FobiaSociale.com

FobiaSociale.com (https://fobiasociale.com/)
-   Off Topic Generale (https://fobiasociale.com/off-topic-generale/)
-   -   Sul libero arbitrio e la volontà (https://fobiasociale.com/sul-libero-arbitrio-e-la-volonta-46667/)

muttley 21-12-2014 14:39

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Clend (Messaggio 1425667)
Non credo di aver capito, non ho detto che mi limito quando prendo decisioni. O meglio, quando le prendo le mie credenze sul libero arbitrio non hanno alcuna influenza, non ci penso proprio.

L'avevo capito, infatti non mi riferivo a te quando facevo certe allusioni :D

QuantumGravity 21-12-2014 14:50

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Secondo me c'è proprio un problema di definizione su cosa ciascuno intende con libero arbitrio e determinismo.

Leggo da wiki:

Quote:

Il determinismo individua una spiegazione di tipo fisico per tutti i fenomeni, (aggiunta mia: sottolineo fisico) riconducendoli alla catena delle relazioni cause-effetto ovvero al principio di causalità. La principale conseguenza è che date delle condizioni iniziali tutto quel che accadrà nel futuro è predeterminato in modo univoco dalle leggi fisiche dell'universo.
e poi

Quote:

Ciò non vuol dire che qualcuno sia effettivamente in grado di predeterminare gli eventi, in quanto per poterlo fare dovrebbe conoscere con precisione assoluta lo stato di tutte le particelle dell'universo in un preciso istante e tutte le leggi esatte che lo governano
E questo non è il determinismo di cui parlate voi XL e Clend.

Infatti rispetto a quanto avete detto, non mi convince una cosa, il passare a piacimento dal livello psicologico a quello fisico, come se non ci fosse una differenza qualitativa tra i due (che anzi è qui il nocciolo della questione, in questa differenza secondo me), individuandoli indistintamente come le cause a cui l'attività dell'individuo è vincolata, riconducendo ora all'uno ora all'altro la responsabilità di essere alla base delle sue scelte, ovvero ciò che lo guida a sua insaputa, alle sue spalle; porre questi livelli sullo stesso piano, trattarli come vincoli e determinazioni allo stesso modo, per smentire la sua libertà, è ciò che costituisce a mio avviso il vostro fraintendimento del concetto stesso di “libertà”, “vincolo” o di “determinatezza”, (o il mio fraintendimento). Non potete trattare stati psichici e fisici alla stessa maniera, mentre effettivamente i secondi avvengono a nostra insaputa, alle nostre spalle e al di fuori del nostro raggio rappresentazionale, dei primi siamo consapevoli, possiamo osservarli disidentificandoci da loro, quindi non mi pare lecito non fare una distinzione e continuare a dire che l'essere determinati da uno stato interno dell'individuo, fatto di inclinazioni ecc, e l'essere determinati invece dal substrato fisico sia proprio la stessa cosa. (Possiamo dire che c'è una differenza tra il come posso essere determinato o libero io e il come può essere determinata o libera l'esistenza, senza alcuna rappresentazione di sé, dello scorrere di una lancetta di orologio?)
Parlare della storia dell'individuo, dei suoi gusti, come vincoli e condizionamenti, porli come determinazioni, cioè eventi a cui l'individuo è solo assoggettato e da cui in ultimo risulta il suo agire, da cui emerge sempre in una costante unidirezionale (e qui checché ne diciate si parla sempre e solo di causalità verso l'alto), mette anche in una nuova luce il concetto di cosa sia un soggetto e cosa un oggetto. Non è affatto vero che libero arbitrio e coscienza (o meglio autocoscienza) siano da affrontare separatamente, anzi, è qui, in questo potere autorappresentazionale che se esiste una libertà, a mio avviso può venire esercitata. Ma io stesso mi chiedo, che cosa è questo potere autorappresentazionale? Secondo voi la normale conseguenza degli stati autorappresentazionali precedenti dell'individuo, ma mi verrebbe da chiedere il soggetto, l'IO, è il pensante o il pensato? Si può fare una distinzione tra il contenuto di queste rappresentazioni e chi le compie, o no?
Ma se questa distinzione è possibile chi è il pensante? Esiste un IO trascendentale? Beh secondo qualcuno come Kant, sì.
Il discorso è più complesso di quanto si creda, non credo interverrò più.

Clend 21-12-2014 15:01

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Infatti quando io dico "determinato" non mi riferisco al determinismo della fisica classica. Dalle conoscenze attuali della fisica moderna, almeno il mondo subatomico è fortemente indeterministico, ovvero detto in breve se in un sistema quantistico misuro la posizione di una particella in un istante di tempo, non posso determinare la sua posizione futura in un qualsiasi altro istante successivo di tempo.
Intendo determinato nel senso proprio di costruito, costituito

QuantumGravity 21-12-2014 15:10

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Ok, comunque questo è il meno rispetto a quanto ho detto.

Clend 21-12-2014 15:15

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da QuantumGravity (Messaggio 1425684)
Ok, comunque questo è il meno rispetto a quanto ho detto.

Il punto è che anche gli stati mentali hanno una struttura causale come gli stati fisici. Anche se la materia non esistesse e la realtà coincidesse solo con gli stati mentali, una scelta risulterebbe ancora riducibile, spiegabile nei termini degli stati mentali precedenti.
Infatti il ragionamento che ha fatto XL era nel caso più generale possibile, prescindendo cioè dal fatto che si stia tenendo conto di stati mentali e fisici, o solo fisici, o solo mentali.

QuantumGravity 21-12-2014 15:23

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Clend (Messaggio 1425686)
Il punto è che anche gli stati mentali hanno una struttura causale come gli stati fisici. Anche se la materia non esistesse e la realtà coincidesse solo con gli stati mentali, una scelta risulterebbe ancora riducibile, spiegabile nei termini degli stati mentali precedenti.
Infatti il ragionamento che ha fatto XL era nel caso più generale possibile, prescindendo cioè dal fatto che si stia tenendo conto di stati mentali e fisici, o solo fisici, o solo mentali.

Il discorso qui non è così immediato se è possibile separare il pensante dal pensato. Ma qui appunto si complica, se i filosofi del forum vogliono intervenire per mettere ordine ben vengano, perché altrimenti la discussione è bloccata a interpretazioni arbitrarie. E poi è proprio il ragionamento di parlare di stati fisici e mentali indifferentemente, come ho già detto, che è sbagliato, secondo me.

muttley 21-12-2014 16:28

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Il principio è che, secondo la logica costruttivista (che non mi sono inventato ora, visto che mi ha sempre interessato e ne parlo da diverso tempo sul forum, basta fare una ricerca) non può esistere alcuna verità senza porre dei confini all'oggetto di discussione attraverso una teoria rigidamente determinata.
Tu stai usando i principi della logica e della scienza per porre confini all'argomento in questione e per sostenere che hai ragione tu. E se io dicessi che questi confini non li accetto? Perché dovrei accettarli? Come diceva Marco Russo tali confini non rispondono ad esigenze di verità ma di funzionalità.
Il fatto è che per me non c'è differenza tra la religione che dice che le cose sono giuste perché sono giuste (stabilendo arbitrariamente i confini tra cosa é bene e cosa é male) e la scienza/logica che dice che le cose sono vere perché sono vere (stabilendo arbitrariamente i confini tra cosa è vero e cosa è falso).
Entrambe rispondono ad un'assunzione arbitraria (e quindi volontaristica) su cosa debba rispondere al vero o al falso, al giusto o allo sbagliato.
Quindi, per quanto mi riguarda, sono entrambi atti di volontà.

Clend 21-12-2014 16:38

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Non capisco questo discorso che la scienza stabilisce arbitrariamente cosa è vero e cosa e falso. La legge di gravità è stata scritta arbitrariamente? Le leggi della meccanica quantistica? L'elettromagnetismo? Tutto così, posto perchè lo si voleva porre così? Ma assolutamente no, a questo punto non capisco neanche di cosa si sta parlando.

muttley 21-12-2014 16:41

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quindi secondo te esiste una realtà indipendentemente dal soggetto che la percepisce? Per me no, ed è una cosa che vado affermando da tanto tempo.
Se volete si può aprire un topic apposito sul costruttivismo.

Clend 21-12-2014 16:47

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1425742)
Quindi secondo te esiste una realtà indipendentemente dal soggetto che la percepisce? Per me no, ed è una cosa che vado affermando da tanto tempo.
Se volete si può aprire un topic apposito sul costruttivismo.

Per me il discorso delle leggi di natura è indipendente dal fatto che esista o meno una realtà esterna al soggetto che la percepisce.

Il concetto di fondo è che anche non esistesse, le leggi di natura avrebbero cmq il loro valore come descrittive del mondo rappresentazionale del soggetto. Cioè il modo in cui il soggetto vede funzionare il mondo segue lo stesso queste precise leggi, anche se non c'è niente oltre le rappresentazioni che egli vive

Citizen Kane 21-12-2014 22:16

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Ho capito il ragionamento di XL, ma non come si faccia a sostenere il determinismo e contemporaneamente assicurare la libertà dell'individuo... non è che si può separare tra libertà teorica e pratica

Angus 21-12-2014 22:34

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1425742)
Quindi secondo te esiste una realtà indipendentemente dal soggetto che la percepisce? Per me no, ed è una cosa che vado affermando da tanto tempo.
Se volete si può aprire un topic apposito sul costruttivismo.

Beh, dipende dallo statuto ontologico che si attribuisce all'uomo. Crediamo che l'uomo sia una monade, "altro" rispetto all'ambiente nel suo complesso? La realtà percepita è arbitraria e individuale. Crediamo che l'uomo sia parte dell'ambiente, sebbene "altro" rispetto agli altri enti? La realtà percepita è sì in varia misura arbitraria, specifica all'individuo, ma è anche un "taglio", un'approssimazione, della realtà "vera". In effetti sono arbitrarie sia l'una che l'altra posizione.
E' molto interessante al riguardo l'epistemologia evoluzionistica:
http://it.wikipedia.org/wiki/Epistem...voluzionistica.

Riguardo il libero arbitrio, io credo che le posizioni estreme (esiste - non esiste) siano entrambe superficiali. Credo sia difficile argomentare a favore dell'esistenza di una libertà ontologica, di un qualcosa che non sia né deterministico né indeterministico. E' però anche difficile affermare che non esista alcuna libertà (il che equivarrebbe sostanzialmente a negare l'esistenza dell'io).
La soluzione secondo me è il concetto di libertà appartiene all'ambito della fenomenologia (in senso ampio), e non a quello dell'ontologia. La nostra mente, che si osserva dall'alto, sa (eventualmente) di non essere libera; la nostra passione, che emerge dall'interno, afferma la propria libera volontà.
Si è dunque, al contempo, determinati e liberi.

Clend 21-12-2014 23:16

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 1426015)
Beh, dipende dallo statuto ontologico che si attribuisce all'uomo. Crediamo che l'uomo sia una monade, "altro" rispetto all'ambiente nel suo complesso? La realtà percepita è arbitraria e individuale. Crediamo che l'uomo sia parte dell'ambiente, sebbene "altro" rispetto agli altri enti? La realtà percepita è sì in varia misura arbitraria, specifica all'individuo, ma è anche un "taglio", un'approssimazione, della realtà "vera". In effetti sono arbitrarie sia l'una che l'altra posizione.
E' molto interessante al riguardo l'epistemologia evoluzionistica:
http://it.wikipedia.org/wiki/Epistem...voluzionistica.

Ma cosa intendete voi (tu e muttley) esattamente per arbitraria? Cioè a me la realtà, per lo meno quando si parla di leggi di natura come appunto dicevo sopra, non sembra proprio arbitraria

Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 1426015)
Riguardo il libero arbitrio, io credo che le posizioni estreme (esiste - non esiste) siano entrambe superficiali. Credo sia difficile argomentare a favore dell'esistenza di una libertà ontologica, di un qualcosa che non sia né deterministico né indeterministico. E' però anche difficile affermare che non esista alcuna libertà (il che equivarrebbe sostanzialmente a negare l'esistenza dell'io).
La soluzione secondo me è il concetto di libertà appartiene all'ambito della fenomenologia (in senso ampio), e non a quello dell'ontologia. La nostra mente, che si osserva dall'alto, sa (eventualmente) di non essere libera; la nostra passione, che emerge dall'interno, afferma la propria libera volontà.
Si è dunque, al contempo, determinati e liberi.

Ma infatti io quando dico che il libero arbitrio non esiste lo dico appunto in una visione "dall'alto" delle cose.
Nella vita di tutti i giorni questa mia opinione non ha nessun peso nelle mie decisioni , non sto a pensare ogni volta che prendo una decisione che dietro ad essa c'è in realtà tutta una struttura causale che mi ha portato a prendere quella decisione.
E ci mancherebbe

Angus 21-12-2014 23:59

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Clend (Messaggio 1426038)
Ma cosa intendete voi (tu e muttley) esattamente per arbitraria? Cioè a me la realtà, per lo meno quando si parla di leggi di natura come appunto dicevo sopra, non sembra proprio arbitraria

Intendo: non oggettiva.
E' arbitraria, se consideriamo l'uomo una monade, perché espressione di una razionalità che, se giunge a dubitare di se stessa (e dunque a chiedersi perché gli assiomi su cui basa il proprio funzionamento debbano essere presi per buoni), non può considerare nulla conoscenza certa, ma solo credenza. Anche limitandosi all'analisi del mondo che l'individuo si rappresenta, se a diverse età corrispondono diverse rappresentazioni (pensa ad una persona che ripudia la propria religione) quale criterio dovremmo usare per decidere quale sia quella "vera"? Se si prende per buona quella corrente, perché dovremmo estenderne il valore ad un orizzonte temporale indefinito?


Quote:

Originariamente inviata da Clend (Messaggio 1426038)
Ma infatti io quando dico che il libero arbitrio non esiste lo dico appunto in una visione "dall'alto" delle cose.
Nella vita di tutti i giorni questa mia opinione non ha nessun peso nelle mie decisioni , non sto a pensare ogni volta che prendo una decisione che dietro ad essa c'è in realtà tutta una struttura causale che mi ha portato a prendere quella decisione.
E ci mancherebbe

A me sembra sbagliato scorporare le due visioni. Noi siamo sia l'occhio che ci osserva clinicamente dall'alto sia la "vitalità" (non mi viene un termine migliore) che spinge da dentro.

Moonwatcher 22-12-2014 00:46

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Clend (Messaggio 1425658)
Il senso è che la si attribuisce all'agente stesso, ma è in funzione di come l'agente è costituito. Per "costituito" si intende proprio tutto di qell'agente: le sue conoscenze, il suo umore, le sue esperienze, il suo sistema di valori, intelligenza ecc. Insomma la scelta è interamente riducibile nei termini costitutivi di quell'agente. E questo indipendentemente dal fatto che si abbia una visione del mondo deterministica, indeterministica, o indipendentemente da come risultino essere le correlazioni causali tra stati fisici e mentali.
Io mi sento sempre libero quando decido di fare qualcosa, ma quel qualcosa lo faccio come conseguenza di come sono costituito nel momento della decisione

Ma per "indeterministico" si intende "casuale" o qualcosa di diverso da "deterministico" e da "casuale"?

Ho letto l'articolo suggerito da qualcuno qualche pagina fa:
http://www.lescienze.it/news/2014/01...atura-1950046/

Effettivamente usando come ipotesi che i fenomeni seguano o leggi casuali o leggi deterministiche (causali :mrgreen:), riesco a seguire il ragionamento per cui si arriva a negare l'esistenza del libero arbitrio (praticamente lo stesso fatto da XL).

A quel punto, però, non capisco come si possa allo stesso tempo sentirsi liberi nel prendere una decisione, se questa è determinata che senso ha parlare di "decisione"? Nell'articolo dice:

Quote:

1. Se non hai il libero arbitrio, non puoi o non devi prendere decisioni.
Indipendentemente dal fatto che tu abbia o meno il libero arbitrio, il tuo cervello esegue valutazioni e produce risultati, e questo è ciò che significa “prendere una decisione”. Non si può non prendere decisioni. Il fatto che i tuoi processi mentali siano deterministici non comporta che non debbano essere eseguiti in tempo reale. Lo stesso vale anche se hanno una componente casuale.
Ma io direi appunto, se non si ha il libero arbitrio, che senso ha parlare di "decisione"? Se tutto è determinato, se data una serie di input (conoscenze, umore, esperienze, sistema di valori, intelligenza, ecc.) non è possibile ottenere null'altro se non un output univoco (come in uno switch informatico): dove sarebbe la scelta? :nonso:

Clend 22-12-2014 12:16

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 1426063)
Ma per "indeterministico" si intende "casuale" o qualcosa di diverso da "deterministico" e da "casuale"?

Tradizionalmente per determinismo si intende che l'evoluzione futura è univocamente determinata dalle condizioni iniziali.
In questo senso la meccanica quantistica è invece indeterministica, perchè l'atto della misurazione di una grandezza fisica, come può essere la posizione o l'impulso, fa collassare la funzione d'onda del sistema a uno degli autostati. E lo fa appunto in modo casuale e quindi non predicibile, nè determinato dalle condizioni iniziali, pur secondo una determinata probabilità contenuta proprio nell'informazione della funzione d'onda. E questo è l'aspetto più difficile da interpretare e non c'è alcuna posizione certa sul significato del collasso casuale della funzione d'onda.


Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 1426063)
Ma io direi appunto, se non si ha il libero arbitrio, che senso ha parlare di "decisione"? Se tutto è determinato, se data una serie di input (conoscenze, umore, esperienze, sistema di valori, intelligenza, ecc.) non è possibile ottenere null'altro se non un output univoco (come in uno switch informatico): dove sarebbe la scelta? :nonso:

A quel punto si può lo stesso parlare di decisione, solo che con quel termine ci si riferisce appunto all'insieme di tutti i processi che formano i pensieri e le azioni di un individuo. Se analizzando bene come si genera una scelta, come ha fatto XL, si arriva a vedere che essa è in ultima analisi il risultato di leggi causali o casuali, bisogna allora dire che una scelta è esattamente quello. Poi è chiaro, posto che uno sia d'accordo

Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 1426053)
Intendo: non oggettiva.
E' arbitraria, se consideriamo l'uomo una monade, perché espressione di una razionalità che, se giunge a dubitare di se stessa (e dunque a chiedersi perché gli assiomi su cui basa il proprio funzionamento debbano essere presi per buoni), non può considerare nulla conoscenza certa, ma solo credenza. Anche limitandosi all'analisi del mondo che l'individuo si rappresenta, se a diverse età corrispondono diverse rappresentazioni (pensa ad una persona che ripudia la propria religione) quale criterio dovremmo usare per decidere quale sia quella "vera"? Se si prende per buona quella corrente, perché dovremmo estenderne il valore ad un orizzonte temporale indefinito?

Continuo a non capire bene. A questo livello di analisi, cosa significa esattamente che i nostri assiomi su cui basiamo il ragionamento (e sarebbe da precisare cosa sono questi assiomi) non sono certi? E in che senso si può dire che la scienza non è oggettiva?

Stefania90 22-12-2014 12:25

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Ieri ho rivisto il film The Butterfly Effect e ho capito che il concetto di libero arbitrio è qualcosa di molto più complesso di quanto si possa credere, se io faccio una scelta quella non condiziona solo me e il mio destino ma anche chi mi sta accanto (sia direttamente che indirettamente) e viceversa, allora è vero che noi non abbiamo pienamente il controllo della nostra vita, perché la nostra vita è interconnessa a quella di altri che hanno sulla nostra psiche e dunque sul nostro modo di prendere decisioni un peso rilevante.

Rimango dell'idea che è la nostra mente ( anche influenzata da eventi esterni e da altre persone) a determinare il corso del nostro destino attraverso pensieri ed azioni, perché me lo ha riconfermato quel film.

Moonwatcher 22-12-2014 13:24

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Il problema mi pare quindi si riduca alla difficoltà della mente di pensare ad un processo che non sia né deterministico né casuale. :pensando:

Angus 22-12-2014 18:55

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Clend (Messaggio 1426165)

Continuo a non capire bene. A questo livello di analisi, cosa significa esattamente che i nostri assiomi su cui basiamo il ragionamento (e sarebbe da precisare cosa sono questi assiomi) non sono certi? E in che senso si può dire che la scienza non è oggettiva?

Se partiamo dal presupposto che siamo certi solo della nostra esistenza individuale, l'idea di realtà a cui facciamo riferimento è esclusivamente una nostra costruzione. Poiché individui diversi costruiscono diverse rappresentazioni del mondo, e lo stesso fa uno stesso individuo in diversi periodi della propria vita, secondo quale criterio considerare "vera" l'una o l'altra?
Tizio è razionalista e positivista, e si fida ciecamente della ricerca scientifica. Poi ha un'illuminazione mistica, diventa uno gnostico che considera la realtà fenomenica, e le leggi scientifiche su di essa elaborate, l'inganno di un demone che vuole nasconderci la verità. Cambiano gli assiomi su cui si fonda la rappresentazione: questi non sono dunque certi. La scienza, le cui leggi descrivono la rappresentazione, non lo è a sua volta.

Clend 23-12-2014 00:10

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 1426418)
Se partiamo dal presupposto che siamo certi solo della nostra esistenza individuale, l'idea di realtà a cui facciamo riferimento è esclusivamente una nostra costruzione. Poiché individui diversi costruiscono diverse rappresentazioni del mondo, e lo stesso fa uno stesso individuo in diversi periodi della propria vita, secondo quale criterio considerare "vera" l'una o l'altra?

Posso capire questo discorso a livello di credenze, opinioni, filosofia di vita ecc.
Ma al livello più fondamentale di come le persone vedono il mondo, non si può negare che c'è una stessa struttura che soggiace alle loro rappresentazioni.
E la scienza studia proprio questa struttura. Tutti vediamo la realtà funzionare allo stesso modo, nel senso che tutti vediamo il mondo funzionare secondo le stesse leggi fisiche. Questa è una cosa che mi sembra abbastanza innegabile
Quote:

Originariamente inviata da Angus (Messaggio 1426418)
Tizio è razionalista e positivista, e si fida ciecamente della ricerca scientifica. Poi ha un'illuminazione mistica, diventa uno gnostico che considera la realtà fenomenica, e le leggi scientifiche su di essa elaborate, l'inganno di un demone che vuole nasconderci la verità. Cambiano gli assiomi su cui si fonda la rappresentazione: questi non sono dunque certi. La scienza, le cui leggi descrivono la rappresentazione, non lo è a sua volta.

Ma in entrambi i casi la scienza è corretta. La scienza studia come è strutturata al livello più fondamentale la nostra rappresentazione della realtà (per rappresentazione preciso che intendo in generale il modo in cui la percepiamo e concepiamo), indipendentemente dal fatto che ci sia effettivamente una realtà esterna ai soggetti e indipendentemente dal modo in cui le rappresentazioni vengono prodotte.
Questa cosa quindi vale anche per tutti gli scenari in cui l'universo che percepiamo è una simulazione, oppure anche con lo scenario solipsistico estremo in cui esisto solo io e tutto è una mia rappresentazione.
In tutti questi casi, la scienza è cmq oggettiva e le sue affermazioni saranno valide , nel senso che descrive oggettivamente le rappresentazioni in sé.

tersite 23-12-2014 00:28

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1423100)
Credete nell'esistenza della volontà? Quegli atti che nella nostra vita siamo soliti far passare sotto la denominazione di "scelte", sono il frutto di un deliberato e intenzionale processo autonomo della cosiddetta coscienza, o sono null'altro che fatti riconducibili alla spiegazione usata per i fenomeni fisici, ovvero una causa che genera un effetto corrispondente?

domanda delle cento pistole..credo nel primato della volontà
ma certo ci sono anche i condizionamenti , interni ,esterni ed ideologici
credo che se uno vuole veramente qualcosa ci arriva ma forse deve prima liberarsi dei pensieri che lo 'sviano'

Bluevelvet93 23-12-2014 11:28

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Dico solo che l' attività neurale nelle regione pre-SMA (l' area che gestisce i movimenti volontari) comincia ben prima che il soggetto sia cosciente di voler effettuare il movimento. Basterebbe questo per far cadere il grosso castello di carte che è il libero arbitrio.

utopia? 23-12-2014 13:38

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Bluevelvet93 (Messaggio 1426726)
Dico solo che l' attività neurale nelle regione pre-SMA (l' area che gestisce i movimenti volontari) comincia ben prima che il soggetto sia cosciente di voler effettuare il movimento. Basterebbe questo per far cadere il grosso castello di carte che è il libero arbitrio.

Cioè, la volontà di fare qualcosa arriverebbe prima del ricevimento dello stimolo che ti porterebbe a fare quel qualcosa?
O quello stimolo risulterebbe essere percepito prima da quella regione che dal soggetto che sarebbe poi "guidato" ad una reazione "programmata"?

Queste teorie "cerebrali" sono "svilenti" è dir poco...

Inosservato 23-12-2014 14:31

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1425742)
Quindi secondo te esiste una realtà indipendentemente dal soggetto che la percepisce? Per me no, ed è una cosa che vado affermando da tanto tempo.
Se volete si può aprire un topic apposito sul costruttivismo.

no lasciamo perdere va :pensando: già ci metterò mesi a leggere questo qui :miodio:

Inosservato 23-12-2014 14:43

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
io sinceramente non capisco il problema :interrogativo:

per me esiste il libero arbitrio, ognuno di noi forse non sa quanto è messo alla prova da condizionamenti culturali, famigliari o semplicemente contestuali, ma non è un problema
un sintomo per roconoscerne l'esistenza è quando avete rimorsi di coscienza o sentite che avete fatto una scelta giusta o sbagliata o non si sa, ecco questo prova che avreste potuto fare il contrario, giustificare poi le azioni con condizionamenti o contesti vari è roba che può fare un soggetto esterno, non noi, noi possiamo solo valutare le nostre azioni per le scelte che abbiamo fatto

poi il giudizio vero, la spiegazione, le giustificazioni o le condanne, in pratica la giustizia perfetta, quella è pratica non nostra, non umana, la sperimenteremo dopo la morte, e lì non abbiamo nulla da temere, tutto verrà messo in conto, sia nel bene che nel male, sia nei condizionamenti sia nelle nostre scelte libere.

suicida 23-12-2014 14:46

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
e comunque il futuro è già lì

immutabile

lo diceva anche einstein no?

mica pinco pallino

insomma tutto 'sto esistere è una gran presa per il culo

qualunque cosa tu decida di fare è proprio in quella direzione che doveva andare

alla fine è davvero solo questione di fortuna

Noriko 23-12-2014 14:49

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Bluevelvet93 (Messaggio 1426726)
Dico solo che l' attività neurale nelle regione pre-SMA (l' area che gestisce i movimenti volontari) comincia ben prima che il soggetto sia cosciente di voler effettuare il movimento. Basterebbe questo per far cadere il grosso castello di carte che è il libero arbitrio.

Interessante :pensando:

Bluevelvet93 23-12-2014 14:50

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da utopia? (Messaggio 1426793)
Cioè, la volontà di fare qualcosa arriverebbe prima del ricevimento dello stimolo che ti porterebbe a fare quel qualcosa?
O quello stimolo risulterebbe essere percepito prima da quella regione che dal soggetto che sarebbe poi "guidato" ad una reazione "programmata"?

Queste teorie "cerebrali" sono "svilenti" è dir poco...

In pratica decidi di fare il movimento quando ormai è già cominciato.

Noriko 23-12-2014 14:56

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
In "pratica " si arriva sempre nel cercare di capire l'origine dell'origine primo.

Almeno si prova ....

utopia? 23-12-2014 14:58

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Inosservato (Messaggio 1426859)
poi il giudizio vero, la spiegazione, le giustificazioni o le condanne, in pratica la giustizia perfetta, quella è pratica non nostra, non umana, la sperimenteremo dopo la morte, e lì non abbiamo nulla da temere, tutto verrà messo in conto, sia nel bene che nel male, sia nei condizionamenti sia nelle nostre scelte libere.

Gesù venne in terra anche per capire cosa provavano gli umani nella loro vita d'umani.

Quote:

Originariamente inviata da Bluevelvet93 (Messaggio 1426867)
In pratica decidi di fare il movimento quando ormai è già cominciato.

E il pensiero, il ragionamento, la riflessione che precedono una scelta, una decisione, l'alternativa migliore?

Bluevelvet93 23-12-2014 15:01

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da utopia? (Messaggio 1426876)
E il pensiero, il ragionamento, la riflessione che precedono una scelta, una decisione, l'alternativa migliore?

Io sto parlando di mero movimento fisico, poi per decisioni più complesse è ovvio che intervenga anche altro. Ma la storia del libero abritrio come ho detto è una falsità. Potrei anche citare pazienti che pur non essendo consci di una cosa dimostrano il contrario. Non hanno coscienza eppure le loro azioni sono determinate lo stesso da fattori che non hanno sotto controllo.

Clend 23-12-2014 15:05

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da utopia? (Messaggio 1426876)
E il pensiero, il ragionamento, la riflessione che precedono una scelta, una decisione, l'alternativa migliore?

Un ragionamento è sempre retto da una struttura causale. Una decisione può essere sempre vista in termini di motivazioni che hanno portato a quella decisione e non un'altra.
Cmq tutto questo è già stato ampiamente dibattuto nel thread, trovo particolarmente esaustivi ed altamente esplicativi alcuni interventi qui di XL

QuantumGravity 23-12-2014 15:40

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Clend (Messaggio 1426883)
Un ragionamento è sempre retto da una struttura causale. Una decisione può essere sempre vista in termini di motivazioni che hanno portato a quella decisione e non un'altra.
Cmq tutto questo è già stato ampiamente dibattuto nel thread, trovo particolarmente esaustivi ed altamente esplicativi alcuni interventi qui di XL

Infatti; se si vuole mettere in discussione il libero arbitrio, bisogna farlo su questo livello; per quanto riguarda la "regione pre-SMA" come argomentazione che farebbe crollare il castello di carte è assurda a questo punto, perché di nuovo si riduce tutto alle scariche neuroniche di cui non si conosce l'origine prima e a cui si può facilmente controbattere con l'esistenza di una causalità verso il basso, dalla coscienza in giù. Non ci sono prove per escludere questa causalità, anzi ce ne sarebbero per ammetterla in modo definitivo. Ma ne avevamo già discusso e pensavo che almeno questo fosse riconosciuto da tutti

Bluevelvet93 23-12-2014 15:47

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da QuantumGravity (Messaggio 1426907)
Infatti; se si vuole mettere in discussione il libero arbitrio, bisogna farlo su questo livello; per quanto riguarda la "regione pre-SMA" come argomentazione che farebbe crollare il castello di carte è assurda a questo punto, perché di nuovo si riduce tutto alle scariche neuroniche di cui non si conosce il l'origine prima e a cui si può facilmente controbattere con l'esistenza di una causalità verso il basso, dalla coscienza in giù. Non ci sono prove per escludere questa causalità, anzi ce ne sarebbero per ammetterla in modo definitivo. Ma ne avevamo già discusso e pensavo che almeno questo fosse riconosciuto da tutti

Il libero arbitrio presuppone che il "destino" delle nostre scelte dipenda solo dalla nostra coscienza (giusto? bo, già il concetto di libero arbitrio mi pare fumoso). Se io decido di fare un movimento solo dopo averlo fatto, evidentemente tutta questa coscienza del gesto non ce l' avevo, quindi dire che siamo completi padroni della nostra coscienza mi pare falso. Ed è solo il primo esempio, potrei citare solo Dio sa quanta altra roba.

E poi perdonami, ma 12 pagine non è che me le leggo tutte:mrgreen:

utopia? 23-12-2014 15:51

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Clend (Messaggio 1426883)
Un ragionamento è sempre retto da una struttura causale. Una decisione può essere sempre vista in termini di motivazioni che hanno portato a quella decisione e non un'altra.

Sembra quasi di avere a che fare con le strutture che usano quelli che "nerdano" i codici delle cassette pokèmon per determinare l'avvenimento dell'evento random che stabilisce la comparsa di un pokèmon selvatico piuttosto che un altro...

QuantumGravity 23-12-2014 15:55

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Bluevelvet93 (Messaggio 1426911)
Il libero arbitrio presuppone che il "destino" delle nostre scelte dipenda solo dalla nostra coscienza (giusto? bo, già il concetto di libero arbitrio mi pare fumoso). Se io decido di fare un movimento solo dopo averlo fatto, evidentemente tutta questa coscienza del gesto non ce l' avevo, quindi dire che siamo completi padroni della nostra coscienza mi pare falso. Ed è solo il primo esempio, potrei citare solo Dio sa quanta altra roba.

E poi perdonami, ma 12 pagine non è che me le leggo tutte:mrgreen:

Infatti il discorso è molto complesso; però il riduzionismo al livello organico soggiacente per confutare il libero arbitrio non porta a nulla, qualche pagina più indietro ho spiegato il perché.
Per il resto, se non l'hai fatto, ti direi di leggere le 12 pagine perché sono già emersi i vari problemi della questione anche al livello più alto della coscienza a prescindere da scariche neuroniche e regioni pre-SMA :mrgreen:

utopia? 23-12-2014 16:02

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da QuantumGravity (Messaggio 1426914)
Infatti il discorso è molto complesso; però il riduzionismo al livello organico soggiacente per confutare il libero arbitrio non porta a nulla, qualche pagina più indietro ho spiegato il perché.
Per il resto, se non l'hai fatto, ti direi di leggere le 12 pagine perché sono già emersi i vari problemi della questione anche al livello più alto della coscienza a prescindere da scariche neuroniche e regioni pre-SMA :mrgreen:

Eh, i motivi per cui "adoro" questo forum.

Svers0 23-12-2014 16:04

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Io consiglio di non leggersi le 12 pagine invece, perderebbe solo tempo prezioso della sua giovane vita a leggere seghe mentali.

utopia? 23-12-2014 16:06

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Originariamente inviata da Svers0 (Messaggio 1426921)
Io consiglio di non leggersi le 12 pagine invece, perderebbe solo tempo prezioso della sua giovane vita a leggere seghe mentali.

Sfizi a non finire.

Moonwatcher 23-12-2014 16:07

Re: Sul libero arbitrio e la volontà
 
Quote:

Il contributo più discusso tra quelli che le neuroscienze hanno apportato al dibattito sul libero arbitrio è certamente quello di Benjamin Libet, neurofisiologo scomparso nel 2007, già in servizio alla Stanford university. Questo scienziato ha fornito una presentazione complessiva di una lunga serie di pionieristici esperimenti da lui escogitati, al fine di studiare i meccanismi sottostanti ai processi decisionali e il rapporto tra il livello della decisione consapevole e quello dei processi neurali sottostanti (Libet 2004). Nel più celebre dei suoi esperimenti, Libet chiede al soggetto sperimentale di compiere un semplice movimento come la flessione di un dito; questo movimento deve essere compiuto spontaneamente, quando il soggetto abbia avvertito l’impulso a compierlo. Allo stesso tempo, il soggetto deve controllare, usando uno speciale orologio, il momento esatto in cui avverte l’impulso a flettere il dito; nel frattempo, un’apparecchiatura misura l’attività elettrica del suo cervello. Sulla base di centinaia di ripetizioni dell’esperimento, Libet ha osservato che il soggetto avverte l’impulso a flettere il dito circa 200 millisecondi prima dell’azione. Il dato più interessante, tuttavia, è che 550 millisecondi prima del compimento di quest’azione (e dunque 250 millisecondi prima che il soggetto sia consapevole dell’impulso a flettere il dito) nel suo cervello si verifica un rilevante incremento dell’attività elettrica (readiness potential, ovvero ‘potenziale di prontezza’) che, come mostra l’analisi statistica, è causalmente correlato all’esecuzione dell’azione. Tutto ciò dovrebbe indurci a concludere, secondo Libet, che l’atto volizionale in realtà ha una causa inconscia e, dunque, non può essere definito libero nel senso che la tradizione filosofica ha dato a questo termine. Al soggetto resta però, secondo lo scienziato, una sorta di ‘libertà di veto’, nel senso che nei 200 millisecondi che separano la consapevolezza dell’impulso a piegare il dito e l’effettivo compimento di quest’azione l’agente può decidere di interrompere la catena causale che porterebbe a tale azione. Molti interpreti, tuttavia, sono stati più radicali di Libet e hanno concluso che i suoi esperimenti dimostrano, o almeno suggeriscono, l’infondatezza dell’idea tradizionale del libero agire nel suo complesso.
In realtà varie ragioni dovrebbero invece portarci a ritenere che gli esperimenti di Libet, per quanto interessanti e certo degni di analisi, non hanno conseguenze tanto ovvie per quanto riguarda la vexata quaestio del libero arbitrio. In primo luogo, bisogna considerare che un imponente orientamento della filosofia occidentale ha sostenuto che la libertà è perfettamente compatibile con la determinazione e, anzi, secondo molti, addirittura la richiede. L’argomento è, nella sostanza, semplice: ciò che veramente conta nella nostra intuizione della libertà è che il soggetto possa fare quanto vuole fare; e, in questo senso, è irrilevante che la sua volontà possa essere predeterminata (come, secondo molti, gli esperimenti di Libet dimostrerebbero). Contro questa concezione detta compatibilismo sono state mosse rilevanti obiezioni: ciò non significa però che la si possa placidamente ignorare, come fanno invece quanti sulla base degli esperimenti di Libet concludono immediatamente che la libertà umana non esiste. Un analogo discorso si può fare per la famiglia di concezioni del libero arbitrio che si richiamano a Kant: secondo questo punto di vista, il discorso sulla libertà non va collocato al livello fenomenico, ma a quello noumenico, e, a questo livello, la libertà si dimostra condizione di possibilità della responsabilità morale e dell’imperativo categorico e, dunque, la sua realtà non può in alcun modo essere posta in dubbio. In tempi recenti sono stati sviluppati autorevoli tentativi di riprendere questa concezione in una direzione naturalistica lato sensu (per es., da parte di Peter Strawson e John McDowell): e anche queste proposte non possono essere ignorate da chi voglia sostenere che gli esperimenti di Libet dimostrano l’illusorietà del libero arbitrio.
Ma alla tesi che gli esperimenti di Libet dimostrino l’illusorietà del libero arbitrio si possono muovere anche obiezioni più specifiche. Così, tali esperimenti si prestano ad alcune obiezioni metodologiche: è corretto, per es., equiparare la valutazione soggettiva delle esperienze coscienti con la misurazione oggettiva degli eventi neurali? E in che senso l’azione di piegare il dito ‘spontaneamente’ può essere considerata il paradigma dell’azione libera? Inoltre, come va interpretato esattamente il cosiddetto potenziale di prontezza? Tuttavia le obiezioni più importanti sono altre due. Innanzitutto, l’esperimento sembra presupporre un’analisi fenomenologica poco accurata dei processi volitivi. Come argomentato in modo convincente da Maxwell Bennett e Peter Hacker (2003), infatti, l’esperimento di Libet si incentra sul momento in cui nel soggetto insorge la consapevolezza dell’impulso a piegare il proprio dito: in realtà, tuttavia, il darsi di tale impulso non è né condizione necessaria né condizione sufficiente di un’azione volontaria. Non è condizione necessaria (e dunque possono esserci azioni volontarie senza l’impulso a compierle) perché spesso quando compiamo volontariamente un’azione non avvertiamo alcun impulso a compierla: si pensi a quando, guidando, sterziamo per curvare, o a quando mangiando portiamo una posata verso la bocca o, ancora, a quando pronunciamo intenzionalmente una frase durante una normale conversazione.
D’altra parte, la presenza dell’impulso ad agire non è nemmeno sufficiente per agire volontariamente: spesso, infatti, un tale impulso precede azioni non volontarie, come quando ci viene da starnutire o quando sbadigliamo di fronte a un interlocutore poco brillante. Inoltre, chi interpreta gli esperimenti di Libet come se dimostrassero che le nostre azioni apparentemente volontarie discendono in realtà da cause inconsce dimentica che in realtà prima dell’attivazione del ‘potenziale di prontezza’ si dà un altro momento causalmente molto rilevante ai fini del compimento dell’azione, ossia il momento in cui il soggetto sperimentale accetta di seguire le indicazioni dello sperimentatore. Può darsi che anche tale momento abbia dei determinanti inconsci, ma nulla nell’esperimento di Libet prova che le cose stiano così; dunque, sino a quando non verranno portate prove in questo senso, i fautori del libero arbitrio saranno autorizzati a sostenere che, nella situazione sperimentale libetiana, una decisione volontaria del soggetto inizia la catena causale che lo porta a piegare il dito (in questo senso si potrebbe persino ipotizzare che sia quella decisione a causare l’insorgere del potenziale di prontezza).
http://www.treccani.it/enciclopedia/...XXI-Secolo%29/


Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 01:59.

Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.