Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
E' normale che quando si é in uno stato di vulnerabilità psicologica e sociale, si tenda a spostare il locus of control al di fuori di sé, e anziché cercare spiegazioni ad un fenomeno, si si passa subito alla ricerca dei colpevoli (veri o presunti). Quando l'ego é ferito, si aggrappa all'ultimo barlume di autoprotezione e autoassoluzione, ovvero crea presupposti di superiorità morale che sovente sfociano nel vittimismo e nella persuasione di essere soli a combattere contro un mostro oppressore dalle sette teste. Tanto più si dipinge come forte questo mostro, tanto più si spiana la strada alla lamentazione perpetua.
E ora passiamo all'intrattenimento: https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...29&oe=58AC2253 |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Più la qualità delle condizioni di lavoro si abbassa più chi già farebbe fatica pure in condizioni favorevoli si trova a sentirsi completamente tagliato fuori, come vedete è tutto rimesso all'individuo e alla sua capacità di adattarsi, il mantra è: questa è la situazione, devi essere bravo ad adattarti tu.
È chiaramente una puttanata e una maniera per incular(ci) meglio, ma è comunque la legge di questi giorni, la legge che la maggioranza di chi abbiamo intorno porta avanti e non essere in grado di "adattarsi" o non essere disposti a farlo pesa e diventa come uno stigma sociale. Solitamente credo che chi disprezza così tanto i non disposti e i non adatti sia chi: ha già smesso di lavorare da un pezzo e lavorava nel periodo del boom economico; ha già smesso di lavorare da un pezzo e si è fatto il culo tutta la vita ed è convinto che farsi il culo come bestie sia l'unica maniera di vivere una vita dignitosa; sta lavorando ora facendosi il culo come una bestia ed è convinto che tutti gli altri dovrebbero farsi il culo come se lo sta facendo lui ché nessuno ti regala niente parassiti di merda etc.; sta lavorando in una posizione di rilievo e con un buono stipendio ma si trova comunque a passare in ufficio o in azienda dalle 10 alle 12 ore e trova che sia giusto così ed è concentrato solo sull'accumulare denaro e ad avanzare in carriera, mentre la sua vita se ne va a puttane. Quelli che criticano la situazione attuale e vorrebbero che fossero garantiti maggiori diritti ai lavoratori (stipendio dignitoso, contratti non criminali, orario lavorativo non disumano) vengono visti come degli utopisti fuori dal mondo, pigri, incapaci di essere competitivi, lamentosi, che si meritano di essere poveri. |
Re: Una vita da disoccupati
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Non restringerei l'analisi a questo forum. |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Ma voi ci siete mai stati dai servizi sociali a chiedere un aiuto? A chiedere il buono per le utenze domestiche? A farvi attivare e disattivare dopo due mesi perchè non ci sono risorse "e non ha figli a carico" i pacchi aiuto della caritas? Vi siete mai sentiti rispondere che non gli interessa e che non vi possono aiutare in alcun modo?
Ma voi ci siete mai stati sotto sfratto a 25 anni e sentirvi rispondere che un posto letto non c'è e che gli dispiace ma posso andare sotto un ponte perchè le cose vanno così? E vi sembra giusto questo trattamento a chi ha sempre pagato le tasse nel proprio paese? Vi sembra giusto andare a prendere e dare assistenza a persone non Italiane quando ci sono italiani ridotti così? No? Ma voi ci siete mai stati sotto sfratto e senza una famiglia che vi para il culo? No? E che parlate a fare allora? Voi giocate a livello super easy. :ridacchiare: |
Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
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A meno che tu con spiegazioni ad un fenomeno intenda il capitalismo |
Re: Una vita da disoccupati
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Però il senso del tutto é che, al di là delle proprie esperienze di vita, bisognerebbe cercare di rendere il proprio pensiero il più indipendente possibile dalle suddette esperienze, specialmente se negative. Cosa che ben poca gente fa, qui o fuori dal forum ha poca importanza. Anzi, da un certo punto di vista, mi aspetterei una maggiore consapevolezza in questo senso su un forum dedicato ad un disturbo del carattere/ansia e dove quindi l'approfondimento psicologico dovrebbe farla da padrone. |
Re: Una vita da disoccupati
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Il mio pensiero al momento è che loro godono di un walfare che io non ho e ti faccio una provocazione, per quale motivo dovrei pagare le tasse se un domani trovo lavoro conscio che se lo riperderò per qualsiasi motivo avrò un aiuto pari a zero da parte dello stato? |
Re: Una vita da disoccupati
Ancora a parlare di immigrati? ma nn avete capito che c'è chi ci guadagna con i soldi di tutti? e sta roba, scommetto, succede specialmente qua in Italia dove la corruzione dilaga...infatti gli altri paesi si stanno parzialmente svegliando, noi invece continuiamo ad andare a prenderli per alimentare il business di pochi a discapito di tutti
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Re: Una vita da disoccupati
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"I comunisti d'Ungheria hanno analizzato l'esito del referendum che chiedeva: "Vuoi permettere all’Unione Europea di imporre l’arrivo di cittadini non ungheresi senza l’approvazione del Parlamento?" (in base alla disposizione del Consiglio Europeo dell'anno scorso, che trasferirebbe 120mila rifiugiati per l'Europa, la quota prevista per l'Ungheria si aggirerebbe intorno ai 1294persone. Al referendum ha votato il 43,9%, e quindi per poco il quorum non è stato raggiunto. Ma a votare No è stato il 98% degli elettori, circa 3,3 milioni di persone hanno detto No all'ingresso forzato nel territorio ungherese di migranti. I comunisti d'Ungheria non sono daccordo con chi vuole ignorare il significato politico di questo voto solo perchè il quorum non è stato raggiunto. Il voto del referendum riflette la crisi del capitalismo europeo e dell'Unione Europea." E questo lo dicono i comunisti ungheresi, ed invece i lefty italiani? "Dobbiamo aiutarli perchè poverini soffrono, quel barbone italiano sotto casa? Che schifo, dovrebbero toglierlo di lì, fà degrado!" |
Re: Una vita da disoccupati
Il bello è che ho sentito che in Europa siamo gli unici (assieme alla Grecia che è fallita 2 volte in 5 anni) a nn aver un reddito di cittadinanza x disoccupati...è questa la cosa che mi fa incazzare di più, e credo faccia arrabbiare anche chi nn sarebbe in alcun modo razzista. Per altre cose i soldi si trovano, soprattutto se c'è qualche lobby che spinge. Io credo sempre che i cittadini dovrebbero avere una priorità, soprattutto in un momento dove le risorse scarseggiano, altrimenti a che serve uno stato?
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Re: Una vita da disoccupati
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E' stato abbastanza difficile farle capire la mia situazione infatti, non credeva fosse possibile che uno stato abbandonasse così un proprio cittadino. E sì i cittadini devono avere la priorità, sennò a cosa serve pagare le tasse? |
Re: Una vita da disoccupati
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No, non ci tengo proprio. |
Re: Una vita da disoccupati
Ma come si fa a svincolarsi dalle esperienze negative? se io passo più tempo a mandare cv che a lavorare come faccio ad avere un pensiero positivo??
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