![]() |
re: Una vita da disoccupati
Quote:
|
re: Una vita da disoccupati
Quote:
|
re: Una vita da disoccupati
Quote:
Quote:
Nel senso che nel secondo si afferma che poco importa cosa pensano gli altri del timido, mentre nel primo si afferma che ci sono delle aspettative sul modo di gestire la socialità e che chi non riesce a soddisfarle viene scartato (quindi il giudizio altrui incide eccome). Nel secondo post si critica l'idea che esista un mondo che non accetta i timidi, si dice che è un pregiudizio, e nel primo si dice invece papale papale che tale rifiuto esiste eccome e che i timidi probabilmente vengono snobbati sul lavoro perché non sanno gestire la socialità secondo le aspetattive più comuni (e discorsi analoghi, aggiungo, si potrebbero fare in altri ambiti). E così via... in più ovviamente alla fine della fiera la colpa ricade sul timido che si autosvaluta (così, dal nulla, per divertimento, perché gli piace farlo, senza un vero perché e senza alcun legame con vissuti ed esperienze problematiche familiari e/o sociali) e non sulle suddette aspettative che in quanto in linea col pensiero della maggioranza sono scolpite nel marmo del Sinai e non vanno mai messe in discussione, pena la comparsa dei quattro cavalieri dell'Apocalisse. |
re: Una vita da disoccupati
Nel lavoro purtroppo la fobia sociale e l'insicurezza sono veramente limitanti....per un fobico è difficile trovare e mantenere un lavoro, nonostante i vari sforzi
|
re: Una vita da disoccupati
Ho letto un annuncio di lavoro in cui cercano operai da inquadrare come stagisti con rimborse spese che significa comunque lavorare gratis,non sapevo che anche gli operai potessero essere assunti come stagisti,se sia impiegati che commessi che operai possono essere inquadrati come stagisti ne consegue che andremo sempre di più a lavorare gratis.
|
re: Una vita da disoccupati
pazzesco, ormai ci vuole esperienza e la laurea anche per fare lo spazzino! :D
|
re: Una vita da disoccupati
Quote:
|
Quote:
|
re: Una vita da disoccupati
Quote:
Per quanto riguarda la società direi che ci troviamo di fronte ad una società più empatica di un tempo (i timidi una volta potevano a malapena sperare di sopravvivere), e se non riconosciamo i progressi fatti non potremo farne di ulteriori. E' un po' come quando costruisci una casa: non puoi arrivare al tetto se non ti basi sulle fondamenta, idem per i progressi sociali relativi all'empatia. Quote:
Se volessi fare il centometrista e mi scartassero perché non ho abbastanza fiducia nelle mie capacità di correre veloce, quella mancanza di fiducia dipende da me. Importa poco cosa pensano gli altri di me quindi, se io continuo a pensare di me il peggio possibile. Se io pensassi di essere brutto e inguardabile (come certi utenti), importa poco se gli altri siano o meno d'accordo: finché continuerò a giudicarmi repellente, non vi sarà santo che tenga. |
re: Una vita da disoccupati
Quote:
|
re: Una vita da disoccupati
comunque non ho mai capito perchè negli annunci su indeed o infojobs ci sono solo posizioni di customer care.. ergo call center.. ma boh e le agenzie cercano solo per queste posizioni qui, tutti gli altri lavori non esistono
|
re: Una vita da disoccupati
Quote:
Ma per muttley tutto ciò che è psichico si può e si deve superare grazie al grande potere della mente. Io dico che spetterebbe alla società anzichè al singolo includere tutti,visto che sei insegnante(muttley)saprai come nelle ultime linee guida si vada verso la personalizzazione e la centralità della persona come unica. Certo sentirsi adeguati spetta a noi,ma se ti scartano sempre perchè sei timido ,se subisci umiliazioni e brutte situazioni a causa di tue caratteristiche personali avoja a darti fiducia comunque.Già non ce l'hai di tuo.Vai nel mondo,e quello ti demolisce.Tipo fai mille colloqui e tutti ti dicono di no per il carattere.E tu in tutto questo devi non solo mantenere la stima di te stesso ma anche auto curarti dalla fs.Insomma.Una società piú empatica e contesti non svalutanti sarebbero auspicabili .Perchè ripeto chi giudica male un fobico in quanto tale è lui che sbaglia,non il fobico.Essere fobici non è un delitto, si hanno degli handicap in certe cose ma si può essere bravi in altre,non si stanno facendo azioni scorrette e deprecabili nel manifestare timidezza.Pertanto chi denigra e giudica il timido è in errore.Altrimenti giustifichiamo pure anche le offese agli handicappati ,li pestino pure sotto ai piedi che tanto,è compito loro inserirsi,mica della società! |
re: Una vita da disoccupati
Quote:
Non puoi delegare sempre tutto. Punto primo. Se hai l'impressione che il mondo ti demolisca, non sarà anche per la fragilità e convizioni tue estremamente radicate? Sei stata tu a scrivere che, nonostante i continui complimenti e congratulazioni dei colleghi, continuavi comunque a sentirti incapace e inadeguata. Come vedi c'è una coltre di autopregiudizi che spetta a noi demolire. Se pensiamo che basti l'aiuto esterno a cambiare le nostre convizioni interne, allora è come se ci rimettessimo all'idea di essere destinati ad vitam alla "carità" altrui. Magari anche il più agguerrito esponente del forum dei brutti potrà convincersi di non essere brutto o che non esista la bruttezza oggettiva™ se un cospicuo numero di fighe facesse la fila per dargliela. Oppure il più agguerrito dei razzisti potrebbe mitigare la sua xenofobia se tutti gli appartenenti ad etnie non caucasiche smettessero improvvisamente di commettere il minimo crimine... |
re: Una vita da disoccupati
Ma voi non avete ansia forte quando dovete iniziare un nuovo lavoro? No perché ieri ho detto a una mia conoscente, dopo essermi lamentato della mia forte ansia, che spero di non essere chiamato a lavorare e mi è stato risposto che "dovrei baciare il terreno anche solo per aver la possibilità di un lavoro, indipendentemente dalla mia fobia". Per carità ha ragione eh, però ci sono rimasto male. Speravo in un po' di comprensione, ma non ce l'hanno neanche le persone di questo forum a quanto pare...
|
re: Una vita da disoccupati
|
re: Una vita da disoccupati
Quote:
|
re: Una vita da disoccupati
Quote:
Però ti ammiro perché hai le palle di provarci, io invece sono un fallito totale e tendo sempre a tirarmi indietro. Un abbraccio, anche se solo virtuale... |
re: Una vita da disoccupati
Quote:
|
re: Una vita da disoccupati
Quote:
In quanto al mettersi in discussione, anzichè aspettarsi che sia il mondo (cattivo o buono poco importa) a cambiare, bisogna vedere cosa si intende . Perchè se mettersi in discussione significa diventare estroversi da timidi che si era mi sembra molto improbabile riuscirci (il che non significa che sia sbagliato cercare di migliorare). Se invece mettersi in discussione significa abbandonare l'idea autocastrante secondo cui con la timidezza non si va lontano siamo d'accordo . Ma tu mi pare sia il primo a non metterti in discussione, iNFATTI SCRIVI: "Conosco fior fiori di ragazzotti che ambiscono a fare i copywriter, i webwriter o gli autori radiotelevisivi (io ci andai vicinissimo ma rinunciai per l'ansia), ma il mercato non è in grado di assorbire tutta la loro "buona volontà". Magari senza questa idea preconcetta (secondo cui con la tua ansia quel lavoro non lo potevi fare) ai tuoi sogni non ci rinunciavi. A me il realismo va benissimo. Ed è vero che sul mercato certe lauree valgono meno, il mercato non vuole certe figure, ecc. ecc. Il problema è che spesso si rinuncia al primo fallimento, senza cercare la strada b, c, d. O magari ancor prima di fallire, perchè tanto sono timido, ci ho l'ansia, ecc. |
re: Una vita da disoccupati
Quote:
|
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 04:34. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.