Unspecified |
19-05-2018 12:25 |
Re: Il Vostro Pensiero in Questo Momento...
Quote:
Originariamente inviata da XuX
(Messaggio 2116291)
Pure lo stesso Pleyel tanto lodato da Chopin è uno strumento diverso da uno Steinway o da un Fazioli di oggi.
Oggi si è soliti eseguire brani risalenti al diciottesimo secolo o addirittura al diciassettesimo su pianoforti gran coda che hanno una meccanica ed un timbro completamente diversi da quelli degli strumenti dell'epoca: pertanto, si potrebbe dire di commettere una sorta di falso storico agendo in questo modo, perché destinando quegli strumenti particolari alla esecuzione di quei brani il compositore intendeva sfruttarne le caratteristiche potenzialità sonore per produrre certi effetti che non sono sicuramente replicabili in maniera filologicamente conforme alla sua volontà usando un altro strumento, poiché dotato inevitabilmente di altre caratteristiche. Si potrebbe dire, anzi, che la stessa composizione di quei brani era fortemente condizionata dai pregi e dai limiti di questi strumenti, con le dovute eccezioni (si pensi alle sonate di Beethoven, che sfidavano apertamente questi limiti. Una di queste, inoltre, e mi riferisco all'Op. 106, venne concepita espressamente per essere eseguita su uno strumento moderno, vicino al pianoforte così come è inteso oggi, la cosiddetta "tastiera a martelli" che dà il nome a questa sonata).
Eppure bisogna riconoscere che il pianoforte moderno è uno strumento assai più versatile e completo rispetto ai suoi antenati, ed è questa la ragione del suo successo e del fatto che sia adoperato pure in un repertorio originariamente concepito per clavicembalo, clavicordo, fortepiano. Certi elementi di questa produzione, peraltro, risultano essere imprescindibili per la formazione di un qualsiasi pianista - si pensi a Bach -, ragione per cui commettere questa specie di errore storico sia talvolta opportuno.
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Ti ringrazio per questo intervento, davvero molto appropriato.
Vorrei aggiungere qualcosa, ma credo che ripeterei soltanto concetti già espressi da te, per cui mi limito a fare un confronto concettuale, siccome ho notato la somiglianza del fenomeno, con gli strumenti odierni.
Io sono un amante del genere Ambient-Electronique, genere musicale in cui i brani vengono composti utilizzando unicamente strumenti elettronici.
Ebbene, anche in questo caso il fenomeno si è ripetuto; gli strumenti degli anni '70 (i primi strumenti elettronici "moderni"), con tutti i limiti della tecnologia dell'epoca, avevano un suono particolare ed espressivo in una certa maniera, espressività mai più replicata dagli strumenti più "evoluti".
Penso al Clavinet (derivato dal clavicordo), al Moog, agli organi Farfisa, al fin troppo trascurato Eminent 310U; strumenti con suoni caratteristici, unici, che sono andati dispersi con l'evoluzione.
Certo gli strumenti più evoluti sono molto più versatili e potenti (come nel caso dell'evoluzione del pianoforte), però quei suoni caratteristici non esistono più.
Difficile stabilire quale sia la migliore "scelta" tra le due cose.
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