Originariamente inviata da claire
(Messaggio 2558571)
Non sono più nelle condizioni di tollerare il cancro dell'indifferenza.
L'indifferenza fa soffrire, ammala e uccide; ma questo non è punibile né legalmente né dalla coscienza del singolo.
É pienamente legittimata da ogni punto di vista.
Tranne se uno sta gravemente male fisicamente in un singolo momento e in pubblico, e non lo soccorri: allora sì, è omissione di soccorso.
Tutto qui.
Il resto va bene.
Permettersi di aprire bocca dopo un suicidio di chi non hai mai cagato, è lecito e anche ben accetto.
Chiedere ingenuamente "come mai?" Pure.
Ed io oggi non lo posso tollerare più, non sopporto questo andare avanti da indifferenti, né che si attacchi il marchio "depressione" a chi è morto di solitudine sotto gli occhi di tutti e di nessuno. A chi è stato per decenni ammalato di questa malattia senza che nessuno si scomodasse nemmeno a guardare, e però vedeva.
Vedeva e applicava se non l'indifferenza, al massimo quella pietà di merda che spinge ancora di più ad accaparrarsi la propria cerchia, ad attacarcisi ancora più forte "per non finire così".
Non posso tollerare le cure degli specialisti, come se fosse un male organico tuo e non qualcosa che ti viene fatto dagli altri.
Che non venga considerata una malattia, inoculata dal prossimo, che si sbraiti contro gli untori del coronavirus ma che questa altra causa di sofferenza e morte altrui sia invece lecito perpetrarla ogni santo giorno.
Non tollero quel dispiacere e quelle condoglianze e quella tristezza a cui non credo, perché non è mai abbastanza dal decidersi a fare qualcosa.
Non sopporto che alzarsi alla mattina e farsi i cacchi propri con la propria gente, sia più importante che tentare di alleviare il dolore di qualcuno, non sopporto chi si fa vivo con i solitari di tanto in tanto per far tacere quel briciolo di coscienza che disturba il proprio andazzo, la propria quotidianità a misura di ego.
Non riesco più a reggere che chi ha scelto come vivere pretenda di poter avere un dialogo con chi no, che sulla stessa Terra cammini chi si misura ogni giorno con la merda, quella vera, e chi non dovrà mai guardare l'abisso in faccia e che si pretenda di fare comunicare le parti al grido di "tutti hanno problemi".
Quell'empatia indifferente é cancro.
L'abbandono che è sempre legittimo e giustificato , che te lo fanno gli altri ma lo devi superare tu, ti ci devi curare i sintomi senza scomodare la causa perché non si tocca il libero arbitrio altrui.
Chi ha scelta ha anche ogni diritto, sugli altri e su ogni cosa.
Anzi, se ha un senso di colpa quello è sbagliato.
Perché nessuno deve salvare il mondo, tutti sono tenuti in generale ma nello specifico chissene.
E stacce pure, se nun ce stai sei tu quello che non è integrato, e fioccano le diagnosi e le responsabilitá da parte di un mondo che ti ammala a morte, e poi ti piange sopra.
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