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Labocania 20-09-2011 14:18

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
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Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 600748)
non sono d'accordo, la scienza ogni giorno di più scopre che nel nostro dna si annida la prediposizione a quelli che vengono considerati gli aspetti del nostro carattere, sia positivi che negativi.
per cui si, da un punto di vista evolutivo ha pure senso considerarci l'anello debole della specie. poi oh, se un fobico riesce a riprodursi, meglio per lui, intendiamoci

Sì nel nostro DNA non si annidano aspetti positivi o negativi, sono neutri, sono il risultato di combinazioni che non perseguono alcuno scopo, è l'ambiente favorevole o sfavorevole a far sì che si affermino alcuni aspetti piuttosto che altri.

lauretum 20-09-2011 14:21

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
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Originariamente inviata da shady74 (Messaggio 600754)
Sul fatto che siamo l'anello debole della specie credo non ci siano più dubbi... questo ovviamente non preclude di riprodurci ed avere una famiglia nostra, con tutte le difficoltà che ci sono ben note.

esatto non ce lo preclude, ma rende più difficile, come accade agli animali deboli che vengono sconfitti nei rituali per l'accoppiamento. secondo me, nella logica della natura, tutto ciò ha senso, anche se non è facile accettarlo

Inosservato 20-09-2011 15:25

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
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Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 600760)
esatto non ce lo preclude, ma rende più difficile, come accade agli animali deboli che vengono sconfitti nei rituali per l'accoppiamento. secondo me, nella logica della natura, tutto ciò ha senso, anche se non è facile accettarlo

quindi seguendo la logica dell'evoluzione i timidi dovrebbero essere sempre meno, a dir la verità dovrebbero essere quasi estinti....
invece così non è, semplicemente perchè la timidezza è un tratto caratteriale che non preclude nulla, i timidi fanno la loro vita, magari diversa da quella degli estroversi ma non hanno grossi scompensi...

diversa cosa è la fobia sociale, che è un'anomalia genetica che può essere amplificata o limitata a seconda del contesto sociale e ambientale in cui si manifesta....

tra timidezza e fobia ci sono grosse differenze...

lauretum 20-09-2011 15:32

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
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Originariamente inviata da Inosservato (Messaggio 600790)
quindi seguendo la logica dell'evoluzione i timidi dovrebbero essere sempre meno, a dir la verità dovrebbero essere quasi estinti....
invece così non è, semplicemente perchè la timidezza è un tratto caratteriale che non preclude nulla, i timidi fanno la loro vita, magari diversa da quella degli estroversi ma non hanno grossi scompensi...

diversa cosa è la fobia sociale, che è un'anomalia genetica che può essere amplificata o limitata a seconda del contesto sociale e ambientale in cui si manifesta....

tra timidezza e fobia ci sono grosse differenze...

come mai sei convinto che la timidezza non abbia una predisposizione genetica? eppure sembra sia così. e non capisco su che basi dici che i timidi non siano meno di un tempo, finchè non ci saranno statistiche a stabilirlo, per me rimane logico che sia così, perchè più perdenti dei "non predisposti alla timidezza" nella lotta per tramandare i propri geni.

Inosservato 20-09-2011 16:39

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
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Originariamente inviata da lauretum (Messaggio 600793)
come mai sei convinto che la timidezza non abbia una predisposizione genetica? eppure sembra sia così. e non capisco su che basi dici che i timidi non siano meno di un tempo, finchè non ci saranno statistiche a stabilirlo, per me rimane logico che sia così, perchè più perdenti dei "non predisposti alla timidezza" nella lotta per tramandare i propri geni.

ma io sono convintissimo che sia di certo genetica la timidezza....però sono convinto anche che non sia invalidante, tutto qui :nonso:
i timidi fanno tutto, tranquillamente a loro modo...si sposano, fanno figli, hanno amici.....per questo dico che non si sono estinti...

sostengo la differenza profonda tra timidezza e fobia sociale....
ma magari fossi timido :piangere: i timidi fanno tutto praticamente....io ne conosco molti che hanno 100000 mila volte più esperienza di me in campo sociale....

secondo me la fobia è un'anomalia (chiamiamola difetto) genetica indipendente dall'evoluzione :pensando:
la timidezza è un tratto caratteriale (genetico) che non "indebolisce" più di tanto a parer mio...

Andrea_ve 21-09-2011 05:13

Re: Della vulnerabilità del sociofobico.
 
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Originariamente inviata da Inosservato (Messaggio 600790)
quindi seguendo la logica dell'evoluzione i timidi dovrebbero essere sempre meno, a dir la verità dovrebbero essere quasi estinti....
invece così non è, semplicemente perchè la timidezza è un tratto caratteriale che non preclude nulla, i timidi fanno la loro vita, magari diversa da quella degli estroversi ma non hanno grossi scompensi...

diversa cosa è la fobia sociale, che è un'anomalia genetica che può essere amplificata o limitata a seconda del contesto sociale e ambientale in cui si manifesta....

tra timidezza e fobia ci sono grosse differenze...

Il discorso è diverso, e bisogna ricorrere all'etologia per capirlo, dato che la sociologia per motivi di politically correct rifiuta i concetti di gerarchia nell'essere umano. Quando parliamo di fobia sociale ecc, in campo etologico parleremmo di individui omega, l'ultima lettera dell'alfabeto greco, mentre gli individui cosiddetti dominanti vengono indicati con alfa (poi solitamente si usa anche beta per indicare il sottomesso tra due individui). Quindi gli omega non possono estinguersi, per il semplice motivo che in un gruppo, in una società, ci sarà comunque sempre uno che è l'ultimo gerarchicamente, ovvero un omega.


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