Originariamente inviata da Serotoninadispersa
Figlia di un estroverso da leggenda, divorata dai sensi di colpa, cresciuta con la rigida regola del mai mostrare in pubblico le proprie debolezze, sopravvissuta suo malgrado, questa è la patetica storia di una cozzetta fobica diventata col tempo anche depressa.
La giornata tipo della cozzetta fobica è più o meno questa:
sveglia la mattina, bocca amara, presumibilmente colpa degli antidepressivi (così dice il medico) più banalmente attribuibile al rodersi il fegato quotidianamente...
riordinare le idee e fare meditazione respirando correttamente in attesa di affrontare la folla (magari solo una o due persone)!
uscire ed imbattersi nel primo "nemico" di turno, fare i salti mortali perchè questo non si accorga delle tue mani gelide seppur bagnate fradice, non farsi seghe mentali cercando di trovare una scusa per giustificare il sentore bagnaticcio e mortuario della propria appendice a 5 dita, evitare in ogni modo il suo sguardo accusatore fingendo un inesistende disturbo oculare...
prendere i mezzi pubblici sapendo che da un momento all'altro il panico ti assalirà, vedrai tutto nero e ti sembrerà che un misterioso incantesimo ti tolga tutta l'aria dai polmoni. Ti concentri sull'autocontrollo facendo training autogeno come se fosse la colazione mattutina che non puoi più permetterti da anni, pena vomitare sul conducente dell'autobus... come quella volta che per giustificarti dicesti di essere incinta.. e naturalmente nessuno ti aveva creduta! (chi se la farebbe mai questa?)
affrontare il supermercato come fosse l'arena del Gladiatore ma senza Russell Crowe, destreggiarsi tra melanzane e cotechini fissando il pavimento per evitare d'incrociare sguardi che potrebbero fulminarti come neanche Supermen col laser, fare finta di non sentirsi costantemente fuori posto, fuori tempo, fuori luogo, fuori e punto.
tornare nella propria tana aggrappandosi alle solite tecniche di sopravvivenza ormai ripetute all'infinito come un rito sacro domenicale.
evitare con cura di guardarsi allo specchio per non pensare almeno un giorno alla settimana a come suicidarsi seza sentire troppo male, sforzarsi d'ingurgitare qualcosa di commestibile anche se lo stomaco è un groviglio di nervi incapace di contenere pure uno spillo.
arrivare fino a sera e rendersi conto di aver superato ancora una giornata su questa terra, nonostante tutto, con le tue fobie, la tua depressione, il tuo autocontrollo, senza il quale potresti diventare un caso di cronaca come ormai vanno di moda...
infine coricarsi, con la consapevolezza che non chiuderai occhio, esattamente come tutte le altre notti... o forse no, perchè qualcosa stà cambiando... ora ti sei sfogata, hai scritto di una tua giornata tipo in un posto dove tutto sommato non sono poi tanto diversi da te... forse.
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