Originariamente inviata da QuantumGravity
(Messaggio 1423388)
Che vuol dire tutto e niente. Le leggi naturali sono una descrizione dei fenomeni, non una prescrizione.
La tua posizione mi sembra di capire, sostiene l'idea riduzionista secondo cui, in sostanza, tutto sarebbe riconducibile alle scariche neuroniche.
Io non nego che vi sia un vincolo tra la mente e il corpo e che quella sia incarnata in questo. Nessuno lo fa credo. E' evidente che la nostra esperienza del mondo sia determinata da un dominio percettivo figurato dalla nostra sottostruttura organica. Ma allo stesso tempo, più si scende di livello all'interno della gerarchia di un organismo e meno sarà l'influenza prodotta di volta in volta sui livelli più superiori: e quello più superiore, la totalità delle parti è la coscienza, è l'io, il livello più complesso. Questo si muove in una configurazione simbolica-semantica; non c'è nulla di più astratto: immagini mentali, concetti e significati. Tu dici che queste facoltà sono il prodotto di strutture organiche, di scariche neuroniche e reti neurali, dell'area di Broca e dell'area di Wernicke o di quello che vuoi e che vi sia esclusivamente una "causalità verso l'alto"; in parte è vero, come ho detto la mente di un essere senziente è vincolata alla sua dimensione fisica; ma allo stesso tempo ci si chiede: cosa dà l'avvio a queste scariche neuroniche? Una differenza di tensione da un capo all'altro. Cosa produce questa tensione? E questa è la domanda fondamentale a cui tutt'oggi si sono date molte risposte.
Una è questa. Esiste anche una "causalità verso il basso". La coscienza, ciò che voi chiamate epifenomeno, è configurata in modo da poter produrre e influenzare quelle stesse scariche neuroniche. Non è forse vero infatti che dal livello astratto, da quello semantico simbolico, partendo cioè da significati e interpretazioni del mondo, scaturiscano anche stati fisici? Basta pensare alle situazioni ansiogene tanto comuni agli utenti di questo forum. Al livello semantico-simbolico accade qualcosa, un evento che interpreto negativamente e subito in modo collaterale anche il mio fisico subisce un mutamento, rispettivamente cioè si producono accadimenti organici; e magari divento teso. Pensi forse che questa tensione non sia in qualche modo collegata con quella stessa tensione che produce le scariche neuroniche? Perché sappi che invece numerosi studiosi autorevoli sostengono questo.
Se è così, se esiste una causalità verso il basso, se il livello più in superficie, la coscienza è in grado di produrre alterazioni nei livelli sottostanti, in quegli stessi livelli da cui emerge, allora mente e corpo sono in una relazione in cui l'una domina quanto l'altro; e non vi è più un determinismo univoco, in cui scariche elettriche prefigurate, accendendo determinate aree del cervello producono i cosiddetti qualia, ma che anzi questi, sviluppandosi su un piano simbolico oltre che sensoriale, siano influenzati da inclinazioni, volontà reali e disposizioni intenzionali dell'individuo.
E qui si potrebbe ricominciare la menata: perché queste inclinazioni e non altre? Perché questi vincoli? L'ho detto prima, se io ho la facoltà di rappresentarmi me stesso nell'atto di interagire con le cose, di valutare le conseguenze dei miei gesti e di compiere scelte sulla base di valutazioni, allora non si parla più di determinismo, ma di intenzionalità, di libero arbitrio. Non sono immerso nella successione necessaria e immediata di cause e effetti, nella forma riflessiva osservo ciò che succede e ciò che potrebbe succedere. Agisco sulla base di una proiezione futura, indirizzo gli eventi a mio piacimento verso una conclusione: INTENZIONALMENTE.
E' un paradosso altrimenti parlare di essere cosciente.
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