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Vabbè che anche se si perderemo i risparmi con la lira debole andremo in piena occupazione e di sicuro non moriremo di fame.
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Però prima di scegliere il bene rifugio è meglio informarsi bene, non è detto che l'oro sia meglio di altri in qualunque momento e contesto |
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Cmq per la cronaca, è molto più semplice rivendere uno strumento finanziario che un bene fisico, e credo che la valutazione del bene fisico quando lo rivendi ci perdi sempre qualcosa
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Evidentemente ci verrebbe a mancare il paracadute dell'euro e dell'Europa (nel caso probabile dell'uscita pure dalla comunità europea). La new lira si svaluterebbe immediatamente diciamo in 25-30% rispetto alla valuta attuale , ma in realtà nessuno è in grado di prevederlo. Il problema che si porrà è quello del debito pubblico enorme che dovremmo comunque piazzare sul mercato. Possibile default con conseguenze disastrose. Ma i 'soliti noti' si salveranno |
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Le spara grosse ma le chiacchierate con Boldrin (uno dei più importanti economisti italiani che insegna negli USA) prima e Scacciavillani (un altro economista che iveste soldi per gli sceicchi dell'Oman) poi non sono male. Un esempio: Quote:
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Com'è che nessuno si lamenta del fatto che il tabaccaio abbia dovuto pensare da solo alla propria difesa? Tanto più che c'erano stati già diversi episodi del genere prima: come mai nessuno punta il dito sul fatto che non fosse stata aumentata la vigilanza in zona? Ma no, dal punto di vista elettorale rende di più giocare al Far West, e via a cascare nella trappola mediatica di felpino... Quote:
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E se non il movente politico, almeno la "compiacenza" verso il potente di turno in questo caso è legittimo sospettarla, infantile sarà casomai mettere la tesa sotto la sabbia e non ricordare che ci sono stati casi di abusi anche peggiori (Genova 2001, Cucchi, ecc.). Comunque non hai risposto alla mia domanda (lo prevedevo), quindi la ripropongo: Per te invece era sbagliato rimuovere striscioni sia nel caso che hai citato sia per quelli antisalvini (che direi siano ben più di uno)? O solo nel primo caso? |
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2) ok ho sbagliato il nome dell'illustre opinionista Forest :sisi: |
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Non ho certezze, ma non mi risulta che ci siano leggi e regolamenti che impongono di rimuovere da case di privati cittadini degli striscioni non offensivi o che non istighino alla violenza o ad altri reati. |
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a) titoli di miniere d'oro b) ETF che rappresenta oro fisico, lo compri e lo rivendi sul mercato italiano P.S.: in una ottica di diversificazione un piccolo investimento in oro : sterline , marenghi, titoli auriferi , ETF non mi sembra una ipotesi così peregrina, anche perchè se l'Italia uscisse veramon dall'euro... |
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Per chi vuole sentire qualche ragionamento sensato
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Ah che scema, ci sarà il reddito universale, dai forza, usciamo dall'euro! |
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PERCHÈ VINCE LA SINISTRA DANESE
di Federico Rampini su La Repubblica del 7 giugno 2019 I socialdemocratici in Danimarca hanno trionfato alle elezioni e conquistano il governo. La nuova premier sarà donna e la più giovane nella storia del paese: 41 anni. La destra è crollata. Una chiave del risultato? La leadership socialdemocratica ha adottato una linea dura sull'immigrazione. Ha vinto con un classico programma di sinistra "sociale": più spesa pubblica, più tasse sui ricchi. E controlli rigidi sugli arrivi di stranieri, per salvaguardare un welfare state tra i più generosi del mondo. È stata appresa la lezione svedese. Nel vicino paese scandinavo l'elettorato premiò l'estrema destra per reazione a un flusso incontrollato di stranieri (la loro quota in Svezia è triplicata), i quali fino a un'epoca recente al varcare la frontiera acquisivano tutti i diritti sociali per i quali gli svedesi si tassano spietatamente da molte generazioni. Il ripensamento della sinistra scandinava rispecchia un fenomeno in atto negli Stati Uniti e altrove. Sull'immigrazione si è aperto un dibattito mondiale nelle sinistre: sarà uno dei temi discussi anche al Festival La Repubblica delle Idee, da oggi a Bologna. Un segnale della riflessione autocritica sugli errori del passato è su una delle riviste più autorevoli della sinistra americana, The Atlantic. David Frum vi ha pubblicato un saggio sulle politiche migratorie con questo titolo-shock: "Se i progressisti non fanno rispettare le frontiere, ci penseranno i fascisti". Nel lungo articolo tornava più volte sul concetto: se la sinistra si ostina a dire che governare l'immigrazione è una cosa da fascisti, spinge verso l'estrema destra tanti cittadini che vogliono il rispetto delle leggi. Un'altra firma del giornalismo liberal, Thomas Friedman, ha scritto sul New York Times che il Muro al confine non va demonizzato (peraltro iniziò a costruirlo Bill Clinton): ciò che deve distinguere la sinistra da Donald Trump sono altre cose, dai percorsi di sanatoria legale per i clandestini alle misure di aiuto verso i paesi del Centramerica. Il più radicale di tutti i candidati alla nomination democratica per la Casa Bianca, quel Bernie Sanders che non esita a proclamarsi socialista, ha sempre voluto norme rigorose sull'immigrazione. Consapevole di una legge ferrea del mercato del lavoro: l'afflusso di manodopera povera fa bene ai profitti delle imprese, riduce il potere contrattuale dei lavoratori. Non a caso il grande capitalismo americano e gli editorialisti del Wall Street Journal non perdonano a Trump la propaganda sul Muro. Sanders non è un caso isolato. Joe Biden, per ora in testa ai sondaggi fra i democratici, da senatore approvò la costruzione di pezzi di Muro sotto l'amministrazione Bush. Una parte dei democratici americani considera sbagliato ciò che accadde prima delle legislative di mìd-term. Le elezioni del novembre scorso furono precedute da atti dimostrativi contro la frontiera: alcune carovane di richiedenti asilo venuti da Guatemala e Honduras furono organizzate come delle proteste contro "l'illegittimità" del confine. Frange radicali della sinistra, facendo propria l'ideologia "no-border", proposero un referendum popolare per abolire l’Immigration and Customs Enforcement (Ice), l'agenzia federale che gestisce la polizia di frontiera. Quel tipo di propaganda probabilmente aiutò Trump ad agguantare una sorta di pareggio elettorale: i repubblicani persero la Camera ma rafforzarono la loro maggioranza al Senato (il che allontana l'ipotesi dell’impeachment). Il dibattito a sinistra non ha visto il prevalere di una tesi o di un'altra. Rimangono in seno al partito democratico delle tendenze molto radicali. Almeno cinque candidati restano favorevoli all'abolizione dell'Ice, tra cui Elizabeth Warren, Kamala Harris e Bill de Blasio. Sarà uno dei temi principali su cui la base democratica verrà chiamata a pronunciarsi nelle primarie. Riecheggiando la vicenda scandinava, la vecchia guardia dei Biden e Sanders ricorda che l'America ebbe la sua stagione più equa e solidale nell'epoca da Franklin Roosevelt a John Kennedy: allora fu costruito il welfare, si rafforzarono i diritti dei lavoratori, la tassazione divenne fortemente redistributiva. Fu anche un periodo di restrizione dei flussi migratori. Dopo le frontiere si aprirono, e iniziò lo smantellamento di tante conquiste sociali. |
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Michele Boldrin. Uno dei più quotati economisti italiani. Insegna negli USA, è stato consigliere economico della Federal Reserve americana, della Banca Centrale colombiana, di Rajoy in Spagna e anche della Lega dei primissimi tempi (quest'ultima rinnegata poco dopo). Era la mente dietro Fare per fermare il declino prima che Oscar Giannino mandasse tutto in vacca con lo scandalo della laurea inventata. Thomas Manfredi. Uno statistico dell'OCSE sezione politiche per il lavoro Gianluca Codagnone. Un ex bocconiano che ora gestisce fondi e quindi ha sempre a che fare con banche, mercato e azioni. Costantino de Blasi. Anche lui economista si occupa di gestione del rischio e consulenza finanziaria. Ha palesemente un fetish per i documenti economici del mef. |
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