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Re: Non si accettano compromessi
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Re: Non si accettano compromessi
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Almeno dico io avessi avuto soddisfazioni a livello lavorativo, magari avere una bella attività di famiglia con genitori ambiziosi etc...no manco quello |
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Bisognerebbe immunizzarsi dall'avere desideri allora, perché alla fine il giudizio altrui fa star male non in sé ma in quanto blocca poi certe opportunità concrete. Continui sempre a confondere le cose, ma se a me non fosse fregato nulla di avere relazioni con gli altri o con l'altro sesso perché mai mi avrebbe dovuto far star male l'essere giudicato un cesso, un inetto e compagnia bella? Immunizzarsi non significa poi contrastare nulla. Se ti immunizzi nel senso che non ti fa più star male stare da solo o essere considerato un coglione e compagnia bella, non è che poi cambi qualcosa o contrasti qualcosa, significa che non provi più nulla, ma a contrastare non contrasti nulla, solo stavi e solo rimani. Sei fottuto comunque, in tal senso hai perso, è inutile raccontarsi scemenze, ti sei solo abituato placidamente a questa condizione, ma questo è. Ti sei immunizzato contro un colpo di rivoltella? Non accusi nulla se ti sparano? Bene, ti dico una cosa, anche se non accusi nulla, muori lo stesso quando il colpo di rivoltella se n'è andato a spasso allegramente dentro la tua capoccia. Che poi dico, immunizziamoci da tutto a questo punto, hai mai visto un morto lamentarsi di qualcosa? Se è l'immunità questo bene tanto prezioso bisogna puntare a crepare il più presto possibile. Un morto è immune dal dolore, dalla fame, dal giudizio altrui, dal fatto che è disoccupato o che non ha un tetto sulla testa, non lo tocca nulla. Mai visto un morto offendersi quando qualcuno ha detto che puzzava come un cadavere :mrgreen:. A me come sempre sembra una falsa soluzione, il problema non si può risolvere ossia curare e si ricorre a questi trucchi antidolorifici e li si spaccia per cure, ma non sono vere e proprie cure e soluzioni, se io mi ammazzo annullo la sofferenza, la tolgo, mi rendo immune da tutto, non è che cambio qualcosa o il mondo circostante in maniera tale da star meglio. |
Re: Non si accettano compromessi
Credo che chi abbia detto che agli altri non frega assolutamente niente se noi stiamo male o meno o se sappiamo integrarci con gli altri oppure no, abbia detto una cosa vera.
Con ampia possibilità di scelta e di passare oltre, figuriamoci se hanno voglia di stare lì a preoccuparsi se uno esce o no, se è depresso o no, se è solo o no. Non gliene frega un cazzo, semplicemente passano altrove. |
Re: Non si accettano compromessi
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Se sentissi i discorsi di un ragazzo medio le cose sarebbero un tantino diverse, di solito i maschi parlando di calcio, videogame e se parlano di ragazze lo fanno solo da 'osservatori" (del tipo, "quanto é bona quella me la farei") Non puoi paragonare il tuo vissuto maschile con quello di una ragazza, sono due dimensioni completamente opposte |
Re: Non si accettano compromessi
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Re: Non si accettano compromessi
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E' per questo che ti si dice che cerchi la sofferenza: poni tu i presupposti per la tua infelicità, affermando poi che sono irrealizzabili o difficilissimi. Io potrei dire che non potrò mai essere felice se non raggiungo l'immortalità, cosa impossibile (per quanto ne sappiamo). Ma se io non faccio qualcosa per demolire questi presupposti di indispensabilità, allora mi condanno all'infelicità. E comunque anche il dire "non posso essere felice a meno che la condizione x e y non si verifichi" secondo me è più spesso una costruzione mentale (quindi una coazione alla sofferenza) che non la semplice constatazione di un bisogno. |
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Il rimedio alla sofferenza totale c'è, esiste il suicidio, ma questa è la soluzione di un altro problema, e non c'entra un cavolo col problema di partenza da risolvere, non c'entra un cavolo nel senso che il mostrare che esiste una soluzione per il secondo problema non implica che poi ne esista una per il primo. Se dico che non si può trisezionare generalmente un angolo (non uno specifico, uno qualsiasi perché quello di 90 gradi si può trisezionare) con riga e compasso la cosa resta vera anche se poi viene un deficiente che dice che si può fare con una conica e magari non si accorge che usa metodi che ridefiniscono il problema in modo diverso e risolvono un altro problema e non quello di partenza (i punti di intersezione di una conica con altri oggetti non si possono intercettare sempre con costruzioni con riga e compasso). |
Re: Non si accettano compromessi
Insomma, è vero quello che ho sempre sostenuto: nel dire che non esiste la soluzione al problema si gettano le basi per l'infelicità.
Che non esista la soluzione al problema ma solo la sua ridefinizione, lo dici tu perché vuoi condannarti all'infelicità. Il problema non è avere quelle cose, ma lo stato emotivo in cui si vive. Se la ridefinizione consiste nel migliorare lo stato emotivo, allora svanisce l'infelicità stessa. Presupporre l'indispensabilità di certe cose, significa condannarsi all'infelicità e, ribadisco, sostenere che la soddisfazione e la felicità sono possibili sono in presenza di determinate condizioni, non significa constatare un modo di essere, ma costruire un modo di essere. Questa costruzione esiste perché esiste una coazione all'infelicità, ed è su quella che bisogna lavorare. |
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Comunque io partirei dalla scuola, dando spazio ad esempio a momenti di "riflessione sulla socializzazione" e a contesti in cui si incentiva la socialità nei modi più congeniali al singolo individuo, cercando anche di aiutarli a scoprirli. Forse ci vorrebbe un battaglione di psicologi e sociologi a sostegno, e in parallelo l'incentivo dello Stato ad attività relative al tempo libero che siano alternative al solito sistema disco/locali. E poi anche i media, i social, i VIP, gli "influencer"... insomma dovrebbe essere un'operazione culturale a 360°, una pubblicità progresso 2.0. E' ovvio che il contesto e il sistema attuale vadano cambiati, se rimaniamo così non si risolve nulla. P.S.: Sì Moon, anche i gruppi di lettura della DC come qualsiasi altra attività esuli dal mainstream (non sto parlando solo di me). Intesi però appunto come attività "divertenti", roba cioè che deve essere vista alla pari della discoteca e dello struscio in piazzetta, non come attività per forza "impegnate". Una cosa che può essere proposta anche come uscita tra ragazzi il sabato sera senza rischiare di essere spernacchiati e snobbati da tutti o quasi. Ed è per questo che deve intervenire il cambiamento culturale di cui parlavo. |
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Ora vorrei capire come e cosa secondo te, può cambiare il sistema e il contesto attuale. |
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Quello che ho in mente l'ho detto, se per te non si può fare amen, non dobbiamo essere d'accordo per forza. |
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In generale siamo in un periodo molto caratterizzato dall'individualismo e dalla disgregazione sociale, che sta portando con sè nuovi problemi. L'incapacità di inclusione è uno di questi. |
Re: Non si accettano compromessi
Seh vabbè piuttosto dei gruppi sulla DC divento discotecaro, quale divertente. :sarcastico:
Scherzi a parte, sono anche d'accordo con quello che dici, e si potrebbe anche pensare a qualcosa di attivo come forum per proporlo, come l'utente che proponeva la giornata mondiale dell'ansia sociale, contattare psicologi, fare una petizione su change.org ecc. Tra l'altro a tal proposito mi è venuto in mente qualche giorno fa un uso che potrebbe essere realmente serio e costruttivo del forum. Perché sennò parlarne solo ne capisco poco il senso, si aspetta che il mondo cambi da solo? Però finché tutto ciò non viene realizzato (e per le generazioni vecchie come noi che non potranno beneficiare di questi fantastici cambiamenti XD) che si fa, ci si continua a crogiolarsi in irrealistiche visioni nelle quali si socializza solo in discoteca, dove le donne pretendono minimo un viaggio in aereo al mese, ecc. oppure ci si dà da fare un po' a cercare il contesto giusto (che cmq sono molteplici) e un po' a lavorare su stessi senza pretendere la strada spianata ma tollerando gli sforzi necessari dovuti agli schemi maladattivi acquisiti nell'infanzia? :mrgreen: |
Re: Non si accettano compromessi
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Comunque da quando in qua vedere riconosciuto il non-mainstream nella stessa misura in cui lo è il mainstream è volere la strada spianata? Stai dicendo che quelli che si trovano bene a socializzare in disco o nei locali hanno la strada spianata? E che ci siano "molteplici contesti giusti", 'nzomma parliamone, di sicuro non sono così tanti per tutti coloro che ne avrebbero bisogno. |
Re: Non si accettano compromessi
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Ho capito cosa faresti, ma nella realtà per potere fare quello che dici vanno create le condizioni, altrimenti come hai detto tu (e sono d'accordo) il sistema è il contesto non permetterebbero di metterlo in pratica. La domanda te l ho già fatta. |
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Re: Non si accettano compromessi
Io comunque ho una visione che forse sarà limitata, però riduco fondamentalmente i problemi maggiori alla sfera psicologica individuale.
Le attività mainstream... ammesso che esistano attività mainstream e altre no, io non ho particolare problema "ideale" a farle. Tra colleghi ci si invita a un aperitivo... ok, è una cosa teoricamente carina. Ci si trova per calcetto + pizza? è una cosa piacevole. Si va al cinema? si organizza una cena a casa di Tizio o Caio? tutte cose buone. Quando mi trovo in quelle situazioni non percepisco un ambiente ostile, non mi sento giudicato. Non vedo strutture sociali così fortemente escludenti, nè persone così fortemente escludenti. Il problema è mio: è che espormi a quelle cose mi causa pressione, non sono in comfort, fatico ad aprirmi. Fatico ad instaurare nuove amicizie significative perché mi apro poco per paura del giudizio. Una serata da solo in casa a godermi un bicchiere di vino e guardarmi un bel film è sempre la soluzione più allettante. Insomma, il primo problema ce l'ho io. Nessuno là fuori mi tratta in modo da farmi venire ansia, ve lo garantisco, eppure l'ansia ce l'ho lo stesso. |
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Altre attività invece non comporterebbero tutti questi paletti, purché vi fossero persone altrettanto interessate a farle con me. |
Re: Non si accettano compromessi
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Poi l infelicità svanisce anche se muori, anzi ancora meglio svanisce anche la possibilità di essere infelici. Non ho capito poi perché delle ridefinizioni come queste non vanno piú bene se il criterio sarebbe questo Comunque per me queste sono cazzate, se io adesso desidero avere una donna dipende di sicuro dal mio assetto mentale, è ovvio che se modifichiamo l assetto in maniera tale che io diventi un essere asessuato, l infelicità relativa alla mancanza svanirebbe. Castriamo mentalmente e fisicamente tutti quelli che hanno questi problemi e risolviamo tutto. Ad una persona modificata del genere non fregherebbe piú nulla del sesso e compagnia bella e il suo stato emotivo sarebbe neutro e tranquillo. Ecco non mi convince per nulla il tuo discorso o discorsi simili. Essere felici per me consiste nel suddisfare certe esigenze relative alla propria identità e non ridefinirla a cazzo di cane in maniera tale che i vecchi motivi di infelicità svaniscano accedendo ad uno stato emotivo neutro. Lo stato emotivo tranquillo ottenuto dalla soddisfazione va distinto da quello ottenuto da forme di castrazione fisica, mentale o di altro tipo. Cosa sia o non sia la felicità lo decide e sente ognuno per sé. Non è che tu puoi stabilire che un omosessuale farebbe bene a curarsi e diventare eterosessuale casomai vivesse in un ambiente in cui non può soddisfare queste esigenze ed esistesse una cura del genere. In generale questo tipo di discorsi qua sono errati, non mi abbindolano. |
Re: Non si accettano compromessi
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Il contesto e il sistema attuale invece non sono condizioni favorevoli. Cmq se non hai idea, non fa niente, ma cmq fatto sta che quello che andrebbe fatto (che é quello che vorresti fare tu e pure io), giusto o non giusto, é inattuabile, così come l'hai concepito e per il fine per il quale l hai concepito (cioè cambiare la mentalità di massa). Magari è possibile fare qualcosina, almeno per averne un pezzetto, magari un bel po' di compromessi:ridacchiare: P.S. Questo discorso sulla società, il suo concetto si potrebbe benissimo applicare alla sfera personale. |
Re: Non si accettano compromessi
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Questi contesti ci sono o no? Se sostieni che non ci sono non capisco dove sia la differenza nel sostenere che il problema è sostanzialmente tutto esterno e o ci si adatta o si soccombe. Per me non è così, non mi riesce proprio di vederla in questo modo. Percepisco molti contesti giusti nei quali pure non riesco a inserirmi e dipende in massima parte da me. |
Re: Non si accettano compromessi
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Più seriamente, il problema credo sarebbe trovare lo psicologo "giusto" e convincerlo a impegnarsi in questo modo. Quote:
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Una volta con la scuola era stata organizzata una disco improvvisata, un amico mi ha portato davanti a un gruppo di ragazze, dicendo loro di farmi ballare. La maggioranza mi ha guardato con aria disgustata, e mi sono sentito morire. Sono corso dalla prof e l’ho pregata di poter tornare in camera, lei mi ha detto di no e di affrontare la mia paura. Prima e ultima volta che sono andato a un evento del genere. Poi vabbè, insulti per strada da sconosciuti, una volta sono uscito da scuola e nel parcheggio uno in macchina mi ha urlato “porco”, senza contare gente che mi ride dietro a random, prima del diploma mi è venuta la fobia a uscire di casa. |
Re: Non si accettano compromessi
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Ecco, per riprendere l'esempio di prima, nella scuola che vorrei (cit.) gli insegnanti andrebbero adeguatamente formati per evitare di incorrere in errori così micidiali. Dovrebbe essere proprio materia obbligatoria per poter insegnare, parte integrante dei concorsi (non so come funziona adesso). Gli insegnanti, come i poliziotti e magari anche altre figure pubbliche, andrebbero selezionati in base anche alla loro intelligenza emozionale e all'etica, non solo in base alle competenze, per il ruolo delicatissimo che ricoprono. In primis, per prevenire situazioni del genere curando il percorso di crescita degli alunni per contrastare le tendenze al bullismo (sì, portare uno a mo' di sacco di patate in mezzo a delle ragazze e dire loro "fatelo ballare" è bullismo, come quando ti mandano dalla tipa più carina dicendoti che "ti vuole parlare") e in secundis per sapere come rispondere di fronte a richieste come quella di questo caso (suggerisco "se pensi che possa giovarti, fatti forza e vai in pista, altrimenti lascia perdere, la scelta è tua"). Invece adesso, salvo eccezioni lodevoli, anche in maniera inconsapevole non fanno altro che contribuire a inserire le povere code della gaussiana nel tritacarne del mainstream: https://antiwarsongs.noblogs.org/fil...ydTheWall1.jpg https://antiwarsongs.noblogs.org/pos...uola-fabbrica/ La scelta del plurale (noi non abbiamo bisogno…), presente anche nel brano precedente (quando siamo cresciuti e andavamo a scuola), sminuisce la funzione del singolo a favore di quella collettiva, essenziale per operare cambiamenti importanti. Non è un caso che nel video Pink sia del tutto assente, egli è solo un semplice osservatore che sul margine sogna quella lotta ingaggiata da tutti gli altri per la conquista dell’indipendenza. Da questo si evince la bassa considerazione che il ragazzo aveva di se stesso come anche l’evidente contraddizione che si ricava dalla necessità di conquistare la propria individualità attraverso un’azione di massa: come a dire che l’anticonformismo abbia bisogno del conformismo per potersi affermare. Questa ambivalenza è ironicamente confermata, a livello musicale, dal fatto che per un inno anti-conformista i Pink Floyd si siano conformati al genere musicale più popolare all’epoca, dando alla canzone un tipico ritmo disco. Osservazione molto vicina alla mia di poco sopra, salvo per il fatto che per me azione di massa e conformismo non sempre coincidono. Conformismo significa fare le cose "perché le fanno gli altri", un'azione di massa può invece essere anche portata avanti da individui tutti di per sé convinti della giustezza dell'azione. |
Re: Non si accettano compromessi
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Prenderne coscienza significa riconoscere che siamo stati strutturati in un modo che non abbiamo deciso noi. Riconoscere che siamo condizionati da tantissime sovrastrutture che si diramano dalla base e alla base ce proprio quel sistema di credenze. E se é un sistema di credenze più lontano da ciò che é umano e autentico, tutta la vita sarà solo un illusione. Non sarà autentica perché noi saremo il più lontano possibile da ciò che lo é. |
Re: Non si accettano compromessi
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Re: Non si accettano compromessi
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Oppure persone che hanno sviluppato la stessa impermeabilità al giudizio però, non essendo magari dotate di caratteristiche di attrazione per i più, sono comunque felici, perché a loro interessa essersi immunizzati a questo giudizio. Del resto poi, talvolta, è proprio questa impermeabilità al giudizio ad attrarre molti. Ovviamente preciso che in tutto questo, bisogna sempre rispettare i codici morali e legali del vivere civile, prima che qualcuno tiri fuori l'argomento. |
Re: Non si accettano compromessi
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Io non la penso così, non credo che chi (vale per tutti) presuppone come indispensabili alla felicità certe cose si limiti a constatarlo ma lo faccia in base ad una coazione a ripetere un certo stato d'animo. Una persona che ha sviluppato la coazione all'infelicità alzerà sempre più l'asticella delle sue pretese per potersi sempre condannare all'infelicità. E' su quello che bisogna lavorare in primis, non tanto sull'abbassamento delle proprie pretese, capire cioè da dove nasce questa coazione alla sofferenza e se c'é un modo per cambiare. Comunque la prossima volta che definisci ancora il pensiero altrui come "cazzate" ti segnalo, perché ho come presupposto di indispensabilità quello del rispetto delle mie idee, non ci posso fare niente, sono fatto così, non posso cambiare, non posso abbassare le mie aspettative quando mi confronto con qualcuno :D |
Re: Non si accettano compromessi
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Solo che non ho quasi mai trovato ragazze simili a me in giro, forse nemmeno su forum del genere, sarà perché sono troppo strano e complicato,ermetico,incasinato e incastrato con me stesso che non mi capisco nemmeno io stesso, figuriamoci un altra persona. |
Re: Non si accettano compromessi
Per la mia piccola esperienza mi sono reso conto che quel che mi da realmente problemi è l'indossare degli occhiali che non mi permettono di vedere le cose in maniera che possa farmi star bene.
Intendo dire che se ritengo che la vita sia degna di essere vissuta solo e unicamente se si riescono a fare milioni di euro ed avendo tutte le migliori top model ai miei piedi, ci sono grosse possibilità che sarò insoddisfatto. Qui il compromesso serve, è essenziale per star bene. Ma non è una questione di abbassare i proprio standard quanto rendersi conto che una lente del genere è in sè la radice del proprio star male perchè non ti permette di vedere il successo in quel che fai ed è una dinamica che vivo molto personalmente. Non sono in grado di riconoscermi dei meriti, perchè mentalmente non accetto compromessi: per me dovrei essere al top sempre e comunque, e dato che non lo sono tutta la mia fatica e l'impegno e la forza che ci metto per me non hanno significato alcuno. Comunque non intendo dire che sia necessario livellarsi a prescindere di tutto perchè solo così può stare bene ma che spesso certi assolutismi mi paiono più sintomi di un disagio sopito. Quando non è questo il caso e si vivono bene i proprio desideri (che si realizzino o no) il discorso cambia. Poi ovviamente il fine ultimo è la felicità personale, per me qualsiasi mezzo che non porta a sofferenza altrui è lecito. |
Re: Non si accettano compromessi
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Cmq sono temi complessi, non ho il tempo di scrivere. Ti lascio questo link, almeno ti fai un idea più corretta. https://www.google.com/url?sa=t&sour...=1598271389653 |
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