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Io al liceo ero brutto oltre che timido.le donne non mi hanno mai cagato mi sbeffeggiavano.poi tra palestra nuoto sono andato amigliorare.poi i 4 anni di psicofarmaci mi avevano riportato indietro.poi ad inizio pandemia ho chiuso con quelle merde ho avuto problemi di salute.appena sono stato meglio questi 9 mesi mi sono allenato come non mai e i risultati si vedono.ma sono sempre Asperger non è che le donne lo sanno o la gente per strada.anzi con questo aspetto fisico passare per altezzoso dato il livello di introversione ci vuole un attimo soprattutto al sud.non e un caso vogliatrasferirmi se la pandemia datreguaper trovare unaregione più adatta a me in fondo ho 30 anni non 60.comunq io ho capito che ho dei limiti caratteriali ma il ragionamento è stato se migliori col fisico non puoi essere invisibile e in contesti con donne più aperte estroverse qualcosa deve accadere.e vero con la pandemia ledonne sono più chiuse ma finiraprima o poi ma uno ci mette le basi.io nella mia vita sono stato sia brutto che bello e c'è una grande differenza da come si viene percepito al ristorante al bar dovunque.anche proprio da come si pone la gente.lecarinerie la gentilezza.almeno io l'ho percepito.tra l'altro io vorrei uscire con una donna Asperger come me.per quanto sia migliorato in contesti neurotipici con le donne ho proprio difficoltà arompereil ghiaccio.tra l'altro mi pare che quelli del forum con più esperienze con l'altro sesso sono quelli che hanno avuto o avevano bella presenza.poi se uno mi dice con un aspetto fisico e altezza normale riesco a conquistare la più bella della città perché ho carisma e intraprendenza.son contento per lui mai giro non ne ho visti.le donne più carine con uno sotto il 7 esteticamente in giro non le ho viste.ho visto anzi bruttine stare con uomini esteticamente più piacenti che non voglio dire sì siano accontetati ma e evidente
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Re: Incel is the new normal
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Hai migliorato l'autostima, non fartela abbattere. |
Tra l'altro lincel eil celibe non voluto non per forza brutto cruna differenza diffondo.euno che per tanti motivi chi estetici chi caratteriali chi di reddito fa loscapolo.ho visto ragazzi di bella presenza spesso soli con amici nei bar.molti incel sono brutti ma altri di aspetto normale
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Re: Incel is the new normal
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Re: Incel is the new normal
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Da questo grafico a piramide si vede nettamente come per le fasce di età intermedia i celibi siano sempre in numero maggiore delle nubili. si, indubbiamente una larga fetta di questi celibi/nubili sarà convivente. |
Re: Incel is the new normal
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Single non fidanzati non credo ci sia un dato sicuro, credo cmq meno del 20%. fra il 10 e il 20% |
Re: Incel is the new normal
Vanno presi con le pinze quei dati, secondo me. Tra i single saranno inseriti anche i falsi etero.
Anche tra gli sposati, vabbeh :sisi: |
47 per cento eun numero molto alto per me negli 80 non sarebbe mai successo.fra10 anni faranno sesso il 10 per cento di sto passo.gli altri le escort
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Incel is the new normal
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Re: Incel is the new normal
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Ovviamente, come sempre, le persone con problemi mentali rimarranno sole. Dovrò prendere atto di essere un malato mentale, che anche se non è riconosciuto dalla legge all'atto pratico lo è. Inviato dal mio M2004J19C utilizzando Tapatalk |
Re: Incel is the new normal
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Re: Incel is the new normal
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La destra manco quella. |
Re: Incel is the new normal
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Storia di un incel qualunque E’ da poco uscito su Amazon “Storia di un incel qualunque“, il primo libro di Flavio Mantovani. Si tratta di un breve romanzo su una tematica, quella incel, che negli ultimi anni ha destato molta attenzione nei vari media, che stanno trattando l’argomento sempre con maggiore frequenza. Un argomento che però è tanto scottante quanto controverso: l’esigenza della stampa di fare clic con contenuti sensazionalistici, a scapito della verità oggettiva, ha fatto sì che circa questo tema si diffondesse parecchia disinformazione. Storia di un incel qualunque, alternando narrativa e divulgazione, ha sia il merito di intrattenere il lettore, mettendogli di fronte un’esperienza di vita in grado di coinvolgerlo e nella quale magari per certi aspetti si possa addirittura riconoscere, sia quello di fare finalmente chiarezza intorno alla famigerata questione incel, ripristinando la verità dei fatti. Conoscevo già virtualmente l’autore, che mi ha contattato e permesso di leggere il libro in anteprima. E’ un testo relativamente breve ma di buona qualità, e penso che abbia le potenzialità per ottenere successo. Ho deciso di proporre a Flavio una mini intervista di presentazione, in modo tale che sia lui stesso a spiegarvi la natura e i propositi di questo libro. Ha accettato molto volentieri. Come è nata l’idea di questo libro? L’idea è maturata in seguito all’attenzione mediatica ricevuta dalla questione incel negli ultimi due o tre anni. Seppur prevedibile, l’ostilità diffusasi verso gli incel e la disinformazione a tratti quasi grottesca che è stata fatta sul tema mi hanno pian piano convinto della necessità di questo libro. Dico che era prevedibile per due motivi. Intanto la nostra società ha fatto propri dei preconcetti divenuti ormai radicatissimi, al punto che tutto ciò che non coincide con la narrativa mainstream viene accolto con ostilità e sospetto. L’idea che la liberazione sessuale abbia portato alla creazione di un sistema giusto e vantaggioso per tutti è ormai un vero e proprio dogma. Siamo tenuti a credere che tutti possano essere felici, accoppiati e soddisfatti, in questa fantastica epoca che offre finalmente la libertà a tutti di fare quello che si vuole. L’idea che qualcuno possa rimanere escluso senza averne colpa non è accettabile all’interno di questa visione. Se davvero qualcuno si trova in una simile situazione, allora necessariamente deve essere per colpa sua, perché è una persona cattiva. Da qui tutte le accuse agli incel di venire rifiutati dalle ragazze perché sono “stronzi”, perché “oggettificano le donne”, perché sono “misogini” e altre simili accuse che aggiungono al danno la beffa. L’idea che semplicemente uno abbia avuto la sfortuna di non nascere sufficientemente attraente non viene neanche presa in considerazione. Non a caso la tematica incel è emersa dall’invisibilità solo in seguito ad alcuni tragici fatti cronaca che ben si prestavano a essere strumentalizzati. Inoltre gli uomini vengono visti come privilegiati e le donne come svantaggiate all’interno della società (pensiamo ad esempio alla propaganda che si fa sul gender pay gap), e l’idea che ci siano ambiti in cui molti uomini sono fortemente svantaggiati viene percepita come una bestemmia. Il secondo motivo è che la comunità online a tematica incel ha sviluppato un suo linguaggio fatto di espressioni particolari e di meme, difficilmente comprensibili per chi non la frequenta. Da qui l’idea di fare finalmente chiarezza, e se da un lato era necessario fare divulgazione per spiegare in maniera comprensibile a chiunque i concetti più importanti, dall’altro era importante anche fare capire chi è e cosa prova un incel. Demistificarne la figura, e mettere il lettore nella posizione di provare empatia verso chi è in questa situazione. Per questo ho scelto la forma del romanzo in prima persona. Quanto c’è di autobiografico nella trama? Come spiego nella prefazione, il mio obiettivo era quello di raccontare non la storia di una persona specifica, ma di un personaggio ideale , che al di là delle sue inevitabili particolarità potesse in qualche misura essere rappresentativo degli incel in generale. Allo stesso tempo, mi sono reso conto di come non fosse appropriato lavorare totalmente di fantasia, perché non sarei riuscito a rendere adeguatamente le esperienze vissute sulla propria pelle da tantissimi ragazzi. La soluzione è stata quella di creare un personaggio di fantasia ma le cui vicende si ispirano quasi tutte a fatti realmente accaduti, alcuni al sottoscritto, ma diversi anche ad altre persone che conosco nella vita reale o di cui ho letto le disavventure su forum a tematica incel. In breve, quindi, non si tratta di un romanzo autobiografico, ma allo stesso tempo è in buona parte ispirato a eventi reali di cui sono stato testimone attivo o passivo. Pensi che in futuro l’opinione pubblica sugli incel cambierà? Purtroppo non mi aspetto che accada in tempi brevi, sia perché la disinformazione e la confusione sul tema sono davvero forti, sia perché richiederebbe un certo cambiamento culturale che se anche dovesse avvenire richiederebbe tempi piuttosto lunghi. Probabilmente alcune persone rifiuteranno sempre qualunque apertura e non cambieranno mai idea. Altre invece potrebbero pian piano mutare atteggiamento, e ironicamente tra queste ultime ci sono anche buona parte degli incel stessi, che per vergogna nascondono disperatamente la propria condizione sia agli altri che a sé stessi. Credo che questo libro possa essere un piccolo passo nella giusta direzione. Cosa vuoi dire ai tuoi lettori? A coloro che hanno già una buona familiarità con questa tematica, come ad esempio i lettori del tuo blog, auguro semplicemente una buona lettura, sperando che possano trovare il libro gradevole. Agli altri invece chiedo semplicemente un po’ di apertura mentale e di approcciarsi al testo senza pregiudizi. Si renderanno conto di come il mio lavoro sia semplicemente “descrittivo”: mostro al lettore problemi e sofferenze che trovano pochissimo spazio nella narrativa mainstream nonostante interessino sempre più persone. Non sostengo nessuna tesi politica nel libro, non propagando il ritorno al cosiddetto patriarcato e non fomento in alcun modo odio contro nessuno. Mi limito a fare chiarezza sul tema e presentare la condizione di incel per quello che è, cosa peraltro non eccessivamente complicata una volta che ci si libera di mistificazioni e preconcetti. A conferma di ciò, il fatto che il libro sia lungo solo una cinquantina di pagine eppure sento di aver toccato in maniera esaustiva tutti i punti importanti. Il lettore è poi libero di farsi una sua idea sulle possibili soluzioni alla problematica incel, e persino di decidere se una soluzione meriti di essere trovata oppure no. Il mio obiettivo è quello di far capire alla persona che legge che ci sono molti giovani uomini che soffrono molto senza averne colpa. Questa persona è poi libera anche di pensare “Ok, è vero, però penso che vada bene così. Questi uomini devono semplicemente rassegnarsi al fatto che la vita non è giusta e accettare la loro condizione senza lamentarsi”. La trovo una posizione moralmente discutibile, ma ciò va al di là della scopo del libro, che vuole solo mostrare che tale condizione ingiusta e dolorosa esiste. |
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"Le donne (tramite il femminismo) ormai fanno forza col socialismo (in salsa femminile) per parassitare, tramite leggi, sullo stato, come storicamente hanno sempre fatto sui mariti. È la loro natura, non posso prendermela con loro; sarebbe come prendersela con un serpente perché morde." |
Re: Incel is the new normal
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Re: Incel is the new normal
Quanto mi prudono le mani quando leggo certo cose.
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Re: Incel is the new normal
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