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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
Con l’unico psichiatra che ho avuto invece mi trovo molto bene. Ha empatia, è disponibile, ha saputo mettermi a mio agio. Mi fido di lui perché mi ha fatto uscire dal momento peggiore della mia vita.
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Uno ascolta una canzone e dice che gli piace, arriva un altro e dice che in realtà quella canzone non gli piace davvero, che non è presente a se stesso per poter dire veramente questa cosa. Ma alla fine ognuno potrebbe dire lo stesso di qualsiasi altro, non c'è alcuna modalità preferenziale per ascoltare qualcosa per me, ce ne sono solo diverse e a seconda poi di quale è attiva si sente qualcosa in modo diverso. Ad esempio, come si dovrebbe fare ad essere certi delle preferenze sessuali? Si potrà sempre sostenere che chiunque non è presente a se stesso e non le conosce davvero. Come si dovrebbe risolvere la cosa? :nonso: Alla fine comunque ognuno se la sbrigherà da se, io non vedo tante altre alternative. Questo giudizio a monte è nostro e pare non si appoggi a nulla di intellettuale o meditativo, anzi la meditazione secondo me distoglie, forse è proprio quando uno si perde nelle emozioni più violente giudica rettamente cosa preferisce. Ma direi proprio che non si appoggia a niente. Perché quello è un tuo bisogno? Perché è un mio bisogno. Che risposta potrebbe o dovrebbe dare una persona per giustificarlo? Il fatto che sia condiviso con altri? Gli ormoni? L'educazione? Se ci sono veri e falsi bisogni... Quand'è che un bisogno è un vero bisogno? E quando una persona potrà aver ragione nell'affermare che un suo bisogno o quello che reputa tale è un vero bisogno? |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Se tu inizi a sostenere che sia irrazionale o disfunzionale che un tizio desideri certe cose, per me risulta molto discutibile questa posizione. Non è che se uno desidera scoparsi una scarpa la cosa è piú razionale di quel che vogliono e desiderano fare la maggior parte delle persone. Cosa c'è di razionale nel volersi scopare qualcuno? Cosa c'entra la razionalità? Cosa c'è di razionale nel voler fare qualcosa e vivere in certi modi piuttosto che altro? Per me niente. Gli scopi non ce li dà affatto la ragione. Appiccicare razionale alle direttive di un sistema motivazionale è un errore categoriale. Quel che si può dire con certezza è che è una cosa statisticamente poco diffusa. Che sia un vero o falso bisogno rimane una cosa appesa in ogni caso, non solo nel caso in cui il tizio vuol scoparsi la scarpa, sempre, anche per tutti gli altri. Può essere che uno prima o poi cambierà idea e dirà che non conosceva i suoi veri bisogni, ma non si sa bene in base a cosa, poi può essere che cambierà idea ancora perciò non saprei proprio su cosa dovrebbe fondarsi questa cosa. Se uno psichiatra o uno psicoterapeuta non riescono ad empatizzare col fatto che uno psicopatico o un tizio antisociale non vogliono affatto allinearsi alla morale comune, per me si pone un problema a monte in relazione alla psicoterapia e psichiatria, curano davvero gli interessi del singolo come dicono, o curano gli interessi di altri? A me pare siano i mandanti sociali dell'interesse medio di una comunità. Se uno ha interessi disfunzionali in relazione alla comunità viene etichettato come matto o irrazionale. Io potrei anche essere d'accordo con un'azione coercitiva, però se l'azione coercitiva è orientata contro gli interessi di altri che non sono i miei, ma se questa si va a scagliare contro i miei interessi io reagisco e non riconosco più che sia vero che stanno cercando di aiutarmi. Se vogliono aiutare come dicono devono tenere presente che gli interessi di un singolo possono entrare in conflitto con tutto il resto, nel momento in cui decidono di non appoggiarli anche solo idealmente potendolo fare, deteriorano o sfasciano il legame di aiuto. Uno psicoterapeuta e uno psichiatra sono amici e sostenitori della mia causa o no? :nonso: Io resto sempre diffidente in relazione a questa cosa. Non so dove trovare alleati in tal senso e quando gli alleati sono davvero alleati. Loro sono liberi di fare ciò che vogliono, ma anche io sono libero nel non ritenere quello che fanno come una forma di cura (a causa di queste incongruenze di fondo) o una cura dei miei interessi o degli interessi individuali. È a causa di questa rigidità morale o di altro tipo a monte dei loro sistemi che secondo me non è detto che aiutino tutti. È falso a monte quello che sostengono di fare. La percentuale di successo è un'altra cosa per me quasi irrilevante, si potrebbero verificare anche con un film cose del genere, lo guardano tutti e l"80% risulta soddisfatta. E secondo loro in base a questo uno dovrebbe scegliere che film andare a guardare al cinema? È evidence based che un film non mi farà cagare? Lo dice la scienza? Le mie preferenze però, conoscendo il genere e piú o meno di che si tratta, magari riescono a predire più facilmente che mi farà cagare, anche se all 80% delle persone piace e esce dal cinema ristorata e soddisfatta e più felice. Vale lo stesso discorso con le psicoterapie, la meditazione, pratiche religiose e quant'altro. È molto più rilevante cosa interessa all'individuo per decidere cosa scegliere, che le percentuali di persone che dopo aver praticato qualcosa, stanno poi meglio e sono più soddisfatte. Se una psicoterapia è impostata nel dare ordini, a qualcuno magari dà fastidio mentre un altro ci gode, e quindi poi dipende da quanto è diffusa la prima o la seconda tendenza nella popolazione. Se uno già sa che queste cose lo irritano meglio evitarle, non vedo che giovamento potrebbe trarre da questa cosa anche se alla maggior parte delle persone magari piace. A me la psicoterpia al più può essere utile come sfogatoio, avere qualcuno con cui parlare dei miei guai e che non mi ripete "non rompere le balle", il resto davvero a me non serve, tanto se volevo e sapevo fare certe cose le avrei già fatte da solo, se poi la cosa è impostata nel creare nuovi spazi sociali che prima non esistevano proprio, lo stesso lo riterrei utile per me perché concretamente creano nuove possibilità. il resto sono cazzate per me e a me non servono, anzi mi fanno irritare, peggiorano la mia situazione. Poi ad altri può essere utile e va bene, ma io parlo per me. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
Sì quando si è impuntati "o va tutto come dico io o non me ne frega nulla di nulla", la psicoterapia non serve a niente.
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Se tu chiedi all'idraulico di aggiustarti un tubo che perde acqua e questo viene e dice "eh ma che vuoi che le cose vadano come dici tu, ho messo una bacinella là sotto, direi che puoi ritenerti soddisfatta" a te starebbe bene? :nonso: In certi casi questo atteggiamento viene ritenuto normale, in altri no. La bacinella ce la sapevo mettere da solo là sotto, per questo dico di non aver necessariamente bisogno di certe forme di aiuto anche se il tubo rotto mi dà noie e avrei bisogno di un vero idraulico... Un mago dei tubi? Probabilmente sì. Se l'obiettivo realistico offerto è mettere la bacinella là sotto, il problema e il mio malcontento rimangono. Poi se ad altri sta bene la bacinella, mica lo contesto. Però a me infastidisce anche che mi si accusi poi di non voler stare bene, qua è sempre la stessa storia, il mio bene lo conoscono tutti gli altri e mai io, è tutta un'esistenza che è andata così. Sanno quale sia il mio bene e io son sempre stato una mezza schifezza e sempre peggio a seguire queste cose. Comunque non ho detto che è stata inutile la psicoterapia, ho detto che quando ha funzionato come forma di sfogo e compagnia mi ha fatto stare meglio. in tal senso mi ha giovato, sono stato un po' meglio davvero, è stata la psicoterapeuta o voler mandarmi via perché si aspettava probabilmente altro o mi chiedeva altro e non condividevo certe sue intepretazioni e consigli. Io penso solo che sia estremamente relativa la cosa e non così oggettiva come sostengono. Dipende molto dagli scopi e interessi condivisi tra chi chiede aiuto e chi dovrebbe darlo. Se uno chiede soldi o glieli dai o glieli neghi non è che debba esserci per forza qualcos'altro che puoi fare, potrebbe darsi, ma anche no. Niente garantisce che gli obiettivi che fissano loro siano condivisi con chi non sta bene e chiede aiuto. Le due cose potrebbero essere sfasate, anzi secondo me spessissimo sono sfasate, per questo non funziona. Non è un problema legato soltanto all'efficacia come sostengono, può essere che proprio a monte si è in disaccordo. E' come se due tizi si mettessero assieme chiedendo all'altro di "impegnarsi seriamente" e ognuno dei due intende qualcosa di diverso con "impegnarsi seriamente" uno immagina convvenza e figli, l'altro un amore fedele, monogamo e affettuoso ma senza 'sta roba qua. Alla fine ognuno dei due troverà delle resistenze nel voler fare questa cosa "impegnarsi seriamente" ma perché gli hanno dato due sensi diversi. Voler star bene quando si sta in certe situazioni può significare una miriade di cose diverse, non è detto che i significati attribuiti allo star bene siano condivisi. Tornando all'esempio del tubo, per un tizio star bene magari significa mettere una bacinella là sotto, per un altro ripararlo, "stare bene" da solo non dà informazioni su quali situazioni debbano produrre questa cosa qua e secondo me è una cosa individuale e non necessariamente condivisa con altri, ognuno di noi è comunque unico nei suoi bisogni e preferenze, e questi potrebbero tranquillamente non essere allineati qua e là con quelli che vanno per la maggiore. Magari su certe cose uno è nella norma, ma su altre no. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
XL io penso che a una certa ( e non penso tu abbia 15 anni) uno si fa furbo e fa quel che gli conviene.
Compreso farsi andare bene la bacinella sotto il tubo, o tenersi il tubo rotto o dire "va be' , il lavandino non lo uso più, mi lavo il viso nel lavello dei piatti e mi godo il fatto che ho un impianto elettrico ben funzionante e il wifi che prende da dio". Oppure può piangere per sempre il lutto per il lavandino perché non è vita senza lavandino, questa é la meno conveniente. Sono scelte, sì. Non farmi per favore muri di testo perché sono anni che ti leggo e si gira sempre in tondo, questo no l'altro no, non devi convincermi di niente, a me sta benissimo comunque, non mi cambia niente cosa scegli di fare della tua vita, scrivere in un forum i motivi della propria infelicità immutabile è comunque una scelta rispettabile. Non mi convincerai MAI che non è una scelta, puoi scrivere anche in arabo settanta pagine, ho una storia personale che parla troppo chiaramente di cos'è una scelta e cos'è un "per forza", e della differenza fra possibilità e non , con me non attaccherà mai il "sono fatto così". Comunque se ti ha aiutato come sfogo mi fa piacere, alla prossima :) |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
XL secondo me hanno ragione quelli che ti dicono che non vuoi essere felice. La felicità non è data da quello che non puoi avere, sei tu che imposti la tua mente in maniera tale da farla vivere in uno stato di perenne incolmabilità.
Stacce. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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è un pò come essere sovrappeso ma non credere di dover dimagrire, allora uno continua a mangiare e non fare attività fisica e fine, non è necessario scrivere muri di testo su quanto le diete siano inutili e su quanto si provi disaccordo con i messaggi dei personal trainer e il concetto di dieta. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Usando la metafora di prima se il tubo prima o poi lo riescono a riparare davvero si troverà il sistema per colmarla, per adesso rimane in questo stato qua. Se a voi altri sta bene così, avete trovato la vostra soluzione, io ancora non riesco a riconoscerla, mi pare vada proprio da un'altra parte. Io ho bisogno di certe cose, ma non delle cose che mi offrono. Devo per forza riconoscere che a me servono? :nonso: |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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La seconda cosa che mi è stata utile è stata l'indirizzarmi in un contesto sociale alternativo creato ex novo, anche se loro come al solito hanno dato un altro senso alla cosa io l'ho trovata utile per altri motivi. Leggi bene tutto, io non ho mai detto che è stata inutile, per me è stata inutile e anche dannosa proprio quando loro l'hanno usata secondo l'idea di utilità che loro volevano attribuire alla cosa. Forse le ho fatto raggiungere quello che chiamano burn out, o forse era la mia situazione insieme a quella di altri che l'ha fatta sentire così, a posteriori ho avuto questa impressione. E' in questa fase qua che si creava un conflitto, io infatti glielo dissi anche alla psicoterapeuta ad un certo punto che mi serviva per questi motivi qua e non per conoscermi, conoscere cosa poi? Che cosa avrebbe potuto o dovuto dirmi per innescare questa presunta conoscenza profonda, le cose alla muttley? Davvero non innescava nulla questa cosa qua e poteva anche irritarmi, però parlare con qualcuno che sembrava ascoltarmi, faceva domande, si interessava a me e col quale potevo lamentarmi di un mucchio di cose senza poi manadarmi frettolosamente a quel paese come avrebbe fatto il 100% delle altre persone, mi era utile. Stavo meglio poi fuori così, non mi cambiava o risolveva la vita, ma un po' meglio mi faceva stare questa cosa, non vado più là e sono più spesso nel forum, oltretutto è meno efficace. Una volta finsi anche un transfert per accontentarla, dissi che ce l'avevo con lei perché sembrava mia madre, ma non era affatto vero. A chi rivolgermi per ottenere proprio quel che a me serve, non lo so, devo per forza fare cose simili perché il contesto vuol sentirsi utile nei sensi che segue lui e non trae soddisfazione dall'essere usato nei modi che servono a me per star meglio. Magari uno va in chiesa ma non crede proprio in niente, ci va per altri motivi e comunque gli torna utile, come che so, Alex in arancia meccanica, una volta in prigione si mette appresso ad un prete e quando legge la bibbia non lo fa per trarre degli insegnamenti morali, come magari vorrebbe il suo protettore, ma perché è un libro abbastanza cruento e può sfogare così il suo sadismo e certe sue fantasie. La scena più buffa è quella dove legge della flagellazione di Cristo e si immagina nei panni di un centurione romano :mrgreen:. Una persona così, io mi chiedo, ma ha bisogno delle cure che gli vogliono offrire? O di altro? Cercano di curarlo a modo loro ma finisce col diventare ancora più disadattato di prima. Non che sia proprio come Alex, però sono abbastanza fuori norma su una marea di cose. Un'altra cosa che mi tornerebbe utile sarebbe poter accedere ad un metodo facile ed indolore per togliermi di mezzo, se sapessi di poter disporre di questa cosa qua quando voglio, credo che il mio disagio si abbasserebbe di molte altre tacche. Ma anche questa cosa qua per altri non va bene, mentre non hanno idea di quanto potrebbe tranquillizzarmi. Non è detto nemmeno che lo userò, ma mi tranquillizzerebbe. Poi se dovessi usarlo, pace, l'ho voluto io. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Si mi è successo, con lo psicologo di cbt da cui andavo ero d'accordo a usare il suo ''metodo'' su alcune cose (la fobia etc) mentre su altre cose no, volevo solo sfogarmi o analizzarle, per i primi mesetti è andato tutto bene ed è stato anche molto utile, passati quei mesi abbiamo avuto uno scontro perchè lui insisteva per cambiare anche cose che per me dovevano restare come erano.- Dovrebbero comunque accettare e rispettare la volontà delle persone che vanno da loro. Ci sono comunque diversi approcci, se uno vuole uno sfogo e nessuna dritta, esercizio o consiglio pratico fa prima a rivolgersi a uno psicodinamico. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Oppure non va fatto in pubblico? Ripeto che delle persone che mi hanno criticato qui, diverse in privato e in un contesto libero fanno inferenze e giudicano molto, molto di più e molto peggio di quanto ho fatto io. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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io trovo un pò paradossale il tuo messaggio sugli psicologi, da un lato lo psicologo che ti conosce e ha studiato anni per cercare di aiutarti e capire la tua psicologia, non ha capito niente e se tu concordi con lui anche solo su 2 cose, allora manco tu hai capito niente e ti stai adattando passivamente ad un messaggio e definizione del tuo disagio che in realtà non ti appartiene. e ok ma anche tu hai delle teorie sul perchè ed il percome dei nostri disagi e su cosa dovremmo fare per stare meglio ''centrarsi di più'' ''essere presenti a sè stessi'' ''capire meglio i nostri bisogni''.''avete attuato una dissociazione dolorosa ''..se uno è d'accordo con il messaggio e le teorie di uno psicologo si sta ''adattando passivamente'' e non va bene, ma se invece concordassimo con le tue di teorie andrebbe bene? quello non sarebbe un adattarsi passivo all'idea di un altro? queste idee ti hanno aiutato, ma se un utente è stato aiutato da altre idee per te evidentemente non è testimone affidabile della sua esperienza di vita. tu della tua invece lo sei al 100% magari tu hai raggiunto l'illuminazione e le tue teorie sono giuste (certo sarebbe bello che tu le spiegassi in modo più dettagliato e diretto in modo da renderle accessibili a tutti) ma le due parti del tuo messaggio per me cozzano l'una con l'altra. per odiare gli psi sei uno che ha un atteggiamento molto da psicoanalista. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
Angus, ma secondo te perché siamo passati dal "sei grassa" al dire "sei curvy"?
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Le persone che leggo qui, quando descrivono le proprie vicissitudini, non "sono d'accordo con il messaggio e le teorie di uno psicologo", ma le ripetono a pappagallo. Io non odio gli psicologi, ma l'affidamento passivo che spesso e volentieri è adottato da chi li frequenta. Atteggiamento tra l'altro speculare a quello di chi critica tutto a prescindere con uno scetticismo esasperato. Il criticone risalta, e i suoi modesti risultati sono sotto gli occhi di tutti, chi dichiara una compliance formale risalta meno, ma soffre della stessa "inabilità" e non ottiene molto di più. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
Penso inoltre che la centratura, l'individuazione, l'attenzione verso la propria vita siano molto più facili se fatti all'interno di un gruppo.
La tendenza generale però è andare in tutt'altra direzione, verso l'associarsi in modo formale o sciocco, condendo magari il tutto con un po' di buone maniere, o verso l'affidamento cieco alla presunta autorità salvifica di turno (che non mantiene le promesse). Il risultato mi sembra devastante. Che quanto sopra riguardi anche i più "sfigati", che avrebbero tutto l'interesse a fare altrimenti, mi irrita profondamente, e peraltro danneggia anche me. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Dovrei stare bene come sto, perché dovrei inventarmi cose che non desidero davvero per poi star male? A me sembra comunque una cosa un po' campata in aria pure questa, mi potevo inventare roba ancora più irraggiungibile allora, diventare il presidente della repubblica, ad esempio. A me, ad esempio, di ottenere cose simili non mi frega nulla. Avete mai sentito lamentarmi di cose del genere nel forum? A me manca parecchio una relazione d'amore dove venga apprezzato da una persona che apprezzo anche io (ma genuinamente, non come al solito "questo passa il convento fattelo piacere e basta"). Probabilmente siccome sono isolato e mi sento solo cerco attenzioni e qualcuna con cui parlare dei miei guai che non rompa troppo le balle come capita normalmente con le altre. In questo mi era utile la psicoterapia, anche se probabilmente era un rapporto fittizio, nel senso che la persona si impegnava di più ad ascoltarmi perché pagata e per professione. Sono abbastanza convinto che nessuna l'avrebbe mai fatto gratis con me così spesso. Forse se fossi stato bono (bello non quello degli U2, ma forse avrebbe funzionato anche così :mrgreen:), qualche donna con cui parlare l'avrei attirata. :pensando: Comunque volevo una donna anche per fare questa cosa qua, è una cosa probabilmente collegata comunque all'altra cosa frustrata. Queste cose rappresentano bisogni fittizi? Io sinceramente non riesco a capire come si dovrebbero distinguere i bisogni veri da quelli fittizi, pare che se a uno gli manca qualcosa che non garba ad altri, questi mettono in mezzo la storia che è un tuo bisogno fittizio perché questa cosa qua rompe le balle a qualche livello. Non sono tanto convinto perché poi quando le ho avute certe cose che si avvicinavano davvero ai cosiddetti bisogni fittizi, non le ho buttate via senza interesse. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
io non ho ancora capìto quali siano questi bisogni così alti ed irraggiungibili (tali da bloccarlo costantemente) a cui aspira XL
Però le persone ambiziose mi affascinano. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Poi il problema è che giudicare gli altri può rappresentare comunque una forma di aggressione nei confronti di certi loro interessi, cioé uno può farlo, però non si aspetti che gli altri gli dicano "bravo bravo sei nostro amico", gli altri possono reagire e mandarlo a cagare e non necessariamente perché lui è il messia. Se uno dice "ma io lo faccio per il tuo bene è nel tuo interesse capire che non è un tuo vero desiderio e bisogno questo" l'altro potrebbe anche non essere d'accordo sulla questione e mandarlo a quel paese perché non convivide l'idea che lo si stia aiutando così. Può venire a crearsi un bel conflitto e poi tu ci devi stare, non è che poi dici "eh ma io lo faccio per il bene dell'umanità", col cavolo, lo decidi tu quale sia questo bene? Gli altri non sono d'accordo e ti ostacolano o a parole o in altri modi. Vai a sindacare su quale sia il bene di un altro, l'altro non è d'accordo e deve pure starsene zitto? |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
Comunque se anni fa invece di cominciare la terapia psicologica mi fossi fatto aggiustare quella farmacologica, non avrei fatto i casini che ho fatto. e avrei avuto ancora soldi per fare palestra e trapianto di capelli. Palestra, trapianto di capelli e farmaci più giusti e ora ero felice, o sicuramente meglio di adesso. Purtroppo da li a poco mi stavo trasferendo e avevo paura a cominciare farmaci nuovi proprio prima di questo grande cambiamento, peccato...
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Ora non so se XL ha obiettivi così irraggiungibili, ma a quanto dice lui sembrerebbe di si. Quote:
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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io non sono contraria ai farmaci ma alcuni interventi farmacologici mi hanno creato una marea di problemi anche gravi, sono riusciti a farmi stare peggio di prima. in particolare l'abilify è stato un inferno. se si può sistemare il come ci si sente con le terapie psicologiche sempre meglio non lasciare nulla intentato prima di ricorrere ai farmaci. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Se l'obiezione è "eh ma io non ci riesco". Bene, é già una cosa. Un conto è non riuscire a spostare il focus, perché allora si può provare in vari modi (psicologo o altro) , un conto è non volerlo. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Se tu non ami una persona... Amare quella persona è una cosa che non riesci a fare o una cosa che non vuoi fare? Se una persona non ama la propria esistenza è una cosa che non riesce a fare o una cosa che non vuol fare? :nonso: Se affermo "voglio" ho creato uno stato, se affermo "riesco" ho creato un altro stato? Non puo essere che questi due stati coincidono e questa divisione che creiamo concettualmente è fittizia? Almeno in questi casi qua. Perché in questo caso non abbiamo impedimenti concreti, è tutto interno. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Ma dedicare la propria vita a piangere per l'amore mancato anziché cogliere e sfruttare le altre cose che la vita offre è una scelta. Idem il non amare la propria vita. Non è certo obbligatorio, ma si può muoversi in direzione di riuscire ad apprezzare qualcosa della propria vita al fine di vivere meglio, oppure no. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
Al mio primo psic mi ci spedì mio padre nel 2005 circa, praticamente ci andai su pressione sua e buttai due anni a parlare con uno che non diceva nulla e mi si addormentava davanti.
Poi in un momento di disperazione nel 2013 ne cercai un altro, ne scelsi uno che mi ispirava fiducia dalla faccia simpatica, in effetti parlava bene, poi scoprii che non c'era nessuna terapia, lui era specializzato in studenti disgrafici, non roba seria per adulti, in pratica come parlare con uno sconosciuto del tempo, film e robe del genere, su altri campi della psiche era acqua Poi anno scorso ne trovai un'altra che mi inquadrò come evitante e voleva spedirmi a fare volontariato e vacanze per estroversoni, non condividendo diagnosi e terapia me ne sono andato dopo ochi mesi Insomma,un disastro |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Non posso farlo io, devono solo darmi una botta in testa cambiare a martellate il cervello in maniera tale che questo accetti le cose così come sono e ripeta con convinzione "sono abbastanza felice così". Se questa è la cura solo così su di me potranno applicarla, credere che starò fermo mentre operano e mi squartano è impensabile, scapperò sempre via dal tavolo operatorio se non mi addormentano e mi rendono incosciente. Non riesco a collaborare per fare questa cosa, ma comunque per me si può sostituire anche "non riesco" con "non voglio" io una differenza sostanziale a livello mentale non ce la vedo quando non voglio io sento proprio una sorta di opposizione che arriva, è una cosa che riconosco più che sceglierla davvero. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
XL lo capisco perché anche io ero così. Poi mi sono rotto i coglioni di elucubrare in continuazione come fa lui ed ho iniziato a vivere in Godmode:D
No, nel senso che ho lasciato che le distrazioni mi distraessero molto più a lungo. È un illusione; ma se tanto al momento non decido di ammazzarmi, ho pensato che comunque facendo così stavo sprecando la mia unica schifosissima & scarafaggiosa vita. Tanto i momenti brutti ci saranno sempre: ed allora anarchia & stato brado. |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
Edit: mi riferisco al discorso di Angus e in parte quello di David di ieri . Pardon !ho internet che va di m.
Non sono d'accordo. Comprendo e cerco di fare una distinzione dei vari contesti, ma credo che sia comunque un atteggiamento, che pur non volendo rischia di essere qualunquista. Gli Psicologi e psichiatri in molti casi aiutano e portano un miglioramento effettivo. Bisogna chiaramente però capire che ci possono molti motivi per la quale una terapia o un percorso per la cura di un disturbo mentale potrebbe risultare inutile o inefficiente. Credo che sia un insieme di cose, che nel 60% dei casi non riguardano o non hanno una responsabilità diretta del medico curante. Concordo che ci sia un paradosso strutturale, legato probabilmente a uno degli interessi principali, non solo per il professionista specifico, ma che coinvolge un sistema che ha delle pseudo-falle etiche. L'esempio più banale, ma non del tutto scontato; il rapporto tra fiducia, denaro e compromesso. Per compromesso posso intendere per esempio il fatto che se un paziente guarisce, come libero professionista perde un'entrata. (in realtà svariate , se c'è anche una terapia farmacologica ) Non darei però scontato queste figure . |
Re: Psicologi e psichiatri empatia zero
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Per darti giusto un abbozzo, credo che a) la natura reale dei fenomeni chiamati "disturbi mentali" (concetto brutalmente metafisico) sia attualmente mistificata, e b) la facoltà individuale di osservare e conoscere la realtà sia, nel nostro mondo, normalmente compromessa/repressa. Il punto b ha come effetto collaterale che la maggior parte degli scambi umani (non solo quelli tra terapeuta e paziente) siano insignificanti, un gioco di ruolo privo di gusto. Quanto più ci assuefacciamo a una vita priva di gusto, tanto più siamo propensi a credere smettendo di prestare fede ai nostri sensi, e disattiviamo la nostra intelligenza, la quale ha bisogno dell'eccitazione del piacere di vivere, in senso non edonistico. A questo punto va bene tutto, tutto può essere vero se lo si urla abbastanza forte (ex falso sequitur quodlibet): la padania, la grappa, l'oroscopo, l'impero romano, le scie chimiche e anche le malattie mentali con annesse terapie. Insomma, non è detto che una psicoterapia, come viene chiamata, non serva a nulla, ma è raro che accada il contrario (se non con effetti molto leggeri), e di certo non è una cosa tecnicizzabile. L'elemento principale dietro il suo funzionamento è, secondo me, la riattivazione libidica (in senso non sessuale: il ritorno del gusto di vivere, il ritrovare un senso profondo), e questa è una cosa molto difficile da realizzare. Deve avvertirlo, tale senso profondo, prima di tutto il terapeuta, e non è proprio per niente scontato. In più dev'essere disposto a indagare la realtà (anche quella della persona che gli chiede aiuto) senza cedere a pregiudizi facilitatori, e questo comporta un prezzo che in pochi sono disposti a pagare. |
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