legate all'ansia, l'estroverso incontra difficoltà perché non riesce a socializzare o fatica a farlo nel modo in cui è abituato. Entrambi potrebbero cercare di superarle, ma non ci riescono o non vogliono. Pari e patta.
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Originariamente inviata da Nói
(Messaggio 612099)
Il punto non è responsabilizzare o colpevolizzare o crocifiggere il timido, o l'estroverso: a me non interessa stabilire di chi è la colpa e in quale percentuale. Il punto è capire quale sia la strada più efficace per far sì che gli altri interagiscano con me. Per me il punto è capire dove si è inceppato il meccanismo, e aggiustare la macchina. Poi per quanto riguarda il concorso di colpa, se la sbrigheranno le assicurazioni.
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La domanda del topic però verteva su questo, io ho solo cercato di dare una risposta. Per il resto ciò che hai scritto può essere condivisibile, aggiungendo però che come gli altri non sono tenuti a socializzare con te, neanche tu lo sei con loro (o con certi di loro).
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