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Re: Una vita da disoccupati
Si xò il sole lo vedi giusto 4-5 ore al giorno quando fai notturni.. farlo x anni è molto triste .. x carità ti pagano... Ma bo
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Re: Una vita da disoccupati
Purtroppo per la maggior parte del tempo la vita è sofferenza, non per tutti, ma almeno per la metà delle persone si.
Chi fa un lavoro che gli piace è veramente un privilegiato per come la vedo io. In realtà ci sono posti di lavoro dove si può guadagnare bene senza avere grandi titoli di studio, il problema è che in questi posti ci si deve veramente fare il sedere cubico perché bisogna comunque avere grandi capacità sia manuali che di concentrazione e quindi anche di comprensione. Io personalmente sono veramente stanco di essere costantemente stressato per i problemi e le difficoltà del mio lavoro e ormai sono deciso a dire bye bye a quell'inferno che vivo ogni giorno da 20 anni. Se riuscirò nel mio intento e se per caso dovessi un domani decidere di tornare in fabbrica lo farò solo se si tratterà di un lavoro facile, senza problemi e senza variabili; insomma un lavoro che potrebbe svolgere anche un bambino. Il problema più grosso per me adesso è convincere i miei che ancora non se ne sono fatti una ragione. |
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Si può guadagnare bene facendo alcuni lavori ma non vivi più poi. |
Re: Una vita da disoccupati
Faccio un lavoro a 3 turni (quindi anche la notte) da tre mesi e confermo che il notturno è molto meno impattante di quel che pensavo... a parte il fatto di farlo 5 giorni ogni 3 settimane (che è ben diverso dal farlo fisso, ammesso esistano lavori in cui si lavora fissi solo di notte senza rotazione con altri), se rimani "attivo" a me non viene neanche sonno, non mi sento diverso rispetto agli altri 2 turni... poi per dormire c'è tutta la mattinata, dalle 7 alle 12 + altro pisolino pomeridiano di 1-2 ore se proprio si sente il bisogno.
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Io ho fatto due notti al campeggio di 11 ore ciascuna e stavo da dio, ho dormito 4 ore al mattino ed ero carico…meglio fare portierato di notte che l’operaio di giorno dove ti rompi il sedere……comunque sono tutti ladri gli imprenditori, pure mio cugino in azienda agricola gli ho detto se tanto non mi metti in regola dammi almeno 7 euro l’ora in nero l’inverno per venire qua sennò non mi conviene e mi ha detto di no, potrebbe darmeli ma non vuole, sono tutti tirchi!
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Re: Una vita da disoccupati
Epz ti capisco sono contento x te.. forse rinizio io a fare qualche notturno ma devo ancora cercare.. xò stai calmo.. le prime volte c'è adrenalina... Fare tutta la settimana... O più settimane di notti già.. poi diventa 1 anno.. l adrenalina scompare.. stai calmo
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Re: Una vita da disoccupati
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Io ci sto pensando, non in 48 ore ovviamente, ma nel tempo necessario, pensavo di non presentarmi piu a lavoro, bloccare tutti i responsabili su WA e non rispondere al telefono, dopo 3 giorni di assenza ingiustificata in teoria ci dovrebbe essere il licenziamento. Tuttavia ho un asset aziendale in carico, un laptop, se non lo restituisco penso che sia furto, come potrei fare? Non credo di poterlo spedire perchè alla riconsegna sicuro bisogna firmare qualcosa |
Re: Una vita da disoccupati
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A questo punto, tanto vale dimettersi direttamente ... o se proprio vuoi farti licenziare, vai a lavorare ma con i tuoi tempi e modi (però senza fare danni o sabotaggi volontari), sapendo che l'azienda pretende di più, e a fronte delle prime lamentele dire "io questo riesco a fare, se non vi sta bene, potete anche lasciarmi a casa". Certo potrebbe richiede molto più tempo, anche mesi. |
MAI dimettersi volontariamente da un posto di lavoro, si perde ogni diritto fidati…sempre farsi licenziare almeno becchi qualcosa e fai ciccia, non passi tu per il testa di cazzo.
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Re: Una vita da disoccupati
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Re: Una vita da disoccupati
Ho pure il medico che fa i certificati col contagocce :testata:
Non so come fare onestamente |
Re: Una vita da disoccupati
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Se accetterò di fare un nuovo lavoro lo farò SOLO se sarà un lavoro facile, su questo sono irremovibile. Purtroppo ci sarà anche il problema di quello che penserà la gente che mi conosce, ma a quello ci penserò quando sarà il momento. Mi sono informato e il prossimo 1 luglio preparerò la lettera con le mie dimissioni così almeno il 1 agosto dirò finalmente bye bye a Questo inferno e finalmente finirà un incubo durato 20 anni. |
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La vita è tua, se pensi a piacere agli altri a fare certe cose e altre no stai fresco allora, vivrai sempre limitato. Hai già 20 anni di contributi e ti toccheranno quei 600/650€ di pensione in ogni caso…mio padre con 30 anni di contributi mi pare gli toccherà 1300 euro lordi di pensione a 67 anni. |
Re: Una vita da disoccupati
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Però si, probabilmente farò cosi, senza neanche dargli il preavviso e ciao ciao tfr |
Re: Una vita da disoccupati
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Poi c'è la questione del rapporto 1/3 che vorrei provare a rispettare, cioè così come è ritenuto normale, accettabile e sostenibile una quantità di ore lavorate pari a 8 al giorno su 24 (quindi un terzo), per me lo stesso rapporto per logica dovrebbe essere applicato sulla durata media della vita di un uomo (diciamo 80/81 anni per un maschio, ad oggi), quindi 26/27 anni lavorativi MASSIMI su 80... quantità che potrei raggiungere nel 2032 (a 50 di età), anno in cui non a caso vorrei smettere definitivamente, e magari lo farò lo stesso a prescindere da quanto avrò effettivamente lavorato e/o risparmiato. Probabile che queste cose le avevo già scritte, ma vabbè, nel caso, "repetita iuvant" :sisi: |
Re: Una vita da disoccupati
Penso che mi sentirei completamente inutile se lasciassi atrofizzare le mie doti creative naturali per impiegare le mie energie in un lavoro generico 😟. Il fatto che nessuno abbia creduto in me non mi ha mai dissuasa dal farlo io stessa invece, per quanto presuntuosa possa sembrare. Ovviamente, qualsiasi talento necessita costante impegno e un percorso di crescita in tal senso che non c’è mai stato. Ma preferisco morire di fame un domani piuttosto che non poter più avere la gioia di creare qualcosa anche solo per me stessa. Sono anche convinta, più passano gli anni, che debba esserci una causa organica nel mio non essere neurotipica, ancora più che una psicologica; o per meglio dire, che alla prima si siano poi aggiunti vari problemi e limiti di natura psicologica, prima fra tutti l’ansia generalizzata, seguita dalle ossessioni/compulsioni.
Ma ho divagato. Non sono le mie patologie e i miei limiti ciò che voglio nutrire, bensì il mai compreso potenziale che contribuirebbe positivamente alla società, che a questo punto chiaramente non merita, ma che però merita di continuare a essere la base del mio, non dico benessere, ma proprio della mia sopravvivenza e del mio equilibrio. Se non creo qualcosa che per me sia bella impazzisco. In poche parole.. o svolgo un’attività che sono in grado di svolgere (e sono in grado di svolgere delle attività che per me hanno molto significato), oppure niente. |
Re: Una vita da disoccupati
Non avrei mai creduto di fare il lavoro che faccio e di essere pure pagato (bene) per farlo. :sisi:
E no, non dirò mai quale è il mio lavoro e il mio stipendio. :nono: |
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