Moonwatcher |
23-02-2016 17:11 |
Re: Cosa vi farebbe dire ' lui è vergine '?
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 1686479)
Molto semplicemente, quando prima hai scritto "se lo si desidera fare" ho inteso quel lo come "se si desidera uscire (con la ragazza che piace)", non "se si desidera chiedere di uscire", perché pensavo allo scopo finale dell'azione.
Tutto qui, nessuna intenzione distorsiva da parte mia e ti prego di credermi.
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L'intenzione non c'era ma nei fatti la distorsione confermi che c'è stata. :sisi:
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 1686479)
Probabilmente sarò limitato io :sisi:, ma quando leggo espressioni come "dare la colpa agli altri di scelte stupide, stereotipate, ecc. per non mettere in discussione se stessi e i propri limiti" mi viene in mente il quadretto di persone ottuse, appunto limitate (soprattutto mentalmente) che vogliono la luna dagli altri, la famosa "pappa pronta" e non vogliono fare nemmeno uno sforzo per muoversi nella direzione di rendersi un po' più presentabili ai gusti altrui. Bambini viziati e capricciosi, insomma.
Questo è un quadro che non condivido per nulla, almeno non se applicato a chiunque qui dentro parli delle difficoltà a cui va incontro chi dopo x anni non ha avuto nessuna esperienza di coppia. E' per questo che sono rimasto perplesso leggendo quell'affermazione, poi magari ho capito fischi per fiaschi e allora faccio ammenda.
In ogni caso, ritornando all'esempio del voler chiedere di uscire, lì sì posso darti ragione, se davvero uno sente la necessità di acquisire certe skills allora solo "esercitandosi", sforzandosi di affrontare i suoi limiti (intesi come lacune da colmare, non necessariamente come difetti) potrà riuscirci.
Io però vedo la questione presentata in questo e nei topic "affini" in maniera diversa e non capisco perché tu tiri fuori il concetto di superamento del limite a proposito delle presenti discussioni, né vi colgo l'eventuale nesso. Vedo che gli insicuri (volendo porre l'accento sulle cause più che sulle conseguenze) sono innegabilmente penalizzati quando si tratta di risultare appetibili, e in questo il modello più diffuso per quanto riguarda la mascolinità non può non avere un suo peso. A fronte di ciò, indicare chi critica questo modello come una persona che non vuole "mettere in discussione i suoi limiti" mi parrebbe fuori luogo. Perché il "limite" deriverebbe sostanzialmente dal fatto che qualcuno (la biologia, la cultura, vattelappesca) ha deciso che l'uomo non deve essere insicuro, se no di norma si attacca al tram, così come in passato la donna doveva essere moglie e madre se no di norma se la vedeva brutta. Io non avrei mai pensato che la monaca di Monza avrebbe dovuto accettare di superare i suoi "limiti" che la volevano poco adatta a fare la badessa, e sforzarsi di andare incontro alle aspettative della società e alle preferenze della famiglia...
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Sarò nietzschiano. :D
(scherzo, per quel pochississimo che ne ho letto, non mi piace granché ._.)
Vedi, credo nasca tutto da un fraintendimento, dovuto ad una genericità di quanto ho detto, che è a mio avviso inevitabile dal momento che non ho ricette universali, come giustamente dici tu.
Quando io dico che si dovrebbero "mettere in discussione i propri limiti" io credo che tu immediatamente ti immagini che uno dovrebbe prendere, darsi una spolverata, vestirsi per bene ed andare in giro per locali a rimorchiare ostentando sicurezza e spavalderia (non proprio così, ma qualcosa di simile da come reagisci). Questo è quanto di più lontano dalle mie intenzioni: io intendo semplicemente che uno dovrebbe acquisire la consapevolezza di ciò che realmente vuole, di ciò che vuol essere e di ciò che vuol fare e poi agire in quel senso. E di conseguenza esplorare le proprie risorse, imparare ad utilizzarle, a gestirle. Ma tutto questo non è mica in contraddizione con quello che dici tu: tra le cose di cui prendere consapevolezza può benissimo esserci che si desidera avere un ruolo più "passivo", ed accettare che questo significherà presumibilmente aspettare di più o eventualmente a vita. L'importante è che questo corrisponda ad una reale preferenza (preferisco essere corteggiato che corteggiare) e non ad una scelta forzata dettata dalla paura e quindi vissuta con frustrazione (vorrei provarci ma non ci riesco). Io non ho affatto scritto "superare i limiti" nel primo post, come stai continuando ad "accusarmi", sei sceso tu a conclusioni errate. D'altra parte converrai che ci saranno casi in cui le proprie inibizioni ed insicurezze cozzeranno con le proprie preferenze personali (e quando parlo di limiti mi riferisco sempre a queste ultime, non a quelli che altri possono vedere come limiti in noi). Ad esempio io accetto benissimo di non guidare perché non ne ho bisogno e non mi piace, ma se abitassi in un posto fuori città sicuramente avrei il desiderio di guidare perché ciò mi renderebbe autonomo, e per quanto questo per me fosse difficile, sicuramente lo farei.
Insomma il mio pdv alla fine si può riassumere nella cosidetta preghiera della serenità.
Spero ora di essere stato più chiaro.
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