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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
Tutte le persone felici sono uguali, ogni persona depressa è depressa a modo suo
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
Keith, due membri della mia famiglia che per anni hanno combattuto con la depressione, quindi psichiatri farmaci etc etc, alla fine si sono uccisi.
Uno aveva 28 anni, l'altro nemmeno 40. Entrambi gradevoli nell'aspetto, entrambi laureati, il più piccolo musicista, quello più grande libero professionista che guadagnava molto bene e aveva messo da poco al mondo una figlia. Tanto per dire. |
Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Del tipo, keith ha scritto "Con la depressione non riesci neanche a stendere i panni fuori, figuriamoci operazioni più complesse. Quando mi dicono che viaggiano, prendono l'aereo.. sono cose che il depresso vero non può fare." ... ed è palese che questo non sia valso per i tuoi parenti, dunque la loro era una depressione differente. ero curioso di sapere in cosa consistesse |
Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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noi siamo composti di corpo e mente, tuttavia il cervello fa parte del fisico, la mente come viene intesa in oriente è qualcosa di molto diverso e ora ci porterebbe fuori strada... |
Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Avevo giá una diagnosi eh, solo che quelli che fanno fare adesso sono più specifici e mi pare di aver capito migliori per le diagnosi differenziali. Parlo dello scorso anno, e sono stato preso in carico da un medico giovane. Ho come l'impressione che gli psichiatrasauri però siano abituati diversamente ._. Quote:
Mi chiedevo come facessero a reggere il lavoro gli utenti di questo forum quando ero studente, quando poi mi sono trovato di lá ho visto che non è nulla di fantasmagorico trascinare la carcassa fino a lì e vivere di merda la giornata. Al posto di vivere di merda a casa lo sto facendo lì, almeno faccio qualcosa di utile per qualcuno e mi pagano. Anche se ci sono delle mattine come quella di oggi che solo scendere dal letto e lavarsi richiede molta, mola fatica |
Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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se fossero in grado di fare ciò che dici troverebbero la strada per guarire in autonomia perché una volta chiarite le cause e le condizioni agisci su di esse, purtroppo non è così perché le nostre percezioni sono inquinate da tanti fattori che ci confondono e ci fanno scambiare il dito con la luna che il dito indica... è un mostro terribile la depressione perché intreccia fattori soggettivi con fattori che non lo sono, vedi gli squilibri chimici nel cervello il nostro cervello è malleabile, si modifica in base a come lo utilizziamo, anche la scienza è arrivata a comprenderlo, tuttavia la scienza con i farmaci e le terapie può intervenire solo sui fattori oggettivi*, quelli soggettivi rimangono in mano nostra e se non si ha la lucidità per agire di conseguenza si sprofonda in una spirale, come il tizio che fa una esperienza negativa e su quella esperienza costruisce il percorso successivo e si convince che se ti è andata male una volta allora ti andrà sempre male... *siamo organismi estremamente complessi e la scienza progredisce per tentativi, costruisce sui propri fallimenti, quindi anche trovare il principio attivo adeguato alla persona può essere molto difficile, anche perché i farmaci con i loro effetti collaterali fanno bene da una parte e danneggiano in altre |
Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Quindi non discorsi del tipo: "eh, sarà genetica" o "traumi terribili" Ma cose del tipo: "continuo a pensare che la mia vita non abbia senso, lavorando posso distrarmi da questi pensieri, ma restano sempre con me"; oppure "non ho forza di volontà, la mia volontà si è ammalata" Penso non sia troppo difficile descrivere un po' il proprio malessere. |
Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
La depressione per come l'ho vissuta io (nel periodo più grave) non è una roba razionale che tu dici ''sono infelice perché non ho questo''. E' come se il mondo venisse ricoperto di una patina grigia e nella tua mente c'è solo l'obiettivo di trascinarti sempre più giù. E' brutto perché si crea una condizione di confort nella malattia in cui tu stai male però paradossalmente non vuoi uscirne perché la malattia ti porta a identificarti con la depressione. O tu sei depresso o non puoi esistere, sei morto. Per questo l'unica alternativa diventa essere morto, la depressione ti fa credere che non esista via di uscita. Poi c'è il senso di colpa di essere depresso, l'autocommiserazione in cui ti dici ''ah ecco guarda non sei riuscito nemmeno a lavarti, guarda come ti sei ridotto'' e questo alimenta ulteriormente la depressione. Poi io avevo anche un sacco di dolori fisici fortissimi ma non so se dati anche dall'ansia. Mi faceva male ovunque. Non mangiavo più ma continuavo a vomitare (succhi gastrici, presumo). Ho passato un mese in cui al giorno mangiavo due Plasmon (che poi vomitavo) e passavo anche 72 ore senza dormire. Poi al lavoro mi addormentavo sul tavolo e avevo forti allucinazioni. E in queste condizioni pensavo comunque che ''forse non stavo abbastanza male da meritarmi un aiuto, gli psichiatri brutti e cattivi poi mi controllano il cervello con le medicine''. E' stato chi mi era intorno che ha dovuto dirmi: o pronto soccorso o ti fai vedere tempestivamente da uno psichiatra. Mai nella mia vita sono stato così male come due estati fa.
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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Tuttavia, per descrivere il proprio malessere in maniera chiara ed efficace ad un'altra persona occorre: - chiarirsi con se stesso e già questo non è scontato - avere gli strumenti verbali per descrivere in maniera efficace ciò che abbiamo capito solo con il pensiero, e ci sono persone che farebbero fatica anche a descrivere un oggetto in maniera efficace - essere in grado di utilizzare gli strumenti che possediamo, perché ad esempio una persona molto introversa potrebbe non riuscirci soprattutto con un estraneo, o potrebbe utilizzarli male e quindi confondersi e confondere, potrebbe nascondere senza rendersi conto - la persona che ascolta si spera che sia in grado di cogliere ciò che le viene detto in maniera precisa o addirittura riuscire a capire ciò che non è stato detto o è stato detto in maniera confusa, perché i problemi nella comunicazione portano a paradossi tipo questo: io vorrei dire B ma dico F, tu capisci C ma credi di aver capito bene, io penso che tu abbia capito, tu pensi di aver capito e la risposta che mi dai invece di aiutarmi mi fa del male perché dici M e io capisco N ma entrambi pensiamo che siamo stati chiari nel comprendere e nell'esporre... purtroppo anche i professionisti del settore non sono delle divinità, sono esseri umani fallibili come noi, con tutte le debolezze che hanno gli esseri umani, hanno una giornata storta, possono essere confusi e deboli per tanti motivi, se invece non parliamo di professionisti ma di un amico o di un familiare esistono comunque tutti i problemi che ho elencato... |
Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
e poi: come si concilia la soggettività della depressione di cui stiamo parlando, con i rigidi e freddi criteri diagnostici del DSM-V?
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Re: Non riesco ad empatizzare con gli altri depressi
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I criteri generali, necessari a stabilire dei punti e creare appunto una teoria generale e i relativi protocolli che poi andranno adattati a tutti i vari casi specifici, sono come etichette: il problema non è l'etichetta in sé ma come viene utilizzata e anche recepita dalla persona, noi non siamo la nostra malattia, come io non sono solo un asperger (non è una malattia) queste descrivono solo una parte relativa non l'intera persona, ma come ha ben spiegato Juan si tende a fare di tutta l'ebra un fascio perché quando si sta male non si riesce a sfruttare le nostre potenzialità e la depressione erode millimetro dopo millimetro la volontà dell'individuo... senza delle linee guida, il DSM, sarebbe come navigare a vista in un mare in tempesta, se ti salvi è solo per una serie di favorevoli concatenazioni, ma se ci riprovi è molto probabile che ci lasci le penne |
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