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Re: Vi sentite dei falliti?
Vabbè cmq se non esistesse il confronto con gli altri nessuno si sentirebbe fallito, quindi diciamo che innanzitutto è un fatto sociale prima che soggettivo!! Se gli altri, la società ti ci fanno sentire, difficile non rimanerne condizionati!!
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Re: Vi sentite dei falliti?
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Re: Vi sentite dei falliti?
Sta cosa della timidezza certuni cosa fanno per coinvolgere i più timidi nulla..a me hanno fatto un favore come verstappen mi sono concentrato su unobiettivo..poche chiacchiere tanta sostanza..dovevo imparare a gestire meglio limpulsivita in alcune situazioni..e ancora posso migliorare.ad una certa età la personalità è formata.pero il problema solving lo gestisco meglio..ci vorrà ancora un po per cambiare certi schemi ma il tempo ce..per anni come dice mutt l'ansia mi attanagliavaevitavo..perché tornavo a casa stremato..oggi è diverso..riesco a parlare anche al telefono molto sciolto..all età di keith magari aggiusto le ruote come lui..per certi obiettivi forse è troppo tardi forse no vedremo..ma cercheremo di farci trovare pronti..ho preso la patente a 24 anni..per un uomo e un mezzo affronto..pero oggi guido bene e ciò che conta.sono tanti piccoli risultati che mi danno carica per il futuro
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Re: Vi sentite dei falliti?
detto questo bisognerebbe vedere in che ambito, io sono nella situazione opposta rispetto all'op, vita sociale presente, totale fallimento dal punto di vista lavorativo (per ora).
detto questo sto facendo il possibile per tentare di svoltare la mia situazione, e penso sia sbagliato ed ingiusto paragonarmi a persone che le mie enormi difficoltà ed handicap di partenza non ce l'hanno. è come paragonarsi a gente che corre nelle maratone quando non si hanno le gambe. |
Re: Vi sentite dei falliti?
Vivere è un’arte, ed in questo non differisce in nulla dalla pittura, o dalla musica, o anche dalla matematica, in definitiva in nulla si differenzia da quelle che in passato erano considerate le cosiddette arti liberali, intendo dire con questo che è una disciplina come tutte le altre, che prevede un periodo di apprendimento, un maestro che individui il corretto percorso per ogni individuo in base alle sue caratteristiche e peculiarità, e solo alla fine di questo lungo apprendistato, permette che quest’arte venga esercitata e - per così dire – sfruttata appieno in modo da compiere una perfetta parabola esistenziale. Ma più analizziamo gli esiti di una qualunque arte, anche nelle forme più eccelse, non possiamo evitare la conclusione che, rispetto alle premesse, le conclusioni sono sempre dei fallimenti, che insomma l’arte di vivere sia in definitiva, come tutte le altre arti, l’arte di fallire, e più viene perfezionata questa cosiddetta arte della vita, più la vita si mostra con maggiore evidenza per quello che in realtà è, vale a dire un’arte del fallimento. Pensare che un concetto così complesso ed indefinibile come la felicità, parola che mi atterrisce ogni volta che la sento pronunciare, peraltro sempre a sproposito, sia riconducibile in un qualunque modo, sotto un qualunque rapporto, con quello di successo e di fallimento, è un errore madornale, e micidiale, e foriero delle più grandi sventure. Perché chiunque abbia il tempo e la volontà di pensare con una certa attenzione, voglio dire di applicare la disciplina del pensiero, che ci impone di riflettere su quello che facciamo e subiamo, giunge alla conclusione che l’uomo e felice ed infelice nello stesso tempo, voglio dire che è felice quando si sente infelice, ed e infelice quando si sente infelice, se pensa correttamente ed in maniera per così dire radicale, vale a dire se approfondisce fino a toccare il fondo i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Certo, se si limita alla cosiddetta superfice delle cose, potrà scambiare felicità ed infelicità, allo stesso modo in cui potrà scambiare l’infelicità con la felicità, ma se davvero pensa in profondità, ed approfondisce le cose fino a toccare il loro fondo, e da questo fondo non torna più in superficie, trova che in definitiva, ogni fallimento nella cosiddetta arte di vivere si può certamente risolvere in un successo, e viceversa.
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Re: Vi sentite dei falliti?
Per una donna e lo stesso invalidante non guidare ma c'è meno pressione forse dall esterno.poi non lo so
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Re: Vi sentite dei falliti?
sempre ricevuta ''pressione'' per il fatto che non guido, ma meno che per altre cose.
poi comunque prendo farmaci ed ho un leggero problema motorio (disprassia) quindi con chi mi conosce molto bene lo posso dire. con chi non conosco ovviamente no, ma il problema per me non è tanto quello ma più il fatto che tendenzialmente ai colloqui di lavoro la chiedono. |
Re: Vi sentite dei falliti?
Non c'è niente di male a non guidare se non si può, le persone fanno presto a vomitare letame sugli altri senza conoscerli nemmeno. Se poi li butti sotto la macchina si lamentano anche ma sarebbe meglio così, perché se non toccano con mano una cosa allora non capiscono
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Re: Vi sentite dei falliti?
io manco c ho la patente , dopo l incidente in motorino ho odiato automaticamente tutti i motori ..... sicuramente e' una delle cose per cui la societa' te la fa pagare cara , non quanto non avere un lavoro ma quasi , almeno io la percepisco cosi. cmq penso d aver fatto bene a nn prenderla , sicuro una volta sarei andato ubriaco a distruggermi su un palo o fare di peggio uccidendo qualcuno :sisi:
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Re: Vi sentite dei falliti?
Eh pure io non mi fido a guidare, la patente ce l'ho e in alcuni periodi ho anche guidato ma avendo anche io problemi motori e manuali che mi rendono la vita difficile anche a capire bene gli spazi e le distanza onestamente non mi fido a guidare, non so fare i nodi ai sacchi della spazzatura, non so usare scopa e paletta in maniera coordinata e dovrei fidarmi a guidare? Così magari calcolo male la distanza tra me e le strisce pedonali e metto sotto mamma e bambino...poi oltretutto le poche volte che guidavo nei rettilinei diventavo scemo, i miei occhi era come se si incrociassero quasi, non riuscivo a stare sempre con lo sguardo dritto mi veniva da chiudere gli occhi o sbandare...insomma ho troppe robe strane che non mi convincono assolutamente a salire su un'auto. Dovrei essere apprezzato per questo visto che sto attento agli altri e invece ovviamente tac giudizio negativo
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ovviamente non parlo di londra ma del paesello immerso immerso nella campagna |
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Re: Vi sentite dei falliti?
No non mi sento "un fallito", sento di aver fallito in alcune cose.
Sono portato all'autocritica estrema e distruttiva, però sto riuscendo ad uscirne. So solo che devo abbassare la testa e pedalare. Non avrò una relazione e una famiglia mia, devo concentrarmi sul proteggere i miei familiari e andare avanti e cercare di dare un apporto positivo. |
Re: Vi sentite dei falliti?
io pensavo al fatto che per essere dei falliti , uno deve aver tentato qualcosa e aver fallito , se uno nn prova nn è realmente un fallito :sisi:
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Re: Vi sentite dei falliti?
Domanda per chi lavora ma oltre quello non ha niente (relazioni sociali assenti e nessun hobby particolare).
Cosa vi spinge ad andare avanti e a non lasciarvi andare? Istinto di sopravvivenza o speranza di un futuro migliore? |
Re: Vi sentite dei falliti?
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Venendo quindi alla domanda, sicuramente l'affetto che provo per mio papà, ed è a quello che mi aggrappo quando certi pensieri bussano, e infatti ho paura di quando non ci sarà più, perché prevedo un crollo repentino nel giro di pochi mesi, massimo 1/2 anni. Rispondo anche alla domanda sul pensare di andare via: ammetto di sì, ma razionalmente nel mio caso si tratterebbe solo di star male da un'altra parte... |
E non fatevela la auto che non muore nessuno non gliene frega nulla a nessuno, o sotto sotto vi rode che non avete il grano per mantenerla un auto ma lo vorreste? Senza nulla togliere a gattaccia che ha problemi a guidare ed è un altro discorso... andatevene coi mezzi pubblici tutti appiccicati come sardine e non rompete i marones...
Detto questo attualmente posso essere definito fallito, non ho raggiunto i miei obiettivi, ma non mi sono perdo d'animo anche perché una alternative non esiste, a me come a eps non ci passano i soldi se non per cose occassionali vedi il condizionatore, non esistono opzioni se non quella di diventare ricco, mi basta una casa a fleming, un bello stipendio da fare una modesta vita senza lavorare troppo e aver trovato la one itis... Poi potrò dire di avercela fatta |
Re: Vi sentite dei falliti?
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quindi diciamo non puoi permetterti di non volerla. io l ultima volta che ho lavorato so stato fortunato che era a 3 km da casa e c andavo in bici , ma li è bucio di culo ..... se aggiungi il fatto che è gia impossibile trovare lavoro , mettici pure che non hai l auto sei scremato alla velocità della luce , si riducono notevolmente le possibilità di lavoro .... te dirai vabbè so cazzi tuoi :sisi: , eh vabbè si |
Re: Vi sentite dei falliti?
L’auto l’ho comprata due volte, ora non saprei che farmene onestamente e non ce l’ho, se tornasse a servirmi la comprerei nuovamente, ma non credo servirà, in città bici elettrica ed a piedi, per fuori città treni, una tantum taxi, e qualche volta all’anno noleggio auto
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Per me i 30 anni non sono lontani, e se dovessi tirare un bilancio o anche solo fare un confronto con la media dei miei coetanei, dovrei necessariamente ritenermi tale.
Se però mi guardo indietro, credo semplicemente che, come tutti, ho fatto e sto facendo la vita che dovevo e che devo fare. Con i mezzi di cui disponevo, con i limiti che una personalità come la mia impone e con tutti i miei problemi, la situazione in cui mi trovo oggi non è nemmeno da buttare completamente, e questo solo io lo posso sapere; quello che pensano gli altri ormai mi interessa sempre meno. |
Re: Vi sentite dei falliti?
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Re: Vi sentite dei falliti?
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Re: Vi sentite dei falliti?
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Re: Vi sentite dei falliti?
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posso solo impersonare il tizio finito che nn guida e che deve andare a dormire :sisi: , almeno ne sono consapevole XD |
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