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Originariamente inviata da paccello
(Messaggio 424206)
Ma è palesemente il meno estroverso!
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...e cosa c'entra???
Quello in basso a destra c'ha una faccia da sfigatone mai visto (può essere estroverso quanto vuole, ma la faccia da sfigato non gliela toglie nessuno... :D), mentre l'altro che slingua è semplicemente
disgustoso (per il suo modo di presentarsi: anche qui, può essere estroverso quanto vuole, ma
fa schifo).
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Originariamente inviata da Winston_Smith
(Messaggio 424312)
Quindi se uno ammira Dante Alighieri deve per forza provare a fare lo scrittore o il poeta? E se uno non ne avesse la vocazione, che fa, si spara?
E' così inconcepibile avere un interesse puramente "passivo" (denotazione che implica in sè un giudizio "morale", di merito, e che io aborro: non esistono interessi "passivi", per me) per determinati argomenti? E' un male?
Rivendico con tutta la forza di cui sono capace la pari dignità per i miei interessi, e il mio diritto di non avere inclinazione per quelli degli altri, almeno nella stessa misura in cui gli altri non hanno inclinazione per i miei.
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Originariamente inviata da paccello
(Messaggio 424370)
Sì ma Winston, non devi convincere noi. Anche i miei interessi sono passivi, ma mi rendo conto agli occhi delle tipe possono non interessare quanto quelli di uno che FA qualcosa. A dire il vero, mi fa (si fa per dire...) sorridere l'andare appresso delle ragazze e ragazzine a qualunque stronzo che imbracci uno strumento, visto che appunto, ad una certa età lo fanno cani e porci.
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Secondo la mia modesta opinione ed esperienza, non è l'essere
attivo o
passivo di un interesse (manco si parlasse di pratiche sessuali gaie :D) a fare la differenza, ma... il SAPERLO (E IL VOLERLO) ESPRIMERE. In effetti, uno può avere anche la passione più letteralmente
passionale e profonda (nel mio caso, il cinema ovviamente), ma se non è in grado di trasmetterla in qualche modo agli altri, come potranno costoro capire la nostra passione? Attenzione: per "trasmettere" non voglio dire né che si debba cercare di convertire gli altri alle nostre passioni, né che si debba dimostrare in qualche modo (forzato) di possederla. Per "espressione" intendo il mettere a nudo la propria anima e renderla visibile agli altri. Il che non significa comunque che a quel punto gli altri possano/debbano necessariamente comprenderla! Ma senza espressione è
impossibile che qualcuno ci comprenda e quindi possa mostrarsi interessato/a a noi. Per fare un esempio cinematografico, Marco Bellocchio a 25 anni prima di girare i suoi film, da "I pugni in tasca" a "Vincere", poteva benissimo avere (anzi, non dubito che avesse) le stesse identiche idee e convinzioni che avrebbe espresso poi nei suoi film, ma se non le avesse espresse sarebbero rimaste semplicemente idee sue e basta. Nessuno sarebbe stato interessato dai suoi film e nessuno lo avrebbe amato come regista. Il punto che voglio sottolineare con questo esempio non è tanto la vasta platea che un regista può raggiungere (se Bellocchio non fosse diventato regista o in generale artista, le sue idee le avrebbe probabilmente espresse solo alla sua cerchia di conoscenti), quanto il
modo in cui può esprimerle: tra il sentire Bellocchio parlare di ribellione (ad esempio in un'intervista), e il vedere una scena de "I pugni in tasca" o "L'ora di religione", c'è una differenza espressiva abissale; lo stesso discorso vale per una marea di grandi registi, che non sono certo dei grandi oratori ma che hanno trovato
altrove (per fortuna!!!) la loro forza espressiva. Attenzione però a non fraintendere: non voglio dire che si debbano per forza avere grandi mezzi per esprimersi! Magari qualcun altro esprimerebbe meglio le stesse idee parlando che non attraverso le immagini di un film... Quello che mi preme sottolineare è che la chiave per
esprimersi, e quindi mettere a nudo la propria anima, e quindi interessare gli altri perché la nostra personalità diviene loro
visibile, sta nel trovare innanzitutto il proprio
mezzo espressivo, che può essere per qualcuno parlare oralmente, per qualcuno suonare uno strumento, per qualcun altro disegnare, per qualcun altro ancora scrivere, etc. L'importante, almeno dal mio punto di vista, non è che tipo di interesse si ha, ma in primis l'amore sincero che si nutre per questo interesse (per cui, fare qualcosa solo per piacere alle/ai ragazze/i è una grande caxxata), e poi la capacità di esprimerlo (=renderlo visibile). Nella mia esperienza, ho constatato che le persone che mi risultavano più interessanti non erano quelle che avevano interessi più interessanti (scusate la ripetizione :D) o più vicini ai miei, ma quelle che in qualche modo sapevano esprimerli, comunicarli, condividerli con gli altri con una passione davvero trascinante. Anche (
anche) da queste considerazioni, ha trovato quindi finalmente una forma concreta la mia idea di creare un blog cinematografico prendendo atto (accettando cioè) un mio limite: non sono in grado di comunicare la mia passione per il cinema per via orale, almeno non quanto io possa fare scrivendone. Ma scrivere è una cosa che mi piace da sempre, e il sogno di creare un catalogo di mie recensioni di film ce l'ho fin da piccolo, quindi:
1) creando il mio blog non mi sono certo "piegato" al desiderio di interessare agli altri, se questo sarà un effetto mi farà ovviamente piacere, ma sarà un effetto per così dire "collaterale";
2) scrivere recensioni è per me innanzitutto un atto d'amore nei confronti del cinema e in particolare dei film che amo, e in un certo senso lo faccio molto più per me stesso (e per loro, i film) che non per gli altri (come diceva Virginia Woolf — senza voler ovviamente io ambire a raggiungere i suoi risultati :D — il piacere profondo è scrivere, quello superficiale essere letti);
3) scrivere è una forma comunicativa che sento a me più vicina (e, per quanto mi riguarda, la trovo più espressiva) rispetto al comunicare oralmente.