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Warlordmaniac 21-12-2012 23:18

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Questa ragazza scrive capolavori.

Myway 22-12-2012 18:49

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 952737)
Muttley, tu parli di corresponsabilità alla base dell'esclusione sociale del timido. Mettiamo appunto che sia così. Il timido si troverebbe in una data condizione perchè è meno abile socialmente, meno attraente, meno capace di utilizzare determinate strategie comunicative; quindi se attira poco l'attenzione è certamente causa del suo modo d'agire e di essere. Ha insomma, per via delle sue caratteristiche, meno possibilità di piacere, farsi ascoltare ecc.
Passiamo però ad analizzare la posizione di colui che esclude. Ecco, spesso e volentieri ravviso nell'esclusione del timido un atto volontario spesso dettato da cattiveria e da intenzionalità pura nel volere ferire/emarginare il prossimo.
Ripeto, la scuola è un micro-universo dove certe dinamiche sono più palesi ed evidenti, perchè meno camuffate dall'ipocrisia del mondo adulto, che invece maschera determinate dinamiche, rendendo certe esclusioni più sofisticate e sottili.
Ecco, ritorniamo al ragazzino bengalese di qualche post fa; forse lui non risulterà questa cima di simpatia ai compagni, perchè appunto più chiuso, meno capace di emergere all'esterno, di "brillare". Però dall'affermare ciò al passare all'esclusione feroce, alla presa in giro, all'emarginazione ce ne vuole. Io vedo in tutto questo un atto deliberato nel far del male al prossimo, una totale mancanza di empatia nel comprendere l'altro. Ovviamente non sempre accade questo, ci sono molte persone capaci di guardare al di là dell'apparenza, di osservare con sguardo acuto e sensibile il prossimo, oltre la facciata di uno trito e ritrito gioco delle parti. Sì, persone così ci sono, però ammettiamo che sono decisamente la minoranza, non c'è nulla da fare.
Fa parte dell'"economia della mente" etichettare le persone e liquidarle in pochi secondi, perchè spendere tempo sull'interpretazione dell'altro, di una persona più riservata e difficile da scoprire, comporta impegno e fatica. Gli introversi, in un certo senso, sono faticosi, ed è per questo che è facile etichettarli attraverso ovvi luoghi comuni.
Il timido per le sue caratteristiche fa maggiormente fatica a inserirsi nei gruppi sociali, a instaurare legami, questo è vero. Le sue poche amicizie sono frutto del suo modo d'essere e su questo anche sono d'accordo. Però, sì, c'è un però.
Se accetto quanto affermato sopra, non accetto però che si dia il lasciapassare al fatto che queste caratteristiche debbano essere prese di mira dalla nostra società, debbano diventare delle debolezze di cui ridere. Io non mi aspetto di essere accolta da tutti a braccia aperte, ma almeno di essere lasciata in pace sì. Personalmente non chiedo di essere accettata aprioristicamente da tutti, né obbligo gli altri a fare per forza il primo passo verso di me. Pretendo però solo rispetto della mia persona, dei miei spazi, della mia sensibilità, del mio modo d'essere. Insomma, pretendo solo di essere lasciata in pace e in tranquillità, senza dover costantemente subire attacchi e ferite...Lo dico proprio perchè nel giro di questi ultimi due giorni ho subito ben due attacchi proprio per la mia indole, mica perchè mi sono comportata male verso qualcuno....e ti assicuro che non me lo sto sognando, né sto facendo la vittima. Racconto la realtà nuda e cruda per quella che è...

:riverenza::riverenza::bene:

muttley 23-12-2012 23:24

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 952737)
Muttley, tu parli di corresponsabilità alla base dell'esclusione sociale del timido. Mettiamo appunto che sia così. Il timido si troverebbe in una data condizione perchè è meno abile socialmente, meno attraente, meno capace di utilizzare determinate strategie comunicative; quindi se attira poco l'attenzione è certamente causa del suo modo d'agire e di essere. Ha insomma, per via delle sue caratteristiche, meno possibilità di piacere, farsi ascoltare ecc.

No, non ci siamo capiti. Ho scritto che una persona che abbia subito processi discriminatori di vario genere in un dato momento della sua vita ed abbia eretto questi ultimi a paradigma rappresentativo di una condizione esistenziale (ovvero "mi hanno picchiato una volta all'asilo quindi sono tutti miei nemici in saecula saeculorum") arriva a compiere un atto mentale di vittimismo che potrebbe tradursi in atti concreti di autoesclusione o anche a semplici segnali di ostilità (spesso manifestata esteriormente in maniera involontaria e inconsapevole) verso l'esterno. Può anche capitare che uno sia talmente sfigato da incappare in persone malvagie e infingarde per tutto il resto della sua vita, ma si tratta di una situazione che ritengo altamente improbabile. E comunque, per quanto siano meno socialmente attraenti, esistono anche dei timidi con degli amici. Il problema inizia a farsi serio quando subentra l'atteggiamento evitante.

clizia 24-12-2012 13:20

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 954650)
No, non ci siamo capiti. Ho scritto che una persona che abbia subito processi discriminatori di vario genere in un dato momento della sua vita ed abbia eretto questi ultimi a paradigma rappresentativo di una condizione esistenziale (ovvero "mi hanno picchiato una volta all'asilo quindi sono tutti miei nemici in saecula saeculorum") arriva a compiere un atto mentale di vittimismo che potrebbe tradursi in atti concreti di autoesclusione o anche a semplici segnali di ostilità (spesso manifestata esteriormente in maniera involontaria e inconsapevole) verso l'esterno. Può anche capitare che uno sia talmente sfigato da incappare in persone malvagie e infingarde per tutto il resto della sua vita, ma si tratta di una situazione che ritengo altamente improbabile. E comunque, per quanto siano meno socialmente attraenti, esistono anche dei timidi con degli amici. Il problema inizia a farsi serio quando subentra l'atteggiamento evitante.

Allora, io parlo da timida che gli amici ce li ha, quindi sai che non parlo per "vittimismo" o per senso di rivalsa, visto che spesso tiri fuori questa teoria del vittimismo che secondo me regge fino ad un certo punto. Ovviamente seguo la regola del "pochi ma buoni", perchè nelle relazioni io preferisco la qualità e la pronfondità alla quantità.

Guarda, io non penso che nessuno erga un'unica esperienza di vita a parametro di tutte le esperienze successive dell'esistenza. Personalmente ho vissuto esperienze di discriminazione sia all'asilo, sia alle elementari che alle superiori. Questo per tutta una serie di motivi che agli occhi degli altri mi hanno sempre resa "diversa": il modo di vestire, gli interessi, il tipo di educazione, il carattere più silenzioso e insicuro ecc.
Spesso le cose tendono a ripetersi perchè se la società è impostata in un certo modo (diciamo in un modo rigido e conformista), tenderà sempre a percepire come estraneo chi emana, in un modo o in un altro, segnali di diversità. Io ero percepita un po' così non solo perchè fossi timida, ma anche perchè ero una timida non conformista, dato che provenivo da una famiglia che mi ha educato in un modo così particolare da farmi discostare alquanto dagli altri, sia per cultura che per stile di vita. Se a ciò si aggiunge la timidezza, immagina quanto fossi percepita come "strana". E in genere gli "strani" vengono un po' presi di mira e sott'occhio ovunque ed è per questo che ho ben sottolineato che determinate esperienze tendano a ripetersi nel tempo. Penso che qualsiasi persona abbia vissuto sulla sua pelle esperienze di discriminazione almeno una volta nella vita, anche la persona più estroversa e sicura di sè. Ma appunto, se è un'esperienza che rimane unica e irripetibile, questa verrà riassorbita come elemento estraneo all'interno delle proprie "mappe mentali"; se invece l'esperienza tenderà a ripetersi negli anni e nel tempo, questa si sedimenterà nella personalità di un individuo strutturandola, non c'è nulla da fare.

Quest'anno lavoro con un ragazzino bullo di periferia, molto, molto difficile. Allora, proprio l'altro giorno (prima che iniziassero le vacanze) mi ha accusata di essere una morta, una spenta, un'imbranata, una troppo delicata e fragile ecc. ecc. Mi è venuto da sorridere sai perchè? Perchè mi è sembrato di ritornar piccina e risentire le stesse accuse che mi venivano avanzate 15-20 anni fa. Un eterno ritorno dal quale non si riesce a sfuggire quasi fosse una condanna?
Ma soprattutto: perché questo ragazzo mi percepisce così? Perchè mi vede come figura anomala rispetto alla sua concezione ristretta di ciò che dovrebbe essere il comportamento "normale" di una persona in questa società? Non afferra affatto le caratteristiche della persona introversa, riservata, delicata, mentale ecc. Il bello è che con questo banale esempio ti mostro come non si scappi dall'impressione che, volenti e nolenti, noi facciamo all'esterno, un'impressione che nasce perché parametrata su modelli culturali e sociali ora dominanti in questo tipo di società.
Certo, mi dirai che a dirmi tutte queste è stato solo un ragazzino, ma come a lui ho fatto lo stesso tipo di impressione che facevo agli altri nel passato, nello stesso modo, molto probabilmente, mi vedranno tantissime altre persone adulte e lo so perchè sono stata criticata recentemente in questo senso proprio da un'adulta di quasi 40 anni! Certo, non tutte le persone sono così, perchè io credo ancora che esistano persone sensibili e intelligenti, e infatti mi sento molto apprezzata da questo tipo di persone, anche se secondo me sono la minoranza; spesso si è costretti a stare sul "chi va là" per difendersi dagli attacchi di persone che interpretano la tua inclinazione alla riflessione e all'interiorità come qualcosa di negativo, come chiusura verso il mondo esterno. Personalmente spesso mi sento fraintesa, perchè, nonostante io sia una che filtra tutto il mondo attraverso la mente, ciò non significa che non ami lo scambio, il dialogo e l'apertura verso il mondo....

Un'ultima nota: tu dici che ci sono timidi che non hanno mai avuto problemi nell'avere amici, nell'essere inseriti nel gruppo ecc. E' vero, ma ho constatato anche che ci sono dei timidi che a me non piacciono proprio: acquiescenti alle spietate leggi del gruppo, un po' ignavi e pecoroni pur di piacere e conformarsi alle mode del momento. Io sono stata spesso un'adolescente "fuori dal gruppo" non soltanto perché fossi timida, ma anche e soprattutto perché non accettavo acriticamente le leggi spietate del gruppo e della massa. Sono sempre stata timida, ma ho sempre amato pensare con la mia testa. Mi pare che anche pensare con la propria testa al giorno d'oggi, al pari dell'introversione, non sia una cosa così popolare....

muttley 24-12-2012 19:55

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
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Originariamente inviata da clizia (Messaggio 954889)
Personalmente ho vissuto esperienze di discriminazione sia all'asilo, sia alle elementari che alle superiori. Questo per tutta una serie di motivi che agli occhi degli altri mi hanno sempre resa "diversa": il modo di vestire, gli interessi, il tipo di educazione, il carattere più silenzioso e insicuro ecc.
Spesso le cose tendono a ripetersi perchè se la società è impostata in un certo modo (diciamo in un modo rigido e conformista), tenderà sempre a percepire come estraneo chi emana, in un modo o in un altro, segnali di diversità.

La società può essere discriminante nei confronti di un'infinità di categorie umane, spesso anche gli atteggiamenti "antipodali" al nostro (cioè quello timido e introverso) sono soggetti a forme di marginalizzazione. Il timido non possiede necessariamente lo status di reietto numero uno di questa società, che potrà anche ergere barriere discriminatorie nei suoi confronti ma secondo me è fondamentale l'apporto del singolo, ovvero la tua percezione della situazione, quanto di tuo ci metti nell'introiettare e processare le informazioni che ti vengono dall'esterno. Quante volte ho visto e sentito persone dire "quelli mi stanno escludendo, quelli mi odiano" e non ho notato affatto il minimo segnale di marginalizzazione?


Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 954889)
Io ero percepita un po' così non solo perchè fossi timida, ma anche perchè ero una timida non conformista, dato che provenivo da una famiglia che mi ha educato in un modo così particolare da farmi discostare alquanto dagli altri, sia per cultura che per stile di vita. Se a ciò si aggiunge la timidezza, immagina quanto fossi percepita come "strana". E in genere gli "strani" vengono un po' presi di mira e sott'occhio ovunque ed è per questo che ho ben sottolineato che determinate esperienze tendano a ripetersi nel tempo. Penso che qualsiasi persona abbia vissuto sulla sua pelle esperienze di discriminazione almeno una volta nella vita, anche la persona più estroversa e sicura di sè. Ma appunto, se è un'esperienza che rimane unica e irripetibile, questa verrà riassorbita come elemento estraneo all'interno delle proprie "mappe mentali"; se invece l'esperienza tenderà a ripetersi negli anni e nel tempo, questa si sedimenterà nella personalità di un individuo strutturandola, non c'è nulla da fare.

Io resto della mia idea, ovvero il fatto che è importantissimo l'elemento personale, che ritengo essere uno dei principali fattori nella creazione dell'immagine che si ha di sé. Indubbiamente sono le circostanze esterne a contribuire nello sviluppo della personalità e questo avviene soprattutto nei primissimi anni di vita, quando il nostro cervello deve ancora sviluppare l'enorme quantità di connessioni neurali che faranno parte della sua struttura negli anni successivi. Eppure anche dopo è possibile modificare (con maggiori difficoltà, è ovvio) percorsi neurali che sembrano essere così stabili e immodificabili. Quando una persona acquisisce libertà d'azione e maggiore consapevolezza (quest'ultima non è comunque così scontata) ha dalla sua la possibilità di potersi affrancare da un'immagine autosvilente maturata in precedenza. E' principalmente una questione di volontà.


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Originariamente inviata da clizia (Messaggio 954889)
Un'ultima nota: tu dici che ci sono timidi che non hanno mai avuto problemi nell'avere amici, nell'essere inseriti nel gruppo ecc. E' vero, ma ho constatato anche che ci sono dei timidi che a me non piacciono proprio: acquiescenti alle spietate leggi del gruppo, un po' ignavi e pecoroni pur di piacere e conformarsi alle mode del momento. Io sono stata spesso un'adolescente "fuori dal gruppo" non soltanto perché fossi timida, ma anche e soprattutto perché non accettavo acriticamente le leggi spietate del gruppo e della massa. Sono sempre stata timida, ma ho sempre amato pensare con la mia testa. Mi pare che anche pensare con la propria testa al giorno d'oggi, al pari dell'introversione, non sia una cosa così popolare....

Se una persona non desidera conformarsi a determinate regole sta anch'ella portando avanti un atto dettato dal libero arbitrio, frutto di una scelta personale e come tale non dovrebbe patire in modo atroce la solitudine e l'esclusione ma è la principale artefice del suo status sociale. Ha mantenuto fede nei propri valori e come tale non dovrebbe provare rimpianto alcuno.

kasper-me 24-12-2012 20:16

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
..purtroppo siamo nella società dell'apparire, chiaramente il timido ha piú difficoltà ad inserirsi in contesti sociali ma con un pó di perseveranza e sopratutto fortuna...si può ritagliare il suo angolino....
Nei contesti sociali c'é da tener conto quasi sempre delle logiche da branco....c'é sempre qualcuno o piú di uno che basa la sua posizione sociale sul denigrare gli altri, il piú furbo del gruppo ( o almeno pensa di esserlo), l'esemplare alpha che porta con se l'aura del capobranco..... ci sono i gregari che per esser benvoluti scodinzolano alla bisogna che di solito rosicano abbondantemente perché vorrebbero avere nel branco posizioni...etc etc

Insomma nn tutto é a colori definiti, il NS approccio (si so timido anch'io) é importantissimo in tutti i contesti sociali.....purtroppo basta un nulla una battuta fuori posto, il linguaggio del corpo, sembra cinico dirlo ma é quel che accade, e determina volenti o nolenti l'accettazione e la posizione nel gruppo sociale di turno.... se ci mettiamo l'ipocrisia dei contesti sociali; spesso vedo gruppi di 40enni neanche degni della 1'elementare a livello di rapporti umani....o peggio gente che a sorrisi e abbracci calorosi ucciderebbe per una nocciolina !!
Il punto é che spesso il timido viene percepito come diverso, quindi in default trattato con sospetto, cosa che vista la probabile maggior sensibilità del timido puó innescare una serie di causa/ effetto parecchio deleterie....se poi qualche stupido va a infierire (in genere il piú furbo {stupido} di turno).....beh diventa un c*sino...
. sono un sacco di cose, in tutto questo la costante é l'empatia che si ha o che si riesce ad infondere, almeno secondo me.

muttley 24-12-2012 20:32

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Per me è più importante il modo in cui le informazioni provenienti dall'esterno hanno effetto su di te rispetto a tutto il resto. Per me il vero ansioso sociale non è colui che, in un'ipotetica situazione sociale tipo uscita tra amici, dice 10 parole quando tutti gli altri ne hanno dette 11...l'ansioso sociale è colui che può aver detto anche 12 parole quando tutti gli altri ne hanno dette 11, ma che ha recepito e interiorizzato i discorsi degli altri nei suoi confronti con ansia, vergogna e senso di inferiorità.

Yumenohashi 24-12-2012 20:33

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 955427)
Per me è più importante il modo in cui le informazioni provenienti dall'esterno hanno effetto su di te rispetto a tutto il resto. Per me il vero ansioso sociale non è colui che, in un'ipotetica situazione sociale tipo uscita tra amici, dice 10 parole quando tutti gli altri ne hanno dette 11...l'ansioso sociale è colui che può aver detto anche 12 parole quando tutti gli altri ne hanno dette 11, ma che ha recepito e interiorizzato i discorsi degli altri nei suoi confronti con ansia, vergogna e senso di inferiorità.

Assolutamente d'accordo

crome 25-12-2012 02:04

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
sono più o meno d'accordo..bisogna farsi la corazza...se ti mostri debole allora gli altri ti prenderanno per debole e si approfitteranno e ti tratteranno di conseguenza..
meglio a sto punto esser presi per scontrosi e rissosi che almeno ti rispettano perché non sanno che reazione potresti avere..
inutile sforzarsi di piacere agli altri perché si risulta quasi servili..le persone non vogliono schiavetti intorno ma loro pari...meglio soli a sto punto

Belindo 25-12-2012 13:40

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
devi bilanciare le cose, creare confusione negli altri
sei scontroso? giorno dopo offri un aperitivo a tutti.
sei timido, giorno dopo comunica che vuoi andare a bere qualcosa nel locale xxx

Sverso 25-12-2012 16:31

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
l'unica cosa in cui dissento con muttley è l'ottimismo, cioè che sia così facile cambiare le connessioni neurali e sconfiggere timidezza/pensieri disfunzionali etc etc

per il resto mi sembra tra i discorsi postati quello più con i piedi per terra

Who_by_fire 25-12-2012 20:45

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Sverso (Messaggio 956033)
l'unica cosa in cui dissento con muttley è l'ottimismo, cioè che sia così facile cambiare le connessioni neurali e sconfiggere timidezza/pensieri disfunzionali etc etc

per il resto mi sembra tra i discorsi postati quello più con i piedi per terra


Con i piedi per terra?? Cioè, ma come si fa a non accorgersi che certe dinamiche sociali accadono? Come si fa a sostenere che l'esclusione sociale è tutta un'illusione? E che se esclusione sociale c'è, allora deve per forza essere colpa del timido? :nonso:

Mi sembrano assurdità.

La verità, quella di cui ci si rende conto con l'età e con un certo grado di maturità, è un'altra.
La verità è che si forma un circolo vizioso analogo a questo: riservatezza, introversione, o stile comunicativo "diverso" dalla media ---> non si esprime empatia o cmq non si convalidano i "codici" del contesto sociale (che spesso richiedono un certo grado di aggressività o estroversione) ---> disinteresse o aperta emarginazione da parte degli altri (non necessariamente volontaria!) ---> impossibilità oggettiva di fare esperienze sociali ---> imbranatezza sociale ---> maggior percezione di stranezza da parte degli altri e maggior emarginazione ---> maggior impossibilità di fare esperienze sociali ---> ...
E avanti così all'infinito, finché il ciclo non si rompe per qualche ragione (endogena o, più probabilmente, esogena).


Vediamo tutti chiaramente che il primo anello di quel ciclo (o di quella catena) è costituito dall'incapacità di comunicazione da parte del timido. Vero. Però chiediamoci: perché il ciclo comincia e si protrae per decenni e non viene spezzato subito? E qui entra in gioco la "società" (anche se non mi piace il termine - diciamo "il contesto sociale" o, in modo esplicitamente ambiguo, "gli altri"). Gli altri hanno delle aspettative abbastanza rigide e stereotipate su come un individuo debba comunicare (non tutti, ma appunto stiamo ragionando in linea di massima). E chi per qualche ragione non incontra tali aspettative viene quasi immediatamente marginalizzato.
Attenzione, ho detto quasi immediatamente, perché non tutti gli altri si pongono in modo pregiudizialmente negativo verso il timido, anzi molti di loro tentano inizialmente di offirgli la propria mano. Il problema è che lo fanno con i modi sbagliati e con i tempi sbagliati, e pertanto tutto ciò risulta completamente inutile al timido, se non addirittura ostativo.
Non dico che il carattere del timido non giochi un ruolo essenziale nel fallimento della comunicazione, specie quando egli si trova già in problematiche tipo fobia sociale o evitamento, ma un ruolo altrettanto essenziale ce l'ha la superficialità e sbrigatività degli interlocutori: passato il brevissimo periodo di "rodaggio" in cui capiscono che la persona con cui hanno a che fare è un Diverso, scatta la chiusura e viene a mancare almeno uno dei due ingredienti necessari. Non si prendono tempo per conoscere quella persona timida e silenziosa, ma seguono la via più semplice - quella che prevede di fare solo ciò a cui sono abituati.


Sovente non ha senso attribuire la colpa di tutto questo a qualcuno. Ma, se mai la colpa deve venire attribuita a qualcuno, io dico che è giusto attribuirla a "gli altri" e non al timido.
Perché nella nostra società il Rispetto (sociale) è considerato non un bene inalienabile, ma qualcosa che va guadagnato con i denti e le unghie, dal quale chi è più debole è giusto che venga escluso.
Se mai dev'esserci una colpa, non è forse questa la colpa della società nei confronti del Diverso di turno?

Tribe 25-12-2012 20:52

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 956279)
Con i piedi per terra?? Cioè, ma come si fa a non accorgersi che certe dinamiche sociali accadono? Come si fa a sostenere che l'esclusione sociale è tutta un'illusione? E che se esclusione sociale c'è, allora deve per forza essere colpa del timido? :nonso:

Mi sembrano assurdità.

Lo scrivo anche qui: in questo forum va di moda accusare il prossimo di vittimismo senza conoscerlo, io ci andrei piano.Quelli che parlano di illusione mi fanno incazzare non poco, e poi, se così è,domanda: cosa ci stanno a fare qua sopra ??? A dire "faccio cose, incontro gente" ??? Dopodichè ???

Warlordmaniac 25-12-2012 21:36

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Belindo (Messaggio 955936)
devi bilanciare le cose, creare confusione negli altri
sei scontroso? giorno dopo offri un aperitivo a tutti.
sei timido, giorno dopo comunica che vuoi andare a bere qualcosa nel locale xxx

Confusione? Io lo chiamerei estrovertimento.
Chiederesti ad un tipo gioviale e aperto, di mostrarsi timido per creare confusione?

Warlordmaniac 25-12-2012 21:42

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da crome (Messaggio 955681)
sono più o meno d'accordo..bisogna farsi la corazza...se ti mostri debole allora gli altri ti prenderanno per debole e si approfitteranno e ti tratteranno di conseguenza..
meglio a sto punto esser presi per scontrosi e rissosi che almeno ti rispettano perché non sanno che reazione potresti avere..

Ok, ma chi ti rispetta? Che ci fai con il rispetto di questa gente?

Quote:

Originariamente inviata da crome (Messaggio 955681)
inutile sforzarsi di piacere agli altri perché si risulta quasi servili..le persone non vogliono schiavetti intorno ma loro pari...meglio soli a sto punto

Piacere agli altri chi? Gli estroversi sono maestri nello sforzarsi di piacere agli altri; riescono meglio a loro che a noi e ci mettono anche più impegno. Poi certo, non è che si sforzano di piacere a me o te, quanto a persone che possono fare loro un vantaggio sociale come alfoni, gnocche, gente che conosce parecchio...

muttley 25-12-2012 22:29

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 955703)
Allora, tu sembri voler dire che la responsabilità dell'esclusione sociale ricade interamente sul timido, in quanto non si adegua agli standard comunicativi della società circostante.

No, mai sostenuto ciò, ho parlato di corresponsabilità rifacendomi allo schema elicitato da Watzlawick quando parla di rapporto bidirezionale, biunivoco, complementare o che dir si voglia. Semplificando si potrebbe esprimere meglio con il seguente schema: a-->b ma anche b-->a, per cui di nuovo a-->b e b-->a e così via ad libitum. A leggere ciò che scrivono alcuni sembra che si tratti soltanto di a-->b.


Quote:

Originariamente inviata da crome (Messaggio 955681)
sono più o meno d'accordo..bisogna farsi la corazza...se ti mostri debole allora gli altri ti prenderanno per debole e si approfitteranno e ti tratteranno di conseguenza..
meglio a sto punto esser presi per scontrosi e rissosi che almeno ti rispettano perché non sanno che reazione potresti avere..
inutile sforzarsi di piacere agli altri perché si risulta quasi servili..le persone non vogliono schiavetti intorno ma loro pari...meglio soli a sto punto

No aspetta: io ho detto che la responsabilità sociale dell'esclusione di una persona dipende in primis dal modo in cui interiorizza ciò che proviene dall'esterno quindi se uno si limita soltanto ad apparire in un altro modo esternamente, siamo punto e a capo. E' nel modo in cui si fanno proprio gli input che si dovrebbe cambiare.

Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 956279)
La verità è che si forma un circolo vizioso analogo a questo: riservatezza, introversione, o stile comunicativo "diverso" dalla media ---> non si esprime empatia o cmq non si convalidano i "codici" del contesto sociale (che spesso richiedono un certo grado di aggressività o estroversione) ---> disinteresse o aperta emarginazione da parte degli altri (non necessariamente volontaria!) ---> impossibilità oggettiva di fare esperienze sociali ---> imbranatezza sociale ---> maggior percezione di stranezza da parte degli altri e maggior emarginazione ---> maggior impossibilità di fare esperienze sociali ---> ...
E avanti così all'infinito, finché il ciclo non si rompe per qualche ragione (endogena o, più probabilmente, esogena).

Responsabilità della persona adulta, matura e riflessiva è quella di spezzare questo ciclo, individuando le persone ad essa simili (se il suo desiderio è quello di persistere in un atteggiamento selettivo) o uniformandosi (se il suo desiderio è quello di uniformarsi). Ma una volta individuata la propria sostanziale estraneità/diversità/inconciliabilità con la massa è inutile continuare a lamentarsi e scagliare frecce contro un mondo che ha maturato dinamiche sociali di un certo segno, non in un giorno, bensì in secoli e secoli. Sono dinamiche imperfette ma non sono dinamiche malvagie o abiette, semplicemente necessitano di essere perfezionate e migliorate.



Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 956279)
Perché nella nostra società il Rispetto (sociale) è considerato non un bene inalienabile, ma qualcosa che va guadagnato con i denti e le unghie, dal quale chi è più debole è giusto che venga escluso.
Se mai dev'esserci una colpa, non è forse questa la colpa della società nei confronti del Diverso di turno?

E' vero che è sbagliato che chi è più debole venga escluso e marginalizzato, ma anche in assenza di marginalizzazione il più "debole" deve uscire da una condizione che è capace di creargli sofferenza psicologica. Ne va della sua salute e del suo benessere psicofisico (e comunque ognuno faccia ciò che vuole, il mio [lo ripeto] è un consiglio, non un'ingiunzione). E un po' quello che avviene in quelle società più evolute, dove si riconosce lo status di "svantaggiati" nei confronti di quelle persone che non riescono a integrarsi e viene loro concesso un sussidio a spese dello stato, a patto che le persone stesse dimostrino di volersi reintegrare attraverso un'iniziativa personale. Lo stesso dovrebbe avvenire per quelle persone "interiormente svantaggiate", sofferenti psicologicamente a causa di fatti ed episodi del loro passato che gli hanno fatto sviluppare una condizione di debolezza caratteriale. Queste persone non vanno emarginate/denigrate/schernite/odiate, ma il compito di risollevarsi dalla sofferenza interiore spetta anche a loro e chi si barrica dietro atteggiamenti rancorosi verso l'umanità diventa corresponsabile della sua condizione.

Who_by_fire 25-12-2012 23:49

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Allora... intanto buon natale. :)
Commento quello su cui ho qualcosa da criticare:

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 956403)
la responsabilità sociale dell'esclusione di una persona dipende in primis dal modo in cui interiorizza ciò che proviene dall'esterno [...] E' nel modo in cui si fanno proprio gli input che si dovrebbe cambiare.

Io non sono d'accordo. Questo sembra semplicemente un punto di vista cognitivo-comportamentale molto sbilanciato verso il cognitivismo.

Certo, non è impossibile che -come dici- un timido si autoconvinca di cose poco aderenti alla realtà, sulla scorta di esperienze negative (oggettive o meno) scontate nel proprio passato. Ma credo che il fenomeno sia più complesso.

Io ritengo, senza citare alcuno psicologo austriaco naturalizzato americano dal nome di origine polacca ma semplicemente basandomi sulla mia esperienza diretta, che ci siano due problemi:

1) la fobia ( = ansia sociale)
2) una recitazione inadeguata (Recitazione = tutto l'insieme dei modi con cui si esprime all'esterno le proprie emozioni interne).

Il problema della fobia ha sicuramente a che fare anche coi meccanismi che dici.
Ma entrambi i problemi (1 e 2) portano con sé anche la questione della reazione degli altri. E la reazione degli altri, lungi dall'essere un'illusione vagamente paranoica, è qualcosa di estremamente concreto e impediente, che funziona solitamente così:
1) "Quella persona è troppo debole e timida. Non sa farsi rispettare, quindi non la rispetto"
2) "Quella persona non è normale. Non voglio avere a che fare con quella persona (non alla pari, comunque)".



Quote:

Sono dinamiche imperfette ma non sono dinamiche malvagie o abiette, semplicemente necessitano di essere perfezionate e migliorate.
Sono dinamiche, nel lungo periodo, né più né meno riprovevoli del mobbing sul posto di lavoro. Con l'attenuante occasionale, se proprio vuoi, che talvolta sono portate avanti in modo inconsapevole persino da parte di chi le attua.


Quote:

E un po' quello che avviene in quelle società più evolute, dove si riconosce lo status di "svantaggiati" nei confronti di quelle persone che non riescono a integrarsi e viene loro concesso un sussidio a spese dello stato, a patto che le persone stesse dimostrino di volersi reintegrare attraverso un'iniziativa personale. Lo stesso dovrebbe avvenire per quelle persone "interiormente svantaggiate", sofferenti psicologicamente a causa di fatti ed episodi del loro passato che gli hanno fatto sviluppare una condizione di debolezza caratteriale. Queste persone non vanno emarginate/denigrate/schernite/odiate, ma il compito di risollevarsi dalla sofferenza interiore spetta anche a loro e chi si barrica dietro atteggiamenti rancorosi verso l'umanità diventa corresponsabile della sua condizione.
Secondo me ci vuole, da parte di chi problemi sociali non ne ha, una disponibilità vera ad accettare il timido, non solo di facciata.

Cosa se ne fa il timido della "gentilezza" del gruppo estroverso che lo invita a uscire, se poi quando prova a parlare non viene mai nemmeno ascoltato?
Capisci bene che in casi come questo c'è un livello esteriore "di facciata" in cui il gruppo estroverso si sente a posto con la coscienza perché in fondo il timido è stato invitato, ed un livello più profondo in cui l'unica comunicazione che gli viene rivolta è la totale disconferma ("Tu non esisti").
Come dovrebbe mai reagire il timido ad una situazione del genere?
Molto probabilmente, comincerà ad attuare comportamenti di evitamento.
L'evitante non è che cerca a priori la solitudine: fugge da una condizione di socialità ipocrita, non rispettosa, ed estremamente stressante.
In primis, non è quello che ha dentro che lo spinge ad evitare, ma quello che trova fuori.
E, ripeto, quello che trova fuori non è una sua ideazione paranoide, ma la dura realtà dei meccanismi sociali.

ElectricF2 26-12-2012 00:03

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
secondo me si capisce come stanno realmente le cose,da piccoli,quando il timido subisce bullismo...

Who_by_fire 26-12-2012 00:06

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da ElectricF2 (Messaggio 956480)
secondo me si capisce come stanno realmente le cose,da piccoli,quando il timido subisce bullismo...

Io (come molti altri) non ho mai subito bullismo, eppure ero sostanzialmente fobico ed evitante.

Kalimero 26-12-2012 00:09

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 954889)
Quest'anno lavoro con un ragazzino bullo di periferia, molto, molto difficile. Allora, proprio l'altro giorno (prima che iniziassero le vacanze) mi ha accusata di essere una morta, una spenta, un'imbranata, una troppo delicata e fragile ecc. ecc. Mi è venuto da sorridere sai perchè? Perchè mi è sembrato di ritornar piccina e risentire le stesse accuse che mi venivano avanzate 15-20 anni fa. Un eterno ritorno dal quale non si riesce a sfuggire quasi fosse una condanna?


questa gente la conosco bene, purtroppo perché ho vissuto per un periodo in un quartiere difficile per giunta in una città molto degradata del meridione, quindi degrado all'ennesima potenza
questi ti maltrattano e deridono anche se non sei prettamente timido, cioè se sei normale caratterialmente, equilibrato insomma, come mi reputo io
perché è gentaglia con forti complessi d'inferiorità e provano odio contro la società e contro chiunque non sia come loro, cioè un bullo arrogante o un delinquente
anche se sei normale questi ti vedono come un 'diverso', un loro non pari, uno che non ha le spalle coperte, quindi si sentono sicuri ad attaccarti
anche perché hanno sempre amicizie pericolose e si sentono protetti da parenti e amici malavitosi
perché presi ad uno ad uno non sono nessuno
una volta mi è capitato che un branco di questi aveva 'attaccato' me ed altri amici di media borghesia, gente normale insomma in una villa, prendendo in giro etc.
poi un giorno trovo uno di questi da solo e si è cagato sotto perché quel giorno ero un pò arrabbiato e l'ho minacciato fregandomene delle sue amicizie malavitose e delle conseguenze, questi capiscono solo il linguaggio della giungla
fiutano dall'aspetto fisico se sei uno che possono sfottere o no, perciò devi reagire violentemente con questa gentaglia, non c'è altro modo

ElectricF2 26-12-2012 00:09

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 956481)
Io (come molti altri) non ho mai subito bullismo, eppure ero sostanzialmente fobico ed evitante.

allora non eri anche brutto.

oppure sei un caso raro,oppure hai avuto fortuna a essere circondato da persone decenti

Kalimero 26-12-2012 00:15

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
dipende anche dal contesto dove vivi, la periferia di una grande città è il posto dove vive la gente peggiore
in un paese c'è molta più solidarietà
io ho vissuto in entrambi i posti e c'è un enorme differenza

Warlordmaniac 26-12-2012 00:17

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 956403)
Ma una volta individuata la propria sostanziale estraneità/diversità/inconciliabilità con la massa è inutile continuare a lamentarsi e scagliare frecce contro un mondo che ha maturato dinamiche sociali di un certo segno, non in un giorno, bensì in secoli e secoli.

In teoria serve. L'introversione dovrebbe esistere proprio per questo, cioè per contrapporsi il selvaggio adattamento estroverso dando la direzione verso il progresso. L'estroversione è la forza bruta dell'adattamento; l'introversione è la finezza, è la direzione.
L'umanità necessita di entrambe (Idiocracy docet).

Who_by_fire 26-12-2012 00:25

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Warlordmaniac (Messaggio 956491)
In teoria serve. L'introversione dovrebbe esistere proprio per questo, cioè per contrapporsi il selvaggio adattamento estroverso dando la direzione verso il progresso. L'estroversione è la forza bruta dell'adattamento; l'introversione è la finezza, è la direzione.
L'umanità necessita di entrambe (Idiocracy docet).

Se questo implica che gli introversi siano tutti fini e profondi di default, e gli estroversi tutti rozzi e superficiali, non mi vedi per niente d'accordo.

Magari fosse come dici tu: la mia autostima ne risentirebbe positivamente!

Warlordmaniac 26-12-2012 01:20

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 956505)
Se questo implica che gli introversi siano tutti fini e profondi di default, e gli estroversi tutti rozzi e superficiali, non mi vedi per niente d'accordo.

Magari fosse come dici tu: la mia autostima ne risentirebbe positivamente!

Allora, prima di tutto non sono d'accordo sulla distinzione tra estroversi e introversi, perché credo che sia più adatta la contrapposizione estroversione-introversione, qualità entrambe presenti in ognuno di noi.

Quando parlavo di finezza non parlavo del carattere degli introversi, ma della della metafora che sta facendo sullo spostamento evolutivo. Come spesso scrivo, il sesso è involuzione, però devo ammettere che è al tempo stesso anche evoluzione per i motivi che tutti sappiamo. Sono i valori introversi che, se considerati, determinano lo spostamento in avanti della nostra cultura.

Who_by_fire 26-12-2012 01:23

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Warlordmaniac (Messaggio 956539)
Allora, prima di tutto non sono d'accordo sulla distinzione tra estroversi e introversi, perché credo che sia più adatta la contrapposizione estroversione-introversione, qualità entrambe presenti in ognuno di noi.

Sì, d'accordo, a volte si parla di introversi ed estroversi per semplificare.

Quote:

Quando parlavo di finezza non parlavo del carattere degli introversi, ma della della metafora che sta facendo sullo spostamento evolutivo. Come spesso scrivo, il sesso è involuzione, però devo ammettere che è al tempo stesso anche evoluzione per i motivi che tutti sappiamo. Sono i valori introversi che, se considerati, determinano lo spostamento in avanti della nostra cultura.
Fammi capire, tutto questo sarebbe un modo complicato per dire che gli introversi non sono naturalmente fatti per trombare? :D

Warlordmaniac 26-12-2012 02:16

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 956540)
Fammi capire, tutto questo sarebbe un modo complicato per dire che gli introversi non sono naturalmente fatti per trombare? :D

Ahia, mi metti in difficoltà.
L'introversione pura non credo che possa minimamente stimolare l'altra, ma l'introversione pura non esiste.

y 26-12-2012 05:45

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
che bello finalmente un discorso serio sulla fobiasociabile! :applauso:
è un casino da seguire, ma almeno ci si ragiona su seriamente! :pensando: :P

Oda Nobunaga 26-12-2012 06:20

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Warlordmaniac (Messaggio 956491)
In teoria serve. L'introversione dovrebbe esistere proprio per questo, cioè per contrapporsi il selvaggio adattamento estroverso dando la direzione verso il progresso. L'estroversione è la forza bruta dell'adattamento; l'introversione è la finezza, è la direzione.
L'umanità necessita di entrambe (Idiocracy docet).

a me sembra però che ci siano due categorie abbastanza marcate di fobici/introversi/disadattati o qualsiasi sia la definizione che vogliamo dare.
mi sembra che ci sia chi ha le potenzialità ma è isolato o quasi per un rifiuto più o meno coscenzioso delle dinamiche sociali medie. magari quando si mette in gioco ha la sua dose di soddisfazioni, ma è il gioco stesso a non risultare congeniale.

altri che vorrebbero far parte del gioco, ma per limiti umani e caratteriali risultano tagliati fuori totalmente contro volontà.

il risultato poi è simile, ma i valori che prendi in considerazione come base sono opposti

muttley 26-12-2012 14:12

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 956473)
Io non sono d'accordo. Questo sembra semplicemente un punto di vista cognitivo-comportamentale molto sbilanciato verso il cognitivismo

Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 956473)
L'evitante non è che cerca a priori la solitudine: fugge da una condizione di socialità ipocrita, non rispettosa, ed estremamente stressante.
In primis, non è quello che ha dentro che lo spinge ad evitare, ma quello che trova fuori.
E, ripeto, quello che trova fuori non è una sua ideazione paranoide, ma la dura realtà dei meccanismi sociali.

Solo una cosa possiamo sapere con sicurezza delle dinamiche socio-relazionali nelle loro manifestazioni più spicciole, ovvero il fatto che non possiamo essere dentro la testa delle altre persone e comprendere con certezza cristallina cosa gli altri pensano e ragionano sul nostro conto. Quanto c'è di vero e quanto è invece basato su nostre supposizioni? Questo dovrebbe insegnare il cognitivismo, ovvero affrontare la natura dei rapporti umani adottando un approccio il più possibilmente prossimo all'obiettività, tenendo conto di ciò che pare essere il frutto di un nostro bias, cercandone le prove e le controprove. A me pare invece che la maggioranza delle persone si limiti a osservare ciò che sembra confermare una propria visione preconcetta (e non mi riferisco solo agli introversi, anzi) e a questa aderire adducendo soltanto episodi che vorrebbero confermarla. Un po' come fanno i fanatici delle terapie alternative :D E visto che tu dici di esserti basato sulle tue esperienze personali, non posso fare a meno che citarti le mie: da quando ho modificato i miei preconcetti su come pensavo di essere percepito dagli altri (sfigato/introverso/socialmente inetto e quant'altro) ho cominciato ad ottenere i primi risultati. E mi riferisco anche a quelli che sembravano essere gli atteggiamenti maggiormente ricorrenti nei miei confronti: il non essere ascoltato, l'essere interrotto e altri episodi di marginalizzazione vera o presunta.

Who_by_fire 26-12-2012 15:59

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 956761)
non posso fare a meno che citarti le mie: da quando ho modificato i miei preconcetti su come pensavo di essere percepito dagli altri (sfigato/introverso/socialmente inetto e quant'altro) ho cominciato ad ottenere i primi risultati. E mi riferisco anche a quelli che sembravano essere gli atteggiamenti maggiormente ricorrenti nei miei confronti: il non essere ascoltato, l'essere interrotto e altri episodi di marginalizzazione vera o presunta.

Ma certo, anche a me a volte è capitato ciò che dici. Ma questo non vuol dire che prima fosse "tutta immaginazione": al contrario, l'atteggiamento e il comportamento escludenti che subivamo erano perfettamente reali.
Poi è successo che la tua/mia recitazione© è cambiata (non la nostra interpretazione di ciò che avviene all'esterno), e con essa la percezione che gli altri hanno di te/me; e a questa percezione di maggior Normalità™ o Sicurezza™ si associano atteggiamenti più convalidanti e meno disconfermanti da parte degli altri.

Ora, perché la nostra recitazione© ad un certo punto è cambiata?
La tua risposta presumibilmente -correggimi se sbaglio- è che è cambiata grazie alla maturazione e alla comprensione che la sensazione di esclusione era solo frutto della nostra immaginazione: tolto il pensiero disfunzionale, tolto il problema.
La mia risposta, in base alla mia esperienza personale, invece è che la recitazione è cambiata grazie a:
1. impegno lento e costante nel migliorarla,
2. cambiamenti casuali e favorevoli di contesto sociale.
Io non ho cambiato in modo sostanziale la mia percezione degli altri: ho cambiato il mio modo di comunicare.
E il cambiamento nel modo di vedere gli altri (che pure in un certo senso c'è stato) è più la conseguenza che la causa di un miglioramento di comunicazione, anche se poi naturalmente tutto entra nel mix e influisce in modo positivo.


In sintesi: per il destino sociale di una persona, tutto dipende molto di più dall'immagine che gli altri hanno di lei (cioè l'apparenza©) che dall'immagine che lei hai degli altri, e questo perché ovviamente sui comportamenti sociali effettivi la maggioranza ha più influenza del singolo.
(btw, leggi anche la citazione di Marx che c'è nella mia firma, che per puro caso vedo che può c'entrare con quello che stiamo dicendo)

muttley 27-12-2012 00:37

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Io resto dell'idea che per apparire diversi esteriormente e quindi apprendere modalità comunicative differenti, sia prima necessario cambiare interiormente. In passato ho reputato valida la soluzione di migliorare la mia comunicazione verbale, apparendo (si badi bene all'importanza di questa parola) più spigliato e talkative e già questo mi aveva fatto guadagnare punti nonché risalire dal mio autoisolamento forzato. Ma il vero salto di qualità me l'ha fatto fare la maturazione interna, ovvero quella che mi ha portato a capire che prima di tutto devo filtrare gli input dell'esterno attraverso un'altra ottica.
Prima mi lasciavo ferire piuttosto facilmente da determinati commenti, ora cerco sempre e comunque di osservarli da un altro punto di vista, adottando la prospettiva secondo la quale l'intento denigratorio non è sempre presente nella comunicazione altrui, anzi spesso è il prodotto di un mio pregiudizio autosvalutativo che si aggrappa a qualsiasi minimo segnale di scherno e derisione (vero o preseunto). Quando smetti di pensare a te stesso come ad un soggetto debole e passibile di prese in giro, allora cominci davvero a raccogliere i primi frutti. Ma per fare tutto ciò ho dovuto interrompere qualsiasi considerazione positiva o negativa che avevo di me stesso, iniziando a percepirmi come un soggetto neutro...ho insomma fatto mia la regola della depersonalizzazione.

ElectricF2 27-12-2012 01:31

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
tutti questi discorsi,tipo quelli di Muttley (anche condivisibili per carità) vanno però a farsi benedire quando il timido incontra solo ostilità nei suoi confronti,ma non perchè non si relaziona o evita o perchè pensa negativo e che ingigantisce tutto ingiustificatamente,ma solo per il fatto di essere timido.cioè quando gli altri lo inquadrano meglio e capiscono che si tratta di un timido,diventano ostili e fanno di tutto per non andarci d'accordo.

e poi diciamolo,molti ma molti ragazzi/e sono cattivi con gli sfigati timidi,vogliono farli andare male le cose apposta,non è paranoia,succede davvero,poi quelli più merdosi si trascinano dietro anche gli altri,perchè il gruppo sociale è come un gregge,uno ti vuole male e si trascina anche gli altri,e tu ti trovi solo contro tutti,sei nemico di tutti senza aver fatto niente a nessuno

come si esce da tutto ciò?
niente finisci isolato,passano gli anni,diventi adulto e fine,non ne esci più,perchè poi è ancora più difficile

Myway 27-12-2012 01:38

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da ElectricF2 (Messaggio 957524)
tutti questi discorsi,tipo quelli di Muttley (anche condivisibili per carità) vanno però a farsi benedire quando il timido incontra solo ostilità nei suoi confronti,ma non perchè non si relaziona o evita o perchè pensa negativo e che ingigantisce tutto ingiustificatamente,ma solo per il fatto di essere timido.cioè quando gli altri lo inquadrano meglio e capiscono che si tratta di un timido,diventano ostili e fanno di tutto per non andarci d'accordo.

e poi diciamolo,molti ma molti ragazzi/e sono cattivi con gli sfigati timidi,vogliono farli andare male le cose apposta,non è paranoia,succede davvero,poi quelli più merdosi si trascinano dietro anche gli altri,perchè il gruppo sociale è come un gregge,uno ti vuole male e si trascina anche gli altri,e tu ti trovi solo contro tutti,sei nemico di tutti senza aver fatto niente a nessuno

come si esce da tutto ciò?
niente finisci isolato,passano gli anni,diventi adulto e fine,non ne esci più,perchè poi è ancora più difficile

Dopo una certa età si può ragionare solo per eccezioni....ti fidanzi e trovi l'eccezione, esci se trovi l'amico com eeccezione ecc...
A mio parere anni e anni in un certo modo fanno vedere le cose nere al massimo, ma non vuol dire che sia una realtà che ci autocreiamo, un 10-15 % magari di esagerazione e paranoia ci può stare, ma non di più , il resto purtroppo è riscontro reale....poi non è detto ch egli altri ci trattino così solo per cattiveria o per sentirsi superiori, magari non riescono proprio , non gli è possibil estabilire una comunicazione decente, noi possiamo fare qualch esforzo ma anche gli altri dovrebbero farlo, invece per loro esiste solo una modalità fissa , o sei in linea con quella o bye bye...

ElectricF2 27-12-2012 01:42

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Myway (Messaggio 957531)
Dopo una certa età si può ragionare solo per eccezioni....ti fidanzi e trovi l'eccezione, esci se trovi l'amico com eeccezione ecc...
A mio parere anni e anni in un certo modo fanno vedere le cose nere al massimo, ma non vuol dire che sia una realtà che ci autocreiamo, un 10-15 % magari di esagerazione e paranoia ci può stare, ma non di più , il resto purtroppo è riscontro reale....poi non è detto ch egli altri ci trattino così solo per cattiveria o per sentirsi superiori, magari non riescono proprio , non gli è possibil estabilire una comunicazione decente, noi possiamo fare qualch esforzo ma anche gli altri dovrebbero farlo, invece per loro esiste solo una modalità fissa , o sei in linea con quella o bye bye...

esatto,perchè loro hanno il coltello dalla parte del manico

Kalimero 27-12-2012 05:25

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da ElectricF2 (Messaggio 957524)
tutti questi discorsi,tipo quelli di Muttley (anche condivisibili per carità) vanno però a farsi benedire quando il timido incontra solo ostilità nei suoi confronti,ma non perchè non si relaziona o evita o perchè pensa negativo e che ingigantisce tutto ingiustificatamente,ma solo per il fatto di essere timido.cioè quando gli altri lo inquadrano meglio e capiscono che si tratta di un timido,diventano ostili e fanno di tutto per non andarci d'accordo.

lo stesso accade per i brutti con le donne o con la società in generale, che si mostra sempre ostile, e parlo anche di brutti con un carattere normale o persino estroversi
un brutto, spacciato con le donne, per emergere deve faticare il decuplo di un bello in ogni campo
se oltre ad essere brutto sei anche molto timido sei condannato definitivamente

muttley 27-12-2012 09:20

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da ElectricF2 (Messaggio 957524)
tutti questi discorsi,tipo quelli di Muttley (anche condivisibili per carità) vanno però a farsi benedire quando il timido incontra solo ostilità nei suoi confronti

Il massimalismo di questo tuo punto di vista si attacca perfettamente a quello di Kalimero un paio di post sotto, perché entrambi partite da posizioni riduzioniste e, appunto, vittimiste.

clizia 27-12-2012 13:24

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 955398)
La società può essere discriminante nei confronti di un'infinità di categorie umane, spesso anche gli atteggiamenti "antipodali" al nostro (cioè quello timido e introverso) sono soggetti a forme di marginalizzazione. Il timido non possiede necessariamente lo status di reietto numero uno di questa società, che potrà anche ergere barriere discriminatorie nei suoi confronti ma secondo me è fondamentale l'apporto del singolo, ovvero la tua percezione della situazione, quanto di tuo ci metti nell'introiettare e processare le informazioni che ti vengono dall'esterno. Quante volte ho visto e sentito persone dire "quelli mi stanno escludendo, quelli mi odiano" e non ho notato affatto il minimo segnale di marginalizzazione?

Sono rimasta indietro nella discussione, quindi rispondo solo a questo post, perchè il mac di mio padre funziona molto, molto male.
Il fatto che le categorie umane discriminate siano molte, ciò non significa che io debba ridimensionare il senso di indignazione che provo nell'assistere a qualsivoglia tipo di ingiustizia. A me le ingiustizie e le discriminazioni danno fastidio tutte, che riguardino gli indios guatemaltechi, gli omosessuali o i timidi. Il fatto che questa condizione di svantaggio sia vissuta da più categorie, non è la scusa per ridimensionare o sottovalutare il problema che vive un'intera categoria di persone.
Il problema su come vengano rielaborate le informazioni provenienti dall'esterno non mi pare che riguardi esclusivamente la categoria degli introversi, anzi. E' la comunicazione umana stessa che è intrinsecamente soggetta a fraintendimenti e a interpretazioni soggettive, dato che ancora non siamo dotati di telepatia. Mi pare che letteratura e filosofia si sono occupate a lungo del tema dell'incomunicabilità. Ciò non toglie che, al di là dei problemi inerenti all'uso del linguaggio tra gli uomini, dei problemi reali legati alla marginalizzazione di coloro che usano stili comunicativi diversi siano reali e non frutto di paranoia. A sentir te, tutti gli introversi/timidi/fobici sono necessariamente affetti da disturbo paranoico di personalità!



Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 955398)
Io resto della mia idea, ovvero il fatto che è importantissimo l'elemento personale, che ritengo essere uno dei principali fattori nella creazione dell'immagine che si ha di sé. Indubbiamente sono le circostanze esterne a contribuire nello sviluppo della personalità e questo avviene soprattutto nei primissimi anni di vita, quando il nostro cervello deve ancora sviluppare l'enorme quantità di connessioni neurali che faranno parte della sua struttura negli anni successivi. Eppure anche dopo è possibile modificare (con maggiori difficoltà, è ovvio) percorsi neurali che sembrano essere così stabili e immodificabili. Quando una persona acquisisce libertà d'azione e maggiore consapevolezza (quest'ultima non è comunque così scontata) ha dalla sua la possibilità di potersi affrancare da un'immagine autosvilente maturata in precedenza. E' principalmente una questione di volontà.

Ripeto, è giusto modificare i meccanismi disfunzionali che governano la nostra mente, ma non puoi ridurre l'intero problema che stiamo affrontando a un problema di percezione distorta dei segnali del prossimo da parte del timido. Per me la marginalizzazione che egli è costretto a subire è inerente alla natura della nostra società competitiva e arrivista, che privilegia il fare alla riflessione. Ti consiglio di comperarti il libro di S. Caine "Quiet, il potere degli introversi", poi mi dirai. Per me il tuo discorso non è errato, ma riduttivo sì.


Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 955398)
Se una persona non desidera conformarsi a determinate regole sta anch'ella portando avanti un atto dettato dal libero arbitrio, frutto di una scelta personale e come tale non dovrebbe patire in modo atroce la solitudine e l'esclusione ma è la principale artefice del suo status sociale. Ha mantenuto fede nei propri valori e come tale non dovrebbe provare rimpianto alcuno.

Infatti, personalmente, quando la solitudine era frutto di scelta non ho mai patito alcun sentimento di esclusione o risentimento, né ho mai sofferto il fatto di essere "diversa" dalla massa. Ma se permetti, ho patito giustamente altre cose, come l'essere attaccata, l'essere presa in giro per le mie scelte di vita e le mie caratteristiche "anomale". Questo non si può patire oppure dobbiamo rimanere impassibili come androidi? Posso esternare la mia sofferenza per quello che ho subito o devo essere tacciata di essere pure cattiva per il fatto di provare del risentimento verso le ingiustizie subìte?

Tu dici anche cose giuste, ma ti manca l'empatia verso chi ha sofferto. Persino Cibernella (cyberg bambina) è più empatica di te!!! :D

E comunque tu commetti un errore di fondo: perchè devi definire (come ho letto nei post successivi) per forza il timido o l'introverso come debole? L'uso di questa parola non mi piace! E' tipica di chi ha deciso di sposare una certa prospettiva (quella dlela società attuale) reputandola giusta. Ma se io invece di debole fossi semplicemente più sensibile, delicata e attenta alle sfumature emotive? Perchè questa ricchezza interiore deve essere etichettata banalmente come segno di una debolezza? Tu sposi l'ottica dell'aggressore, scusa se te lo dico! :moltoarrabbiato:
Veramente, leggiti il saggio della Caine e poi ne riparliamo!

Ho letto anche gli interventi di Who_By_fire e li condivido in toto! :)

clizia 27-12-2012 19:04

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Quote:

Originariamente inviata da Kalimero (Messaggio 956484)
questa gente la conosco bene, purtroppo perché ho vissuto per un periodo in un quartiere difficile per giunta in una città molto degradata del meridione, quindi degrado all'ennesima potenza
questi ti maltrattano e deridono anche se non sei prettamente timido, cioè se sei normale caratterialmente, equilibrato insomma, come mi reputo io
perché è gentaglia con forti complessi d'inferiorità e provano odio contro la società e contro chiunque non sia come loro, cioè un bullo arrogante o un delinquente
anche se sei normale questi ti vedono come un 'diverso', un loro non pari, uno che non ha le spalle coperte, quindi si sentono sicuri ad attaccarti
anche perché hanno sempre amicizie pericolose e si sentono protetti da parenti e amici malavitosi
perché presi ad uno ad uno non sono nessuno
una volta mi è capitato che un branco di questi aveva 'attaccato' me ed altri amici di media borghesia, gente normale insomma in una villa, prendendo in giro etc.
poi un giorno trovo uno di questi da solo e si è cagato sotto perché quel giorno ero un pò arrabbiato e l'ho minacciato fregandomene delle sue amicizie malavitose e delle conseguenze, questi capiscono solo il linguaggio della giungla
fiutano dall'aspetto fisico se sei uno che possono sfottere o no, perciò devi reagire violentemente con questa gentaglia, non c'è altro modo

Ciao Kalimero,
scusami se non ti ho risposto subito. Mi ritrovo molto nella descrizione della periferia che fai tu riguardo alle grandi città. Anche io, in fondo, mi reputo una ragazza nella media, seppur timida e un po' insicura, ma lavorare in un quartiere degradato come quello in cui mi ritrovo quest'anno è veramente dura. Già sto male alla sola idea di dover riprendere il lavoro il 7 di gennaio. Il problema è che io devo stare molto attenta a come gestire le relazioni con questa "gent-aglia", perchè lavorando come insegnante non posso ricorrere a minacce o a maniere troppo forti, dato che ricopro un ruolo istituzionale. Vedremo se riuscirò a sopravvivere, anche se a volte temo di non farcela ad arrivare fino a fine anno. Comunque concordo con te nell'idea che questa violenza sia figlia di miseria, frustrazione, odio verso la società e complessi di inferiorità, malcelati dietro atteggiamenti spacconi e forza bruta.

passenger 27-12-2012 19:45

Re: la gente mi/ci odia. Motivo: esistiamo.
 
Ho comprato il testo di Watzlawick, poi vi faccio sapere cosa ne penso :mrgreen:

Adesso mi intriga anche questo suggerito dalla clizia :mrgreen:


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