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Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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Non penso che mettermi a fare dispetti e cattiverie migliorerá la mia situazione, nè che mi sentirò meglio, ho una coscienza e non farò mai intenzionalmente male a una mosca. Che poi per me chi è cattivo e danneggia il prossimo dovrebbe proprio crepare, non dovrebbe stare al mondo ,o meglio dovrebbe starci per tribolare, dovrebbero venirgli brutte cose, che la morte non è nulla. Al mondo non esiste giustizia e diventare cattivi non mette a posto le cose. |
Re: Rabbia, burnout
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Anch'io nonostante tutto son rimasto ancora fin troppo saldo ai miei principi....ancora c'è da togliere Cose che per noi sono fare il male per la maggioranza è la normalità |
Re: Rabbia, burnout
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A meno di non isolarsi completamente da tutto e tutti.. E ancora,si subisce altro,se non è la gente è altro che arriva. Il potere di decidere io come andranno le cose,non l'ho mai avuto. Contro il destino e le scelte altrui non si può nulla. |
Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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In certi casi mi piacerebbe poter prendere di peso le persone e portarle a toccare lo schifo con mano. Poi mi sento anche in colpa, di fondo non sono nessuno per giudicare. Però ho un lato del carattere abbastanza ruvido, questa asprezza è figlia del passato. Ogni tanto emerge di fronte ad alcune situazioni, c'è poco da fare. Sai, quel "ti capisco" sul momento non mi disturba. Tuttavia mi scoccia magari aprirmi, confidare una questione (con grande difficoltà) e vedere una sorta di empatia momentanea, buona solo per essere smentita nel giro di poco. Perché succede, eh. Magari dopo una settimana, due, un mese. E mi rendo definitivamente conto di aver parlato per nulla.. che delusione. Poi mi chiedono perché non ti racconti, perché non parli...semplice, ormai ho capito il meccanismo e mi comporto di conseguenza. E' un discorso generale, non sto pensando a nessuna situazione specifica. E' più un "così funziona la vita". :pensando: |
Re: Rabbia, burnout
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Cosa vuoi che controlli,non ho nulla,le cose vanno e basta. Tutti i miei sforzi non sono mai serviti ad evitare che il peggio accadesse. É una vita da impazzirci, non sono impazzita ancora ma non so se sia un bene, non dovrei esserci qui, presente mentalmente a sopportare tutto. É meglio impazzire che rendersi conto. |
Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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L'empatia non esiste cara, se uno ha avuto un problema uguale al tuo ti può capire in quello, ma solo in quello, se non ce l'ha non può capire, si capisce solo se si prova. E nessuno può empatizzare completamente con tutta la situazione di un altro. Gli emicranici capiscono la mia emicrania.Stop.Ma non capiscono cosa vuol dire vivere come vivo io e quello che ho passato. |
Re: Rabbia, burnout
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Da dove mi trovo non posso cambiare nulla in meglio. In compenso di peggio può sempre arrivare, non ha limiti il peggio, "se vuoi puoi"a casa mia non ha mai funzionato. Sulle relazioni umane sí, posso murarmi viva cosí le evito tutte e non subisco piú niente. Ma non mi pare un miglioramento di vita. Contando che le altre rogne non interpersonali me le subisco comunque. |
Re: Rabbia, burnout
Siamo un pò in un vicolo cieco però. Vorresti che qualcuno ridimensionasse i tuoi problemi, ma noi i tuoi problemi non li sappiamo perchè giustamente non li vuoi dire. Allora ti diamo consigli e supporto generici ma non ti va bene perchè sono generici. Oppure riportiamo la nostra esperienza ma non va bene neanche quello perchè non è mai uguale alla tua (ovviamente, nessuna vita è uguale a un'altra).
Ad esempio se tu ti trovassi di fronte, non so, ad una donna appena scesa da un barcone di profughi, affamata, disidratata, le gambe ustionate dalla benzina..ti racconta che è stata prigioniera in LIbia dove l'hanno torurata, ti mostra le cicatrici, violentata davanti ai suoi figli che poi hanno ucciso (cose che succedono quotidianamente là), poi è stata chissà quanto in mare ha visto gente annegare eccetera e adesso è lì e ti chiede conforto..cosa le diresti? |
Re: Rabbia, burnout
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Comunque hai ragione in tutto. Io sono arrabbiata e lo devo dire, ma nessuno virtualmente può farci qualcosa. Comunque qualcosa ho detto,ho tipo 7diagnosi di patologie fra fisiche e psicologiche nessuna delle quali migliora con le cure,convivo con traumi che essendo reiterati non sono riuscita ad elaborare, non riesco a lavorare a causa delle patologie, e vivo isolata, spesso fatico a provvedere a me stessa, sto sempre in casa e prendo mille farmaci da una vita.Faccio psicoterapia ma non è mai migliorato nulla.Non guido e vivo in paese. Ah,ho un disastro famigliare alle spalle,i miei ora sono anziani e non stanno bene.Mio fratello lasciamo stare,meglio se non dico . In primavera l',ambulanza mi ha portata via due volte nel giro di un mese.Ho perso 6 chili. Non è tutto ma un'idea ce la si può fare che insomma,non mi lamento del brodo grasso e non sono depressa perchè volevo sposarmi Corona e fare la modella. |
Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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Io non ho mai fatto scenate con sconosciuti, però mi è capitato di parlare con gente vicina a me. Ho raccontato la mia storia e al massimo mi sono sentita dire "sono senza parole". In altri casi ho cercato di spiegare solo alcuni aspetti della questione, il motivo di certi atteggiamenti o timori. E niente, alla fine è stato sempre come non dire nulla. Ogni tanto le mie confidenze sono anche state usate per colpirmi a distanza di tempo, la gioia proprio. Per me non è facile raccontarmi, ho un carattere chiuso e preferisco parlare di altro. In più so come vanno queste cose, c'è il rischio di cambiare gli equilibri e non lo voglio. Detto tra noi, preferisco passare per la stronza di turno piuttosto che per quella da giustificare per X motivi. Però ecco, per una volta che parlo mi piacerebbe ricevere un minimo di ascolto, un pizzico di empatia. E' una prova di fiducia, significa che mi fido così tanto da poterti dare una chiave di lettura più reale, vera di me. Certo che se la perdi o - peggio ancora - la utilizzi per grattarti la schiena a me poi finiscono per cadere le braccia. Per questo ora sto zitta e basta, meglio così almeno mi risparmio fatiche inutili. Quote:
Triste ma vero. |
Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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É impossibile parlarmi. |
Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
Condoglianza per quanto riguarda il burnout,, io a 26 anni ho diversi capelli bianchi ai lati. Che crepassero tutti, uno dopo l'altro, come le foglie in autunno.
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Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
Forse insisto su una cosa che è già stata detta, ma a sto punto, visto che la cosa peggiore in tutto questo è che ti senti incompresa, sola nel tuo dolore senza un cazzo di supporto reale umano che ti possa consolare in qualche maniera, quotidianamente, con costanza, come la situazione da quel che dici richiederebbe, perchè non prendi in seria considerazione il ricovero in qualche struttura? Che senso ha stare isolati a casa a patire in solitudine? I discorsi sul "quello si è trovato male con il TSO, lì son cretini, la psichiatria non è sempre efficace ecc" valgono zero. Non hai niente da perdere se non un mondo di frustrazione e dolori e incomprensione.
Forse ti farebbe bene stare a contatto con altre persone diverse che, se son ricoverate, sicuramente han più "credibilità patologica" di noi nel poterti parlare e mostrare le loro rispettive situazioni. E' importante sentirsi compresi da qualcuno che "è come noi". E' la condizione base di ogni autentico e genuino rapporto umano e quindi condizione base di ogni possibile apertura a una reale possibilità di dialogo e apporto costruttivo e benefico tra pari. E intanto, oltre a questa cosa di uscire dal tuo solitario inferno personale nella parziale condivisione e confronto con quello altrui, magari chissà che non sei fortunata e becchi la struttura adeguata, con personale valido, umanamente degno e specialisticamente efficace nelle terapie. |
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Sono pure sociofobica mi sa che non parlerei con nessuno, starei a letto come sto qua. Ho giá detto che se per stare in compagnia devo andare in ospedale preferisco crepare .Accettare questa cosa con la fatica che ho fatto per non trovarmi isolata,è terribile. Comunque grazie,ho giá spiegato perchè non voglio il ricovero piú sopra,non ha senso, ma ho capito quello che vuoi intendere sí, ci sono le persone gravi come me, saranno gravi ma non sono come me, a me finire al manicomio per colpa degli altri e della sfiga non fará mai stare meglio. Ci finirò perchè questa è la fine che si fa in certe condizioni, ma che io spontaneamente lo scelga,no. 6anni fa ho chiesto io il ricovero, lo volevo.Gli psichiatri dell'ospedale mi hanno fatta desistere.Lei è un'insegnante,un ricovero è una cosa pesante, ci pensi bene. Quello era il fondo dal quale dovevo risalire.Ho fatto di tutto per risalire. Ma sono arrivati troppi tsunami. E ora un ricovero non serve piú a niente. Non sono arresa, io ricomincio a vivere bene anche da domani,se posso. Ma non posso piú, e non c'è ricovero che tenga. Ogni cosa che voglio scongiurare succede, quindi adesso che non voglio il ricovero, ci finirò. Poi vi saprò dire quanto la mia vita è stata riscattata in un reparto. Facilmente uscirò troppo piena di farmaci per poter lavorare, poi sarò costretta a mollare la casa( se mi ricoverano l'affitto di casa lo devo pagare comunque eh,per 6 mesi)e a tornare dai miei in una situazione di merda. Perderei il poco che mi resta. Per quanto nella merda si possa stare, non c'è limite al peggiorare. Ho bisogno di non illudermi piú, di accettare che se voglio stare in vita andrá sempre e solo peggio,quello che doveva essere il meglio è alle spalle,non posso guardare ne avanti nè indietro, ho un solo pensiero consolatorio a cui mi attacco, si può capire quale. Se vuole venire del buono che venga, io non ho mai chiuso porte. |
Re: Rabbia, burnout
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Si prende una maschera sorridente, la si indossa e via verso un'altra giornata. Tra l'altro raramente qualcuno ti chiede "come stai?" e quando capita, spesso, non c'è chissà quale interesse nei confronti della risposta. La gente non vuole saperne dei guai degli altri e - comunque - l'empatia è merce rarissima. Quote:
E certe situazioni fanno male il doppio proprio per tale motivo. :consolare: |
Re: Rabbia, burnout
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Ti preoccupi davvero di quello che potrebbe essere avere la fobia sociale in una struttura di quel tipo? Mi sa che che ti sfugge che lì davvero è probabilmente la cosa meno grave perchè in certa misura presente come effetto collaterale che si sviluppa nell'isolamento a cui si va incontro con quasi tutti gli altri disturbi. Però non insisto. Voglio solo dirti che anche se sicuramente non conosciamo la tua storia e non sappiamo quanta merda hai dovuto ingoiare, prendi in considerazione la possibilità che forse ti stai grandemente sbagliando su alcune cose che stai dicendo, dalla previsione di quello che succederebbe sicuramente con un eventuale ricovero, durante e dopo che è pura immaginazione al fatto che "sei certa" che lì non ci sarebbe nessuno adeguato a te, al fatto che ti bomberebbero solo di farmaci e basta. Sulla tua storia e sul tuo dolore nessuno può dire niente ma queste altre cose sono tutte cazzate. |
Re: Rabbia, burnout
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Re: Rabbia, burnout
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Là in ospedale in pischiatria ci sono persone che cacano e orinano per terra. Chi ha avuto dei TSO ed è costretto ad orbitare in questi ambienti mi ha raccontato cose del genere, tanto è vero che nei centri diurni quando qualcuno dava di matto lo cercavano di convincere minacciandolo così. Ci vorrebbe un'esistenza più sana, diversa, andando in questi ambienti qua non è che ti riprendi, è probabile che peggiori in questi posti di merda. Le strutture buone dove non trattano le persone come bestie forse esistono, ma bisogna sganciar quattrini penso. |
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Non bisogna generalizzare nè in un senso nè nell'altro. Dipende. Lei giustamente dice che quei discorsi valgono zero nel senso che non è necessariamente detto che ti trattano male eccetera. Poi dipende anche da cosa uno è spaventato e si schifa, tutto è relativo. Quando mi mettono via vi saprò dire come mi sono trovata. In genere in ospedale sto bene, non è un ambiente che mi schifa in sè, se non mi operano e mi fanno cose invasive ok. Pagare l'affitto di casa mia mentre sono via mi schifa abbastanza. Comunque forse mi ricovero prima per una cosa di salute che mi devo operare e sto trascurando in mezzo alle altre, mo vediamo. |
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Non ci conosciamo abbastanza. |
Re: Rabbia, burnout
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Poi nn lo so, a me sembra che a quel passo nn ci vuoi arrivare, lo capisco, e che nn vuoi comprometterti, cmq informati bene almeno se dovessi prendere quella decisione ti puoi organizzare al meglio. Per il resto nn saprei che dire nn conoscendo nello specifico i dettagli della tua situazione di salute, però sicuramente posso dire che mente e corpo nn sono due entità separate, come dicevano gli antichi romani 2000 e passa anni fa. Ma oltre a questo penso che certamente ti avrebbe aiutato avere una famiglia che ti supportasse, mi dispiace che stai affrontando questa situazione da sola. :consolare: |
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Se però ti dico che un ricovero peserebbe sul mio bagaglio personale, oltre che professionale (ok c'è il segreto, ma rimane agli atti e il mio è un lavoro esposto, capiti in mezzo alla rogna da un momento all'altro e questa cosa in sede giudiziaria viene tirata fuori). Tu dirai che se non si ha niente da perdere si tentano tutte.Ok.Ma come dicevo non c'è fine al peggio, che non si ha niente da perdere non funziona con me,tante cose le ho fatte con quel principio e ho toccato un nuovo fondo. Mi hanno suggerito di fare, ho fatto, e poi le conseguenze e il nuovo fallimento me lo sono beccata tutto io, mica gli altri. Ma guarda va bene, a metá mese prossimo ho la psichiatra, se mi dice ricovero, vado. Che non si dica che non le ho provate tutte. Poi vi so dire quanto in meglio ha cambiato la mia situazione. In fondo ogni vita anche la piú dolorosa ha bisogno di una cosa su tutte, e a me è da sempre mancata e non c'è nessun ricovero,farmaco e terapia che te la possa far avere. |
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Cioè ci sarebbero tutti i problemi e sarebbe una vita rovinata lo stesso, ma non questa incazzatura qua. |
Re: Rabbia, burnout
Anche io come claire sto in bornout, ma non ho capito bene a quali cose faccia riferimento claire visto che no le ha dette esplicitamente, e così non si riesce a capire bene la situazione esposta.
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A mio avviso è una strada che si può percorrere senza vergogna né alcun senso di sconfitta. Senti cosa ti dice la psichiatra e prova tu a riproporglielo al limite. Anche con le considerazioni sul lavoro che certo contano ma meno della tua salute a mio parere personale. Per rispondere all'altro utente. Non voglio generalizzare. Dico solo che io conosco due persone che sono state ricoverate. Che ve devo dire. Entrambe sono uscite meglio di come sono entrate. Se ci sono casi di malasanità allora non vai in ospedale se fai un incidente? Ci sono e ci saranno anche delle cliniche pessime dove succedono cose pessime io non lo so. Ma di fronte all'incidente le chiacchiere stanno a zero. In ospedale ci vai. |
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Re: Rabbia, burnout
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La maggior parte dei posti che conosco io funzionano come parcheggi, ti danno i medicinali e parli con lo psichiatra, e basta. Non afferro oltre ai medicinali gli effetti terapeutici di ricoveri del genere quali dovrebbero essere. Se i medicinali da solo non li prendi, può essere utile, ed è ovvio che dopo stai meglio, ma se li prendi già, non ne afferro il senso, perché un ricovero del genere dovrebbe farti star meglio? In base a cosa dovresti star meglio se altre attività di qualità non le svolgono? Il ricovero è utile e può far star meglio solo se non prendi i farmaci secondo me. Se stai meglio e poi ti abitui a prenderli e funzionano, l'intervento funziona. Per le persone recidive che dopo il ricovero continuano a non curarsi, interventi di questo tipo invece secondo me cronicizzano i disturbi, bisogna trovare altri sistemi per convincere le persone a curarsi. Se poi sono terapeutiche altre attività, non c'è bisogno di un ricovero per svolgerle, perché se non hai voglia di svolgerle, anche da ricoverato poi non le svolgi. |
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E non so come chi ti cura sceglie la struttura in cui ricoverarti, dipenderà da caso a caso in base alle possibilità della zona e ai contatti di quel medico. |
Re: Rabbia, burnout
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