re: Una vita da disoccupati
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 2013830)
E se invece fosse più diffuso il criterio "Non avere fiducia in sé non è un reato da tribunale di Norimberga, vediamo se costui/ei ha anche altri pregi"? Se in questo modo il timido avesse più possibilità di non essere scartato? Io credo questo influenzerebbe eccome i risultati nel lavoro e nella vita sociale in genere.
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Non è la mancanza di fiducia il punto ma la sua conseguenza, ovvero il non riuscire bene a fare le cose. Qualsiasi cosa mi chiedano, dal saper gestire il rapporto coi clienti al saper digitare stringhe di codice su una tastiera, non riuscirò a farla bene se penserò di non saperla fare bene perché non ho fiducia nelle mie capacità.
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 2013830)
Ma il motivo per cui il timido viene scartato, l'hai detto tu stesso prima, è basato sul fatto che non sappiamo gestire la socialità quanto ci si aspetterebbe da noi.
Se le aspettative più diffuse fossero diverse, i timidi avrebbero delle possibilità in più di non essere scartati? Secondo me sì.
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Si stava parlando di lavori in cui la gestione dei rapporti umani è centrale.
Nel fare il guardiano notturno di un supermercato non è richiesta questa capacità, quindi chi reputa di non averla potrebbe concentrarsi su lavori del genere.
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 2013830)
Non vedo nessun automatismo in questo senso. Se esistono persino modelle/i e attrici/tori che chiunque o quasi giudicherebbe bellissimi, e che pure sono ossessionati dal timore di non essere perfetti e ricorrono ad aiuti chirurgici... eppure sono persone a cui non mancano certo i potenziali partner, nonostante si vedano così male. E viceversa esistono persone che si credono strafighe nonostante gli altri li vedano ben diversamente. Questo per dire che il giudizio che si ha di sé non determina sempre e comunque univocamente quello degli altri su di sé. E quindi il primo non prevale sempre e comunque sul secondo, che ha eccome il suo peso nel determinare gli esiti dei rapporti di lavoro di cui stiamo discutendo qui (ma anche di quelli sociali in genere, aggiungo).
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Stiamo parlando di persone profondamente insicure, dove tale e tanto è l'autopregiudizio da rendere permeabili solo gli input che sembrano confermarlo. Se una persona è profondamente convinta, in seguito magari a traumi psichici profondi e radicati, che nessuno le vorrà bene, tenderà a demolire sistematicamente qualsiasi input non in linea con il suo bias. Anche eliminando tutti i possibili input negativi in grado di ferirla (cosa di per sé difficilissima, tra le altre cose, se non impossibile), questa avrà la tendenza a trovare appigli cognitivi e percettivi per riconfermarla. E' come se tu avessi un sistema immunitario fragilissimo pressoché incapace di proteggerti da qualsiasi agente patogeno...anche eliminando tutti gli agenti patogeni, probabilmente ti ammaleresti di una malattia autoimmune. Così funzione il cervello di chi è estremamente insicuro (una tipologia di disturbo frequente tra gli iscritti a fs.com per esempio): anche eliminando tutte le fonti d'ansia e d'insicurezza, si cerca sempre per automastimo (i famosi automatismi psichici negativi) qualcosa che dia riprova del pregiudizio.
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