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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
no, distanza da quello che vuoi, che può anche essere una vita normale
ps ma non dovevi uscire ce soir? :) |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Alleggerire i sintomi non può che migliorare le cose se contemporaneamente continui a lavorare su te stesso. Certo l'ideale sarebbe trovarsi o costruirsi una situazione adatta a te, ma non è facile per niente e non basta mica la volontà per farlo. E comunque non basterebbe, c'è chi nelle migliori condizioni continua a stare male e a farsi del male. Poi io, ed è solo una mia opinione, ritengo la psicanalisi, assolutamente inadatta alla risoluzione pratica di certi problemi. L'ho fatta per 5 anni, e non dico che non mi sia servita a nulla, perchè vabbè la consapevolezza delle cause mi è rimasta, ma i sintomi si sono alleviati solo con i farmaci. Con questo non voglio dire che i farmaci risolvano tutto, manco per niente. Devo ancora lavorare duramente sulla mia "forma mentis" e non per aderire ad un modello di società in cui, credimi, io proprio non mi riconosco ma per non esserne schiacciato che è diverso. Non ho capito bene a cosa ti riferisci quando parli della "scienza della testa", psicologia, psicanalisi, psichiatria, neuroscienze, tutte quante? La psicologia non è una scienza, partiamo innanzitutto da questo, se ti riferisci alla psichiatria posso solo dire che ho troppe esperienze reali che mi confermano che con una psichiatria democratica e responsabile si guarisce, o perlomeno si riesce a convivere, anche da cose peggiori della sociofobia. Ma appunto, questa è la mia esperienza che probabilmente sarà determinata dall'aver incrociato un pessimo psicanalista e un ottimo psichiatra, se mi capitava l'opposto forse ora avrei detto il contrario di quanto ho sostenuto. Sono da sempre un materialista, per quanto non integralista e quindi tendo a dare più importanza al cervello che alla psiche, che esiste sì ma come incontro tra l'epifenomeno del cervello (chiamiamolo "mente") e l'ambiente. Sull'ambiente non sempre si può agire direttamente almeno non a livello individuale, mentre sul cervello ora si può e sempre meglio. |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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anche se ogni tanto son tentato di ricomprare la bomba |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
un semplice ansiolitico
ma vagli a dire qualcosa nel topic dell'alcool che son diseducativissimi, cribbios (cit.) :) |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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a me hanno detto per esempio della modalina. la modalina è il bene. beh comunque a parte questo...funzionano così i farmaci? |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
Allora non vedo un tema di discussione concreto!
Visto che qui si dovrebbe parlare di "cultura" per approfondire, propongo di iniziare a meditare su un concetto cardine di noi: che cosa è la MENTE? Cosa intendiamo o percepiamo quando parliamo di questo concetto. Intanto ricordiamo cosa ci suggerisce l'etimologia della parola MENTE: www.etimo.it/?term=Mente&find=Cerca |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
io per cultura intendevo proprio cultura popolare o cultura mentale. insomma lo sbroglio dei conflitti. era un tentativo, insomma, un autoaiuto concreto.
mi è venuto in mente questo thread proprio xke fidel, nel resto del forum non è molto facile parlare seriamente di cultura...cultura intendo quello ke ci sta intorno! Parlare insomma, criticare! Rendersi conto di cosa si è rispetto all'esperienza fatta. E qui non è un cazzo facile xke di riffa o di raffa si va a parlare e agire quasi nelle stesse modalità ke fuori. Per esempio, visto ke magari è un argomento ke interessa tutti e ribadisco: la rabbia. ha aperto un thread nothing87 l'altra sera sulla rabbia. se n'è discusso? a parte come gestirla etc etc...si è entrato nel merito? secondo me se non si entra nel merito non si ha la possibilità di sbrogliare. per esempio voi contro cosa siete arrabbiati? secondo me "la cultura" come è intesa normalmente, in casi di rabbia grave o tossica semplicemente è slittata, a me capita così. ho un blocco così forte ke faccio sinceramente fatica ad accettare praticamente qualunque tipo anche solo di consiglio. a livelli così la cultura può essere usata come riempimento passionale dei buchi lasciati dlla rabbia ke non serve +, insomma investimento emotivo. v'è capì? insomma: new entry va dallo psico? qualcun altro va dallo psico? ecco ke parlando qui sarebbe un po' come andare dallo psico...poi c'è qualcuno ke dice ke non funziona xke noi non siamo psicologi...io dico ke già intuitivamente possiamo capire da dove arrivano i nostri casini...certo ke uno SANO ci vuole xo.... questo si. alla ricerca del sanone :) |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
oppure altra cosa: continuo a parlare di individualismo ed egoismo in moltissimi post (paura anticipatoria del prossimo/cultura della schifezza umana, pregiudizio, fobia delle emozioni -sociali, non mi andate a tirare fuori cazzate- come i complimenti) contro il concetto di comunità (certamente + difficile da regolare). xke non se n'è mai discusso di più? è troppo difficile? eppure è il concetto cardine su cui si basa lo star male di testa e causa di principale lamento qui. ipocrisia, cinismo, cattiveria verso l'altro ke se no attacca.
su questo cosa dite? |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
Questo per esempio mi pare almeno valutabile:
La fobia delle emozioni positive si realizza allorché esse vengono significate come dimensioni di vergognosa e patetica debolezza, la cui espressione comportamentale si associa alla minaccia di rimanere inclusi nei rapporti, subordinati agli altri e/o preda di essi. Tale significazione spesso è cosciente, ideologizzata alla luce della legge del più forte, e sovrastrutturata da un ideale dell'io insensibile, egoista, cinico e talora sadico. Esiste però una quota di soggetti, molto più rilevante, la cui fobia, coscientemente misconosciuta, è attestata dall'organizzazione della vita soggettiva e relazionale sul registro dell'ipercontrollo degli affetti, da vissuti di solitudine, incapacità di rapporto significativo, ipo- o anestesia emozionale, affettiva e/o sessuale, senso di vuoto e di insoddisfazione, o, infine, da sintomi quali capogiri, vertigini e senso di sbandamento, tremori visibili alle mani o interni, ecc. In breve, quando la fobia delle emozioni è soggettivamente rimossa, essa si traduce o nell'incapacità di lasciarle scorrere, con effetti che vanno dall'isolamento ossessivo alla depressione più o meno mascherata da disinvestimento, o in una somatizzazione che ne attesta inequivocabilmente la natura squilibrante, incontrollabile e meramente negativa. In quest'ultimo caso, l'esperienza psicopatologica può configurarsi sotto forma isterica, ipocondriaca o fobica (per es. fobia di arrossire, di vomitare, di perdere le feci, ecc.) con indefinite possibilità di combinazioni e condensazioni tra queste forme.qualcuno si trova? |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
comunque io sono anche convinto di una cosa: trovarsi male con le emozioni e sperare di non averne niente a ke fare secondo me è indice ke si è presa una grossa delusione. proprio nella delusione quindi si può vedere un attaccamento affettivo nei confronti di qualcosa di idealizzato o desiderato (quindi cazzo affettivo e pure al massimo grado!) ke però è andato deluso. quindi, detto papale papale, magari, noi (i nostri sogni) ke giocoforza hanno dovuto prendere un'altra strada (rabbia? indurimento? reinvestimento di ugual colore da un'altra parte? kiusura?)
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
anke questo lo ritengo molto importante...sono un po' lunghetti ma dicono grandi verità, se uno ci si trova dentro è molto commovente
http://www.nilalienum.it/Sezioni/Agg...oversione.html |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
la cultura è soggettiva (cit.), ciò che è cultura per qualcuno, può essere aria fritta per altri, difficile trovare un punto d'accordo
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Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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Il problema è che non è una situazione che noi possiamo cambiare a meno di non creare una comune, un falanstero o mettere in atto una rivoluzione. Però fai bene a parlarne e hai fatto bene a postare. Chi è l'autore del primo articolo? |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
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sei bravo te coi bastoni eh?! |
Re: Parlare di cultura con chi ha voglia di lavorare su di sé
allora la vita vissuta......le esperienze sono formative o deformanti?
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