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Warlordmaniac 03-08-2010 22:07

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Markettino (Messaggio 384039)
Sorry pensavo fosse implicito..
La ricerca di queste persone è di un divertimento alternativo..
Esplico..
Se in un locale della mia splendida cittadina vedi sempre le stesse facce e ascolti sempre un determinato tipo di musica è logico ed inevitabile che si cerchi di cambiare..
Se nella stessa ci sono due locali con la caratteristiche suddette e nella metropoli ce ne sono cento con caratteristiche diverse è altrettanto logico ed inevitabile che si fugga velocemente..
Mi limito a questi esempi non aggiungo altro...:)

Tu pensi che sarebbe stato lo stesso divertimento se costoro vivessero lì o se si spostassero verso "il grande capoluogo del divertimento"?

Rimini per i riminesi che cos'è? Venezia per i veneziani che cos'è? Non pensi che l'amante abbia un maggiore fascino della moglie?

LordJim 03-08-2010 22:24

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 383974)
ok, fammi un esempio determinante della differenza tra Europa e USA.

ammetto di avere un pregiudizio nei confronti della società statunitense perciò tralascio di rispondere altrimenti si inizia a parlare di politica.


Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 383974)
ma come fai? am se vivi a Milano e lavori dall'altra parte della città?
la frenesia ti piomba addosso anche solo come riflesso del caos che genera
un agglomerato di persone così concentrato.
la metropoli è un po' come internet, ti velocizza e ti moltiplica le opportunità ma per la stessa ragione non puoi valutarle con la dovuta pazienza.
è ragionare sulla quantità. e questa è anche una mentalità sciocca che accompagna le lamentele del "qui a Canicattì non c'è niente, vuoi mettere Palermo? a Palermo non c'è niente, vuoi mettere Milano? a Milano non c'è niente vuoi mettere Londra? ecc."
ma quando un posto ha un cinema, dei pubs, dei bar, disco (e qualsiasi paesone di media dimensioni ha almeno 2 o 3 di queste cose), ma che cosa vuoi di più
per aggregare le persone?
una moltiplicazione infinita di locali per giocare sulla legge dei grandi numeri?
allora tanto vale usare internet e i social network.

se te ne stai in casa è uguale che tu viva in città o che tu viva in campagna.
se invece ti immergi nella vita cittadina dovrai per forza adeguarti alla movida
metropolitana, ai grandi assembramenti di persone, ecc.
sinceramente io vado a bermi una birra nel pub della provincia, dove la dimensione è sicuramente più a misura della mia personalità.

Va bene a te piacciono le città di provincia però dipingi la metropoli come un ambiente costrittivo: per te tutti gli abitanti della città sono frenetici e senza identità. Beh non è vero.
Nessuno ti impone di fare niente, sei libero di scegliere. Ognuno è libero di assecondare o meno gli impulsi cittadini che predilige: nessuno ti viene a stanare in casa se manchi un appuntamento.
Perché vedi quest'obbligo di partecipare alla movida o ai grandi assembramenti? Si può benissimo vivere da eremita anche a Roma o a Milano!

Poi non ho niente contro i piccoli paesi o le città di provincia, solo non mi piace questo sputare sulle metropoli.

Ritornando al tema della discussione: se una persona ha problemi personali non li risolve spostandosi dalla città alla campagna o viceversa. I problemi se li porta dietro.

barclay 04-08-2010 00:50

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Io sono nato in una metropoli e c'ho vissuto a lungo, poi mi sono trasferito in una piccola città. Facendo il confronto, ho sempre avuto l'impressione che nella provincia il conformismo è dominante: tutti vestiti allo stesso modo, tutti con la stessa auto, tutti che vedono gli stessi film al cinema e gli stessi programmi in TV, tutti che leggono gli stessi (pochi) libri, tutti che vanno in vacanza nello stesso posto, ecc. Penso sempre che Dio abbia dato all'uomo il libero arbitrio affinché egli potesse rinunciarvi.

paccello 04-08-2010 09:32

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Warlordmaniac (Messaggio 384052)

Ma se per raggiungere "qualcosa" bisogna sempre spostarsi ed andare in città, dove sta questa grande superiorità del paese? Capisco di più quando si parla di città di medie dimensioni in cui quel che si trova è considerabile sufficiente. E capisco di più il discorso se mi si parla di maggior bisogno di tranquillità come lo può avere gente di una certa età. Francamente sono d'accordo con LordJim.

Warlordmaniac 04-08-2010 11:02

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da paccello (Messaggio 384135)
Ma se per raggiungere "qualcosa" bisogna sempre spostarsi ed andare in città, dove sta questa grande superiorità del paese? Capisco di più quando si parla di città di medie dimensioni in cui quel che si trova è considerabile sufficiente. E capisco di più il discorso se mi si parla di maggior bisogno di tranquillità come lo può avere gente di una certa età. Francamente sono d'accordo con LordJim.

Io vengo da un comune piccolissimo e abitare in città piace. Però non è che se uno non lega nel suo paese, in città diventa l'idolo delle folle, e forse avrà gli stessi problemi che aveva prima.
Tutti i miei interventi sono stati finora di questo tenore. Non sto dicendo che la città fa schifo e che nel paese siamo tutti felici e amici, assolutamente.

Dove sta questa superiorità del paese?
Se ti trasferisci in un paese, vieni più accettato in quanto nuovo abitante nella comunità e questo si vede soprattutto nel fatto che se esci e sei solo, non passi per sfigato perché per loro esci in quel posto perché abiti in quel posto. Chiaro? In città, se sei solo significa che sei stato rifiutato in un altro posto. A Praticello di Gattatico saresti un nuovo praticellese, a Tavullia saresti un nuovo tavulliese, a Roma saresti uno e basta.
Poi c'è il discorso che dicevo sopra della moglie e dell'amante. Vuoi mettere la considerazione di Rimini per un riminese con la considerazione di Rimini per un montanaro valdostano? E' ovvio che vivere in una città ci rende sposi di quella città e non amanti.
Un'altra cosa che ho notato diversa è il bar. Nel paese, di solito, il bar è un punto di ritrovo; nelle città è un punto di passaggio di professionisti che prendono un caffé e leggono il giornale.

JohnReds 04-08-2010 11:17

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Warlordmaniac (Messaggio 384143)
Poi c'è il discorso che dicevo sopra della moglie e dell'amante. Vuoi mettere la considerazione di Rimini per un riminese con la considerazione di Rimini per un montanaro valdostano? E' ovvio che vivere in una città ci rende sposi di quella città e non amanti.
Un'altra cosa che ho notato diversa è il bar. Nel paese, di solito, il bar è un punto di ritrovo; nelle città è un punto di passaggio di professionisti che prendono un caffé e leggono il giornale.

Il problema è che ci vuole fortuna: se per caso non trovi gente congeniale a te nel paesino, sei fregato. Diventi "lo strano del paese" (il che non è poi così impossibile se sei introverso). Nella città ci sarà meno senso di inclusività, meno senso di comunità, ma almeno hai qualche possibilità in più.

Io ad esempio sto in un quartiere (di una città non grande) dove ci sono un paio di bar che sono punti di ritrovo per la gente del posto, ma non mi sono mai trovato bene con i ragazzi che passavano i pomeriggi al "barino". Risultato: stavo solo a giornate. Invece mi ha salvato il fatto di stare in una città, perché alla fine (ma solo dopo un po', essendo Introverso) sono riuscito a farmi degli amici che non stavano nel mio quartiere. Tra l'altro successivamente mi è capitato di conoscere gente del mio quartiere e in questi casi partono i soliti discorsi tipo "non ti avevo mai visto in giro".

Myway 04-08-2010 11:31

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 384144)
Il problema è che ci vuole fortuna: se per caso non trovi gente congeniale a te nel paesino, sei fregato. Diventi "lo strano del paese" (il che non è poi così impossibile se sei introverso). Nella città ci sarà meno senso di inclusività, meno senso di comunità, ma almeno hai qualche possibilità in più.

Io ad esempio sto in un quartiere (di una città non grande) dove ci sono un paio di bar che sono punti di ritrovo per la gente del posto, ma non mi sono mai trovato bene con i ragazzi che passavano i pomeriggi al "barino". Risultato: stavo solo a giornate. Invece mi ha salvato il fatto di stare in una città, perché alla fine (ma solo dopo un po', essendo Introverso) sono riuscito a farmi degli amici che non stavano nel mio quartiere. Tra l'altro successivamente mi è capitato di conoscere gente del mio quartiere e in questi casi partono i soliti discorsi tipo "non ti avevo mai visto in giro".


Ma infetti si parte dal presupposto che stiamo parlando di persone con difficoltà nel socializzare, altrimenti puoi star bene al paesello, in città al mare o dove vuoi.
Soprattutto arrivato ad una certa età nel paese è difficile fare chissà quant econoscenze nuove ed i diversivi sono pochissimi.
In città, invece, qualcosa per tenerti occupato presumo la si può trovare con più facilità, ne ho citate alcune nei post precedenti, se inoltre conosci in tal modo 20/30/100 persone nuove, magari è più probabile trovare qualcuno più consono, rispetto ad un paese in cui conosci 3 persone nuove l'anno.

Conosco persone che per motivi di lavoro o studio sono andat ein grandi città italiane o estere e lì sono rimasti, non tornerebbero al paese neanche a riportale indietro legate ed imbavagliate.

Warlordmaniac 04-08-2010 11:38

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 384144)
Invece mi ha salvato il fatto di stare in una città, perché alla fine (ma solo dopo un po', essendo Introverso) sono riuscito a farmi degli amici che non stavano nel mio quartiere.

Questi amici come li raggiungi? Quale mezzo e quanti minuti ci vogliono?

paccello 04-08-2010 12:36

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Johnny_Marrone (Messaggio 384142)
Massi, ma lo sai che secondo me sei uguale-uguale a Oceanus? :rolleyes:

L'ho pensato anch'io, il modo di scrivere e le tematiche sono le stesse anche se depurate dalle cose irritanti :)

Winston_Smith 04-08-2010 12:49

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Massi91 in pratica è la versione di Oceanus88 poco prima di trasferirsi a Milano, infatti è di tre anni più piccolo e deve ancora compiere il "grande passo", sembra una specie di Ritorno al Futuro :D

LordDrachen 04-08-2010 12:55

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
meno male. uno come Oceanus a sto forum serve come il pane. fa fare gruppo. :D

JohnReds 04-08-2010 16:29

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
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Originariamente inviata da Warlordmaniac (Messaggio 384148)
Questi amici come li raggiungi? Quale mezzo e quanti minuti ci vogliono?

5-10 minuti al massimo di macchina. venti per i più lontani o se c'è traffico. ma non mi darebbe noia farne di più, se è gente con cui mi trovo bene.

Sarà che a me entrare nel classico barino pieno di vecchietti mi viene l'angoscia. Solita gente, soliti discorsi. Almeno nel bar in centro trafficato non c'è l'imposizione del "dover salutare tutti". Per dirtene una, ho pure rivalutato starbucks.

Poi mi viene in mente dai vecchi racconti di famiglia la vita nelle corti di campagna. Varie famiglie affacciate su un'aia, tensioni altissime da sopportare in nome della convivenza, ambiente chiuso e claustrofobico, ultraconformista. E questa è l'opinione che mi ha dato una persona introversa, tra l'altro.
Almeno dove sto io (classico quartiere residenziale) i vicini (stronzi) non li vedo mai grazie a delle magnifiche e altissime siepi.

A me piace la solitudine delle città: posso parlare solo con chi voglio io, quando lo voglio io. E sopratutto in ogni caso posso stare in mezzo alla gente anche se non riesci a socializzarci perché se esco non c'è un deserto, e nemmeno le crocchie chiuse del paesino. E non è un vantaggio da poco per un introverso.

ansiosissimo 04-08-2010 16:35

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 384270)

A me piace la solitudine delle città: posso parlare solo con chi voglio io, quando lo voglio io. E sopratutto in ogni caso posso stare in mezzo alla gente anche se non riesci a socializzarci perché se esco non c'è un deserto, e nemmeno le crocchie chiuse del paesino. E non è un vantaggio da poco per un introverso.

è quello che penso anche io....bravo John!!

Warlordmaniac 04-08-2010 16:43

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 384270)
5-10 minuti al massimo di macchina. venti per i più lontani o se c'è traffico. ma non mi darebbe noia farne di più, se è gente con cui mi trovo bene.

Io dal mio paese, 10' di macchina verso la cittadina più vicina, 20' verso la cittadina universitaria, 25' verso il capoluogo, 40' verso la cittadina sulla costa.

LordDrachen 04-08-2010 17:19

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 384270)
Sarà che a me entrare nel classico barino pieno di vecchietti mi viene l'angoscia.

sinceramente a me i giovani mettono molta più ansia dei vecchi.
anche perché un vecchio figobullo o figa di legno non esiste. :)

Quote:

Per dirtene una, ho pure rivalutato starbucks.
in Italia non c'è. e meno male. ma questo è un discorso cultural-alimentare.
il rapporto barista-cliente è una delle cose belle del ns. paese.
io amante dell'abitudine voglio un rapporto più personale, non da call-center
come in quelle cazzo di catene che vendono brodaglie.
a parte che il bello del bar è proprio che ognuno è differente e ognuno fa il caffé diverso, con un modo di fare servizio più da artigiano.

Quote:

Varie famiglie affacciate su un'aia, tensioni altissime da sopportare in nome della convivenza, ambiente chiuso e claustrofobico, ultraconformista.
i miei cugini montanari quando possono tornano sempre a casa su tra i monti
a prendere un po' d'aria buona, giocare coi cani, stare in contatto con la natura, in famiglia.

Quote:

A me piace la solitudine delle città: posso parlare solo con chi voglio io, quando lo voglio io.
in quale film? solo che vuoi comprarti due mele devi andare in un supermercato affollato, non dal bottegaio che conosci.
non è per caso che a voi piace la metropoli perché potete annullarvi nella folla così potete evitare ogni contatto?
ma se volete evitare ogni contatto, è una scelta, non una difficoltà a socializzare. c'è una bella differenza.

Quote:

E sopratutto in ogni caso posso stare in mezzo alla gente anche se non riesci a socializzarci
invece per me è la cosa che detesto di più in assoluto.
ed è lo stesso motivo per cui odio le folle, le discoteche, gli assembramenti spersonalizzanti.
stare in mezzo alla gente senza socializzare: alienazione pura.

l'introversione è un'altra cosa, signori.
l'introverso ha una selettività nelle amicizie, predilige i gruppi ristretti, la socializzazione slow... tende ad avere periodi in cui preferisce stare solo,
ma questo non ha niente a che fare con il dileguarsi in mezzo alla folla.
la folla è rumore di sottofondo e parecchio fastidioso anche.

Markettino 04-08-2010 18:26

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Warlordmaniac (Messaggio 384054)
Tu pensi che sarebbe stato lo stesso divertimento se costoro vivessero lì o se si spostassero verso "il grande capoluogo del divertimento"?

Rimini per i riminesi che cos'è? Venezia per i veneziani che cos'è? Non pensi che l'amante abbia un maggiore fascino della moglie?

Può essere come dici anche se ho qualche serio dubbio che un abitante di Milano possa pensare che nel nord Italia esista un centro di divertimento superiore, almeno quantitativamente, al loro..
I Milanesi di mia conoscenza almeno non si lamentano della loro città sotto quel punto di vista..
Il fatto cmq che in una grande città ci siano maggiori possibilità rispetto ad un piccolo centro è incontrovertibile..

JohnReds 04-08-2010 18:58

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384279)
sinceramente a me i giovani mettono molta più ansia dei vecchi.
anche perché un vecchio figobullo o figa di legno non esiste. :)
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in Italia non c'è. e meno male. ma questo è un discorso cultural-alimentare.
il rapporto barista-cliente è una delle cose belle del ns. paese.
io amante dell'abitudine voglio un rapporto più personale, non da call-center
come in quelle cazzo di catene che vendono brodaglie.
a parte che il bello del bar è proprio che ognuno è differente e ognuno fa il caffé diverso, con un modo di fare servizio più da artigiano.
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i miei cugini montanari quando possono tornano sempre a casa su tra i monti
a prendere un po' d'aria buona, giocare coi cani, stare in contatto con la natura, in famiglia.
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in quale film? solo che vuoi comprarti due mele devi andare in un supermercato affollato, non dal bottegaio che conosci.
non è per caso che a voi piace la metropoli perché potete annullarvi nella folla così potete evitare ogni contatto?
ma se volete evitare ogni contatto, è una scelta, non una difficoltà a socializzare. c'è una bella differenza.
----
invece per me è la cosa che detesto di più in assoluto.
ed è lo stesso motivo per cui odio le folle, le discoteche, gli assembramenti spersonalizzanti.
stare in mezzo alla gente senza socializzare: alienazione pura.
----
l'introversione è un'altra cosa, signori.
l'introverso ha una selettività nelle amicizie, predilige i gruppi ristretti, la socializzazione slow...
tende ad avere periodi in cui preferisce stare solo,
ma questo non ha niente a che fare con il dileguarsi in mezzo alla folla.
la folla è rumore di sottofondo e parecchio fastidioso anche.

Innanzitutto, chi ti dice che l'introversione è solo questo?
Tu pretendi che i tuoi gusti personali abbiano una validità universale, hai una concezione tutta tua di introversione e pretendi che sia universale..Te ne rendi conto?

A me non me ne frega nulla del rapporto con il bottegaio, mi piacciono i bar ma mi piace molto anche starbucks (chi lo dice che il bar è superiore per forza, e chi lo dice che a starbucks vendono brodaglie? tu? e chi sei, l'unico uomo dai gusti seri?).
A me il "bottegaio di fiducia, il rapporto barista cliente" non mi interessa, non me ne frega, il rapporto con il barista o l'ortolano non è certo un rapporto profondo, di qualità, è solo un vincolo che ti porta ad andare sempre in quel posto. Per me contano le amicizie vere, ma queste "cordialità di paese" non mi hanno mai interessato. Per me il supermercato enorme, anonimo, tecnologico, è piacevole: hai più disponibilità di scelta e di prezzo, c'è più gente, mi da un senso di libertà.
Ad esempio la ripetitività mi annoia: sempre il solito bottegaio per anni, lo trovo angosciante. Quando vado in un posto mi piace ogni volta scegliere una strada diversa. Fosse per me cambierei sempre, per tutte le cose.

Sono introverso ma non sono un'eremita. Mi piace il rumore di sottofondo della folla (se per te è fastodioso non significa che lo sia per tutti) ma mi piace anche la calma di un paesaggio solitario...posso giocare con il cane nel mio giardino in pieno centro, o portarlo al parco pubblico (non occorre stare in montagna)..A me piace stare nella folla, mi piace la discoteca, mi piace stare mi mezzo alla gente alienandomi, senza per forza dover socializzare...la mattina per andare all'università mi piace prendere il treno da solo, in mezzo alla folla, per stare assorto nei miei pensieri.
Mi piace tutto questo. Eppure sono introverso.
Sono strano o patologico? In base a quali criteri? I tuoi? Bell'esempio di tolleranza! Ai criteri assolutistici dell'estroversione sostituisci i criteri assolutistici di LordDrachen.

logger99 04-08-2010 19:37

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
ma sei cosi sicuro che andare a vivere in una grande citta' sia meglio che vivere in campagna??.voglio dire..coi tempi che corrono e' chiaro che la ricerca della semplicita' provoca meno nevrosi.
Puo' spaventare per la paura d'imbattersi nella solitudine..per non essere cagati da nessuno..ma da i suoi frutti a mio parere.
Io desidererei molto vivere la mia vita in un isola deserta...non per paura degli altri ( ci mancherebbe) ma per sfuggire alla debolezza degli essere umani.Vorrei essere solo con me stesso.E dover comunicare solo con la natura in qualche modo.Se non l ho ancora fatto e' perche' non so come si fa e mi spaventa comunque l'idea.ma di questa cosa sono sicuro: meglio una vita serena e ''senza suggerimenti'' che una vita di sofferenza e pre determinata.

Markettino 04-08-2010 19:43

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Un conto è vivere in un isola deserta con l'intenzione di stare con se stessi..
Un altro è vivere in un piccolo centro in cui, presupponendo che ci sia la volontà di socializzare e conoscere ragazze per esempio, per nutrire la speranza di essere accettato devi omologarti in tutto...
In una grande città non esiste questa omologazione costi quel che costi..
C'è più varietà...

paccello 04-08-2010 19:51

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Sono d'accordo con quasi tutto quello che ha scritto John Reds, a parte il fatto di cambiare sempre strada. Mi piace la possibilità di scegliere, sono selettivo nelle amicizie e prediligo i gruppi ristretti, eppure... si vede che sono un introverso impuro.

LordDrachen 04-08-2010 19:57

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 384285)
Innanzitutto, chi ti dice che l'introversione è solo questo?

nn è solo questo, ovviamente.
ma sono caratteri citati su qualsiasi definizione dell'introversione.
Quote:

Tu pretendi che i tuoi gusti personali abbiano una validità universale, hai una concezione tutta tua di introversione e pretendi che sia universale..Te ne rendi conto?
no affatto. mi rendo invece conto che le motivazioni portate a "favore" della metropoli vadano in aperta antitesi con quello che viene definita introversione.
le motivazioni, non la scelta in se.
Quote:

(chi lo dice che il bar è superiore per forza, e chi lo dice che a starbucks vendono brodaglie? tu? e chi sei, l'unico uomo dai gusti seri?).
perché mi occupo di queste cose. in primis perché sono appassionato di gastronomia. quindi ho una certa conoscenza in materia.
de gustibus ecc ecc, ma se poi scendiamo sull'oggettivo è brodaglia.
i valori organolettici non sono chiacchiericcio.
Quote:

il rapporto con il barista o l'ortolano non è certo un rapporto profondo, di qualità, è solo un vincolo che ti porta ad andare sempre in quel posto.
alcuni negozianti sono anche diventati miei amici. che strano eh?
certo non tutti. il mio vecchio barista ogni tanto lo vado a trovare per vedere come sta anche se ora per motivi logistici uso il bar aziendale.
non tutti i rapporti devono essere le amicizie della vita.
da un rapporto superficiale può sempre nascere altro.
i negozianti e l'abitudine permettono di rompere il ghiaccio piano piano,
cosa che è mi sembra ovvia.
se tu vedi una persona diversa ogni giorno, se sei introverso non legherai mai.
se tu la stessa persona la vedi di continuo prima o poi si stabilirà un rapporto
(o cmq ci sono buone probabilità).
Quote:

Per me contano le amicizie vere, ma queste "cordialità di paese" non mi hanno mai interessato.
mi sta benissimo. son qui che aspetto una spiegazione allora di tutto sto malessere, "se non ti frega niente del prossimo". davvero mi sfugge.
Quote:

Per me il supermercato enorme, anonimo, tecnologico, è piacevole: hai più disponibilità di scelta e di prezzo, c'è più gente, mi da un senso di libertà.
ti stai sbagliando. qui non è proprio questione di gusti, ma di conoscenza minima dell'argomento trattato. un conto è se parli di prezzi, un altro se parli di qualità e scelta. a meno che tu non valuta la varietà di confezioni prima del resto, in quel caso non metto parola.
vuoi che parliamo della Grande Distribuzione e di quello che vende? son qui.
però per favore basta reagire come se fosse tutta una questione soggettiva,
che è una posizione da flame.
Quote:

Ad esempio la ripetitività mi annoia: sempre il solito bottegaio per anni, lo trovo angosciante.
fammi capire: prima sostieni che non te ne frega nulla del rapporto col bottegaio, e poi adesso mi vieni a dire che hai bisogno di cambiare bottegaio
perché se no ti angoscia?
se non te ne fregasse niente del rapporto, seppur superficiale, non dovresti
fare differenziazione se il bottegaio cambia o no.
L'introverso è frustrato dal feedback negativo che riceve, quindi io capisco
se un bottegaio ti sta sulle balle.
Ma l'incomunicabilità e la pulsione a conoscere sempre gente nuova superando quel muro non è un prb dell'introversione. E' un prb generalizzato.

Quote:

A me piace stare nella folla, mi piace la discoteca, mi piace stare mi mezzo alla gente alienandomi, senza per forza dover socializzare...
perché? son curioso.
è una cosa che ho sempre contestato anche agli estroversi.
è completamente illogico, quindi mi piacerebbe sapere dove sta la goduria
di essere in mezzo a ennemila persone senza comunicare.

Quote:

Mi piace tutto questo. Eppure sono introverso.
Sono strano o patologico? In base a quali criteri? I tuoi? Bell'esempio di tolleranza! Ai criteri assolutistici dell'estroversione sostituisci i criteri assolutistici di LordDrachen.
semplicemente trovo che tu abbia pulsioni estroverse in base a quello che ho letto dell'introversione. non che tu sia estroverso, ma meno introverso di me.
hai fatto il test di Eysenck?
e soprattutto: non capisco perchè ti arrabbi tanto.

LordDrachen 04-08-2010 19:59

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da paccello (Messaggio 384307)
sono selettivo nelle amicizie e prediligo i gruppi ristretti,

ma questo infatti è da introversi.

LordDrachen 04-08-2010 20:07

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Markettino (Messaggio 384301)
Un conto è vivere in un isola deserta con l'intenzione di stare con se stessi..
Un altro è vivere in un piccolo centro in cui, presupponendo che ci sia la volontà di socializzare e conoscere ragazze per esempio, per nutrire la speranza di essere accettato devi omologarti in tutto...
In una grande città non esiste questa omologazione costi quel che costi..
C'è più varietà...

eh no, non puoi girare la frittata così.
1) la volontà di socializzare o c'è o non c'è

se c'è:
1) è selettiva
2) o è generalizzata

io capisco l'introverso che sta nell'isola deserta.
in un luogo di massa come la metropoli non c'è omologazione? no ma spero stiate scherzando adesso.
quello che invece mi stupisce è che nel paesone "il metallaro" (per es.) è uno dei ragazzi, nella metropoli è un reietto che deve stare insieme ad altri "metallari".
vi ho fatto un esempio che conosco bene.
nella metropoli non hai un nome, sei un cazzo di numero.
la varietà di scelta è una finta scelta.
è lo stesso motivo per cui in una metropoli si è mediamente più superficiali: è talmente ampia la popolazione che bisogna fare delle scremature colossali a braccio.
a Milano la prima cosa che han detto a due miei amici è stata: "ah, ma siete dei provinciali".
cioè secondo me state pontificando l'inesistente.

paccello 04-08-2010 20:18

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384309)
perché? son curioso.
è una cosa che ho sempre contestato anche agli estroversi.
è completamente illogico, quindi mi piacerebbe sapere dove sta la goduria
di essere in mezzo a ennemila persone senza comunicare.

A me non piace da matti la folla ma se non è folla scalmanata e troppo numerosa provo anch'io una sensazione non negativa (non si chiama "comfort of strangers"?). Tento una spiegazione: l'introverso ha un bisogno di compagnia relativo, intermittente, gli può bastare un tot di tempo in compagnia per poi tornare senza problemi in solitudine. Il "bagnarsi" in una folla è come se gli desse quella piccola quantità sufficiente di contatto con gli altri, e pur magari comunicando niente o pochissimo, colma questo con una quantità sufficiente di riflessioni e "seghe mentali".
Il vedere altre persone -se non si vede mai nessuno si rischia di uscire pazzi, come certi carcerati strong- ed il sapere, percepire di non essere solo al mondo fanno il resto.

LordDrachen 04-08-2010 20:25

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
la folla non fa compagnia se non ci parli, paccello.
a parte che io pensavo alla "discoteca" quindi rientrerebbe in folla scalmanata-numerosa?
cosa intendevi tu?

il bisogno di compagnia relativo e che mi fa estraniare se passo più di 3 ore anche coi miei migliori amici è però di tipo qualitativo, non quantitativo. (appunto).
cioè quel "basso bisogno" è soddisfatto da persone fidate e scelte, la folla aumenta ancora di più quel senso di inadeguatezza alla socializzazione.
proprio perché la folla è "noise" che mi impedisce di pensare e che mi fa sentire diverso: non mi diverto, non mi lascio andare (a meno di non sentire un'affinità d'animo cosa che succede solo qualche volta coi metallari... ma sull'antropologia metallara si aprirebbe un OT infinito).

paccello 04-08-2010 20:28

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384323)
la folla non fa compagnia se non ci parli, paccello.
a parte che io pensavo alla "discoteca" quindi rientrerebbe in folla scalmanata-numerosa?
cosa intendevi tu?

1.Eh che ti devo dire, consultiamo uno psicologo.
2.Pensavo a un assembramento tipo gente ad un concerto, ad un qualche evento.

Markettino 04-08-2010 20:29

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384311)
eh no, non puoi girare la frittata così.
1) la volontà di socializzare o c'è o non c'è

se c'è:
1) è selettiva
2) o è generalizzata

io capisco l'introverso che sta nell'isola deserta.
in un luogo di massa come la metropoli non c'è omologazione? no ma spero stiate scherzando adesso.
quello che invece mi stupisce è che nel paesone "il metallaro" (per es.) è uno dei ragazzi, nella metropoli è un reietto che deve stare insieme ad altri "metallari".
vi ho fatto un esempio che conosco bene.
nella metropoli non hai un nome, sei un cazzo di numero.
la varietà di scelta è una finta scelta.
è lo stesso motivo per cui in una metropoli si è mediamente più superficiali: è talmente ampia la popolazione che bisogna fare delle scremature colossali a braccio.
a Milano la prima cosa che han detto a due miei amici è stata: "ah, ma siete dei provinciali".
cioè secondo me state pontificando l'inesistente.

Ohi Lord non prendertela tanto a male...
Io, come penso anche te, espongo il mio pensiero che è il risultato della mia esperienza diretta e non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di pontificare alcunchè..
Io vivo dalla nascita in una città di provincia neanche piccola e, in base a quello che ho osservato vivendo , ho tratto quelle che sono le mie conclusioni che ti sono andato ad illustrare precedentemente..
Aggiungo che...
1) Se nella mia città non, a titolo di esempio, vai a ballare in determinati locali la sera (che sono tre in tutto) o non vai in altri a fare aperitivo vieni schedato come "sfigato" senza neanche passare dal via...
2) Se hai gusti musicali alternativi, sempre a titolo di esempio, in una città di provincia hai meno sbocchi ed è inevitabile che sia cosi..
3) Se malaugaratamente, come è successo a me, per motivi anche legittimi fai una cazzata (niente di perseguibile penalmente cmq) la voce gira e SEI FINITO (mi sono rifatto ma ho dovuto chiudermi in casa per anni)..
In una grande città, che tu lo voglia o no, invece...
1) La varietà di locali e generi musicali è tale e tanta che puoi andare ovunque senza paura di essere giudicato..
2) Vedi sopra.
3) Puoi tranquillamente rifarti un giro in poco tempo..
Essendo un numero, come dici giustamente tu, nessuno ti caga...

LordDrachen 04-08-2010 20:45

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Markettino (Messaggio 384326)
1) Se nella mia città non, a titolo di esempio, vai a ballare in determinati locali la sera (che sono tre in tutto) o non vai in altri a fare aperitivo vieni schedato come "sfigato" senza neanche passare dal via...
2) Se hai gusti musicali alternativi, sempre a titolo di esempio, in una città di provincia hai meno sbocchi ed è inevitabile che sia cosi..
3) Se malaugaratamente, come è successo a me, per motivi anche legittimi fai una cazzata (niente di perseguibile penalmente cmq) la voce gira e SEI FINITO (mi sono rifatto ma ho dovuto chiudermi in casa per anni)..
In una grande città, che tu lo voglia o no, invece...
1) La varietà di locali e generi musicali è tale e tanta che puoi andare ovunque senza paura di essere giudicato..
2) Vedi sopra.
3) Puoi tranquillamente rifarti un giro in poco tempo..
Essendo un numero, come dici giustamente tu, nessuno ti caga...

non me la prendo, stiam discutendo e basta :)

1) a Reggio Emilia è uguale. ma vale anche a MIlano, solo che i locali sono 10.
ovviamente tutti uguali.
se ti piace musica diversa devi fare km in auto sia dentro la città sia da paese a città. io ad esempio vado nei pub della provincia, non in quelli in città.
2) se mi parli di concerti ti do ragione. per il resto fare una tangenziale o una strada provinciale cambia poco. puoi sempre fare una capatina nella città vicina.
3) se ti va di spiegarmi meglio, sarebbe più comprensibile. poi non voglio forzarti eh, se è una cosa personale...

JohnReds 04-08-2010 21:14

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384309)
nn è solo questo, ovviamente.
ma sono caratteri citati su qualsiasi definizione dell'introversione.

no affatto. mi rendo invece conto che le motivazioni portate a "favore" della metropoli vadano in aperta antitesi con quello che viene definita introversione.
le motivazioni, non la scelta in se.

L'introversione è un concetto psicologico. Soffre di limiti enormi dovuti al fatto che la mente umana è troppo complessa. Se il concetto di introversione è in antitesi con i gusti espressi da alcuni intorversi, allora il problema è del paradigma troppo limitato, non di chi esprime gusti strani.

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384309)
perché mi occupo di queste cose. in primis perché sono appassionato di gastronomia. quindi ho una certa conoscenza in materia.
de gustibus ecc ecc, ma se poi scendiamo sull'oggettivo è brodaglia.
i valori organolettici non sono chiacchiericcio.

Non sono esperto di gastronomia e non conosco le statistiche sui valori organolettici. Tu sei il tipico esperto elitario no-global che giudica negativamente tutto ciò che ha odore di commerciale, ma ti do una notizia: è buono ciò che piace. Giudicare "sbagliata" una cosa solo perché non rispetta i canoni elevati della gastronomia è da presuntuosi. E comunque: non è che io vorrei che esistesse solo starbucks, sono anzi contento che non ci sia in Italia (mi piace la varietà). Però quando vado all'estero ci mangio, e di gran gusto.

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384309)
alcuni negozianti sono anche diventati miei amici. che strano eh?
certo non tutti. il mio vecchio barista ogni tanto lo vado a trovare per vedere come sta anche se ora per motivi logistici uso il bar aziendale.
non tutti i rapporti devono essere le amicizie della vita.
da un rapporto superficiale può sempre nascere altro.
i negozianti e l'abitudine permettono di rompere il ghiaccio piano piano,
cosa che è mi sembra ovvia.
se tu vedi una persona diversa ogni giorno, se sei introverso non legherai mai.
se tu la stessa persona la vedi di continuo prima o poi si stabilirà un rapporto
(o cmq ci sono buone probabilità).

mi sta benissimo. son qui che aspetto una spiegazione allora di tutto sto malessere, "se non ti frega niente del prossimo". davvero mi sfugge.

In realtà non ci ho mai riflettuto molto: non mi va e basta.
Riflettendoci un attimo..il fatto che, con la frequentazione per un periodo più o meno lungo, si possano instaurare delle amicizie, non mi tange, non m'interessa fare amicizia con il tizio con da cui compro il pane. Non interessandomi quel tipo di rapporto, preferisco tagliare quel tipo di contatto sociale che si basa su una banale cortesia di "buon vicinato", sostituendolo con quello meccanico-utilitaristico del cassiere del supermercato. Sono strano? Si, come tutti gli introversi.

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384309)
ti stai sbagliando. qui non è proprio questione di gusti, ma di conoscenza minima dell'argomento trattato. un conto è se parli di prezzi, un altro se parli di qualità e scelta. a meno che tu non valuta la varietà di confezioni prima del resto, in quel caso non metto parola.
vuoi che parliamo della Grande Distribuzione e di quello che vende? son qui.
però per favore basta reagire come se fosse tutta una questione soggettiva,
che è una posizione da flame.

Se la ritengo una posizione soggettiva, non è una posizione da flame: ma un posizione su cui è poco utile discutere (quindi è poco utile cercare di distruggere quella degli altri). E comunque: in generale comprare al supermercato è più economico. Non sono un superesperto, ma la qualità mi soddisfa e sono contento così (La coop non è così male). Non sarà "sana come una volta", ma non ci muoio di certo. E comunque mi sembra indiscutibile che c'è più scelta rispetto alla botteghina. In molti supermercati poi puoi sceglierti la frutta dal banco pezzo per pezzo, e poi pesarla sulle bilance elettroniche.

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384309)
Fammi capire: prima sostieni che non te ne frega nulla del rapporto col bottegaio, e poi adesso mi vieni a dire che hai bisogno di cambiare bottegaio
perché se no ti angoscia?
se non te ne fregasse niente del rapporto, seppur superficiale, non dovresti
fare differenziazione se il bottegaio cambia o no.
L'introverso è frustrato dal feedback negativo che riceve, quindi io capisco
se un bottegaio ti sta sulle balle.
Ma l'incomunicabilità e la pulsione a conoscere sempre gente nuova superando quel muro non è un prb dell'introversione. E' un prb generalizzato.

Non mi frega nulla del rapporto con il bottegaio, ma mi "angoscia" (ho esagerato la cosa, ovviamente) andare sempre nello stesso posto. Qui la differenza è nel luogo: tutti i giorni, sempre i soliti luoghi dove comprare, mi rompo le balle. Non mi piace fare sempre le solite cose.

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384309)
perché? son curioso.
è una cosa che ho sempre contestato anche agli estroversi.
è completamente illogico, quindi mi piacerebbe sapere dove sta la goduria
di essere in mezzo a ennemila persone senza comunicare.

Logica? Ma dove sta la logica nei gusti personali? Sei un po' rigido, le persone non sono classificabili. A me delle discoteche piace innanzitutto la musica, poi mi piace l'ambiente, e non mi dispiace ballare. Certo non da andarci tutte le sere, ma comunque una volta ogni tanto è una serata interessante.

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384309)
semplicemente trovo che tu abbia pulsioni estroverse in base a quello che ho letto dell'introversione. non che tu sia estroverso, ma meno introverso di me.
e soprattutto: non capisco perchè ti arrabbi tanto.

Più che arrabbiato, ho risposto dal tono un po' alterato perché ti ho visto postare - non ho letto tutti i tuoi post, ma ho l'idea che ti accada spesso - col tono di chi ha la verità in tasca.

Io penso di essere introverso ma non so quanto sia possibile dire "più o meno introverso". Il binomio estroversione/introversione è solo una delle semplificazioni utilizzate per studiare la natura umana, che non si misura un tanto al chilo.

Nessuno ha la verità in tasca, anche se fosse il più esperto del mondo su un determinato argomento, l'arroganza giudicante del tuo tono è fuori luogo in un forum che parla di problemi psicologici - una materia che non ha la "stabilità" della fisica, della quale si può dire tutto e il contrario di tutto.

Ti faccio un esempio di come dovresti parlare:

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384323)
la folla non fa compagnia se non ci parli, paccello.

"Secondo il mio personale gusto, la folla non mi fa compagnia se non ci parlo, paccello."

LordDrachen 04-08-2010 21:52

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
cerca di non insegnare agli altri come parlare e misura piuttosto le tue reazioni.
avere un tono polemico alla discussione può dar fastidio certamente, ma non si deve mai uscire dal seminato ed entrare nell'ottica personale.

1) L'introversione è genetica. Per sapere di essere introverso devi sapere cosa vuol dire
introversione. Poi ci sono gradi e livelli differenti e c'è tutta la soggettività del mondo.

2) chi da giudizi personali? no-global, elitari, ecc ecc.
ti ascolti JR? non è buono ciò che piace cmq. anche la droga piace.
non confondiamo un valore oggettivo di un alimento. il gusto va formato (cit.), e non è elitarismo è semplice cultura. ed il ragionamento vale in qualsiasi campo.

3) gli introversi sono strani nella misura in cui sono percepiti strani.
se non ti interessa quel tipo di rapporto, dove sta il tuo malessere?
se ti piace ballare, ecc ecc.
il tuo problema ndo sta?

è questo che continua a sfuggirmi.

JohnReds 04-08-2010 22:06

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384361)
cerca di non insegnare agli altri come parlare e misura piuttosto le tue reazioni.
avere un tono polemico alla discussione può dar fastidio certamente, ma non si deve mai uscire dal seminato ed entrare nell'ottica personale.

Forse sarò un po' saccente (ma è un difetto che abbiamo in comune, in ogni caso), ma non sono assolutamente entrato nel personale: ti ho solo detto che un tono del tipo "non è logico il tuo comportamento, non può essere", non è "essere polemico", è giudicante, ed è sbagliato, è in contraddizione con l'essere rispettosi delle differenze altrui. Ti pone sullo stesso piano degli estroversi che giudicano negativamente gli introversi.

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384361)
1) L'introversione è genetica. Per sapere di essere introverso devi sapere cosa vuol dire
introversione. Poi ci sono gradi e livelli differenti e c'è tutta la soggettività del mondo.

Su questo punto la pensiamo allo stesso modo, mi pare.

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384361)
2) chi da giudizi personali? no-global, elitari, ecc ecc.
ti ascolti JR? non è buono ciò che piace cmq. anche la droga piace.
non confondiamo un valore oggettivo di un alimento. il gusto va formato (cit.), e non è elitarismo è semplice cultura. ed il ragionamento vale in qualsiasi campo.

Non sono d'accordo..cultura, gusti...tutto è soggettivo. Il "gusto elevato" cinematografico, letterario, culinario, è frutto di determinata conoscenza, dove sta la superiorità? Non ho nulla in contrario se a qualcuno piace la droga. Riconosco che chi è "colto" apprezza con maggiore consapevolezza i piaceri di questo mondo, ma non penso assolutamente che un "colto" sia superiore. Tutti i gusti sono legittimi, anche quelli di chi apprezza MacDonald (che io, personalmente, aborro).

Quote:

Originariamente inviata da LordDrachen (Messaggio 384361)
3) gli introversi sono strani nella misura in cui sono percepiti strani.
se non ti interessa quel tipo di rapporto, dove sta il tuo malessere?
se ti piace ballare, ecc ecc.
il tuo problema ndo sta?

è questo che continua a sfuggirmi.

Dovrei aprire un topic molto lungo per descrivere la mia situazione nel dettaglio, è complicato e sopratutto non sono intenzionato a farlo su internet (dato che riguarda informazioni un po' sul personale)

LordDrachen 04-08-2010 22:22

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 384366)
Non sono d'accordo..cultura, gusti...tutto è soggettivo. Il "gusto elevato" cinematografico, letterario, culinario, è frutto di determinata conoscenza, dove sta la superiorità? Non ho nulla in contrario se a qualcuno piace la droga. Riconosco che chi è "colto" apprezza con maggiore consapevolezza i piaceri di questo mondo, ma non penso assolutamente che un "colto" sia superiore. Tutti i gusti sono legittimi, anche quelli di chi apprezza MacDonald (che io, personalmente, aborro).

lo sai che la modifica del gusto nella bocca degli africani è stata la causa che ha portato i neri del Sudafrica a superare in obesità gli americani?
l'introduzione del fast food, li ha rovinati. è stata una piaga.
il gusto alimentare si è evoluto in base a esigenze di sopravvivenza e territoriali e ha delle ragioni ben precise. l'introduzione dell'industria alimentare ha cambiato tutto questo facendo sballare i ricettori e quindi siamo come disabituati a percepire. se non ci vedi, non dici che è una questioni soggettiva.
non ci vedi, punto. sei orbo.
parlando più in generale, la conoscenza è il valore in più.
io non dico che un colto sia superiore in quanto persona, dico che relativamente al suo campo di competenze può stabilire se una cosa è qualitativamente superiore.
c'è sempre una parte soggettiva in ogni cosa, ma questa è una parte e non può prescindere da un giudizio critico che si basa sulla cultura.
a me può piacere passarmi due ore con un film di serie Z, ma non dirò mai che quel film ha lo stesso valore di 2001 Odissea nello Spazio, anche se quest'ultimo è un mattone.
per apprezzare certe cose, vanno capite, prima.

JohnReds 04-08-2010 22:38

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Ora non esageriamo. Se mi vai a tirare fuori la salute e discorsi come l'obesità, lo dico anch'io che il MacDonald, preso tutti i giorni, è "il male". Ma non è "il male" andarci una volta ogni tanto. Conosco varie mamme che qualche volta l'anno (non di più) portano i figli al Mac, giusto per fargli provare una cosa diversa.
Non nego nemmeno che la conoscenza ti aiuta ad apprezzare meglio le cose (anche se più che di "dare il giusto valore" - che suona un po' ideologica -preferisco parlare di consapevolezza di ciò che significano) o a gestirle (come per il junk food)

Dico solo che non c'è nulla di male a provare piacere nel mangiare ogni tanto un Big Mac e ridendo una serata guardando il classico "Natale a.."

Anche se, onestamente, se devo scegliere la serata trash, preferirei kebab e "Armata delle tenebre" :)

Massi91 05-08-2010 13:35

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Johnny_Marrone (Messaggio 384142)
Massi, ma lo sai che secondo me sei uguale-uguale a Oceanus? :rolleyes:

sarebbe un utente di questo forum? cmq io mi sento simile a parecchi di questo forum, le esperienze che ho fatto più o meno sono simili a voi e spesso mi ritrovo in quello che scrivete e nella sfiducia verso la gente in generale..
Questa cosa un pò mi consola, pensavo di essere l'unico che avesse passato queste cose...spero prima o poi che se ne possa uscire da questa situazione

Moonwatcher 05-08-2010 13:41

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Attento Massi che sei stato insultato.
E pesantemente anche. :D

Winston_Smith 05-08-2010 14:29

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Quote:

Originariamente inviata da Massi91 (Messaggio 384496)
sarebbe un utente di questo forum?

Ex-utente, per sua e nostra fortuna.

ansiosissimo 06-08-2010 09:58

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
la discussione è andata fuori tema.....:cool:

TONNO 12-08-2010 15:19

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
se uno non sta bene "dentro" e con sè stesso, e si sente in forma, è FOBICO/ANSIOSO, dovunque va a ROMA, MILANO, NEW YORK, è sempre la stessa cosa, sarà sempre un insoddisfatto, tenderà sempre a stare da solo e in disparte.
Il solo vantaggio è che nella grande città nessuno ci fà caso (ma non è detto, perchè i colleghi di lavoro indagano sempre) o se ne frega, nei paesi uno, invece, viene stigmatizzato, questa è la differenza!!

Nick 12-08-2010 16:14

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Ultimamente sono stato a Bologna, devo dire che malgrado avessi molti pregiudizi sono stato favorevolmente colpito dall'ambiente umano, nel senso che rispetto alla grande città c'è più cortesia, considerazione o quanto meno educazione, mentre rispetto al piccolo paese c'è più tolleranza e meno invadenza.
Insomma come al solito vince il giusto mezzo, la piccola cittadina mi pare il luogo ideale a misura di fobico.

Warlordmaniac 12-08-2010 16:23

Re: Il luogo dove viviamo influenza il....
 
Bologna è una cittadina?


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