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a spezzata
Ma hai perfettamente ragione. Tuttavia interiorizzare che la propria madre ha un disturbo istrionico non diagnosticato o, chessó, il proprio padre ha un intelligenza emotiva di un dodicenne idiota, credo aiuti molto a etichettarsi non come un/una fallito/a insignificante, ma come vittima di determinate circostanze. Non dico di essere indulgenti, né che l' autocritica è inutile, credo possa realmente esserci un punto dove svestire la propria famiglia della loro "autorevolezza" e guardarli come esseri umani fallaci, possa salvarci. Per il distacco, poi. Sì che ci vogliono tempo e risorse, energie. Ma deve esserci un alternativa, ed è con l' intento e il desiderio, nel tempo, che si può operare un cambiamento. Il punto essenziale é il non restare fermi, non fossilizzarsi nel dolore, prefiggersi uno scopo etc In breve, sono uno di quelli fermamente convinti che ancora oggi il volere (e un po' di fortuna) equivalga al potere. Che i paesini facciano schifo sono d'accordo, se fossi a Bologna probabilmente sarebbe tutto più facile, prefiggiti un punto di arrivo che possa essere un luogo che ti ispiri (magari facci due passi prima) e inseriscilo nell' intento. Se l'alternativa è infausta, cos'hai da perdere, nel provarci? Nel provare a crederci. |
Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
Sono d'accordo con Kitsune, Love e Spezzata. Per quanto uno possa "non rimanere fermo" (io l'ho fatto, ho fatto concorsi e ne ho vinto uno proprio per andare via ma anche andarci soddisfatta) resti cmq nel pantano, nelle sabbie mobili... perché in qualche modo leghi ancora le tue scelte in base a cosa ne pensano loro nel senso: gli dai ancora credibilità nonostante il danno perché non hai mai avuto alternative valide, qualcuno che davvero autenticamente ti aiutasse a ragionare su di te e cosa vuoi fare. E il danno (giusto per ricollegarsi al venire su storti) prosegue anche al di fuori della famiglia perché inconsciamente cercherai qualcuno di autentico beccando, invece, giusto chi assomiglia proprio a loro! È un incubo, se non hai avuta na "svegliata" da qualcuno che letteralmente ti strappa da questo buco nero (na terapia fatta in tempo, ad es.) è di una difficoltà estrema venirne fuori raggiungendo lo scopo che si vuole, e lo dico io che non vivo in un paesino e che ho avuto molte opportunità dove abito...
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Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
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Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
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Togliere loro il titolo nobiliare di "genitori" o "famiglia" è il primo passo, per privarli di tutto il "potere" e cercare di uscirne con un filo di energie in più. Oppure si maledice il mondo. Era un consiglio. Personalmente se vedessi i miei genitori ancora come mamma e papà, avrei un livore e una rabbia interiore che mi farebbe venire un ulcera grossa come un arancia nel giro di un mese... |
Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
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Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
Esattamente... il fatto è: non ti fidi di te stesso, non puoi fidarti della famiglia, non ti fidi degli altri. Na croce. E il solo dover riconoscere che sono anche loro esseri "fallaci" non consola manco un po', è come dire: peggio per te che non hai imparato nulla, mo da chi lo vuoi? Un incubo.. e ti dico: nella mia famiglia a mia madre è stato dato talmente tanto spazio facendo atti anche gravi, che nessuno è riuscito ad arginarla. Mio padre, figura solo di gregario, ha fatto arrivare la situazione a un punto di non ritorno lasciandosi completamente fagocitare. Mia sorella se n'è dovuta andare perché LEI glielo ha imposto, ha trovato poi un tizio random (non certo chi immaginava lei..) e si è accontentata e sistemata (rimanendo cmq infelice).
Questi ruoli come li ribalti più? Come puoi "emergere" da sto schifo da solo? Come ti indirizzi come ti crei un percorso che non sia fare quello che capita per non avere l'ansia di gente che ti rompe l'anima? Come riesci a fare scelte oculate in un ambiente simile (e, di conseguenza, anche fuori)? |
Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
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Sì è partiti parlando di consapevolezza, intendevo proprio di lavorare su questa. Fare ciò che capita per non avere l'ansia di gente che ti rompe l'anima è comprensibile e auspicabile, senza però, secondo me, smettere mai di operare un allontanamento emotivo da questi elementi tossici, magari anche loro malgrado (perchè di sicuro sono tossici anche per loro stessi). |
Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
Ok ma se tu ti rendi consapevole e continui a fare scelte dove sostanzialmente anziché a una opzione che ti lascia potere di decisione e autodeterminazione alla fine ti sbilanci (sempre per aver creduto di fidarti di qualcuno che poi si rivela essere semplicemente il prolungamento del rapporto tossico in famiglia) su una opzione dove decide qualcun altro e devi rimanere sospeso a subire e limitare i danni, dove starebbe il cambiamento? Sarà un miracolo se da questa ennesima cazzata potrò almeno andarmene perché se mi rendo conto che il lavoro mi fa schifo oltre per l'ennesima volta a sentirmi fuori posto, come cavolo me ne vado? Sarà un continuo scappare e io sono stanca...
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Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
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Buona fortuna per il lavoro, ad ogni modo. |
Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
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Re: Quanto ha inciso la vostra famiglia sulla vostra insicurezza e autostima?
Sono cresciuto in una famiglia amorevole che non mi ha mai fatto mancare nulla, né dal punto di vista economico che affettivo. Non mi ricordo di litigate, né tantomeno di lanci piatti o simili.
Sono stati a volte forse un po' troppo possessivi, ma perché da giovani hanno fatto un pò penare i miei nonni, e quindi forse hanno cercato di proteggermi dai "mali del mondo". Diciamo che da loro ho comunque preso l'asocialità. C'è da dire che da giovani mio padre non ha mai avuto ragazze prima di mia madre, ma comunque aveva un grande amico e ha fatto anche l'europa in autostop a 20 anni. Mia mamma invece ha avuto un lungo fidanzamento e altri pretendenti (era una bella ragazza). Dopo i 30 invece la loro vita sociale è stata come quella di un 90enne in coma, zero amicizie, zero o quasi uscite, niente di niente. Diciamo che io ho preso il peggio di entrambi da sto punto di vista, essendo allergico alla socialità pure in adolescenza. Per il resto devo dire che sono stati un'ottima famiglia, alla fine penso di essere tarato nei geni, l'ambiente esterno (anche a livello di bullismo che non ho praticamente mai subito) non ha influito molto come in altre persone. |
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